lunedì 31 ottobre 2016

RECENSIONE: Wolf - La belva è fuori



Titolo: Wolf - La belva è fuori
Cast: Jack Nicholson, Michelle Pfeiffer, James Spader.
Sceneggiatura: Jim Harrison, Wesley Strick.
Regia: Mike Nichols.
Durata: 125'


Homo homini lupus: l'uomo è il lupo per l'altro uomo con l'innato istinto di sopraffarsi l'uno con l'altro, e come un lupo sbrana il più debole per sopravvivere.
Filosofia (spiccia) a parte, la parte del lupo da sbranare tocca all'editore Will Randall (Jack Nicholson) che si vede soppiantato da Stewart Swinton (James Spader), un collega più giovane e decisamente più carogna  che gli soffia la direzione una volta tornato da un viaggio di lavoro.
E proprio durante la strada verso casa Will investe un lupo, che finisce per morderlo. Will scoprirà a sue spese di essere diventato un licantropo e userà questo potere per 'rimarcare il territorio' perduto.
Se non sbrani finisci per essere divorato, e l'unico modo è cambiare pelle e mutare la propria natura per non essere sopraffatto. Questo sembra volerci dire Mike Nichols con Wolf - La belva è fuori
Nichols è stato un regista che ha saputo leggere tra le righe della società americana nei suoi cambiamenti di usi e costumi nel corso della storia (uno su tutti, Il laureato) e di certo non ne poteva uscire un banale horror con un americano che diventa lupo mannaro (nessuna offesa al cultone di John Landis, che sembra più virare sull'aspetto orrorifico che su quello sociale), ma usa l'elemento soprannaturale della licantropia per raccontare una spietata lotta all'interno di una casa editrice e in genere del mondo manageriale made in USA. Internet era ancora un mezzo di comunicazione 'verginello' e quindi il potere degli editor negli anni Novanta era ancora forte da non essere sbranati dai blogger del Ventunesimo secolo (a meno che non sei in Italia dove un blogger lo fa giusto per sport e non come lavoro... Ma questo è un altro discorso). 
L'editoria è ancora un terreno fertile per farsi le scarpe, dove il giovane rampante di turno cerca di scavalcare il collega più anziano, non senza averne appreso le arti da bravo discepolo. E il placido Will che si è costruito una solida carriera in nome del rispetto e del duro lavoro si ritrova cornuto e mazziato (il giovine si porta pure a letto la Mrs. Robinson di turno, alias la moglie di Will) e al massimo può consolarsi con il mercato letterario dell'Est (che all'epoca mica faceva gola ai tanti imprenditori italiani per la delocalizzazione delle fabbriche, ma anche questa è un'altra storia).
E l'unico modo per sopravvivere è 'mutare forma' diventando il lupo che deve sopraffare il più scaltro, ripagando della stessa moneta i mediocri che hanno cercato di scavalcarlo.
Se da un lato Will cerca di lottare con le unghie e con i denti per mantenere il suo status sociale che ha conquistato con tanta fatica, dall'altro troviamo Laura Alden, la figlia del capo di Will che è una donna ricca, ma anche ribelle e indomita.
A differenza di Will, Laura è una privilegiata essendo nata in un ambiente altolocato. Lo scotto da pagare per lei è stato alto e non facendo parte 'dello stesso branco' a cui appartiene al padre,  finendo per essere scarsamente considerata (così come il fratello che si è suicidato), accettando di vivere nella depandance della magione paterna più come reietta che come ribelle. Laura è una donna apparentemente perduta, ma è in grado di adattarsi pur di non perdere l'opportunità di essere amata da Will, anche se sembra un amore impossibile da inseguire.
Laura infatti capisce la natura licantropa di Will ed è l'unica che la crede insieme al bizzarro sciamano che offre all'editor un amuleto per placare i suoi istinti ed evitare di fare danni per mezza New York. Perché se Will si trasforma per sopravvivere, allo stesso tempo non si riconosce più ed è incredulo nell'essere capace di fare del male fisicamente. Tipo di morale che non ha Stewart, che declina ulteriormente quando viene morso da Will, diventando a sua volta in un licantropo.
Stewart è il lupo/sciacallo, frutto di una nuova generazione che vuole tutto ciò che hanno i propri 'padri putativi', considerato dal padre di Laura come il figlio che avrebbe sempre voluto quindi perfetto 'capo branco' che può mandare avanti l'impero editoriale. Will è furbo e intelligente, ma è privo della forza di volontà di lavorare duro per costruirsi un percorso professionale e personale duraturo, cercando di prendere tutto (carriera e moglie di Will), ottenendo il massimo risultato con il minimo sforzo.
E la lotta tra Will e Stewart non è solo generazionale, ma diventa una lotta tra il bene (Will) e il male (Stewart) dove solo il più forte potrà rimanere in piedi.
Wolf - la belva è fuori funziona alla grande dal punto di vista della feroce critica sociale, un po' meno dal punto di vista 'horror' - che poi film dell'orrore non è - peccando di mancanza di equilibrio tra i due generi (alla quale si aggiunge anche la matrice trhiller quando viene uccisa la moglie di Will), e non fa nemmeno sussultare dalla paura, anche perché il trucco posticcio che viene applicato a Jack Nicholson proprio non si può vedere.
Certo, non si può pretendere che Rick Baker crei una perfetta replica del suo lupo mannaro de Un lupo mannaro americano a Londra di Landis, ma da un genio come lui non si può proprio accettare un trucco così basico fatto di peluria e basette posticce.
Al di là di queste pecche, Jack Nicholson riesce a portare il trucco e parrucco con grande professionalità e dignità, riuscendo a essere credibile limitandosi a fare un paio di salti e una camminata 'lupesca' - proprio perché come il personaggio di Will è uno che fa il suo lavoro con dedizione e passione.
E Nichols comunque è sempre stato un bravo direttore di attori, tra cui spicca la carogna Spader (un tempo dedito ai ruoli di yuppy bastardo, tale da far invocare a un critico di Ciak una petizione per fargli cambiare ruolo) e la bella e brava Michelle Pfeiffer, che dovrebbe essere più presente sugli schermi al pari di Meryl Streep.
Pur con vari sbilanciamenti tra i generi e non pienamente riuscito (ma non da invocare il 'tu mi diludi'con effetto morituro immediato), Wolf- La belva è fuori è comunque un film godibile che può essere fruibile in due modi: un film di genere fantastico che sa intrattenere, o una graffiante -  o meglio mordente - satira sul mondo spietato del capitalismo americano post - yuppy. A voi la scelta.

