Evviva Ennio Morricone, evviva Ennio Morricone! Dopo 6 nomination andate a vuoto vince alla grande con una colonna sonora sopraffina creata per The Hateful Height.
Ah, sì ha vinto pure Leonardo DiCaprio. Niente più meme e gif su Facebook, ce ne faremo una ragione. Che poi non ci azzeccano neanche, a me davano l'orso come favorito, pazienza Orso, ci riproverai l'anno prossimo.
Ironie a parte, ogni anno la notte degli Oscar non premia mai chi piace a me, o mi dilude in parte. E allora i premi quest'anno li do io e a modo mio, ben ti sta Academy, tiè.
Miglior film: I caso Spotlight
Director's cult l'avrebbe dato a l'Oscar a: Mad Max: Fury Road.
Ha vinto nelle categorie tecniche come prevedibile, battendo pure Star Wars (ora Kylo Ren sarà ancora più emo su twitter), ma come miglior film Mad Max: Fury Road ci stava tutto. Ammetto che The Revenant non l'ho voluto vedere perché non mi ispirava un granché insieme a Brooklyn, gli altri li ho visti e i film migliori nella lista erano Mad Max, Room e la grande scommessa.
Mad Max: Fury Road era semplicemente perfetto perché oltre a quasi far venire un infarto dal ritmo angosciante (mi chiedo quanti dei membri così ciòfani siano sopravvissuti dopo la visione), ha delle tematiche mica da ridere, che spaziano dalla condizione della donna (il futuro è donna sembra dirci il Miller), il culto della personalità e la dittatura che persiste nonostante l'umanità sia quasi estinta, le nefaste conseguenze dell'uso improprio delle risorse naturali etc. etc messe 'a camuffo con supercazzola WTF' in un 'banale' viaggio con biglietto andata/ritorno all'inferno, che rasenta una supercazzola in odore di genialità assoluta.
Tra i vari canditati, Mad Max poteva contendersi la statuetta tra Room (che colpisce al cuore, anche se per me risulta lievemente imperfetto nell'amalgamare l'inferno della stanza e l'inferno nei meandri del ritorno alla normalità) e La grande scommessa, che meritava alla grande pure lui anche se tende a perdere di dinamicità per far spazio al cinismo verso la seconda parte.
Il caso Spotlight è un buon film, ma non è un film da Oscar. Mi è piaciuto soprattutto per la voce che ha dato alle vittime di abusi - quello mi ha fatto piangere il cuore - ma la parte di giornalismo investigativo è come dire, 'tradizionale', a tratti quasi freddo e manicheo, retto comunque da una buona prova di attori (anche se andava nominato solo Ruffalo), perché fondamentalmente è un film di attori e di sceneggiatura, lì l'Oscar ci può stare.
Miglior regia: Alejandro Gonzales Inarritu - The Revenant
Director's cult avrebbe dato l'Oscar a: George Miller.
E' vero, The Ravenant non l'ho visto. Però ho visto il trailer e non mi ha fatto dire neanche 'meh' e sembra prendere in prestito lo stile filosofico/trascendentale di Malick (che non è stato premiato ai tempi de La sottile linea rossa, ma vabbè). Miller invece riesce a passare tranquillamente tra i pinguini puccettosi di Happy Feet all'universo distopico di Mad Max, riuscendo non solo a riproporre una sua vecchia creatura, ma riesce anche a dargli nuova linfa usando i mezzi che ci sono a disposizione, dimostrando all'età di 71 anni un eclettismo e soprattutto una energia mica da ridere, evitando con nonchalance l'effetto minestra riscaldata, preparandoci un piatto 3 stelle Michelin che manco Bastianich e Cracco riuscirebbero a fare. Vuoi che muoro?!?
Miglior attore protagonista: Leonardo DiCaprio - The Revenant
Director's cult avrebbe dato l'Oscar a: Brian Cranston - Trumbo
E quanto è bravo DiCaprio, e andava premiato per questo film, per l'altro film, è un ingiustizia per questo, questo e quest'altro motivo. Uìììììììììì che du' cojoni! Leonardo DiCaprio è bravo, una bravura che tramanderemo pure ai posteri, però sta' solfa che doveva vincere eddai, mica è stato l'unico a essere stato nominato tot% volte e mai premiato. Ne sapeva qualcosa una 'certa' Greta Garbo, e, ai giorni nostri un 'certo' Edward Norton (American History X per esempio) e lo meritava pure l'anno scorso Michael Keaton che ha fatto una resuscitazione che viene bene solo a Gesù Cristo, e che dimostra di avere buone dote drammatiche anche in Spotlight (anche se non era da nomination quest'anno, per mancanza di incisività drammatica che il ruolo gli impone e soprattutto per la mancanza una buona crema idratante antiage. Pelle troppo secca, Michael!
