giovedì 28 gennaio 2010
News: Miley Cyrus per Haiti
lunedì 25 gennaio 2010
venerdì 22 gennaio 2010
Nine
Tra le nuvole (Up in the air)
L'Uomo che verrà
Cuccioli-il codice Marco Polo
Italia, 2010
Regia: Sergio Manlio
Trama: film d'animazione, tratto dall'omonima serie animata. Sei scatenati cuccioli devono combattere contro la strega Maga Cornacchia, che vuole trasformare i canali di Venezia in autostrade. Riusciranno i piccoli eroi a sconfiggerla?
Presagio finale - First snow
Germania, 2010
Cast: Guy Pearce, William Fichner, Piper Perabo.
Regia: Mark Fergus
Trama: Rimasto a piedi dopo un incidente in aperta campagna, Jimmy Starks va a trovare un indovino per passare il tempo, ma scopre subito che i suoi giorni sono contati. Inizialmente scettico, Jimmy inizia ad avere delle visioni che poi sembreranno concretizzarsi e diventare realtà. Sempre più ossessionato dal passato, Jimmy cercherà di cambiare in qualche modo il suo destino.
giovedì 21 gennaio 2010
martedì 19 gennaio 2010
lunedì 18 gennaio 2010
I vincitori:
Miglior film drammatico: Avatar
Miglior regista: James Cameron
Miglior film comico o musical: Una Notte da leoni
Miglior attrice protagonista in un film drammatico: Sandra Bullock (The Blind Side)
Miglior attore protagonista in un film drammatico: Jeff Bridges (Crazi Heart)
Miglior attore protagonista in una commedia: Robert Downey Jr. (Sherlock Holmes)
Miglior attrice protagonista in una commedia: Meryl Streep (Julie e Julia)
Miglior sceneggiatura: Tra Le Nuvole
Miglior attore non protagonista: Cristoph Waltz (Bastardi senza gloria)
Miglior attrice non protagonista: Monique (Precious)
Miglior canzone: The Weary Kind (Crazy Heart)
Miglior Colonna Sonora: Michael Giacchino (Up)
Miglior film straniero: Il Nastro Bianco (Germania)
Miglior cartone animato: Up
domenica 17 gennaio 2010
USA, 2008
Regia: Andrew Stanton
Produzione: Pixar, Wall Disney
Durata: 97'
Il pianeta Terra è stato abbandonato dagli uomini a causa della tossicità dell'atmosfera, causata dall'accumulo dell'immondizia. L'unico abitante è Wall-E, costruito per compattare e ammassare i rifiuti. Da 700 anni continua a fare il suo lavoro e vive in modo solitario, l'unica fonte di compagnia è un grillo e la visione in VHS di Hello Dolly!, che gli ha permesso di crearsi dei sentimenti. La sua routine è spezzata da Eve, robot in missione che deve accertarsi se c'è ancora una possibiltà di vita sul pianeta. Wall-E si innamora e decide di seguirla sull'astronave Axiom, dove vivranno una serie di avventure...
venerdì 15 gennaio 2010
Avatar
id., USA, 2010
Regia: James Cameron
Cast: Sigourney Weaver, Sam Worthington, Zoe Saldana, Michelle Rodriguez.
Trama: Jake Sully è un marine paraplegico che accetta di trasferirsi sul pianeta Pandora in sostituzione del fratello morto. Sully studia Pandora creando un Avatar, cioè una versione aliena di se stesso. Il pianeta è un ricco giacimento di minerale prezioso e ciò lo rende in preda di mille pericoli...
La Prima cosa bella.
Italia, 2010.
Regia: Paolo Virzì.
Cast: Micaela Ramazzotti, Valerio Mastandrea, Stefania Sandrelli, Claudia Pandolfi.
Trama: Paolo ha una mamma frivola, esuberante e imbarazzante e tale cruccio se lo porta dall'eta di otto anni. Tutto comincia nell'estate del 1971, quando assistendo alla tradizionale elezione delle Miss dello stabilimento balneare più popolare di Livorno, Anna viene incoronata sorpresa "la mamma più bella". Da allora, nella famiglia Michelucci, arriva lo scompiglio e per Anna, per Bruno e per la sorella Valeria che si protrarrà fino ai giorni nostri...