Voto: 6/7





















VIDEOCLIP REVIEW - Halloween Edition: Michael Jackson's Thriller



Titolo: Thriller
USA, 1983
Cantante: Michael Jackson
Durata: 13' (director's cut).

Che brutti scherzi che può fare la luna piena. Soprattutto se ti trasformi in un lupo mannaro proprio durante una serata romantica che dovrebbe culminare in un fidanzamento.
Lei dovrebbe dire sì e fare i salti di gioia, invece un sobbalzo lo fa per la paura facendola scappare via. Fortunatamente però è solo un film che Michael (Jackson) sta vedendo con la sua fidanzata, che si stringe a lui per essere rassicurata (tipica tattica da rimorchio, tsé). Lui la prende un po' in giro perché si è fatta prendere dallo spavento, lei allora si arrabbia e lascia il cinema (pessima tattica se vuoi finire la serata con un bacio). Lei scappa, ma mai passare nei pressi di un cimitero, soprattutto quando l'atmosfera è lugubre e sinistra e si sente una voce ancor più inquietante (che fa ancora più effetto se è quella del re dell'horror Vincent Price). 
La voce è niente in confronto al risveglio dei morti che escono dalle tombe, che circondano Michael e la ragazza. Michael in preda all'incantesimo della luna piena si trasforma a sua volta in uno zombie, e comincia a ballare una danza macabra. La ragazza fugge come se fosse catapultata nel film, chiude gli occhi terrorizzata e una volta aperti scopre che era un brutto sogno. O forse no...
Trhiller è diretto da John Landis (Animal House, The Blues Brothers) e crea il primo videoclip/cortometraggio (la versione director's cut dura 13') della storia della musica - facendo evolvere un semplice video promozionale in una vera e propria opera d'arte al livello di un film. 
Landis infatti struttura il videoclip in un vero e proprio short movie, con una trama ben definita che non serve solo per fare da contorno alla canzone. 
E' un mini musical e la scena del ballo degli zombie ì ormai entrato nella memoria collettiva. 
Landis sdogana il cinema nel mondo di MTV, aprendo la strada all'innovazione che porterà poi grandi registi come David Fincher (Jeanie's got a gun degli Aereosmith, Bad Girl di Madonna), Spike Jonze (Sabotage dei Beastie Boys, Praise You di Fat Boy Slim), Michel Gondry (Fellin' love with a girl dei White Stripes) e molti altri a firmare dei veri e propri gioiellini di arte cinematografica,
Grazie al videoclip (e successivamente con gli spot televisivi) si crea una vera e propria palestra per futuri registi, anche se nel caso di Landis non ce n'era bisogno (all'epoca, anche perché purtropo si è un po' perso nell'oblio di un cinema che non riconosce più) -  ma questo  videoclip è stato fortemente voluto da Michael Jackson, folgorato dalla visione di Un lupo mannaro americano a Londra
Jackson capì le potenziali del progetto, dimostrando un fiuto per le innovazioni dei mezzi di comunicazione. Thriller è il capostipite dei videoclip, un perfetto connubio tra la settima arte e l'estetica del videoclip. Un vero e proprio cult.