Dunque, finalmente Leo ha vinto, bravo bravo, te sei dovuto magnà pure il fegato del bisonte, ma quante ne fai Leonardo pazzerello, eh? Peccato però che tu, per quanto sia bello e bravo e per quanto ci fossimo sbracate per te ai tempi di Titanic, ti devi fare il culo non doppio, ma quadruplo per far vedere quanto sei bravo. Quando poi ti sarebbe bastato farti il 'culetto' perché lo sappiamo che sei un grande attore. Io l'Oscar te lo avrei dato per Revolutionary Road, Il grande Gatsby o per quella merdaccia di Calvin Candy in Django Unchained, dove manco ti avevano nominato . Però non sono né ottantenne, né un membro dell'Academy, quindi avrei potuto fare poco per te, così come avrei fatto altrettanto poco se avessi votato, perché io avrei premiato Brian Cranston.
Cranston entra nel personaggio con una naturalezza che manco Kim Kardashian senza contouring ha. Non gli serve molto per entrare nei panni di Dalton Trumbo: un paio di occhiali, un paio di baffetti, una postura un po' curva, sigaretta in bocca, e un accento diverso. Ed ecco che Brian Cranston non c'è più, per far posto a Dalton Trumbo. Con così poco l'attore si trasforma, e Brian Cranston ritorna solo per pochi secondi nella scena della foto segnaletica. Ed era solo senza un paio di baffetti. Mica pizza e fegato di bisonte crudo, eh.
Migliore attrice protagonista: Brie Larson - Room
Director's cult avrebbe dato l'Oscar a: Cate Blanchet
E niente, a quanto pare sono l'unica che è rimasta stregata dall'algida interpretazione di Cate Blanchet per Carol. Nonostante l'Oscar alla Larson ci stia tutto per come riesca a comunicare la sua disperazione quando è nella 'room', e per come riesca a negare il trauma vivendo un dramma interiore per poi esplodere nel peggiore e drammatico dei modi, io avrei premiato Cate Blanchet, pur riconoscendo un Oscar meritato per questa brava ragazza di Sacramento diventata ora una star.
Una triplete a Cate ci stava alla grande. Se fossi stata un personaggio cinematografico gay, mi sarei innamorata di Carol. Blanchet è magnifica nel rendere magnifica Carol, con la sua eleganza, il suo fascino. il suo vocabolario forbito, con la sua eleganza algida, quella compostezza così posh che riesce a trattenere anche nel momento più drammatico della sua vita. Brave entrambe, ma solo una può spuntarla, dannato regolamento!
Miglior attore non protagonista: Mark Rylance - Il ponte delle spie
Director's cult avrebbe dato l'Oscar a: Silverster Stallone
Ebbene sì. io l'Oscar l'avrei dato a Sly Stallone. Nemmeno a Christian Bale per quanto sia bravo in La grande scommessa e per quanto miii quanto me lo farei, il suo ruolo è il tipico borderline che piace tanto all'Academy. Nonostante Rylance sia la parte migliore in una pellicola che in mio parere non meritava la nomination come miglior film e che Rylance sia un attore di solida fattura teatrale, il Rocky Balboa di Stallone fa venire i lucciconi per come riesca a dare dignità a un personaggio ormai bollito e prossimo al canto del cigno.
Sly di film demmerda ne ha fatti a iosa come Lo specialista e Cliffangher, però Rocky è la sua creatura, è forse il personaggio a cui è rimasto più legato senza rimanerne intrappolato (vedi i film demmerda citati). Rocky Balboa sembra essere diventato quasi una parte di sé stesso che in Creed riversa con amore sincero, mettendoci un tocco di senso di umorismo in un personaggio che forse sarebbe dovuto rimanere invincibile per sempre.
Stallone invece accetta che il suo Rocky sia afflitto dal tempo che passa e riesce a infondergli una nuova pelle, dove trasuda solitudine (la scena in cui guarda la foto del figlio, o quando va a trovare Adriana al cimitero) con gli acciacchi dell'età che non perdona neanche i campioni, presentandoci un lato quasi melò e decisamente più umano, dopo averci mostrato muscoli e botte per tutta la saga del pugile di Philadelphia. Non si spiezza in due neanche questa volta, anche se la mazzata gliel'ha data l'Academy per bene.
