martedì 31 maggio 2011

LA RUBRICA DEGLI ADDI: Addio a Jeff Conaway



Kenickie ha lasciato il mondo di Grease: è morto l'attore Jeff Conaway, famoso per aver interpretato il famoso musical. Aveva 60 anni.
Conaway era in coma indotto dall'11 maggio per una sospetta overdose. Le cause della sua morte sono ancora da accertare.
Conaway debuttò a Broadway all'età di 10 anni e prima di esordire al cinema, provò la strada della musica. Fallita questa strada, tornò al teatro, intepretando il ribelle dal cuore d'oro Danny Zucko in Grease. Successivamente entrò nel cast della versione cinematografica, cedendo però il ruolo suo malgrado a John Travolta. Conaway nel film divenne l'amico di Danny, il bullo Kenickie.
Dopo la notorietà dovuta alla pellicola, decise di intraprendere la carriera televisiva, recitando nella soap opera Beautiful e nel serial tv La signora in giallo.
Gli ultimi anni non furono fortunati: oltre al declino della sua carriera, ebbe problemi di salute a causa di un infortunio alla schiena, diventando schiavo degli antidolorifici. Forse la causa della sua morte.

lunedì 30 maggio 2011

Video review - Cool





Titolo:
Cool
Cantante: Gwen Stefani
Regia: Sophie Muller
Durata: 4'





In una splendida villa sul lago di Como, una ragazza sofisticata (Gwen Stefani) aspetta degli ospiti. L'ospite èil suo ex fidanzato e la sua nuova compagna. Lei decide di far affiorare un pezzo del suo passato, accettando che il suo amore è finito.
I commensali bevono una tazza di the e non sembrano imbarazzati, mentre il montaggio alternato mostra flashback con momenti di vita tra i due ex amanti. Lei un tempo era diversa, una ragazza acqua e sapone semplice e innamorata, mentre ora è una donna elegante e ricca di fascino. I ricordi affiorano nella sua mente, e nonostante sia diventata così cool, in fondo all'animo nasconde una vena di nostalgia e malinconia.
Cool diretto da Sophie Muller è un video glamour, che ricorda le atmosfere di un film anni Cinquanta interpretato da Audrey Hepburn, arrivando al più recente Il talento di mr. Ripley per ambientazione e costumi. Gwen Stefani è ritratta come una diva dell'epoca, capelli platinati, labbra rosso fuoco e strepitosi abiti.
Passato e presente si mescolano, il tutto sullo sfondo di una Como fashion e old style, immersa in un'estate dorata.
Cool è un video solare, elegante e dal sapore nostalgico.

martedì 24 maggio 2011

RECENSIONE: Habemus papam


Titolo: Habemus papam
Italia, 2011
Cast: Michel Piccoli, Margherita Buy, Jerzy Sthur, Nanni Moretti, Renato Scarpa.
Sceneggiatura: Nanni Moretti, Francesco Piccolo, Federica Pontremoli.
Durata:104'