domenica 30 ottobre 2016

CULT MOVIE: Fiori d'acciaio




Titolo: Fiori d'acciaio
Titolo originale: Steel Magnolias
USA, 1989
Cast: Sally Field, Dolly Parton, Shirley McLaine, Olympia Dukakis, Daryl Hannah, Julia Roberts.
Sceneggiatura: Robert Harlin.
Regia: Herbert Ross.
Durata: 100'

Attenzione! Ai fini dell'analisi cinematografica la recensione contiene spoiler (a meno che  non sapete il film a memoria come la sottoscritta).

Il salone di bellezza dell'energica Truvy (Dolly Parton) non è solo un negozio dove cambiare l'acconciantura o avere una bella manicure, ma è anche il punto di incontro per sei donne di diversa età ed estrazione sociale della piccola cittadina della Louisiana.
Vi troviamo infatti la grintosa M'lynn (Sally Field) madre della tenera Shelby (Julia Roberts) - in procinto di sposarsi con il ricco avvocato Jackson (Dylan McDermott) -  la musona Ouiser (Shirley McLaine), la signorile Claire (Olympia Dukakis) e la candida Annelle (Daryl Hannah) - che poi diventerà estetista e lavorerà per Truvy.
Il salone di bellezza di Truvy racchiude un pezzetto di vita di queste donne, dove tra gossip e frivolezze cercano di farsi forza tra i mille problemi della vita quotidiana.
Definire un film come Fiori d'acciaio forse è un po' esagerato, ma quando si è affezionati a un film a tal punto da vederlo a ogni passaggio televisivo e praticamente crescere guardando questa pellicola, beh, la nomea di cult se la merita in fondo.
Nonostante fosse diretto da un uomo, Herbert Ross (che comunque di personaggi femminili forti se ne intendeva, vedi la Funny Girl di Barbra Streisand), sceneggiato (Robert Harlin, che ha anche scritto la piece teatrale basandosi sulla storia di sua sorella) e prodotto da un uomo, Fiori d'acciaio è un film che ha spianato la strada al filone redditizio del chickflit movie (il cinema per pollastrelle comandato dalla super producer degli anni Novanta Denise Di Novi) che riesce a creare un bellissimo e variegato mondo femminile che è delicato come una magnolia, ma forte come l'acciaio, capaci di non farsi piegare dalle avversità della vita.
E di avversità questo sestetto ne ha avute a partire da Truvy, bionda ed esuberante beauty therapist (in tutti i sensi, dove una seduta nel suo salone vale più di una seduta dallo psicologo) che nonostante sia sempre gioviale e allegra, deve affrontare una crisi matrimoniale con un marito apatico e depresso (Sam Shepard) e un figlio ribelle che non riesce a gestire. E' lei infatti a 'portare a casa la pagnotta', gestendo un business tutto suo (che poi espanderà) e facendosi carico del figlio e del marito disoccupato.
Truvy infatti viene caratterizzata come una donna indipendente, che prende sotto la sua ala protettiva la ingenua e sprovveduta Annelle (il personaggio femminile meno riuscito), timida ragazza appena arrivata nella piccola cittadina di Chinquapin Parish, portando con sé un passato misterioso da dimenticare. Di lei si sa solo che ha appena conseguito il diploma in un istituto di bellezza e ha un ex marito, e nonostante i suoi guai è capace di sbocciare (un po' troppo in fretta) in una donna prima 'spregiudicata' (si mette anche a fumare!), per poi ritornare sulla 'retta via' grazie alla religione. Nonostante il paese è piccolo e la gente mormora, Truvy accoglie questa 'ragazza perduta' con spontanea generosità, facendola diventare parte della comunità fin da subito, al punto da essere invitata da Shelby al suo imminente matrimonio.
Shelby è la tipica bella ragazza del Sud che nasconde la fragilità di uno stato di salute precario - che fa preoccupare perennemente la madre M'Lynn - e rischia seri problemi di salute con una possibile gravidanza.
Messa così suona un po' come una lagnosa soap opera, ma l'abilità di Robert Harlin nel mettere una dose di commedia e humour che punzecchia anche gli usi e costumi della società sudista degli anni Ottanta (ne è esempio la scena del matrimonio con le tipiche danze del luogo che fanno tutt'uno con gli orridi vestiti dell'epoca),  scongiurando l'effetto lacrima facile e puntando tutto sulla straordinaria forza d'animo di queste donne che non si fanno abbattere dalle difficoltà della vita. Il tutto poi viene esaltato dalla perfetta sintonia che traspare tra le protagoniste, sapientemente gestite da Ross che riesce a dare il giusto spazio alle loro storie e alle loro personalità.
Apparentemente Shelby è il personaggio più fragile del gruppo: è malata di diabete di tipo 1, sposa il rampollo della buona società della Louisiana che si prenderà cura di le e M'Lynn è estremamente protettiva, anche troppo.
Perché se M'Lynn è quella che a casa 'porta i pantaloni' e fa rigare dritto il marito Drum (Tom Skerrit) e i due figli più giovani e ha sempre tutto (e tutti) sotto controllo, tale potere ha meno effetto proprio su Shelby, determinata più che mai a essere madre nonostante il parere contrario dei medici (e della madre). 
