giovedì 21 ottobre 2010

MONOGRAFIA: Veronica Lake



Capelli lunghi biondo platino, un ciuffo che ricade sul volto (lanciando il look Peekaboo), sguardo ammaliante: questo era il biglietto da visita di Veronica Lake, icona del noir anni Quaranta. Constance Frances Marie Ockleman, questo il sio vero nome, nacque a Brooklyn il 14 novembre del 1919. Visse un'infanzia e un'adolescenza non facile, tra il Canada e gli USA: divenuta orfana di padre all'età di dieci anni, ebbe una rigida educazione in una scuola cattolica canadese a Montreal, per poi ritornare negli Stati Uniti dove frequentò il liceo a Miami. In quel periodo cominciò a soffrire di problemi psichici, probabilmente a causa di una forma non diagnosticata di schizofrenia. Ciò non le impedì di compiere i suoi studi e nel 1938 frequentò una rinomata scuola di recitazione a Beverly Hills: inizia a muovere i primi passi nel mondo del cinema. Con il nome di Constance Keane cominciò a ottenere dei piccoli ruoli in pellicole prodotte dalla major RKO. Recitando nel film di John Farrow, Sorority House, fu notata dal regista che la presentò al produttore Arthur Hornblow, dove riuscì a farsi assumere dalla Paramount. La major la mise sotto contratto per 75 dollari a settimana e Constance decise di cambiare il proprio nome: nasce Veronica Lake. Da quel momento cominciò la carriera nel firmamento di Hollywood. Esordì nel 1941 in I Wanted Wings (I cavalieri del cielo) accanto a una star del calibro di Ray Milland e sempre nello stesso anno recitò nella commedia Sullivan's Travel (I dimenticati) e I Married a Witch (Ho sposato una strega) di René Clair con Friedrich March. In questa deliziosa commedia fantastica, Veronica Lake ha in sè il fascino misterioso e maliardo che la renderà una star. Divenne popolare con tre film interpretati insieme ad Alan Ladd: This Gun For Hire (Il fuorilegge; 1942), The Glass Key (La chiave di vetro, 1942) e The Blue Dahlia (La dalia azzurra; 1946), noir scritto da Raimond Chandler. Il duo fu composto inizialmente per supplire alla bassa statura di Alan Ladd (l'attrice era alta solo un 1,50 m), ma si rivelò vincente e Veronica Lake finì per incarnare l'archetipo della dark lady fredda e sensuale, calcolatrice e ambigua, aspetto sottolineato anche dalla cascata di capelli ondulati che le coprivano una parte del viso, conferendole un fascino ricco di mistero. La sua pettinatura Peekaboo divenne un'acconciatura di culto per molte americane che ne copiarono il look. La fama però mal si concilia con il caratterino di Veronica, che si ritrovò con il soprannome poco simpatico "the bitch". Litigò con Claudette Colbert e Paulette Goddard sul set di So Proudly We Hail (Sorelle in armi; 1943), nonostante la coppia Lake-Ladd fosse scoppiettante sul grande schermo, il rapporto interpersonale con l'attore fu guastato dalle sue manie di protagonismo (per Il fuorilegge pretese il primo nome sul cartellone pubblicitario). La vita privata non andò meglio: una serie di matromoni falliti e i suoi disturbi psichici non l'aiutarono a rimanere sulla cresta dell'onda. Persino il suo taglio di capelli fu messo sotto accusa, tale da far intervenire il governo con la richiesta di modificare l'acconciatura affinché si evitassero incidenti sul lavoro tra le operaie. Come Sansone, Veronica Lake perse potere cambiando stile, che la privò in parte del suo fascino e i suoi film cominciarono a fallire al botteghino. Cercò di lavorare in tv e in teatro, un film negli anni Cinquanta Stonghold (Furia rossa; 1952), poi l'oblio. Ormai il declino è dietro l'angolo. Entra nella spirale dell'alcolismo e muore a Burlington il 7 luglio del 1973. Veronica Lake è considerata ancora oggi la dark lady per eccellenza, tanto che Kim Basinger si è ispirata a lei per interpretare L.A. Confidential (id; 1997), così come il nome dell'ultima borsa disegnata dalla stilista Fendi Peekaboo, deriva dalla sua celebre acconciatura. Una donna tanto affascinante quanto sfortunata, il mix perfetto per farla entrare di diritto tra le stelle di Hollywood.



Nessun commento:

Posta un commento