Con grande orrore,per stare in tema, ho mancato per la prima volta la notte horror. Sara' la vecchiaia che galoppa, o piu' semplicemente un periodo demmmerda, che la Director's e' arrivata a mercoledi' 21 agosto pensando di non aver fatto qualcosa. E aveva putroppamente purtroppo ragione (lacrime napulitane in sottofondo).
Ci prova a fare ammenda scrivendo la recensione in ritardo. Siete autorizzati a mettere il chittesencula automatico, ma essa,ci prova lo stesso.
INTRO: ricordando Arwen Lynch.
Questa notte horror e' in onore di Laura Stella Bisanti aka Arwen Lynch, blogger appassionata che purtroppo e' venuta a mancare un paio di mesi fa a causa di un male incurabile.
I am not going to sugarcoat things, cioe' ammetto che qualche volta non mi andava a genio (si' sono una maledetta stronza sotto la pellaccia da fottuta Pollyanna), c'e' stata maretta tempo fa' qua proprio in sede della gang dei blogger e il suo uso dei social media, in particolare Facebook, mi lasciava perplessa. Cioe' io non sono una fan del lavare i panni sporchi in pubblico, ma forse lo sto facendo adesso con questo ad memoria ad catzum de canem ?
Pero'. C'e' sempre un pero'. Laura non era sicuramente il personaggio virtuale che offriva di se' su Facebook o sulla blogosfera. Mi ci gioco la palla destra che non ho, perche' parafando Pretty Woman, io le palle non le ho. Tie'.
Laura Stella era una persona tenace, che ha lasciato un segno di se' su questo triste mondo malato sotto il segno di Laura McMiller con ben due romanzi "Dentro il mio cuore" e "I segreti e le bugie", con 3/3,5 stelline, mica catzi.
Amava Prince, come me, e amava il cinema.
Laura Stella Bisanti, Arwen Lynch, Laura MCMiller. Una nessuna, centomila, lei rifuggiva dalla sua vita in Sicilia (cosi' penso) con il suo mondo di celluloide e musica, e quando lo stronzo (ovvero il cancro, e questo si' che piu' stronzo di me e non tiene nemmeno la pellaccia da fottuta Pollyanna) ha deciso di devastarle l'esistenza, lei comunque si faceva forza e coraggio, cercando un sostegno, seppur virtuale tramite i social media, che le desse forza e coraggio. Io probabilmente mi sarei sentita devastata e avrei rotto il cazzo alla qualunque, ma lei ci combatteva e ci credeva. Fottuto cancro di merda, anche se a volte non mi andava a genio, potevi lasciarla in pace, non aveva fatto male a nessuno.
Il cinema era la sua linfa vitale e secondo il social media Letterboxd (che devo ancora aggiornare, tacci mia), lei vedeva un migliaio di film all'anno e negli ultimi 6 mesi di vita ne aveva visti 201, di cui l'ultimo e' stato Lenny di Bob Fosse. Cioe', e' figo vedere un film figo prima di dire goodbye a questo triste mondo crudele. Io so che quando tocchera' a me, l'ultima cosa che vedro' sara' sicuramente un film osceno o come ultima canzone, i jingles delle pubblicita' di Spotify, ma nel frattempo un po' di corna le faccio e cerco di vedere cose bbuone, occhei???? Ho visto Emily in Paris. Le premesse non sono incoraggianti.
Anyhow, questa bulimia cinematografica (oh, meglio 1000 film che 1000 kg di pasta all'anno, soprattutto se rischiate il culo grosso come me se mangiate troppi carboidtrati) finiva nel suo blog La fabbrica dei sogni.
Perche' il cinema e' fatto di sogni e se la vita fosse davvero un film, Laura Stella Bisanti sarebbe ancora con noi e non avrebbe mancato per qualsiasi ragione al mondo la notte horror.
Non come questa stronza con la pellaccia da fottuta Pollyanna.
Ti ui nani (Laura nrd.) tel chi el memoriam e non mi mandare affangulash neh? Un abbraccio forte, e se voglio lavare i miei di panni, a me non piace proprio abbracciare. A meno che tu non sia un gatto.
Ciao.
Se volete dare un'occhiata al suo movie diary
https://letterboxd.com/arwenlynch/
Ti dirò, anche a me il suo uso dei social lasciava un po' perplesso. Credo tuttavia che tutto quello che faceva derivava una una sorta in ingenuità della quale non possiamo fargliene una colpa. Certe sue uscite, non ultima la bizzarra diretta Twitch sul canale di Redurmia (praticamente un monologo della Mari che è stata bravissima a gestire una situazione a tratti imbarazzante), lasciavano un ritratto senza ombre di ciò che era Arwen, una ragazza insicura, quasi certamente sola, e che fuggiva dalla realtà rifugiandosi nei sogni.
RispondiEliminaSì concordo, lo faceva probabilmente per sentirsi meno sola e il cinema era veramente la sua fabbrica di sogni. Anche perché la realtà il più delle volte fa' schifo :(
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