Anche se la smania di maternità di Shelby la fa sembrare la tipica ragazza tradizionalista, in realtà è una donna determinata a esaudire ogni aspetto del suo esssere donna, cercando di vincere sulla malattia, così come cerca di non cadere nel ruolo a lei stretto di moglie devota dell'avvocato in carriera (non esulta quando dice alla madre che Jackson pensa a tutto dal punto di vista economico), preferendo tenere il suo lavoro di infermiera anche se non ne avrebbe bisogno,
Il personaggio di Shelby non è femminista, ma allo stesso tempo non cade nei cliché della desperate housewife, facendo di lei una donna (relativamente moderna per l'epoca) che non rinuncia ai suoi desideri pur di essere felice,  riuscendo per un breve periodo a coniugare il ruolo di madre e donna lavoratrice. 
Perchè le donne della Louisiana sono toste e non si piangono addosso, anche a costo di diventare delle arpie come Ouiser, la zitella della comunità che non fa che compiacere la cittadina mantenendo intatto il cliché della donna non sposata che diventa per questo motivo inacidita, diventando protagonista di divertenti battibecchi con il marito di M'Lynn, e preferisce (inizialmente) la compagnia di un vecchio San Bernardo a quella di un uomo.
Ci sono poi donne rimaste vedove che non si abbattono e decidono di reinventarsi una vita come fa Claire, la moglie del defunto sindaco che pur di rimanere senza 'le mani in mano' si compra una stazione radio e s'improvvisa telecronista sportiva d'assalto, lavoro maschile per definizione (almeno trent'anni fa), che lei svolge con naturalezza e professionalità. Claire è la migliore amica di Ouiser, o meglio è l'unica che la sopporta, e la loro amicizia è forte e duratura nel tempo, condividendo le tipiche attività della società del Sud, come la tipica festa di Natale, dove Shelby annuncia la propria gravidanza.
Se tutti sono felici, M'Lynn non riesce a esserlo, incapace di nascondere il proprio disappunto e arrivando a scontrarsi con Shelby. A capire lo sconforto di M'Lynn ci pensa Truvy, che prova a rincuorarla con il suo ottimismo, facendo da supporto e cercando di lenire lo sconforto di M'Lynn.
Le donne della Louisiana in fin dei conti sono forti e si aiutano a vicenda, anche con una parola detta al momento giusto.
E soprattutto sono caparbie e sanno come centrare i propri obiettivi, andando avanti per la loro strada alla velocità di un treno, lasciando per strada i propri compagni e mariti. E così Shelby diventa mamma, e la rabbia di M'Lynn per non essere stata ascoltata svanisce di fronte al piccolo Jackson Jr., arrivando anche a rafforzare il rapporto madre-figlia quando M'lynn donerà un rene a Shelby per via della sua salute sempre più compromessa.
E quando M'Lynn non può occuparsi dei suoi uomini, ci pensa la generosità di Claire e di Ouiser a portare cibo a Drum e ai ragazzi, facendo capire che nei momenti di difficoltà il senso di comunità e solidarietà femminile è più forte che mai.
E anche questa volta l'effetto soap opera viene aggirato, puntando l'attenzione sul forte legame che le lega e sul senso di sacrificio che hanno queste due donne: M'Lynn si sacrifica per la salute della figlia, così come Shelby lotta per essere una donna sana im modo da veder crescere suo figlio Jackson jr.
Il dramma però è dietro l'angolo e Shelby perde la sua battaglia, lasciando un vuoto nella piccola comunità.
E se si poteva puntare sull'effetto strappalacrime, il film riesce a dribblare alla grande l'ostacolo, offrendo il suo punto di forza proprio nella solidarietà femminile che arriva al suo apice: al funerale di Shelby, M'Lynn trattiene le sue lacrime, per poi scoppiare in un pianto di rabbia dopo le belle parole di Annelle, che pur nel suo livore religioso offre conforto nel pensare a  Shelby come a un angelo,  guardiano della sua famiglia e di questo magnifico quintetto. Forza nel sostenersi l'una con l'altra (anche con buffi tentativi di Claire che tratta Ouiser come un sacco di boxe per far scaricare l'ira a M'Lynn, stemperando il dramma con un tocco di comicità).
M'Lynn non accetta la sua morte, ma poi reagisce per il bene di suo nipote e della sua famiglia.
Passa il tempo e Annelle sta per avere un bambino: il cerchio della vita continua con il suo ciclo dopo averlo (temporaneamente) chiuso con la morte di Shelby.
La vita va avanti, i bambini crescono, le musone come Ouiser sono meno acide, ma l'amicizia e la forza di queste magnifiche donne rimane immutata nel tempo, trovando nel negozio di Truvy il punto di incontro dove si incrociano queste piccole straordinarie vite.
Fiori d'acciaio è un piccolo e delizioso cult che a distanza di quasi trent'anni si lascia ancora vedere con piacere, soprattutto nell'assistere alla performance di una Julia Roberts alle prime armi, dimostrando di essere già una grande attrice. Herbert Ross riesce a gestire questo sestetto di magnifiche donne, capace di incorniciare con sensibilità e senso di umorismo questo piccolo grande film che non è solo per 'pollastrelle'. 
Perché le donne sono belle e delicate come un fiore all'esterno, ma dentro sono forti e indistruttibili come l'acciaio.

