venerdì 31 ottobre 2025

HALLOWEEN 2025: Frankestein Medley



Quest'anno la notte horror raddoppia e torna in vista della notte delle streghe, ovvero Halloween. Miracolosamente Director's cult si ricorda e pubblica in tempo la recensione, quindi l'anno prossimo nevichera' ad Agosto ahahah! Per l'occasione, torna con una recensione insolita (cose normali questa non ne fa, ormai lo sapete), con una rassegna a un mito del cinema (e letteratura) horror: Frankestein,





Intro: 
Adriana Smith era un'infermiera incinta di 8 settimane, quando un'emorrargia cerebrale la rese clinicamente morta. Adriana Smith pero' era nata nello Stato della Georgia, dove e' in vigore l'abortion ban, uno dei grandi "successi" dell'attuale amministrazione Trump. A causa della nuova legge, il corpo di Adriana Smith e' stato tenuto in vita artificialmente, affinche potesse portare avanti la gravidanza il piu' lontano possibile, per poi effettuare un cesareo e, una volta il bambino nato (si chiama Chance, ovvero Opportunita'), staccare la spina e farla riposare in pace.
Cosa c'entra una storia (purtroppo) vera con un classico della letteratura e un cult del cinema gotico Inglese?
C'entra, o almeno, ci puo' stare, perche' Dio ha voluto prendere con se' una giovane madre, ma la scienza l'ha trasformata in un 'vascello', un involucro con un cuore e i polmoni pompati da una macchina, ma dal cervello irrimediamilmente spento.

Dio ha voluto darci una vita con una 'data di scadenza', ma c'e' sempre un uomo che sfida la morte e sogna l'immortalita'. E quest'uomo e' Victor Frankestein.

Il personaggio del dottor Victor Frankestein, nato dalla penna di Mary Shelley, ha affascinato il mondo del cinema da quasi cento anni. Lo scienziato "pazzo", ha avuto molte trasposizioni cinematografiche da il classico di James Whales, alla versione junior di Tim Burton, alla parodia di Mel Brookss, alla versione 80s di Zelda Williams. Se vi sentite disorientati, non vi preoccupate, ci arriviamo tra poco.

Frankestein di Frank Whale (1931) e' il piu' iconico grazie al mitico Boris Karloff, mentre il piu' fedele pare Mary Shelley's Frankestein di Kenneth Branagh (1995) anche se l'ultimo Frankestein di Guillermo Del Toro sembra esserlo ancora di piu', con la differenza che il mostro interpretato da Robert DeNiro e' piu' "umano" e il dottore si crede un figo pazzesco (ma ci avete mai fatto caso che quando Kenny si dirige nei film si mette in gran tiro???).
Il Frankestein di Whale si avvale di atmosfere gotiche, dove il Victor si fa chiamare Henry, ma la sostanza non cambia: e' il classico scienziato che vuole sostituirsi a Dio, sfidando la mortalita' e creando un mostro, creato con varie parti di cadaveri e con un cervello 'andato a male'. perche' il suo assistente Fritz rompe la teca con il cervello 'buono' e per non fare brutte figure e tornare a casa a mani vuote, ne prende uno appartenente a uno psicopatico. 
Il mostro vero e proprio pero' e' Henry, che resosi conto di aver creato un essere che si e' vivo, ha sfidato le leggi della fisica, della scienza e della religione, rendendosi conto troppo tardi che non e' quello che si aspettava e lo tratta alla stregua di una bestia incatenata, spaventata da un assistente aguzzino che lo tormenta con il fuoco, il suo piu' grande terrore. 
Fugge finendo al villaggio, dove incontra la piccola Maria, che non e' spaventata del diverso, ma rimane pur sempre vittima di un essere soprannaturale con il cervello di uno psicopatico, che non capisce la differenza tra il lanciare un fiore o lanciare la bambina nel lago. Eppure la creatura, nonostante la nefandezza compiuta, prova sentimenti come rabbia e dolore per essere portato in vita contro la sua volonta', nato dalla mano di un pazzo che pensa di manipolare la morte a proprio piacimento. Eppure lo salva, perche' comunque Henry Frankestein gli aveva donato la vita. E se la creatura aveva paura del fuoco, sara' a causa del fuoco che finiranno le sue sofferenze in un mulino dismesso.
 
Fedele si', ma piu' concentrato sul rapporto tra scienziato e creatura e' Mary Shelley's Frankestein (1995), diretto da Kenneth Branagh, dove Robert De Niro compete con l'iconica interpretazione di Boris Karloff, e gli viene dotata la parola e anche piu' sentimenti, in una sontuosa rivisitazione del classico della Shelley, sprizzando l'occhio anche a La sposa di Frankestein. Perche' Branagh chiamando il suo film Frankestein di Mary Shelly, si ritrova a raccontarci la rava e la fava di Victor Frankestein, cresciuto con l'ossessione di vincere la morte dopo aver perso la madre di parto.
Praticamente una versione MAGA a sua insaputa (ogni riferimento ad Adriana Smith e' puramente casuale). E in preda al delirio di onnipotenza dello scienziato, Branagh sbraca e fa un'operazione ultra gotica tirata a lucido (ve l'ho detto che Kenny si mette sempre in tiro quando si dirige), dove rappresenta l'ossessione, il rifiuto e un mostro che e' capace di provare sentimenti e di volere essere accettato e in qualche modo amato da quel 'padre' che l'ha creato a tutti i costi, anche a costo di nuocere, perche' non conosce il concetto di libero arbitrio e la differenza tra il bene e il male.
Il rifiuto pero' lo porta alla vendetta scatenando la sua furia omicida e alla sua ineluttabile fine. Perche' Victor Frankestein volle sostituirsi a Dio, ma come Icaro, si brucio' le ali volando troppo vicino al sole. E cosi' si brucia le ali anche Branagh, in un film maestoso, ma a tratti egocentrico, che, paradossalmente incarna alla perfezione la natura del personaggio creato da Mary Shelley.