A single man.
id., USA, 2010
Regia: Tom Ford.
Cast: Colin Firth, Julanne Moore, Mattew Goode.
Trama: Debutto alla regia per l'ex stilista di Gucci Tom Ford. Ambientata negli anni Sessanta, racconta la vita del professore di Inglese George Falconer, rimasto solo dopo la perdita del suo compagno morto in un incidente. George è incapace di elaborare il lutto e decide di togliersi la vita con un colpo di pistola. La sua amica Charley e un suo studente, Kenny, tentano di farlo reagire in ogni modo...
giovedì 14 gennaio 2010
Nome: Richard Gere
(2009) Amelia - George Putnam
(1982) Ufficiale e gentiluomo - Zack Mayo
(1979) Yankees - Matt
PRODUTTORE:
(1992) Analisi finale
martedì 12 gennaio 2010
domenica 10 gennaio 2010
giovedì 7 gennaio 2010
USA, 2009
Cast: Mickey Rourke, Marisa Tomei, Evan Rachel Wood
Sceneggiatura: Robert Siegel
Produzione: Protozoa Picture, Saturn Films
Regia: Darren Aronofsky
Durata: 105’
Negli anni ’80 Randy “The Ram” Robinson (Mickey Rourke) era uno dei più acclamati wrestler. Vent’anni dopo non abbandona il ring, vivendo ancora per l’adrenalina per il combattimento e per i fan che ancora lo seguono dopo tanti anni. Diventato un’atleta sul viale del tramonto, si esibisce nelle palestre dei licei e nei circoli della provincia del New Jersey. In seguito ad un violento combattimento e a causa dell’uso continuo di steroidi, Randy ha un infarto e deve smettere di combattere. Ciò che gli rimane è un’esistenza segnata dalla solitudine, spezzata dal rapporto che ha con Cassidy (Marisa Tomei), lap dancer in un locale che frequenta abitualmente. Lasciato il wrestling, tenta di ricostruire la sua vita cercando di ricucire il rapporto con la figlia Stephanie che praticamente non ha mai conosciuto (Evan Rachel Wood) e allo stesso tempo cerca di avere una relazione con Cassidy. Ma il richiamo del ring è troppo forte...
The Wrestler non celebra il mondo del wrestling: il film si limita ad una carrellata iniziale costituita dalla voce fuori campo dei tifosi e gli articoli che scorrono per far rendere l’idea del mondo patinato che da sempre accompagna questo sport. Quello che interessa ad Aronosfsky e allo sceneggiatore Robert Siegel non è tanto lo svelare i “trucchi”, le mosse di questo sport (che inevitabilmente si scoprono durante i combattimenti), quanto l’analisi di un uomo che aveva le luci della ribalta, il successo e la fama, e inesorabilmente finisce verso il declino fisico e umano. Girato quasi interamente con la macchina in spalla, il cineasta crea un effetto di “presa diretta” seguendo passo per passo la vita di Randy. In questo modo viene catturato ogni frammento della vita del protagonista: la sua voglia di combattere, il richiamo del ring che è come una droga, il lavoro precario, il tentavo di sfuggire alla solitudine, instaurando un rapporto fatto di confidenze e intimità con Cassidy. Entrambi feriti e sconfitti dalla vita, tentano di sostenersi a vicenda cercando di dimenticare i propri fallimenti e le brutture che il destino ha riservato a loro. Punto di forza del film è il tentativo di riallacciare il rapporto con la figlia ormai adolescente che fatica a (ri)conoscere. Ottima prova di Evan Rachel Wood, nuovo astro nascente di Hollywood e di Marisa Tomei, sensuale nelle vesti di una ballerina, dimostrando che anche a quarant’anni si può essere sexy e da un’aria “vissuta” alla sua Cassidy. Mickey Rourke è in stato di grazia: proprio come il suo wrestler si rialza da un periodo buio, come The Ram ha conosciuto l’ebrezza del combattimento sul ring, dalla quale è più volte caduto e più volte si è rialzato trasferendo la sua vita nel personaggio. La scena in cui ricorda con la figlia i momenti passati insieme è così intensa che merita l’Oscar solo per quella sequenza. La struggente ballata di Bruce Springsteen chiude il sipario: lo show è finito, Randi va incontro al suo destino.