Migliore attrice non protagonista: Alicia Vikander - The Danish Girl
Director's cult avrebbe dato l'Oscar a: Jennifer Jason Leigh
Alicia Vikander andava nominata nella categoria migliore attrice e non come non protagnista. Allora sì che sarebbero stati ca#zi acidi per Brie Larson e per Jennifer Lawrence, che non meritava la nomination anche se è sempre brava brava in modo assurdo. Ecco, è già un buon motivo. Lo sappiamo che sei brava, mo'bbasta. Vikander è una splendida Gerda, ma a me piacciono le cagne maledette e la è Leigh è a dir poco perfetta, superando alla grande l'operazione 'alzati e recita' di Quentin Tarantino. La cagnitudine di Daisy Domergue risarcisce tutti i personaggi femminili debolucci e vittimistici tipici del genere western (ci aveva provato Sam Raimi con la pistolera di Pronti a morire, ma Sharon Stone era troppo figa per il ruolo). Jason Leigh da sola riesce a tenere testa a 7 bastardoni, ma la hater in assoluto è lei, con la faccia pestata, senza denti, ricoperta di vomito e sangue, Jennifer è strepitosa nella sua recitazione luciferina e stregonesca. Roba da fare una fattura Occhi malocchio prezzemolo e finocchio all'Academy.
Migliore sceneggiatura adattata: La grande scommessa
Director's cult avrebbe dato l'Oscar a: La grande scommessa
La crisi economica per dummies raccontata ne La grande scommessa ha meritato l'Oscar, raccontando il marciume delle speculazioni finanziarie come una bambola russa, con arguzia e cinismo nei suoi personaggi così diversi e sfaccettati.
Migliore sceneggiatura originale: Il caso Spotlight
Director's cult avrebbe dato l'Oscar a: Il caso Spotligh
Non avendo visto gli altri film e non essendoci Quentin Tarantino nei paraggi, posso solo dire che Spotlight non essendo secondo me il miglior film dell'anno, ha comunque una buona sceneggiatura, anche se avrei preferito spostare l'attenzione sulle vittime pur evitando un effetto squallido alla Barbara D'Urso. L'aspetto più interessante del film infatti è come l'abuso minorile venga affrontato ancora oggi con rabbia, vergogna e senso di colpa attraverso le testimonianze delle vittime, facendo capire come avvengano certe sozzure in un ambiente apparentemente immacolato come la chiesa. La sceneggiatura doveva lasciare meno spazio all'investigazione giornalistica alla Tutti gli uomini del presidente, il cui riferimento viene spontaneo e immediato, intrappolando il film nella tradizionalità del genere.
Miglior film di animazione: Inside Out
Director's cult avrebbe dato l'Oscar a: tutti meno che la Pixar/Disney
Se ci fosse stato Charlie Brown, l'Oscar l'avrei dato a lui. Pur avendo il DVD di Inside Out nell'armadio ancora da visionare, sincermente la Disney mi ha smaronato, perché si poteva fare la differenza avendo comunque fior fiori di film che spaziano dall'animazione adulta (Anomalisa), allo studio Ghibli che riesce ad andare avanti nonostante Miyazaki sia sia ritirato (Quando c'era Marnie), all'animazione tradizionale e alla simpatia inarrestabile della pecora Shawn (Shawn the Ship) e allo stile semplice e pulito che non ha bisogno del computer (Il bambino che scoprì il mondo). E invece no, ogni anno la Disney è lì a rompere le uova nel paniere. E anche se Inside Out è stato gridato capolavoro ai quattro venti, e ci sono buone possibilità che lo apprezzi, sta di fatto che la Pixar ha rotto. I membri dell'Academy dovrebbero mangiare più pane e salame e meno caviale, a volte le cose più semplici sono anche le più buone
Miglior film straniero: Il figlio di Saul
Director's cult avrebbe dato l'Oscar a: non saprei, aka momento WTF
E qui arriva il momento WTF perché non ne ho potuto visionare nemmeno uno. Vari bloggers dicono che doveva vincere Mustang, ma che Il figlio di Saul è un bel pugno nello stomaco, quindi la vittoria come miglior film è fair enough.
Miglior colonna sonora: Ennio Morricone - The Hateful Height
Director's cult avrebbe nominato: Ennio Morricone - The Hateful Height.
Eh, tutti a piagnere che DiCaprio non lo premiavano mai, e chisseloinc°lava il maestro Morricone che finalmente a 87 anni ha ricevuto un Oscar super meritato dopo 50 anni di carriera, entrando nella storia anche con una super fica stella nella Walk of Fame. Noi che in Italia abbiamo solo la Walk of Shame, grazie a immensi talenti come il maestro Morricone ci ricordiamo ogni tanto che non tutto è da buttare nel paese della pizza mandolino e mamma.