Voto: 7,5



sabato 29 ottobre 2016

SPOT REVIEW: Calvin Klein - Deep Euphoria



Titolo: Calvin Klein - Deep Euphoria
Testimonial: Margot Robbie.
Regia: Francis Lawrence.
Durata: 1' (extended version).

Lasciati trasportare dai sensi. E' ciò che accade alla bella Margot Robbie, che, nelle braccia di Morfeo rivive momenti di profonda euforia che ha vissuto la notte precedente. 
Tra sogno e realtà questi momenti ritornano alla memoria grazie alle note di un profumo, che accende i sensi e i desideri assopiti. Fasciata in un elegante abito viola, Margot insegue l'immagine di sé stessa, la rincorre cercando di scoprire e provare nuovamente il desiderio trattenuto durante uno shooting fotografico dove lei è circondata da magnifici adoni, per poi finire in una festa, dove i corpi si avvicinano e si sfiorano per un istante, momenti che vuole di nuovo rivivere ballando ancora una volta sulla stessa musica. 
Un profumo, una memoria, che entra nel cuore e arriva alla mente per aprire il vaso di Pandora fatto di passione, sensualità e sessualità scatenata da quel corpo maschile che si adagia sul divano e che la osserva come se Margot fosse una sua dea.
La realtà si fonde con la fantasia, unite da quel profumo che scatena in lei una profonda euforia.
Deep Euphoria è il nuovo profumo di Calvin Klein  (in realtà uscito questa estate) e per pubblicizzare la fragranza, la casa di moda americana ha scelto l'Australiana Margot Robbie, lanciatissima dopo Suicide Squad, che è capace di mostrare un lato glamour dopo aver affrontato le mattate di Harley Quinn.
Lo spot è diretto da Francis Lawrence, che dopo i fasti della serie Hunger Games ritorna al suo primo amore, ovvero la pubblicità (è anche un ottimo regista di videoclip). 
A prima vista Deep Euphoria non riesce a comunicare ciò che (in teoria) il profumo vorrebbe promettere, dando per scontato che sia l'ennesima patinata ed elegante pubblicità di profumi che hanno un concept quasi standard (ovvero di eleganza patinata, volutamente fuori dalle logiche della realtà).
Guardando però la versione extended di un minuto e soffermandosi sugli (splendidi) sguardi di Margot, si ha in realtà l'impressione che l'euforia sia più uno stato mentale che una emozione espressa realmente. E il profumo è determinante per scatenare questi momenti così intensi, capace di aprire i 'cassettini della memoria' che si tramutano in tante porte da aprire che nascondono altrettanti momenti euforici che Margot vuole di nuovo rivivere.
Lawrence infatti riesce  a centrare l'essenza che il brand che vuole comunicare, grazie a una sapiente capacità nel mescolare la realtà con la fantasia, il tutto enfatizzato dalla lentezza voluta dei movimenti, come se questa 'stop motion' sia un sentimento che voglia durare a lungo. La sensualità la fa da padrone, dove per una volta l'oggetto del desiderio (sessuale) è maschile e non femminile, e qui Margot vuole di nuovo provare sulla propria pelle quei corpi che ballano, così come si vuole catturare l'eternità della bellezza con gli sguardi adoranti di questi magnifici adoni immortalati in pose plastiche.
Il potere di un profumo è quello di rievocare momenti. Se creano una profonda euforia sono momenti ancora più interessanti da riscoprire.

