Questo mese si celebra il 50esimo anniversario della marcia di Selma, che vide protagonista Martin Luther King. Director's cult e i suoi amici blogger dedicano un Black Power Day al cinema afroamericano. Per l'occasione Director's ha scelto un cult della Blaxploitation, Cleopatra Jones.
Tutto iniziò verso la fine degli anni Cinquanta, quando la mite afromaericana Rosa Parks decise di non cedere il suo posto sull'autobus a un bianco. Poi venne Martin Luther King, la sua politica di non violenza che culminò nel 1965 con la marcia di Selma, contraltare dei violenti scontri a Watts. Il Black Power venne da sé, sorgendo definivamente sotto il segno di Malcom X e del Black Panther Party nel nome della 'difesa dell'autodifesa' durante la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta.
Black Power! |
Tutto iniziò verso la fine degli anni Cinquanta, quando la mite afromaericana Rosa Parks decise di non cedere il suo posto sull'autobus a un bianco. Poi venne Martin Luther King, la sua politica di non violenza che culminò nel 1965 con la marcia di Selma, contraltare dei violenti scontri a Watts. Il Black Power venne da sé, sorgendo definivamente sotto il segno di Malcom X e del Black Panther Party nel nome della 'difesa dell'autodifesa' durante la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta.
Dal punto di vista cinematografico invece gli afromericani ebbero finalmente il loro spazio all'interno dell'industria cinematografica grazie al filone cinematografico della Blaxploitation.
Non più le mamy di Via col vento o le 'tragic mulatto' di Imitation of Life - gli afromericani divennero protagonisti di un vero e proprio genere cinematografico inaugurato da Melvin Van Peebles e il suo Sweet Sweet Back's Badasssssss Song. Quando l'uomo di colore si ribella al potere esercitato dall'uomo bianco. E fu subito culto.
Film destinati a diventare un successo come il Badasssss movie di Van Peebles e Shaft di Gordon Parks salvarono - insieme ai Movie Brats di Spielgberg e soci - le 'chiappe' alle major come la Universal ormai sull'orlo della bancarotta.
Hollywood capì che dal 'potere nero' poteva rinvigorire le sue casse languenti, decidendo di finanziare pellicole con protagonisti gli afromaericani - dando inconsapevolmente un (determinato potere) agli afroamericani all'interno dell'industria cinematografica, spianando in futuro la strada a talenti del calibro di Spike Lee e Denzel Washington.
Titolo: Cleopatra Jones
USA 1973
Cast: Tamara Dobson, Shelley Winters, Antonio Fargas.
Sceneggiatura: Max Julien.
Durata: 76'
Regia: Jack Starret.
Shaft con il suo detective 'che teneva un piede nel mondo dei bianchi e un piede nel mondo dei neri' divenne un successo commerciale, Black Caesar divenne la versione afroamericana dei ganster alla James Cagney ed Edward G. Robinson, Gordon Parks e Melvin Van Peebles divennero i primi registi afroaricani ad avere un certo potere a Hollywood grazie alla Blaxploitation.
Un altro merito della Blaxploitation fu quello di lanciare un sottogenere femminile che ebbe inizio con Coffy e la sua star, Pam Grier, per poi avere il suo canto del cigno con Switchblade Sisters (Elle Driver creata da Quentin Tarantino è un omaggio al film),
Hollywood capì che dal 'potere nero' poteva rinvigorire le sue casse languenti, decidendo di finanziare pellicole con protagonisti gli afromaericani - dando inconsapevolmente un (determinato potere) agli afroamericani all'interno dell'industria cinematografica, spianando in futuro la strada a talenti del calibro di Spike Lee e Denzel Washington.
Titolo: Cleopatra Jones
USA 1973
Cast: Tamara Dobson, Shelley Winters, Antonio Fargas.
Sceneggiatura: Max Julien.
Durata: 76'
Regia: Jack Starret.