È il giorno del Conclave per l’elezione del nuovo papa. I cardinali riuniti nella Cappella Sisitna nominano a sorpresa il cardinale Melville (Michel Piccoli). Titubante, Melville accetta, diventando Papa Celestino VI. Al momento di presentarsi alla folla dal balcone della basilica di San Pietro, il neo pontefice crolla psicologicamente e si rifiuta di parlare ai suoi fedeli.
I cristiani sono sbigottiti, ma ancor di più i cardinali che non sanno come risolvere questo problema presentatosi loro per la prima volta.
Nonostante la dottrina non creda nella scienza della psicoanalisi, decidono, seppur con riserva, di far entrare ai palazzi apostolici il migliore psicologo di Roma (Nanni Moretti), affiché riesca a far emergere le cause che hanno portato il Santo Padre al rifiuto della sua carica e soprattutto a un suo ripensamento.
Lo psicanalista ancorato al proprio ateismo, però consiglia di affidare Melville alle cure della sua collega, ed ex moglie (Margherita Buy), poiché è più brava, ovviamente dopo di lui. Mentre lo psicologo deve rimanere a San Pietro per evitare una possibile fuga di notizie, il Papa esce dalle Mura vaticane e approfittando di un momento di distrazione del suo portavoce (Jerzy Sthur), fugge, vagando per le vie di Roma…
Nanni Moretti torna al cinema cinque anni dopo Il caimano, è lo fa con il film della maturità, volgendo uno sguardo laico nel mondo del Vaticano. Per la prima volta Moretti non fagocita il film con la sua presenza, anzi, ne rimane in disparte ritagliandosi un ruolo minore ricco di ironia, per concedere ampio spazio a un grande Michel Piccoli.
Moretti non si è ispirato a nessuno per la figura del Santo Padre, ma il suo Celestino VI sembra ricalcato su Celestino V “colui che fece il gran rifiuto”, ospite nel regno degli Ignavi creato appositamente da Dante nella sua Divina Commedia.
Habemus papam mostra un lato inedito del Vaticano, rappresentato come un microcosmo isolazionista nel suo aspetto più puro, fatto di regole, preghiere e abitudini, spogliato però dalle implicazioni politiche e fatti oscuri che hanno coinvolto la Santa Sede in passato e “contaminato” da un elemento esterno, per di più un uomo di scienza, che mal si concilia con l’uomo di Dio.
Il papa di Moretti è un uomo smarrito, non un pusillanime incapace di assumersi le proprie responsabilità, responsabilità che si rivelano gravose per poter dare un conforto a una società che ormai non crede più a niente. Il suo senso di inadeguatezza colpisce non solo lui, ma anche gli altri Cardinali sperano di non essere “il vincitore”: come il gioco della pagliuzza che nessuno vuole mai prendere, sperando sempre che qualcuno la colga al posto tuo, quando capita a Melville, finisce per dare un senso di liberazione e sollievo agli altri compagni di “sventura”.
Melville sognava il teatro da giovane, e nel girovagare finisce per assistere alle prove di una compagnia teatrale. Realtà e finzione si mescolano, una realtà fatta di sentimenti e vite non realmente vissute, edulcorate proprio come il nucleo costituito dalle mura Vaticane, così lontane dal mondo reale, eppure capace di avere un potere (spirituale ovvio, ma anche temporale) incredibile.
Nelle parole di Melville vi sono le intenzioni di Moretti, ateo convinto, che la Chiesa necessiti di un cambiamento radicale, vittima anch’essa di una profonda crisi (e il balcone di San Pietro vuoto lo dimostra ampiamente).
I momenti divertenti, seppur di un’ironia pacata e non volgare, non mancano, come nelle scene del mini campionato di pallavolo tra i cardinali provenienti da tutto il mondo o della guardia che muove la tenda facendo finta di essere il pontefice, così come non risultano pesanti le disquisizioni filosofiche del bravissimo psicanalista, prigioniero suo malgrado in un luogo in cui non ha mai creduto.
Ottime musiche, scenografie e fotografia, che innalza il livello di qualità del cinema made in Italy.
Buona la direzione degli attori, anche se risulta po’ sprecata Margherita Buy, mal utilizzata e lasciata un po’ per strada, abbandonata dal suo paziente e dal suo regista. Diverso discorso per il suo protagonista, Michel Piccoli, ottimo nel cogliere il profondo senso di prostrazione e confusione, alla ricerca del suo vero io e nella disperata accettazione di un ruolo che in realtà non gli appartiene e che rifiuta nel profondo del proprio essere.
Habemus papam è un ottimo capace di spaziare equamente tra satira, riflessione, laicità e religione.

