lunedì 29 gennaio 2018

RECENSIONE: Chiamami col tuo nome





Titolo: Chiamami col tuo nome
Titolo originale: Call Me by Your Name
Cast: Timotheé Chamelet, Armie Hammer, Michael Stulhbarg.
Sceneggiatura: James Ivory
Regia: Luca Guadagnino
Durata: 120'

Attenzione, potrebbero esserci spoiler al fine dell'analisi del film!

Oh mon dieu, l'usurpateur est arrivé. E' questo che pensa il giovane Elio (Timotheé Chamelet) quando vede arrivare in una afosa giornata d'estate l'ennesimo laureando. Il dottorando in questione è Oliver (Armie Hammer), giovane affascinante americano che soggiornerà nella villa di famiglia di Elio per 6 settimane. Ogni anno, il padre di Elio (Michael Stulhbarg) ospita un giovane per seguirlo nella tesi di dottorato. E ogni anno Elio deve cedere la sua stanza per quel mese e mezzo, ignorando l'ennesimo studente con infinite letture e scrivendo musica. Ma quest'anno il nuovo studente è speciale, perché smuoverà in Elio interesse, curiosità, ma anche attrazione.
E' impossibile non rimanere colpiti da Oliver: così sfuggente con il suo frettoloso 'a dopo' si congeda da colazioni e cene, mentre Elio cerca di sfuggirgli con indifferenza con un atteggiamento ostile, cercando in tutti i modi di respingere questo americano biondo e abbronzato che si trova così a suo agio in un ambiente intellettuale e multiculturale, capace di godersi il cibo, il sole, le lunghe passeggiate in bici in quel luogo imprecisato della Lombardia. 
Posto che non suscita più sorprese per il diciassettenne Elio, che preferisce scoprire altri luoghi nascosti nei romanzi.
Ma in quell'estate del 1983, Elio inizierà a scoprire dei sentimenti mai provati, rimanendo scosso proprio per l'attrazione che prova per Oliver. 
Confuso, Elio cerca di respingere quel sentimento che prova per 'l'usurpatore'. Lui, 24, trasuda sicurezza e charme che conquista tutti, dalla famiglia di Elio ai suoi amici, flirtando con le ragazze e stuzzicando il giovane diciassettenne, che invano lo maltratta con fare scostante. Perché respingerlo significa reprimere quel turbine di emozioni mai provate, che lo travolgono e lo sconvolgono. Emozioni che cerca di cancellare esplorando il sesso con Marzia, la sua migliore amica,  un po' per curiosità, un po' per mentire a sé stesso sull'amore che prova per Oliver, lottando con un sentimento che lo lascia confuso. 
Come l'ospite di Teorema di Pasolini, Oliver affascina tutti, rompendo gli equilibri del sonnolento luogo di villeggiatura, con il suo fascino irresistibile. E se l'ospite pasoliniano seduce tutti compresa la cameriera, l'ospite di Guadagnino si limita a sedurre Elio, anche se a sua volta cerca di frenare la passione che prova per lui.
Elio si innamora per la prima volta, ma è un amore non riesce a gestire, lasciando trasparire la sua immaturità tipica di un diciassettenne. Oliver lo sa e lo provoca, getta l'amo ma poi lo ritira, anche se non riesce a respingerlo totalmente. 
'Cresci, ci vediamo a mezzanotte'. Con questo messaggio Oliver lo inizia in un viaggio alla scoperta della propria sessualità. Sessualità che Elio accetterà fino in fondo, grazie anche alla comprensione della famiglia che capisce e lo sprona a vivere esperienze che sarebbero rimaste un rimpianto se non le avesse vissute, vivendo una storia breve, ma intensa.
Chiamami con il tuo nome e io ti chiamerò con il mio. E' questo che dice Oliver a Elio, connettendosi con il ragazzo non solo dal punto di vista fisico, ma anche dal punto di vista emotivo - una dichiarazione d'amore che porta a una simbiosi l'uno con l'altro - perché per Oliver, Elio non è solo un ragazzino da iniziare al sesso, ma è un modo per far accettare al giovane amante dei libri e della musica il suo io e la propria sessualità.
Sessualità che invece sembra rifiutare Oliver, quando alla vigilia di Natale annuncia il suo matrimonio con una ragazza americana, lasciando Elio nello sconforto totale, nonostante Oliver esprima un sentimento nei suoi confronti ancora vivo, preferisce vivere la sua vita nel conformismo, nascondendosi dietro le convenzioni. 
Elio scopre per la prima volta il vero amore, scoprendo anche il suo lato amaro, che lo lascia con il cuore spezzato, attonito davanti al caminetto con le lacrime trattenute a stento.
Chiamami col tuo nome segna il ritorno al cinema di James Ivory dopo una lunga assenza. Ivory avrebbe dovuto co-dirigere questa storia di educazione sentimentale, ma ha preferito limitarsi al ruolo di sceneggiatore.
E il suo tocco c'è e si vede, dove l'eleganza del regista americano si sente insieme al suo amore per l'Europa, soffermandosi questa volta sulla bellezza dei luoghi lombardi, con i suoi frutteti, i suoi fiumi e le sue bellezze architettoniche - preferendo concentrarsi più sui sentimenti e sulla connessione emotiva - lasciando l'erotismo in secondo piano, immergendo la storia in un contesto fatto di pura bellezza senza tempo.
Guagagnino si dimostra ancora una volta di saper dirigere un cast internazionale, lanciando la rivelazione Timothee Chamelet (giustamente nominato agli Oscar) e dirigendo un sorprendente Armie Hammer, capace di ammaliare non solo i personaggi, ma anche lo spettatore, dimostrando di non essere solo un belloccio americano qualunque dal fisique du role invidiabile, confermando la voglia dell'attore di esplorare il cinema d'autore a discapito dei blockbuster americani.
Chiamami col tuo nome regala emozioni di un film che sembra avere un fascino senza tempo, una delicata educazione sentimentale.