Shaft con il suo detective 'che teneva un piede nel mondo dei bianchi e un piede nel mondo dei neri' divenne un successo commerciale, Black Caesar divenne la versione afroamericana dei ganster alla James Cagney ed Edward G. Robinson, Gordon Parks e Melvin Van Peebles divennero i primi registi afroaricani ad avere un certo potere a Hollywood grazie alla Blaxploitation.
Un altro merito della Blaxploitation fu quello di lanciare un sottogenere femminile che ebbe inizio con Coffy e la sua star, Pam Grier, per poi avere il suo canto del cigno con Switchblade Sisters (Elle Driver creata da Quentin Tarantino è un omaggio al film),
Se Coffy è una infermiera che diventa una giustiziera fai da te (un po' come il giustiziere della notte di Charles Bronson), con Cleopatra Jones si ha una donna tosta d'azione da far invidia niente di meno che a James Bond.
In che modo? Beh, presentando la nostra eroina che compie una missione in Turchia mentre ordina di far bruciare un campo di papaveri, destinati a diventare oppio da vendere per conto della temibile e terribile Mommy (Shelley Winters).
Ca**uta la ragazza.
Mommy non sta a guardare, e le da il benvenuto con un attentato in areoporto, ma Cleopatra è troppo tosta e non si fa certo intimidire. Perché lei lavora per il presidente degli Stati Uniti in persona.
Un po' come James Bond che è al servizio di sua maestà.
Cleopatra, per gli amici 'Cleo' ha molto in comune con Bond - il suo nome è - James Bond: è bella, sexy, ha stile (con un outfit da paura fatto di pellicce, pantaloni a zampa che lanciano la sua figura, pettinatura afro alternata con copri capi), conosce il karate e sa come usare una pistola, che tiene in un arsenale nella portiera della sua fighissima Corvette.
Inoltre partecipa attivamente a un centro di recupero per tossicodipendenti. Centro nel mirino della sua antagonista, Mommy, versione lesbica e caricaturale del Dr. No - donna che bistratta i suoi scagnozzi (uomini) e medita vendetta per i milioni persi a causa di Cleopatra.
Ma Cleopatra rimane cool e tra mille ostacoli arriverà allo scontro finale con Mommy, che non perdona chi lascia il suo business come Dudlebugs (Antonio Fargas, il celebre Huggy Bear di Starsky and Hutch) e chi fa troppi errori. E soprattutto non perdona Cleo.
Nonostante la regia di Jack Starret sia piatta e si anima solo da qualche rallenty e qualche guizzo nelle prodezze della 'funk goddess', il film è ben ritmato dalle musiche funky - fiore all'occhiello della produzione Blaxploitation che vanta collaborazioni eccellenti da James Brown per Black Caesar a Curtis Mansfield per Super Fly, e ovviamente al leggendario Isaac Hayes (ritornato sulla cresta dell'onda negli anni Novanta per aver prestato la voce a Chef di South Park) e alla sua Shaft Theme.
Cleopatra Jones non avrà certo una sceneggiatura da Oscar, lascia qualche personaggio per strada e non approfondisce molto la storia del centro di recupero, azzardando una timida polemica sui metodi poco ortodossi della polizia 'bianca' - preferendo concentrarsi sulle prodezze di questa magnifica wonder woman.
Al di là delle sue pecche, Cleopatra Jones sa giocare astutamente con i cliché del genere d'azione, con una Shelley Winters che riesce a delineare perfettamente una Mommy volutamente sopra le righe, ed è inoltre un godibilissimo film di genere.
E poi c'è lei, Cleo, incarnata dalla fascinosa Tamara Dobson, che ha il merito di mostrare una donna afromaericana forte, indipendente, che antepone la sua missione a una possibile storia d'ampre (evidenziato soprattutto dall'unica controparte femminile incarnata nella fidanzata di Dudlebugs, tipica pupa del gangster che viene salvata proprio da miss Jones), sicura di sé, che non paura di niente e nessuno. Probabilmente neanche di James Bond.
Voto: 7+
Al Black Power Day partecipano:
Bollalmanacco
Non C'è Paragone
Recensioni Ribelli
Pensieri Cannibali
Mari Red's Room
Scrivenny
White Russian
Prevalentemente Anime e Manga
Solaris
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