Voto: 7/8
mercoledì 6 gennaio 2010
WIP è la sigla che sta per "Women In Prison", film ambientati (in parte) in carceri femminili. Protagonista di questi film è nella maggior parte dei casi una donna incarcerata ingiustamente o fattasi arrestare apposta per poter svolgere delle indagini all'interno del carcere, mentre personaggi ricorrenti sono i secondini (o le secondine) crudeli e spietati, il direttore (o la direttrice) del carcere che sfrutta le detenute facendole prostituire e le compagne di cella dalle tendenze lesbiche che cercano in ogni modo di ottenere le "grazie" della protagonista di turno. Dal punto di vista storico il filone del "Women in Prison" sembra sia nato in Francia verso la fine degli anni Venti, ma in ogni caso la sua diffusione divenne capillare in molti paesi, dagli Stati Uniti alla Spagna, dal Brasile alle Filippine, per arrivare all'Europa con Spagna, Germania ed Italia. La piena maturità del genere si ha comunque all'inizio degli anni Settanta, periodo durante il quale il filone abbandona la sua matrice sin troppo neorealistica e melodrammatica per trasformarsi in pura e semplice "sexploitation", benché in taluni titoli, soprattutto in Italia, siano presenti velleità di denuncia verso la società del tempo. I film più rappresentativi sono The big bird cage, diretto da Jack Hill nel 1971 (storia dell’evasione di una prigioniera politica che fugge insieme a due compagne, tenendo in ostaggio la sadica direttrice del carcere e un poliziotto) e Women in chains del 1973 (Diretto da Eddie Romero. Il film narra storia dell’evasione di due donne una bianca e una colored, dal carcere di Manila che si uniscono con dei ribelli per combattere insieme a loro ma anche per arricchirsi con il traffico di stupefacenti).
martedì 5 gennaio 2010
Pam Grier la vera “regina” del genere Blaxploitation, tanto da diventare una delle eroine di action movies negli anni ’70. L’attrice afroamericana divenne una star, un sex simbol per gli uomini e un modello di femminismo per le donne[1].
Nata il 26 maggio del 1949 a Wiston-Salem nella Carolina del Nord, trascorse la sua infanzia tra le basi militari oltreoceano e le case popolari di Denver, nel Colorado. Medico mancato, fece il mestiere modella per pagarsi gli studi. La sua carriera non iniziò con il cinema, ma posando senza veli per la rivista Playboy, diventando la protagonista del numero di agosto del 1975. Sempre nel 1975, Pam fu immortalata nella rivista femminista Ms, dove fu definita dalla giornalista Jamaica Kinkaid la “Mogul hollywoodiana color cioccolato”, dimostrazione che non solo era un bel corpo da esibire, ma anche una donna carismatica che poteva diventare un modello per le donne afroamericane dell’epoca. Anche se gli esordi non rispecchiavano un modello di virtù, era riuscita a diventare un’icona pop dell’America anni Settanta.Altre colleghe di razza caucasica, personaggi come Emma Peel della serie tv The Avengers, non hanno avuto il carisma dimostrato da Grier in grandi black movies come Coffy e Foxy Brown. L’unica in grado di reggere il confronto con la diva afroamericana, capace di combattere e di affermare la propria indipendenza, aggressività e sensualità fu Tura Satana, regina dei film di Russ Meyer, autore di film al limite del genere hard.[2]
E fu proprio con Meyer che iniziò la sua carriera cinematografica, con una piccola apparizione nel film Beyond the Valley of the Dolls. Il primo ruolo di rilievo lo ottenne con un film del filone WIP, (Women in prison films)[3] con The Big Doll House (Sesso in gabbia) del 1971, diretto dal regista bianco Jack Hill. Pam Grier interpreta il ruolo di una prigioniera politica che era riuscita ad evadere dal carcere insieme a due compagne di cella, prendendo in ostaggio la direttrice crudele e un medico molto umano. Grier interpretò il seguito, The Big Bird Cage (1972) sempre diretto da Jack Hill, che non si discosta molto dalle tematiche del film precedente. Pam Grier diventò talmente famosa da essere chiamata in Italia grazie ai suoi ruoli da eroina negli action movies.