Voto: 8
A.M.

lunedì 23 maggio 2011

BOX OFFICE



Jack Sparrow colpisce ancora: I pirati dei Caraibi-oltre i confini del mare straccia il box office italiano incassando ben € 5.312.335. Secondo posto per Fast & Furious 5 con € 743.765. Terzo è in cinecomic Red, mentre The Tree of Life di Terrence Malick è in quarta posizione con un incasso di € 381.896, un esordio non eccellente per il neo vincitore della Palma d'Oro, ma comunque un buon risultato dal punto di vista della visibilità. Quinta posizione per Mr. Beaver, altro esordio della settimana, sesto invece è il teen horror Beastly con € 227.688 di incasso. Il Dio Thor è costretto a rimanere tra i comuni mortali, accontentandosi della settima posizione, mentre Dilemma di Ron Howard è ottavo con € 158.093 di incasso. Habemus papam resiste in classifica e rimane al nono posto, mentre Il ragazzo con la bicicletta esordisce al decimo posto con un misero incasso di € 90.698.

La classifica:

  1. I pirati dei Caraibi - oltre i confini del mare - € 5.313.335
  2. Fast & Furious 5 - € 743.765
  3. Red - € 427.939
  4. The Tree of Life - € 381.896
  5. Mr. Beaver - € 315.556
  6. Beastly - € 227.688
  7. Thor - €170.429
  8. Il dilemma - € 158.093
  9. Habemus papam - € 122.545
  10. Il ragazzo con la bicicletta - € 90.698


NEWS: Vincitori Festival di Cannes 2011




La giuria presieduta da Robert De
Niro
ha decretato The Tree of Life di Terrence Malick il miglior film del Festival cinematografico di Cannes.
Malick, noto per essere geloso della propria privacy, contrario alle apparizioni televisive (non concede un'intervista dal 1973) e alle manifestazioni cinematografiche, non si è presentato alla kermesse, relegando il compito ai produttori della pellicola, Bill Pohlad e Dede Gardner. Il regista statunitense non ha vinto per la miglior regia, ottenuto da Nicola Winding Refn, autore di Drive.
Il ragazzo con la bicicletta dei fratelli Dardenne si aggiudica il Gran Prix ex aequo con Once Upon a Time in Anatolia di Nuri Bilge Ceylan.
Joseph Cedar è il miglior sceneggiatore per Footnote, mentre il premio alla Giuria va a Polisse di Maiwenne Le Besco.
Il miglior attore è Jean Dujardin per The Artist di Michel Hazanavilcius, mentre Kirsten Dunst ha vinto per la sua prova in Melancholia, del discusso Lars Von Trier. Checché se ne dica peste e corna del cineasta danese, rimane pur sempre un bravo direttore di attrici.
Per quanto riguarda la sezione Quinzane Des Realisateurs è stato premiato Les Géant del regista belga Bouli Lanners.
Delusione per gli italiani: Habemus papam di Nanni Moretti e This Must be the Place di Paolo Sorrentino sono rimasti a mani vuote, ma sicuramente avranno successo all'estero, grazie alla visibilità donatagli dalla vetrina dorata del Festival francese.



domenica 22 maggio 2011

LE USCITE DELLA SETTIMANA



Titolo:
The Tree of Life

Cast:
Brad Pitt, Sean Penn, Jessica Chastain, Fiona Shaw
.
Regia: Terrence Malick.
Durata: 138’

Il piccolo Jack ha undici anni e vive con la sua famiglia nel Midwest. La prima fase della sua vita è meravigliosa. Sua madre rappresenta per lui l’essenza dell’amore e della misericordia, mentre il padre cerca di insegnargli ad affrontare la vita, tralasciando l’affetto. La vita di Jack cambia improvvisamente quando si affaccia per la prima volta la malattia, il dolore e la morte che si porta via uno dei suoi amati fratelli. Lo stravolgimento del destino porta Jack ad affrontare la vita adulta perso in un mondo moderno scoprendo che, con lo scorrere del tempo, nulla cambia. Il cammino di Jack si rivelerà tortuoso, ma imparerà a riconoscere la bellezza e la gioia in tutte le cose.