Miglior canzone: Writing on the Wall - Spectre
Director's cult avrebbe dato l'Oscar a: Til it Happens to You - The Hunting Ground
A me le canzoni di Sam Smith fanno due palle grosse così. Sarà che in UK Sam Smith è osannato e Stay With Me è stato il tormentone del 2015, devo dire che a me ha tormentato parecchio, così come questa lagna di Writing's on the Wall. Avrebbe meritato di più Lady Gaga, che al di là dello stile falso poppettaro/discotecaro che ci ha proposto agli esordi con Poker Face, si è dimostrata un'artista a 360° creando il suo personaggio, Lady Gaga, dove può essere colta e cazzara, trash e icona di stile, roba che manco Marilyn Manson ha saputo fare. Smith dovrebbe prestargli l'Oscar per 6 mesi l'anno, dato che ha affermato di essere l'artista che è oggi ispirandosi a lei.
Migliori costumi: Mad Max: Fury Road
Director's cult avrebbe premiato: Carol o The Danish Girl
Sarà che sono una pisellona romantica, ma a me la moda anni Cinquanta piace da impazzire, con i suoi cardigan, i pantaloni Capri e le gonne svolazzanti li trovo molto stilosi. Così come adoro la bellezza dei corsetti e i vestiti dei primi decenni del Novecento. Comunque lo stile post apocalittico di Mad Max: Fury Road merita alla grande e l'Oscar quindi ci sta eccome,ogni tanto l'Academy dimostra di saper riconoscere ottimi costumi al di là di pizzi e crinoline.
Miglior fotografia: The Revenant
Director's cult avrebbe dato l'Oscar a: Mad Max: Fury Road
Emmanuel Lubezki ha meritato l'Oscar e forse è il migliore direttore della fotografia che c'è nel mondo di Hollywood, però i colori incandescenti dell'universo di Mad Max sono unici, di una bellezza così rara da fare a pugni con la bruttezza del mondo dispotico e distopico raccontato da Miller.
Miglior Trucco: Mad Max. Fury Road
Director's cult avrebbe dato l'Oscar a: The Revenant
Il trucco di Immortal Joe di Mad Max mi ricorda He-Man e questo è già un buon motivo per aver dato l'Oscar per il miglior trucco a Mad Max. Meritava anche The Revenant, così almeno ci sarebbe stato un premio di risarcimento per l'immenso lavoro e professionalità che ha svolto l'orso, il grande escluso della serata, che ha fatto un lavoro super professionale lasciando una serie di ferite e cicatrici su Glass/DiCaprio dal risultato estetico professionale, trasudando impegno e dedizione nel lavoro svolto.
Miglior montaggio: Mad Max: Fury Road
Director's cult avrebbe dato l'Oscar a: Max Mad: Fury Road
Che botta ca#zo, ca#zo che botta. Parafrasando la Mia Wallace di Pulp Fiction, Mad Max è adrenalina allo stato puro, che ti tira un bel cartone in piena faccia lasciandoti stordito per un paio d'ore. I membri dell'Academy sono storditi di loro, non penso che abbiano avuto ulteriori traumi.
Miglior montaggio sonoro: Mad Max:Fury Road
Director's cult avrebbe dato l'Oscar a: Mad Max: Fury Road
Vroooom, Vrooom Vroooooom!!! La dinamicità delle immagini colpiscono gli occhi, e il rombo dei motori con il che ti penetra nelle orecchie e finisce dritto nel cervello, rendendoti partecipe della corsa verso l'inferno di Max e Furiosa. Vrrooooooom!!!
Miglior sonoro: Mad Max: Fury Road
L'Oscar Director's cult lo avrebbe dato a: Mad Max: Fury Road
Vrooooom! Vrooooom! Vroooom! Come sopra.
Miglior Effetti speciali: Ex Machina
Director's cult avrebbe dato l'Oscar a Ex Machina
Il film purtroppo non sono riuscita a vederlo, ma il fatto di trasformare Alicia Vikander in un robot merita la statuetta in toto. Se la poteva contendere con Mad Max, ma essendo comunque un film che unisce 'old school' con la 'new school', avrebbe spaccato i culi anche senza effetti speciali.
Gli atri premi non potrei dare il mio parere, comunque ecco gli altri premiati:
Miglior Cortometraggio Animato: Bear Story - Gabriel Osorio e Pato Escala
Miglior Cortometraggio: Stutterer - Benjamin Cleary e Serena Armitage
Miglior Documentario: Amy