Prima di girare Coffy, film che l’ha lanciata nell’Olimpo delle star della Blaxploitation, Grier interpretò Woman in chains (Donne in catene, 1973), che mette in scena un episodio di guerriglia dove i ribelli fanno scappare due donne da un riformatorio di Manila. La sua stella cominciò ad appannarsi verso gli anni Ottanta, ma Pam Grier continuò a lavorare nei teatri regionali, in televisione e in film di rilievo come Fort Apache, the Bronx, (Bronx 41° distretto di polizia), Something Wicked This Way Comes (Qualcosa di sinistro sta per accadere) e Above the Law (Nico).
Gli anni Novanta furono il momento della rinascita, grazie a tre registi diventati di culto nel panorama hollywoodiano. Tim Burton le affidò un piccolo ma efficace ruolo in Mars Attack! (1996), John Carpenter la chiamò in 1997: Escape From L. A. (1997: fuga da Los Angeles) e soprattutto Quentin Tarantino le fece una vera e propria “dichiarazione d’amore” affidandole il ruolo da protagonista in Jackie Brown (1998). Negli ultimi anni Pam Grier lavorare soprattutto per la televisione, nota principalmente per il personaggio di Kit nel serial The L World, dove interpreta la sorella di una delle protagoniste, con problemi di alcool, che dopo una serie di vicissitudini riesce a riprendere le redini della propria vita.
[1] James, Darius, That’s Blaxploitation! Roots of the Baadasssss’ tude (rated x by an all-withe jury), New York, S. Martin’s Griffin Edition, 1995 , pp. 45-47.
[2] Tura Satana è un’attrice di origine giapponese protagonista di molti film di Russ Meyer, come Faster Pussycat kill! Kill!. È una donna forte, violenta con gli uomini e dalla personalità prorompente.
domenica 3 gennaio 2010
27 VOLTE IN BIANCO
"27 volte in bianco"
Titolo originale: 27 dresses.
Regia: Anne Fletcher
Cast: Katheringe Heigl, Edward Burns, James Mardsen, Malin Akerman.
Sceneggiatura: Aline Brosh McKenna.
Produzione: Fox 2000 Pictures, Spyglass Entertainment.
Durata: 107'
27 volte in bianco è una commedia romantica senza pretese, un "chicken movies" appositamente confezionato per il pubblico femminile e cucito su misura per la star di Grey's Anatomy Katherine Heigl, novella Jennifer Aniston. La psicologia dei personaggi è tagliata con l'accetta e gli stereotipi si sprecano: Jane è altruista, buona al limite della stupidità, saccente, dall'aria dimessa e dal look pulito stile acqua e sapone. Tess è la tipica modella bionda, oca, abiti succinti, egoista e falsa. Kevin è il tipico giornalista cinico e disilluso che poi ha gli scrupoli di coscienza e George è il classico magnate ricco, vegetariano, ambientalista e ovviamente ignaro dei sentimenti che prova la sua assistente. I duetti Jane e Kevin fanno rimpiangere le schermaglie stile Cary Grant e Katherine Hepburn, protagonisti delle sophisticated comedy degli anni d'oro del cinema americano e a metà film si capisce già come andrà a finire. Il film non è totalmente da buttare, in compenso è piacevole e leggero, ci sono delle battute divertenti e la scena di Jane che si "sdoppia" alle feste tra un sarhi e un abito lungo aiutata dal tassista è molto divertente. Peccato è un'occasione sprecata: poteva essere una graffiante satira sui matrimoni e sull'eccessività dei preparativi che questo evento comporta, invece la sceneggiatrice McKenna ha preferito andare sul sicuro tra luoghi comuni e bisticci amorosi. Si poteva osare con un pizzico di cattiveria in più, non bastano degli orrendi abiti da damigella per deridere o sottolinerare gli eccessi delle eccentriche feste del "giorno più bello che ogni ragazza sogna fin da bambina". Perfetto per una serata rilassante e senza pensieri tra ragazze al sabato sera.