Titolo: Pirati dei Caraibi-oltre i confini del mare
Cast: Johnny Deep, Penelope Cruz, Geoffrey Rush.
Regia: Rob Marshall.
Durata: 141’

Jack Sparrow è prigioniero sulla nave di Barbanera, dopo essere sfuggito alle guardie del re e aver tentato di liberare il suo compagno di scorribande Gibbs. Sparrow è prigioniero per colpa della bella Angelica, figlia di Barbanera, in passato sedotta e abbandonata dal fascinoso pirata. Sparrow si ritrova suo malgrado alla ricerca della fontana della giovinezza, collaborando con Barbossa, che si finge aiutante di Barbanera, ma in realtà medita vendetta verso quest’ultimo…


Titolo: Il ragazzo con la bicicletta
Cast: Jérémie Renier, Cécile De France, Fabrizio Rongione.
Regia: Jean-Pierre e Luc Dardenne.
Durata: 87’

Ciryl è un ragazzo di dodici anni rifiutato dal padre insensibile. L’unica cosa che gli rimane è una bicicletta. Finito in un centro di accoglienza per l’infanzia, Cyril non ci sta e lotta contro gli assistenti che lo hanno in affidamento e soprattutto contro il padre che lo ha praticamente abbandonato. Durante l’ennesima fuga incontra Samantha, una parrucchiera dolce e sensibile che decide di prendersi cura di lui nel fine settimana…


Titolo: Il dilemma
Cast: Vince Vaughn, Kevin James, Winona Ryder, Jennifer Connelly.
Regia: Ron Howard.
Durata: 111’

Ronny e Nick sono amici per la pelle fin dai tempi del liceo e ora sono in affari con una ditta di design per automobili pronta a decollare. Ronny è sposato con Geneva e un giorno Nick la scopre in compagnia di un affascinante ragazzo. Nick è deciso a scoprirne di più e si improvvisa detective, scatenando equivoci e scoprendo che anche Ronny nasconde qualche segreto…


Titolo: Mr. Beaver
Cast: Mel Gibson, Jodie Foster, Jennifer Lawrence.
Regia: Jodie Foster.
Durata: 91’

Walter Black è il presidente di un'azienda di giocattoli sull'orlo del fallimento. A causa di una grave forma di depressione, viene cacciato di casa dalla moglie. Un giorno Walter trova una marionetta a forma di castoro e ne diventa il ventriloquo. Attraverso Beaver, Walter supera la depressione, doventa simpatico e soprattutto ritrova l’energia e le idee di un tempo in grado di sollevare l’azienda. Riesce anche a riconciliarsi con la moglie e il figlio, ma presto Beaver diventa ingombrante e anche pericoloso...


giovedì 19 maggio 2011

NEWS: Lars Von Trier inviso a Cannes.


Lars Von Trier è "persona non gradita" al Festival di Cannes. In concorso con Melancholia, il regista danese famoso per le sue provocazioni durante le interviste e le conferenze stampa questa volta ha esagerato.
Durante la conferenza stampa per il film, ha dichiarato "per molto tempo ho pensato di essere ebreo e ne ero felice, poi improvvisamente è cambiato tutto e non ero più ebreo. Anzi, ho scoperto che ero un nazista e la cosa mi è piaciuta altrettanto...Non mi spiace affatto. Capisco Hitler perché capisco l’uomo che è pieno del male. Sono contro la II Guerra Mondiale e sono vicino agli ebrei, ma non troppo perché Israele è un problema".
Trier rincara la dose dando il colpo di grazia agli addetti stampa sbigottiti: "Adoro l’architetto Speer, aveva un grande talento. Come regista nazista ora penso a un film sulla soluzione finale".
La confessione di simpatizzare per Hitler non è piaciuta al Boards of Directors, che ha condannato duramente queste affermazioni, e a nulla sono valse le scuse da parte del cineasta. Nonostante il polverone, Melancholia rimane in concorso.
Von Trier da tempo soffre di depressione e non ha mai nascosto l'astio contro la stampa e i giornalisti. Riuscirà la giuria del festival a considerare Melancholia papabile per la Palma d'Oro al di là del suo autore?