Voto: 8
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lunedì 22 gennaio 2018

HEATH LEDGER DAY: Le quattro piume

Heath Ledger non c'è più da 10 anni. Sono volati in un secondo e l'attore australiano ha lasciato un vuoto, colmato solo da una manciata di film che hanno mostrato la sua versatilità e il suo eclettismo, capace di essere a suo agio in commedie teen (Dieci cose che odio di te), drammi cavallereschi (Il primo cavaliere), western (Ned Kelly), alle sua prove più importanti, ovvero il cowboy Ennis de Ritorno a Brokeback Mountain il Joker de Il cavaliere oscuro. Per ricordare l'attore scomparso, Director's cult ha scelto il sontuoso Le quattro piume di Shekar Kapur, che offre uno dei suoi primi ruoli da protagonista.


Ciao Heath





Titolo:Le quattro piume
Titolo originale: The Four Feathers
USA/GB 2002
Cast: Heath Ledger, Kate Hudson, Wes Bentley, Dijimon Hounsou
Sceneggiatura: Hossein Hamini, Michael Schiffer
Regia: Shekhar Kapur
Durata: 131'



Se l'inglese Harry Faversham (Heath Ledger) fosse stato un ragazzo americano degli anni Sessanta, sarebbe uno dei primi obiettori di coscienza e verrebbe considerato un eroe pacifista. Peccato però che l'inglesissimo Harry sia nato sì negli anni Sessanta., ma del 1800, quando l'Inghilterra  nel 1884 era all'apice del colonialismo e voleva espandere il suo controllo in Africa. 
Harry ha tutto nella vita: una famiglia blasonata con un padre generale, viene considerato il migliore cadetto con un'ottima carriera nell'elite dell'esercito britannico e soprattutto sta per sposare la bella e popolare Ethne (Kate Hudson), di cui l'amico Jack (Wes Bentley) è segretamente innamorato.
Ma Harry è in procinto di andare in guerra in Sudan per ristabilire l'ordine di una rivolta contro i colonialisti, e dopo una notte insonne, Harry capisce che la carriera militare non fa per lui  - intrapresa solo per accontentare il severo padre - e si dimette dall'esercito inglese. Non si macchia del reato di diserzione, ma peggio, di codardia, ricevendo 4 piume bianche dai suoi amici e dall'amata Ethne, che non vuole subire l'onta della vergona sposando un vigliacco. 
La riconquista dell'onore porterà Harry ad andare in Sudan in incognito per salvare non solo il suo onore, ma anche i suoi amici..
L'onore, l'amicizia e l'amore sono le cose più importanti per Harry, al punto da rischiare la vita in un conflitto che non vuole affrontare. 
Harry sta costruendo il suo futuro e non ritiene giusto sacrificare la sua vita in nome dell'impero britannico per abbandonare la donna della sua vita. Ethne però guarda più alle convenzioni e la sua piuma è quella più crudele, perché si sente non solo tradita, ma anche perché il suo amore non è forte abbastanza per sopravvivere all'onta della vergogna. Perché si può forse uscire indenni da una guerra, ma non da una società austera e bigotta come quella dell'Inghilterra dell'800, dove un padre arriva a ripudiare un proprio figlio che ha seguito le sue orme solo per renderlo orgoglioso.