domenica 23 ottobre 2016

LEZIONE DI CINEMA: Il lifecasting nel trucco prostetico



Il trucco non è solo un modo di sentirsi più belle con un blush e rossetto, ma è anche una parte (spesso fondamentale) del cinema. Il trucco prostetico (o protesi FX) è la magia capacedi trasformare le persone mostri (vi dice niente Freddy Kruger), spaventare i bambini (che poi diventeranno colourfobici da grande) con il trucco da clown (It), oppure capace di rendere un attore giovane in un uomo anziano, o al contrario (come succede a Brad Pitt che invecchia e poi ringiovanisce ne Il curioso caso di Benjamin Button). Compito di creare queste magie è il makeup artist prostetico.
Il primo step che fa il makeup artist è di studiare l'anatomia dell'attore/trice facendo un processo di lifecasting  - la creazione tridimensionale di una parte del corpo (spesso è il viso) - creando una sorta di mappatura dei tratti fisiognomici.
Il lifecast viene creato mediante protesi il più delle volte con materiali tipo la gomma siliconica, o l'alginato (quel materiale usato anche dai dentisti per prendere l'impronta dei denti) - un materiale morbido e flessibile che una volta indurito diventa gommoso - che rende il primo stampo chiamato negativo facile da lavorare. Per evitare che l'alginato si rompa, vengono usate anche dei bendaggi elastici che tengono fermo il materiale e che rimane fissato al calco.
Questo stampo in 'negativo' viene poi successivamente riempito di gesso, dando vita ai tratti somatici del viso che vengono copiati fedelmente, come una sorta di immagine stampata. Successivamente ne viene ricavato uno stampo che risulterà più solido, anche grazie all'ausilio di materiali come la fibra di vetro.
Una volta che lo stampo è pronto, viene modellato con la creta, cercando di creare un film sottile che diventerà la materia prostetica sulla quale impostare il trucco. Una volta che si è terminato il calco/scultura, verrà creato un secondo stampo: il primo che è la sculura che ritrae fedelmente i tratti fisiognomici, e il secondo con i pezzi del volto scolpito con parti di protesi scolpite applicate.
Lo step successivo consiste nel rimuovere la creta utilizzata precedentemente, rendendo il calco del lifecast pronto per essere riempito di materiale prostetico costituito da gelatina, silicone o lattice.
Una volta che la gelatina (o il silicone ) sarà asciutto si potrà applicare il trucco creato dal makeup designer, 'l'architetto' che ha ideato il trucco.
Questo complesso e affascinante processo richiede molte ore - ecco perché il mitico Boris Karloff preferiva dormire con il trucco di Frankestein!
Tra i più grandi truccatori troviamo l'attore Lon Chaney (pur non essendo il suo mestiere, fu il creatore ed esecutore del trucco per Il fantasma dell'opera), Jack Pierce (Frankestein con Boris Karloff) Dick Smith, che fu famoso per aver reso centenario Dustin Hoffman in Piccolo grande uomo e aver trasformato la piccola Regan in una bambina posseduta dal demonio ne L'esorcista, David B. Miller (il creatore di Freddy Krueger) Shaune Harrison (Harry Potter, Ex Machina), Stan Winston (Edward Mani di forbice) e soprattutto Rick Baker, che ha creato un Lupo mannaro americano a Londra, Big Foot e il Professore matto, diventando uno dei più famosi e premiati makeup artist di Hollywood, oggi ritiratosi dopo aver trasformato Angelina Jolie nella perfida matrigna de Maleficent.
Oggi i tempi sono ristretti negando di fatto un lavoro più meticoloso e meno artigianale (ragion per cui Rick Baker si è ritirato), ma l'effetto è sempre spettacolare da far rimanere a bocca aperta.


sabato 15 ottobre 2016

FILMOGRAFIA: Mike Leigh




NOME: Mike Leigh
DATA DI NASCITA: 20/02/1943
LUOGO DI NASCITA: Salford, Greater Manchester, England, Regno Unito
PROFESSIONE: Regista, Sceneggiatore, Attore






REGISTA:

(2014) Turner
(2010) Another Year
(2008) Happy Go Lucky - La felicità porta fortuna
(2004) Il segreto di Vera Drake
(2002) Tutto o niente
(1999) Topsy-Turvy - Sottosopra
(1997) Ragazze
(1996) Segreti e bugie
(1993) Naked - nudo
(1992) Two mikes don't wake a wright (Episodio: "A Sense of History")
(1992) A sense of history (Film TV)
(1990) Dolce è la vita
(1988) Belle speranze
(1987) The Short and Curlies (Film TV)
(1985) Four days in July (Film TV)
(1984) Meantime (Film TV)
(1982) The five minute films (Film TV)
(1982) Home sweet home (Film TV)
(1980) Grown-ups (Film TV)
(1979) Who's who (Film TV)
(1977) Abigail's party (Film TV)
(1977) Kiss of death (Film TV)
(1976) Knock for knock (Film TV)
(1976) Nuts in may (Film TV)
(1975) The permissive society (Film TV)
(1973) Hard Labour (Film TV)
(1971) Momenti tristi
(1970) Play for today
(1964) The Wednesday play (Serie TV)

SCENEGGIATORE:
(2004) Il segreto di Vera Drake
(2002) Tutto o niente
(1999) Topsy-Turvy - Sottosopra
(1997) Ragazze
(1996) Segreti e bugie
(1993) Naked - nudo
(1990) Dolce è la vita
(1988) Belle speranze
(1987) The Short and Curlies (Film TV)
(1984) Meantime (Film TV)
(1982) Home sweet home (Film TV)
(1980) Grown-ups (Film TV)
(1977) Abigail's party (Film TV)
(1976) Nuts in may (Film TV)
(1971) Momenti tristi

giovedì 13 ottobre 2016

IL CIRCOLO DI CUCITO: Shia LaBeouf si è sposato



Nonostante la 'moria' di matrimoni a Hollywood (l'ultima a perire è stata la coppia dei Brangelina), qualcuno ancora ci spera nel 'due cuori e una capanna' e ha deciso di andare contro corrente: Shia LaBeouf si è sposato 3 giorni fa a Las Vegas, con una cerimonia officiata da un sosia di Elvis. 
Lo sposo aveva un vestito casual con tanto di scarpe da ginnastica, mentre la sposa era più tradizionale con un mini dress in pizzo bianco. 
Al di là dello stile eccentrico che solo Las Vegas può dare, la star di Trasformer ha mantenuto la tradizione facendo la dichiarazione con anello d'ordinanza.
La sposa è l'inglese Mia Goth, attrice e modella, che LaBeouf ha conosciuto sul set di Nymphomaniac Vol II (lei è presente nel segmento Gun nel ruolo di P.).
Sono insieme dal 2012 e da allora hanno sempre tenuto un basso profilo lontando dai riflettori, cercando di mantenere la propria privacy il più possibile da gossip e pettegolezzi. 
Anche perché a dare spettacolo ci pensava da solo con vari arresti per ubriachezza molesta e critiche contro Spielberg e il cinema di mamma Hollywood che ha contribuito alla grande a lanciare la sua carriera.
Per LeBeouf è un momento di rinascita dopo questo periodo turbolento: attualmente è sugli schermi con il road movie American Honey, e prossimamente interpreterà John McEnroe nel biopic Borg Vs. McEnroe.
Congratulazioni agli sposi!

lunedì 10 ottobre 2016

MONOGRAFIA: Lily Collins



Per le amanti del makeup il volto di Lily Collins non è sconosciuto, essendo una delle testimonial della maison francese Lancome. Per gli amanti della musica è una perfetta sconosciuta, anche perché a essere famos è suo padre, un 'certo' Phil Collins, icona dei Genesis e famoso per la sua carriera solista. Per chi ama il cinema (non prettamente d'autore, ma comunque di buona qualità), Lily Collins è apprezzata, facendosi largo tra le produzioni di Hollywood.
Nata a Guilford il 18 marzo 1989, Lily Collins in realtà era una giornalista di moda:  laureatasi in giornalismo alla University of Southern California, aveva iniziato la sua carriera presso testate giornalistiche di moda come Elle Girl, Teen Vogue e il Los Angeles Times.
Il fascino della recitazione però ha il sopravvento, e dopo un paio di episodi nel reebot 90210, esordisce al cinema ndl 2009 con The Blind Side, accanto a Sandra Bullock.
Non disdegna il genere trhiller, e ottiene un ruolo al fianco di Taylor Huntner, Abduction (2011), diretto da John Singleton.
Il film più importante però arriverà l'anno successivo, dove è protagonista per la prima volta, interpretando una Biancaneve grintosa e coraggiosa nella versione adattata da Tarsem -  Mirror Mirror (2012) - recitando al fianco diJulia Roberts che veste i panni della strega cattiva schiava della bellezza e della vanità.
Dopo aver lavorato con Julia Roberts, recita al fianco di Greg Kinnear e Jennifer Connelly in Stuck in Love (2012), nei panni di Samantha, una giovane donna che rifiuta di avere un legame stabile non credendo nell'amore, ostilità creatasi dopo l'abbandono della madre.
Nel 2013 è la protagonista di Shadowshunter - città di ossa, nei panni della 15enne (anche se di anni ne aveva 24) Clary Fray, che lotta contro presenze demoniache che solo lei può vedere.
Pur lavorando in produzioni americane, non disdegna il cinema inglese, incarnando una delle eroine romantiche di Cecelia Ahern - Rosie - protagonista di Scrivimi ancora (2014), dove è una giovane irlandese che deve mettere (temporaneamente) via i suoi progetti per via di una inaspettata gravidanza.
Per un paio di anni si ferma e riprende la sua passione per la moda, diventando una delle testimonial della casa cosmetica Lancome (che ha come ambasciatrici anche Julia Roberts e Lupita Nyong'o), anche se presto la rivedremo nell'ultimo film diretto e interpretato da Warren Beatty, il romance anni Cinquanta L'eccezione alla regola, al fianco di Alec Baldwin e Annette Bening.
Talentuosa e versatile, Lily Collins si sta costruendo un percorso artistico poliedrico, e chissà se un giorno non diventerà anche regista per aggiungere un tassello in più nella sua carriera.