lunedì 16 maggio 2011

MONOGRAFIA: Mae West


"Hai in tasca una pistola o sei felice di vedermi"? Con questa battuta si potrebbe riassumere lo spirito esplosivo e piccante di Mae West, sex symbol dell'America perbenista e puritana.
Mae West nacque New York il 17 agosto del 1893 e iniziò la carriera nel mondo dello spettacolo a soli cinque anni, esibendosi in numeri di vaudeville. Durante gli anni del teatro divenne famosa per aver inventato lo "Shimmy" (uno stile di danza eseguito con le spalle ferme e il resto del corpo in movimento) e cominciò a scrivere commedie da lei stessa interpretate. Nel 1926 scrisse e interpretò la commedia Sex, scatenando un'ondata di indignazione, uno scandalo tale da essere arrestata dalla polizia durante lo show e portata in carcere.
Debuttò al cinema tardi, verso gli anni Trenta, sotto contratto della Paramount che la scritturò per la pellicola Night After Night ed ebbe l'opportunità di riscrivere le sue battute, occasione che Mae West non si lasciò sfuggire. E fu subito successo.
Un piccolo ruolo, ma un esordio folgorante per la sexy attrice: la Paramount la elevò al rango di protagonista con il film Lady Lou-la donna fatale (1933) di Lowell Sherman. Mae West interpreta una cantante di saloon nella New York di fine Ottocento, che si trova coinvolta in un giro di prostitute, ma viene salvata da un giovane agente di polizia che la sposa e la manda sulla retta via. Il suo partner è un Cary Grant agli esordi, ma l'attrice, anche se non più giovanissima, è così ironica e sensuale da non sfigurare con un co-protagonista più giovane. L'interpretazione dell'attrice è irriverente e disinvolta, riuscendo ad esprimere completamente la sua verve, caratteristiche ormai insite nella newyorchese tutto pepe, perfetta nel ruolo della femme fatale.
Lady Lou-la donna fatale fu il film che riscosse maggior successo. Con Cary Grant recitò anche in Non sono un angelo (1933) di Wesley Ruggles, successivamente prese parte a Belle of the Nineties (1934) e Annie del Kondike (1936) di Raoul Walsh.
Finito il contratto con la Paramount, entrò nella scuderia della Universal, con Mia bella pollastrella (1940) che portò alla collaborazione con W.C Fields, caustico e irriverente (quanto lei) commediante. Accoppiata esplosiva sullo schermo, ma ricca di contrasti sul set, Mia bella pollastrella fu un successo strepitoso secondo solo a Via col vento, nonostante fosse stato bocciato dalla critica.
Passata alla major Columbia, decise di abbandonare il mondo del cinema dopo The Heat's On. Nel 1950 le venne proposto il ruolo di Norma Desmond nel capolavoro di Billy Wilder Viale del tramonto, ma l'attrice fu scartata dal regista dopo la pretesa di West nel riscrivere la sceneggiatura. Mae West perse una grande occasione, che fu colta da Gloria Swanson (attrice del muto e musa di Enrich Von Stroheim) che la riportò alla luce dopo anni di oblio. Una nuova fama cinematografica sfumata, ma l'attrice non si perse d'animo e preferì concentrarsi sul teatro e sulla scrittura, con la sua autobiografia, ovviamente scandalosa.
Ritornò al cinema nel 1970, dopo quasi trent'anni di lontananza dallo schermo con Il caso Myra Breckinridge di Michael Sarne, anche perché ebbe l'opportunità di riscriversi le battute. L'ultimo film da lei interpretato fu Sextette di Ken Hughes, con Timothy Dalton e Tony Curtis, all'età di ottantacinque anni.
Morì due anni dopo per cause naturali, il 22 novembre del 1980.
Un corpo per il peccato e un cervello per gli affari: questa è Mae West. Dive come lei con quel mix di sensualità e ironia, capace di essere sensuale e terribilmente seducenti anche a quarant'anni, ormai non ce ne sono più.