Voto: 5
Moon
Regia: Duncan Jones
Cast: Sam Rockwell, Kevin Spacey (voce, nella versione originale), Dominique McElligott
Soggetto: Duncan Jones
Sceneggiatura: Nathan Parker
Produzione: Liberty Films
Distribuzione: Sony Pictures
Durata: 97'
La problematica dell'energia sulla Terra è risolta dalla Lunar, azienda che produce energia sfruttando la roccia lunare, nuova fonte energetica pulita e non dannosa. Sam Bell (Sam Rockwell) è un astronauta che si occupa del funzionamento dei macchinari che raccolgono il materiale sul lato oscuro della Luna e le sue uniche fonti di compagnia sono le piante, il plastico che riproduce la sua città e Gerty 3000, robot che ha la funzione di assistente tuttofare. Dopo tre anni di permanenza,gli rimengono tre settimane per far ritorno sulla Terra e riabbracciare sua moglie Tess (Dominique McElligott) e la piccola Eve. Il sogno del cosmonauta viene interrotto due settimane prima a causa di un incidente: in preda ad una allucinazione si schianta e finisce sotto una frana. Tornato alla base tenta di capire le cause dell'incidente e nonostante l'impedimento di Gerty, scopre che nella navicella c'è un altro... Sam Bell. L'astronauta scopre una rete di inganni e cercherà di risolvere l'enigma nascosto nel suo io. Chi è il clone e chi è il vero Sam? Cosa nasconde la Lunar?
Moon segna l'esordio di Duncan Jones e dimostra che privandosi dell'ausilio degli effetti speciali. con pochi soldi e tante idee, si può confezionare una pellicola innovativa che segna un ritorno alle atmosfere della fantascienza sci fi anni '50/60. Il regista mescola sapientemente le tematiche di 2001: odissea nello spazio, regalandoci un nuovo Hal 2000, l'essenzialità della scenografia dell'ambientazione lunare, la svolta del protagonista che decide di riprendersi le redini del proprio destino ricorda THX 1138 di George Lucas;l'io e il suo doppio, realtà o finzione riecheggia Blade Runner e lo straniamento quasi alieno del protagonista è come un omaggio al padre David Bowie che sempre nel 1969 esordì con l'album Space Oddity e creò Ziggy Stardust, il suo alter ego venuto da Marte.
Il regista non si limita a copiare le opere che l'hanno ispirato, ma le rielabora e le trasferisce allo stato attuale. Jones pone un'attenta analisi su una società che sta devastando il suo ambiente e non sa come riparare ai danni inflitti sulla natura. Offre una sorta di soluzione trovando una risorsa miracolosa nella Luna e con essa apre il film in un sogno utopistico sulla Terra che non patisce più la siccità, la desertificazione, l'inquinamento. Altra tematica importante è la solitudine dell'essere umano, elemento tanto caro alla fantascienza e delineata nei romanzi di Philip Dick. La società di oggi si sta inesorabilmente impoverendo dal punto di vista della comunicazione e dei sentimenti e ci si affida sempre di più alla tecnologia: i social network ormai hanno sostituito i rapporti interpersonali. L'unico amico di Sam Bell è una macchina "umanizzata" a partire dal suo nome, Gerty, si esprime con le "faccine" che ricordano tanto gli emoticon utilizzati nei messaggi di testo del cellulare. Gerty è quasi paterno con il cosmonauta, la sua unica priorità è di proteggerlo da se stesso, dal suo doppio che reclama la sua necessità di individualismo, la sua persona e la sua libertà. Ottima prova di Sam Rockwell che ci regala un "one man show" e riesce brillantemente a "reggere sulle proprie spalle" l'intero film. Le musiche di Clint Mansell conferiscono la giusta dose di suspence, sottolineando abilmente i momenti di tensione. Una piccola pecca sul finale non rovina comunque questo inizio promettente: Moon è un ottimo esordio che farà apprezzare il genere fantascientifico anche ai poco affezionati e segna una carriera brillante per questo figlio d'arte. Buon sangue non mente e speriamo che mantenga sua originalità nelle opere che verranno.
Voto: 8