Orgoglio, onore, ammirazione: sono questi i valori inculcati nel giovane Harry che fa di lui il partito più ambito nella società londinese. Ma è questo che Harry vuole veramente nella vita? No, quando una guerra arriva e non si è pronti a combatterla, quando una notte priva di sonno gli fa capire che la sua vita è stata programmata fin dalla sua nascita solo per essere l'orgoglio della sua famiglia e della sua fidanzata. 
Ma oltre a quei valori, ci sono anche i sentimenti di vendetta e rivalsa, che spingono Harry a correre il pericolo e la morte per restituire una a una le 3 delle 4 piume che hanno segnato il suo futuro, distruggendolo di fatto. 
Harry capisce che l'addestramento militare fatto infilzando dei sacchi con una baionetta non è sufficiente per affrontare un esercito di ribelli capace di nascondersi nelle dune del deserto sudanese, pronti a scagliare un attacco mortale all'esercito inglese con le loro giubbe rosse scintillanti. 
Harry è codardo agli occhi dei suoi amici, ma invece è quello che ha più coraggio di tutti, perché combatte la sua guerra con i suoi ideali - che non sono quelli della salvaguardia di un impero - ma quelli dell'amicizia e dell'amore, spingendo a entrare in contatto con in nemico, conoscendolo imparando la sua lingua, cercando di mimetizzarsi tra di loro diventando come loro. 
E le barriere si abbattono quando l'indigeno Abou Fatma (Dijimon Honsou) sposa la sua causa, capisce il suo valore e cercherà di aiutare lui e il suo ex reggimento. Peccato però che l'ottusità dell'esercito lo veda come un nemico, torturando il messaggero che dovrebbe dare loro la salvelvezza da un massacro annunciato. 
Ma al di là del volere dimostrare il suo valore, Harry salva i suoi amici da morte certa e tornando a casa come un eroe silenzioso, riabilitato da quella società che lo ha abbandonato e salvando la sua amicizia con Jack, che non capirà mai il perché di quella 'obiezione' anche se è l'unico a rispettarlo come amico, al di là dell'onore militare.
Shekhar Kapur dirige Le quattro piume con stile sontuoso ed eleganza, e proprio lo stile di Kapur con eccessivi rallenty tende ad appesantire il film, evitando di puntare il dito sulle ingiustizie del colonialismo inglese per puntare tutto sulle tematiche dell'onore e della lealtà. Si accusa un certo tedio e fastidio per via di questo stile, anche se le scene girate in deserto marocchino sono una gioia per gli occhi, regalandoci i migliori momenti di azione e spettacolo. 
Kapur si avvale di un ottimo cast, a cominciare dal compianto Heath Ledger, che nonostante risulti ancora 'acerbo' per affrontare uno dei primi ruoli da protagonista, aveva comunque fatto intendere che la stoffa dell'attore ce l'aveva eccome, spianandosi la strada per i suoi futuri successi. Ottime anche le prove di Kate Hudson e Wes Bentley e di Dijimon Honsou - che disegna il suo ruolo con profonda umanità.
Le quattro piume non sarà il successore di Lawrence d'arabia, ma Kapur dimostra di saper maneggiare un kolossal egregiamente.

Voto: 7

Ricordano Heath Ledger:
La fabbrica dei sogni  - Ned Kelly

mercoledì 17 gennaio 2018

FILMOGRAFIA: Heath Ledger




NOME:
Heath Ledger
DATA DI NASCITA: 04/04/1979 
DATA DI MORTE: 22/01/2008
LUOGO DI NASCITA: Perth, Australia
PROFESSIONE: Attore




ATTORE:

(2009) Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo - Tony
(2008) Il Cavaliere Oscuro - Joker
(2007) Io non sono qui - Bob Dylan
(2005) Paradiso + Inferno - Dan
(2005) Casanova - Casanova
(2005) I fratelli Grimm e l'incantevole strega - Jacob Grimm
(2005) I segreti di Brokeback Mountain - Ennis Del Mar
(2003) The order - Padre Alex Bernier
(2003) Ned Kelly - Ned Kelly
(2002) Le quattro piume - Harry Faversham
(2001) Monster's ball - Sonny Grotowski
(2001) Il destino di un cavaliere - William Thatcher/Sir Ulwrick von Lickdenstein
(2000) Il Patriota - Caporale Gabriel Martin
(1999) Two hands - Jimmy
(1999) 10 cose che odio di te - Patrick 'Pat' Verona
(1997) Home and Away (Serie Tv) - Scott Irwin
(1997) Bush Patrol (Serie Tv) - Studente
(1997) Un computer a 4 zampe - Oberon
(1997) Roar (Serie Tv) - Conor
(1997) Blackrock - Toby Ackland
(1996) Sweat (Serie Tv) - Snowy Bowles
(1993) Ship to Shore (Serie Tv)
(1992) Clowing around (Serie Tv)

mercoledì 10 gennaio 2018

CULT MOVIE: Labyrinth




Titolo: Labyrinth
Id, UK, 1986
Cast: David Bowie, Jennifer Connelly, Toby Froud.
Sceneggiatura: Terry Jones.
Regia: Jim Henson.
Durata: 96'



Crescere, che fatica. Soprattutto se hai 15 anni e ti ostini a vivere nel mondo delle favole. Anche perché Sarah (Jennifer Connelly) preferisce un mondo fittizio, come il suo libro preferito, Labyrinth così meraviglioso rispetto alla realtà così triste e insopportabile, dove i genitori sono divorziati, il papà si è risposato con una donna che non sopporta e soprattutto ora hai un fratellino. Non sei più la principessa di casa, Sarah, e questo non lo accetti. 
Così una sera, quando i tuoi genitori ti responsabilizzano e ti lasciano il piccolo Toby, ma lui continua a piangere per via del temporale e ti esasperi a tal punto da evocare il re dei goblin per fartelo portare via. Jareth (David Bowie) l'accontenta all'istante, perchè il re dei Goblin è generoso, tanto da regalarle una sfera con dentro i suoi sogni. Sarah però rifiuta, e dovrà entrare nel labirinto per riprendersi Toby, o diventerà un goblin al servizio di Jareth.
Sarah entra nel labirinto e comincia a scoprire che il mondo fatato che si è costruita non è così meraviglioso, dove le splendide fatine in realtà mordono, e gli esseri che abitano il labirinto sembrano aiutarla, ma in realtà le complicano il cammino per arrivare al castello di Jareth. D'altronde, la vita è fatta di difficoltà e ingiustizie che non possono essere quantificate, niente è dato per niente e se vuoi conquistare una cosa, devi combattere per averla. Sarah è sveglia e intelligente, ma le difficoltà si accumulano a ogni passo e non demorde.
Sarah vaga in un labirinto che strizza l'occhio ad Alice nel paese delle meraviglie, meraviglie che però non esistono, dove i goblin e i mostri sono esseri soli che non hanno mai conosciuto il significato dell'amicizia. 
Anche Jareth è solo, e l'unica compagnia sono i suoi goblin, sulla quale esercita il suo potere, nutrendosi delle fantasie di Sarah, che grazie alla sua fanciullezza gli permette di vivere.
Jareth rappresenta il mondo posticcio che Sarah ha sempre voluto vivere: una sontuosa festa in maschera dove lei, vestita come la principessa del suo carillon danza in compagnia del suo temibile cavaliere, che l'ha ingannata con una pesca avvelenata. Sarah però, come una novella Biancaneve, si sveglia dal sogno che in realtà è un incubo, si ridorda di Toby e fugge, infrangendo quella palla di cristallo nella quale Jareth l'aveva racchiusa con l'inganno. Un tranello forse orchestrato ad arte dal re dei Goblin, un essere così bello a capo di un popolo ripugnante, dove brama una una bella ragazza come Sarah per vivere insieme a lei nei sogni che ha sempre nutrito. Solo che Sarah ha capito che quel mondo non esiste, e non diventerà mai la regina che (forse) Jareth ha sempre desiderato. 
Sarah è sul punto di arrivare al castello, ma Jareth le riserva l'ultimo inganno, che poi è il mondo fittizio dove Sarah si rifugia: la sua stanza da letto, fatta di orsacchiotti, peluche, bambole e rossetti, un posto che la imprigiona impedendole di crescere. 
Sarah però finalmente ha capito che l'infanzia non c'è pi per lei, e capisce che lei ha creato il labirinto, è lei che ha creato Jareth, un essere affascinante quanto mefistofelico che si sente tradito da lei, soprattutto dopo tutto quello che ha fatto per lei, sovvertendo il tempo (e quindi capace di farla rimanere una bambina), sovvertendo il mondo intero solo per lei, dimostrando la sua generosità. E ora  Sarah ha capito se ne deve liberare se vuole vivere pienamente l'adolescenza. Perché Jareth non ha nessun potere su di lei. Non si può decidere di rimanere infanti, non si ha il pieno potere di fermare il tempo, nè il potere di sfuggire dalle responsabilità. 
E come il poster della relatività di Escher, Sarah affronta i suoi demoni e scopre che è in grado di decidere per sè stessa e finalmente non ha più paura di crescere, capendo che deve prendersi cura di Toby, il cui cammino impervio verso la vita adula deve ancora iniziare.
Sarah è diventata finalmente grande, ma un lato fanciullesco rimarrà con lei, danzando con i suoi amici Ludo e Hogol. Perché alla fine c'è sempre un fanciullo in noi, solo che uno degli effetti collaterali dell'essere adulto è dimenticarsi di essere stati dei bambini.
Labyrinth diretto dal creatore dei Mupppets, ormai è un film culto degli anni Ottanta, soprattutto per quei ragazzini che oggi sono dovuti per forza diventare adulti, ma che possono tornare bambini o adolescenti per una volta, grazie a questo film, che racconta il processo di crescita di questa ragazzina, che di crescere proprio non ne vuole sapere. 
Visto con gli occhi di un adulto, Labyrinth ha tanti significati, ma il bello di questi fantasy anni Ottanta è che, dal di là della tecnica ormai obsoleta, mantiene ancora un certo fascino e un divertimento ricordando che il mondo fatato grazie al cinema esiste. D'altronde il cinema non è la fabbrica dei sogni e non ci rifiugiamo dentro quando vediamo un film?

