venerdì 17 dicembre 2010

MONOGRAFIA: Blake Edwards


William Blake Edwards nacque a Tulsa il 26 luglio del 1922 e iniziò la sua carriera nel mondo del cinema nel 1955 con il musical Quando una ragazza è bella, dopo una gavetta nella radio come attore e sceneggiatore. Il primo successo lo ottenne con Operazione sottoveste (1959) con Cary Grant e Tony Curtis alle prese con un sottomarino rosa. Con questa pellicola Edwards dimostrò fin da subito una predilizione per la commedia, dimostrando di avere un tocco magico creando dei classici entrati nella storia del cinema. Nel 1961 prese il posto di Billy Wilder per la realizzazione di Colazione da Tiffany, tratto da un romanzo di Truman Capote. Edwards incurante di dirigere una commedia sofisticata in tempi in cui il genere stava per concludersi, creò una parabola sull’opportunismo in una New York che nasconde desolazione coperta da una patina di eleganza e superficialità. Edwards sostituì Marilyn Monroe con Audrey Hepburn, collaborò con Henry Mancini per le musiche creando la ormai mitica Moon River e smussò i lati meno dolci del romanzo di Capote: nasce un classico della commedia romantica degli anni Sessanta, seppur venata da un’ironia aspra. La collaborazione con Mancini fu fruttuosa e collaborò con il regista per quasi tutti i suoi film, creando musiche celebri da La Pantera rosa a Victor/Victoria. Blake Edwars decise di cambiare registro e nel 1964 decise di dirigere Jack Lemmon nella pellicola Il giorno del vino e delle rose, dramma sulla problematica dell’alcolismo; dimostrando di essere un autore versatile ed eclettico. La commedia e il genere comico è il genere che da sempre ebbe nel suo DNA e i suoi film successivi furono un crogiuolo di comicità slapstick, con gag esilaranti mischiate sapientemente con la satira e un gusto per l’iconoclastia. Nel 1963 girò uno dei suoi capolavori del comico: La Pantera rosa con Peter Sellers. La coppia Edwards-Sellers fu vincente, unendo sapientemente la vis comica dell’attore britannico con la visione cinica e amara del cineasta americano, più il gusto per lo sberleffo e le gag anni Trenta. La pantera rosa fu un enorme successo al botteghino ed Edwards girò un anno dopo il sequel, Uno sparo nel buio, record al box-office. Le avventure di Closeau ritornarono poi nel 1983 con La pantera rosa-il misterio Clouseau (1983) ma al posto di Peter Sellers (scomparso nel 1980) ci fu David Niven. La componente comico-caustica tornò con La Grande corsa (1965) e soprattutto con Hollywood Party (1968), una sublime farsa sul mondo del cinema dove Edwards si scatena in una feroce satira contro l’establishment hollywoodiano. Interpretato da un grande Peter Sellers, Blake Edwards crea una macchina da guerra che produce gag comiche e slapstik e gaffe divertentisime, omagiando il cinema muto. Nonostante ciò i film dopo La pantera rosa furono dei tonfi al botteghino e Blake Edwards finì per subire l’invadenza degli studios cinematografici. Il regista si sentì in quel periodo amareggiato, tanto da voler lasciare Hollywood. La spaccatura con gli studios avvenne nel 1970 durante la lavorazione di Operazione crépes suzette: Edwards scrisse la sceneggiatura insieme a William Peter Blatty per esaltare le doti canore della sua seconda moglie, Julie Andrews, la celebre Mary Poppyns. Il regista concepì la pellicola come uno spy-movie con la Andrews nei panni di una novella Mata Hari che tenta di carpire dei segreti politici a Rock Hudson seducendolo con dei spogliarelli. Le intenzioni del produttore della Paramount Robert Evans furono differenti, che volle emulare il successo di Tutti insieme appassionatamente interpretato da Julie Andrews. Edwards si oppose alla scelta di inserire dei bambini che corrono su un prato fiorito in una scena di canto e la frattura con la Paramount avvenne. Il tentativo del regista di mantenere la propria autonomia artistica si produsse in un film che non seppe decidersi se essere un musical un film di spionaggio, un dramma o una commedia, con il risultato di un disastro al box office. Solo nel 1992 Edwards decise di creare una versione Director’s cut con meno scene musicali e facendo delle modifiche. Presentato al festival di Cannes di quell’anno, il cineasta ebbe la sua rivincita e il film fu rivalutato. nel 1971 decise di buttarsi nel genere western e diresse Uomini selvaggi (1971), film crepuscolare e intenso. Gli studios s’intromisero nuovamente ed Edwards decise di lasciare Hollywood. Decise di esiliarsi per quattro anni, dal 1974 al 1978, vivendo in Inghilterra (come fece Stanley Kubrick), dove diresse il seme del tamarindo (1974), appassionante storia d’amore tra una donna inglese (Julie Andrews ) e un funzionario russo (Omar Shariff). Il periodo inglese fu turbato dalle tensioni con Sellers durante i sequel della pantera rosa. Edwards accusò Sellers di attribuirsi i meriti del paternità del personaggio di Closeau, ma la voglia di risalire la china dei botteghini ebbe la meglio, e alternarono momenti di amicizia misti a “guerra fredda” durante la loro fruttuosa collaborazione. Nel 1979 fece ritorno a Hollywood e tornò alla commedia con 10 (1979) con Dudley Moore e una sensuale Bo Derek e il regista lanciò la sua carriera verso un filone più sexy e si riscatta al botteghino. La satira feroce contro l’odiata Hollywood continuò con S.O.B. (1981), acronimo di Son of Bitch, dove racconta la sua battaglia personale contro gli studios e racconta la vita di un produttore che decide, dopo numerosi fiaschi, di trasformare un musical per famiglie in un porno e caso unico nella storia della commedia, il protagonista muore. L’anno successivo confezionò Victor Victoria (1982), gioiello sull’ambiguità sessuale e il desiderio con due strepitosi Robert Preston (che ottenne l’Oscar) e Julie Andrews. Gli anni Ottanta furono caratterizzati dall’analisi dei rapporti interpersonali tra i due sessi con le loro difficoltà e complessità. Nascono opere crepuscolari come: I miei problemi con le donne (1983), Micki & Maude (1984), Così è la vita (1986), girato nella sua villa di Malibu, il regista si mette a nudo, mostrando e analizzando le sue paure. Appuntamento al buio (1987) scoppientante commedia con Kim Basinger e Bruce Willis, Skin Deep-il piacere è tutto mio (1989) esplora di nuovo il rapporto tra i sessi e Nei panni di una bionda (1991) gioca ancora con l’ambiguità sessuale trasformando Ellen Barkin in una lei/lui che deve imparare a comportarsi con le donne. Dopo il mancato progetto di un remake americano di Donne sull’orlo di una crisi di nervi di Pedro Almodòvar, nel 1994 diresse il suo ultimo film, Il figlio della pantera rosa (1994) con Roberto Benigni e Claudia Cardinale. Purtroppo fu anche la sua opera peggiore e fu anche un fiasco di critica e botteghino. Si ritira dalle scene nel 1995, dopo una versione teatrale di Victor/Victoria. Muore il 15 dicembre a Santa Monica, dopo le complicazioni dovuta ad una polmonite. Blake Edwards è stato il maestro della satira e della comicità, sapendo essere allo stesso tempo maestro di eleganza e di cinismo.

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