Lina da Lima
Lina da Lima
A volte nella vita bisogna staccare le proprie radici e re-impiantarle altrove. Succede quando il paese di origine non ti offre nulla e le opportunita' bussano altrove.
Cosi' Lina parte da Lima per raggiungere il Cile, dove lavora come domestica presso una facoltosa famiglia che ha in progetto la ristrutturazione della casa delle vacanze e una piscina nuova per la loro figlia.
Lina segue i lavori e nel frattempo si prepara per le vacanze di Natale dove a casa l'attende suo figlio, lasciato alle cure della nonna e dell'ex marito.
La vita e' dura per un'immigrata, e soprattutto e' pregna di solitudine. Solitudine che Lina abbatte mangiando al ristorante Peruviano e soprattutto con incontri sessuali occasionali. Ma l'arma piu' forte che ha e' rifugiarsi in un mondo parallelo, un musical a tinte neon dove lei riversa le sue frustrazioni e ansie, immaginandosi per un istante come Esther Williams che si tuffa in una piscina. La stessa piscina che lei deve monitorare da lavoratori sfaticati che le creano problemi e che non le permettono di rientrare a casa. Siparietti musicali che le danno la forza di andare avanti, raccogliendo i cocci del suo cuore spezzato quando si rende conto che suo figlio non ha bisogno di lei, al di la' di un mero supporto economico.
Perche' le radici, anche se sono impiantate nuovamente, muoiono se non vengono innaffiate. La distanza, uno stile di vita differente, il fuso orario e la solitudine non fanno altro che impoverire quelle radici, che finiscono per diventare aridi. Cosi' Lina si prende cura di Clara, la figlia dei suoi datori di lavoro, instaurando un rapporto amichevole e d'intesa, piu' che governante e figlia del padrone.
Cosi' Lina sopravvive alla mancanza di affetto familiare, rimorchiando sconosciuti, e cerca di instaurare un rapporto di comunicazione con Mauri, che lei chiama Mauricio, immigrato probabilmente clandestino che non conosce lo Spagnolo, ma e' incaricato di finire i lavori.
Lina usa il linguaggio del corpo,gesticola, parla lentamente, rompe le barriere dell'incomunicabilitita'e finisce col passare il Natale con Mauri, perche' nessuno quel giorno dovrebbe passarlo da solo, quando la famiglia non c'e'. Perche' le radici si inaridiscono se non vengono annaffiate, e cosi'Lina le mantiene vive passando il tempo con chi puo'. Che sia la figlia del datore di lavoro, un lavoratore precario o un uomo rimorchiato in un locale.
E quando cio' non basta, c'e' la musica, quei siparietti dove lei canta e si abbandona con tutta la sua passione e il suo sex appeal.
Maria Paz Gonzales firma il suo esordio con delicatezza e lentezza (soprattutto all'inizio), per poi sciogliersi in musica, immergendo la sua Lina da Lima nel verde, fuchsia delle luci soffuse, facendo della fotografia e delle coreografie il suo punto di forza. Elementi notevoli che alleggeriscono tematiche difficili come l'immigrazione, il sentirsi soli e la mancanza di equita' economica e sociale.
Perche' se il mondo che le offrono e' inospitale, ci saranno sempre dei momenti di pura fantasia che puo/ creare, un piccolo paradiso artificiale dove trovare la forza di andare avanti e di prendersi cura delle radici che ha piantato in un terreno che non e' il suo.