Voto: 7/8

mercoledì 3 gennaio 2018

FILMOGRAFIA: Adrien Brody



NOME:
Adrien Brody
DATA DI NASCITA: 14/04/1973
LUOGO DI NASCITA: New York, New York, Stati Uniti
PROFESSIONE: Attore




ATTORE:

(2018) The Bombing
(2017) Emperior - Charles V
(2015) La battaglia degli imperi - Dragon Blade - Tiberius
(2013) Third Person -
(2012) Love, Marilyn - I diari segreti - Se stesso
(2012) 1942 (Back to 1942) -
(2011) Detachment - Il distacco - Henry Barthes
(2011) Midnight in Paris -
(2010) Splice - Clive Nicoli
(2010) Predators - Royce
(2009) Giallo/Argento - Ispettore Enzo Avolfi
(2008) Cadillac Records - Leonard Chess
(2007) Manolete - Manuel Rodríguez Sánchez "Manolete"
(2007) Il treno per il Darjeeling - Peter
(2006) Hollywoodland - Louis Simo
(2005) King Kong - Jack Driscoll
(2005) The Jacket - Jack Starks
(2004) The Village - Noah Percy
(2003) The singing detective -
(2002) Il Pianista - Wladyslaw Szpilman
(2002) Dummy - Steven
(2001) L'intrigo della collana - Nicolas De La Motte
(2001) Love the hard way - Jack
(2000) Harrison's Flowers - Eric Kyle
(2000) Bread and Roses - Sam
(1999) Liberty Heights - Van Kurtzman
(1999) Oxygen - Harry
(1999) SOS - Summer of Sam - Ritchie
(1998) La sottile linea rossa - Caporale Fife
(1998) Restaurant - Chris Calloway
(1998) Six ways to sunday - Arnie Finklestein
(1997) The undertaker's wedding - Mario Bellini
(1997) L'ultima volta che mi sono suicidato - Ben
(1996) Bullet - Ruby
(1996) Sweet Jersey - Ray
(1996) Solo - Dr. Bill Stewart
(1994) Jailbreakers (Film TV) - Skinny
(1994) Angels - Danny Hemmerling
(1993) Piccolo, grande Aaron - Lester Silverstone
(1989) New York stories - Mel
(1988) Home at last (Film TV) - Billy
(1988) Annie McGuire (Serie TV) - Lenny McGuire