giovedì 6 ottobre 2016

NEWS: Jessica Chastain sarà Caroline Weldon in Woman Walks Ahead



Caroline Weldon fu una pittrice svizzera naturalizzata americana che divenne famosa per aver dipinto  nel 1889 un ritratto di Toro Seduto. Affascinata dall'etnia nativa americana, entrò a far parte della Ghost Dance Movement (movimento religioso che abbraccia la cultura nativo americana) e successivamente divenne attivista per la difesa della tribù dei Sioux.
Weldon si attivò per difendere la comunità dall'espropriazione terriera attuata dal governo americano. Il suo impegno fu tale da essere definita la Squaw Bianca e ora la sua vita diventerà un film, Woman Walks Ahead, diretto dalla regista britannica Susanna White (Tata Matilda e il grande botto, Our Kind of Traitor).
Jessica Chastain interpreta la pittrice e insieme a lei ci sarà Sam Rockwell, Il film uscirà nel 2017.
Chastain è attivissima in questo periodo e non le dispiacciono i ruoli impegnati con connotazioni politiche: in questi giorni è già uscito il trailer di Miss Sloane, stratega politica che intesse intrighi contro la campagna su un più rigido controllo delle armi.

mercoledì 5 ottobre 2016

COMING SOON: La ragazza del treno



Rachel Watson (Emily Blunt) ogni giorno prende il treno che la porta a Manhattan, bevendo vodka sapientemente nascosta in una bottiglietta d'acqua. Prende il treno ogni giorno, anche se un lavoro da PR non ce l'ha più, così come non vive più nella sua vecchia casa, occupata dall'ex marito (Justin Theroux), dalla nuova moglie di lui e dalla loro figlioletta.
Rachel ogni giorno fa lo stesso tragitto e guarda sempre fuori dal finestrino, soffermandosi soprattutt su una coppia che lei ritiene perfetta. Finché un giorno la ragazza da lei tanto ammirata la vede in compagnia di un altro uomo per poi scomparire misteriosamente il giorno dopo. Rachel assiste a qualcosa di inquietante, ma non essendo molto sobria,  lo ha immaginato, o è successo realmente.
Rachel cerca di combattere contro i propri demoni, cercando allo stesso tempo la verità.
Tate Taylor (The Help) dirige Emily Blunt, che incarna la protagonista dell'acclamato trhiller La ragazza del treno di Paula Hawkins, scrittrice inglese diventata famosa a livello internazionale. A completare il cast ci sono Justin Theroux, Hailey Bennet e Allyson Janney. 
Il film uscirà nelle sale italiane il 3 novembre.

martedì 4 ottobre 2016

FILMOGRAFIA: Vanessa Paradis



NOME:
Vanessa Paradis
DATA DI NASCITA: 22/12/1972
LUOGO DI NASCITA: Saint-Maur-des-Fossés, Francia
PROFESSIONE: Attrice







ATTRICE:

(2016) Yoga Hosers - Mrs Maurice
(2014) 11 donne a Parigi - Rose
(2014) Gigolò per caso - Avigal
(2012) Un mostro a Parigi - Lucille
(2011) Café De Flore - Jacqueline
(2010) Il Truffacuori - Juliette Van Der Becq
(2004) Mon ange - Colette
(2004) Atomik Circus - Le retour de James Bataille - Concia
(1999) La ragazza sul ponte - Adele
(1998) Uno dei due - Alice Tomaso
(1997) Un amore di strega - Morgane
(1995) Élisa - Marie Desmoulin
(1989) Noce blanche - Mathilde Tessier