La morte e' qualcosa di inevitabile, ma la scienza puo' andare oltre ed essere in grado di riportare in vita chi amiamo. Chi non ha mai sognato di poter rivedere il proprio cane o gatto che ha attraversato il ponte? 
E' quello che succede in Frankenweenie (1984), debutto alla regia di Tim Burton. 
Victor ama visceralmente il suo cagnolino Sparky, protagonista di tanti filmini in cui recita meglio di Corinna Negri. 
Sparky pero' viene investito da un auto e il giovane Victor e' inconsolabile. Finche' il suo professore di scienze non gli mostra come un paio di elettrodi possano far rivivere per alcuni secondi una rana e il piccolo scienziato in erba decide di resuscitare il suo amato cagnolino. 
E ci riesce! Un po' rattoppato, ma comunque sempre lo stesso cagnolino giocherellone e iperattivo. Victor cerca di nasconderlo al vicinato, perche' e' un cane diverso, ma il suo intento e' vano quando Sparky fugge, mettendo in subbuglio l'intero quartiere. I genitori di Victor cercano di presentare Sparky al vicinato, ma il diverso fa paura, e il povero Sparky scappa e si rifugia nel mulino di un vecchio minigolf. 
Victor lo ritrova, ma entrambi finiscono in pericolo quando il mulino va a fuoco, ma il piccolo scienziato viene salvato dalla sua creatura (e scusate lo spoiler, ma Burton fa un netto rimando al film di Whale). In meno di mezz'ora troviamo la poetica e l'autorialita'di Burton: l'outsider, la paura del diverso, il fottuto quartiere fatto di casette tutte uguali e in fila (probabilmente solo John Waters odia Baltimora piu' di quanto Burton soffra Burbank), dove l'omologazione regna imperante e crea piu' danni dell'uscire fuori dagli schemi. 
Pero' in questo piccolo film c'e' meno cinismo e un lieto fine (e grazie, graziella e grazia arca... Lo produce la Disney), con la comunita' che capisce di aver sbagliato e si adopera per donare la vita una seconda volta al cane piu' miracolato d'America.

Esiste anche una versione femminile dello scienziato creato dalla Shelley, che segna il debutto di Zelda Williams con Lisa Frankestein (2025). 
Lisa  Swallows probabilmente e' l'illegittima pronipote di zio Victor, orfana di madre brutalmente uccisa a colpi di ascia e finita a vivere con una matrigna vaiassa e una sorellastra che la costringe a socializzare. Esperimento andato a male dato che finisce in un cimitero dopo un disastroso party e risveglia il cadavere di un pianista ucciso da un fulmine, che lo ha mutilato. Lisa si innamora del pianista e si improvvisa scienziata cercando parti anatomiche per restituire al baldo giovine un aspetto piu' manzo, anche a costo di qualche mattanza un po' di qua e un po' di la'. E' forse il piu' edulcorato e assolutamente il meno fedele sia al romanzo della Shelley che ai film a cui si ispira, ma comunque e' un 'pisellone romantic movie' in salsa horror, dove giocare con la scienza e' a volte necessario quando si tratta della propria anima gemella. Bonus ribaltiamo gli stereotipi di genere, dove la sorellastra non e' cattiva, ma anzi e' l'unica che si preoccupa del benessere di quella misantropa di Lisa, spronandola a farsi delle amicizie anche se poi finisce per farsi il tipo che piace alla stralunata scienziata in erba.

Infine menzione speciale al cult Frankestein Jr, che merita una recensione a parte, e vi dico solo una cosa:.

Frau Blucker! 













Che dire, il romanzo di Mary Shelley e' amato a tal punto da avere (insieme al Dracula di Bram Stoker) vari film che ne analizzano a modo loro la sontuosita' della sua opera da 94 anni a questa parte (e se ho fatto un errore, chiedo venia). Shelley e' stata capace di creare una creatura che ha piu' umanita' di un manipolo di politici folli che con le loro scellerate legislazioni e leggi disumane,  hanno usurpato il corpo di una povera donna, creando un'incubatrice umana. 
Quando la realta' supera (amaramente) la fantasia.

Film (piu' o meno analizzati)

Frankestein (1931)
Regia: Frank Whale
Cast: Boris Karloff, Colin Clive
Durata: 61'

Frankestein Jr (Young Frankestein, 1974)


Mary Shelley's Frankestein (1994)
Regia: Kenneth Branagh
Cast: Robert DeNiro, Kenneth Branagh, Helena Bonham Carter
Durata: 124'

Frankenweenie (1984)
Regia: Tim Burton
Cast: Barrett Oliver, Shelley Duval, Daniel Stern
Durata: 86'

Lisa Frankestein (2024)
Regia: Zelda Williams
Cast: Kathryn Newton, Cole Sprouse, Carla Gugino
Durata: 101'

Hanno partecipato: 

Cassidy de “La Bara Volante

Babol del “Bollalmanacco di cinema

Kukuviza di “CineCivetta

Madame Verdurin di “CineMuffin

Lisa di “In Central Perk

TOM di “The Obsidian Mirror

Cannibal Kid di “Pensieri cannibali

Kris di “Solaris

Il Moro di “Storie da birreria