mercoledì 11 maggio 2011

NEWS: Festival di Cannes




Si apre oggi la 64esima edizione del Festival di Cannes. Ad aprire la kermesse è Midnight in Paris di Woody Allen che vanta la prémiere Dame Carla Bruni-Sarkozy. Il meglio del cinema passa per Cannes: oltre ad Allen c'è l'atteso The Tree of Life di Terrence Malick, Habemus papam di Nanni Moretti (unico film italiano in gara),This Must Be the Place l'esordio americano di Paolo Sorrentino, Melancholia di Lars Von Trier, Il ragazzo con la bicicletta dei fratelli Dardenne, La Piel Que Abito di Pedro Almodovar e il controverso Unlawful Killing di Keith Allen (padre della cantante Lily), incentrato sul tragico incidente che costò la vita a Lady Diana. Presente, anche se non fisicamente, Jafar Panahi, con Questo non è un film. Un festival in nome della qualità: che vinca il migliore!

lunedì 9 maggio 2011

NEWS: Vincitori David di Donatello



Forte dell'anniversario sui 150 anni dell'unità di Italia, Noi credevamo di Mario Martone vince il David di Donatello come miglior film. Il film di Mario Martone sul risorgimento italiano è il trionfatore della serata, vincendo anche per lasceneggiatura, fotografia, acconciatura, scenografia, trucco e costumi. Daniele Luchetti è il miglior regista per La nostra vita, premiato anche il suo protagonista Elio Germano. Paola Cortellesi è la migliore attrice protagonista per Nessuno mi può giudicare, mentre Valentina Lodovini e Giuseppe Battiston sono i migliori attori non protagonisti rispettivamente per Benvenuti al Sud e La passione. 20 sigarette viene premiato per la migliore produzione, mentre Clint Eastwood vince il premio per il miglior film straniero con Hereafter.

I premi:

miglior film: Noi Credevamo per la regia di Mario Martone
migliore regista: Daniele Luchetti per La nostra vita
migliore regista esordiente: Rocco Papaleo Basilicata coast to coast
migliore sceneggiatura: Mario Martone, Giancarlo De Cataldo per “Noi credevamo”
migliore produttore: Tilde Corsi, Gianni Romoli, Claudio Bonivento per 20 Sigarette
migliore attrice protagonista: Paola Cortellesi per Nessuno mi può giudicare
migliore attore protagonista: Elio Germano per La nostra vita
migliore attrice non protagonista: Valentina Lodovini per Benvenuti al Sud
migliore attore non protagonista: Giuseppe Battiston per La passione
migliore direttore della fotografia: Renato Berta “Noi credevamo”
migliore musicista: Rita Marcotulli, Rocco Papaleo per “Basilicata coast to coast”
migliore canzone originale: Mentre dormi - testi di Gimmi Santucci e Max Gazzè, musica e interpretazione di Max Gazzè per “Basilicata coast to coast”
migliore scenografo: Emita Frigato per “Noi credevamo”
migliore costumista: Ursula Patzak per “Noi credevamo”
migliore Truccatore: Vittorio Sodano per “Noi credevamo”
migliore acconciatore: Aldo Signoretti per “Noi credevamo”
migliore montatore: Alessio Doglione per “20 sigarette”
migliore fonico di presa diretta: Bruno Pupparo per “La nostra vita”
migliori effetti speciali visivi: Rebel Alliance per “20 sigarette”
miglior film dell’Unione Europea: Il discorso del re di Tom Hooper
miglior film straniero: Hereafter di Clint Eastwood
miglior documentario di lungometraggio: “E’ stato morto un ragazzo. Federico Aldrovandi che una notte incontrò la polizia” di Filippo Vendemmiati
miglior cortometraggio: “Jody delle giostre” di Adriano Sforzi
David Giovani: 20 sigarette” di Aureliano Amadei

BOX OFFICE


Ma allora la gente va al cinema… 3.327.301 euro se li aggiudica Fast & Furious 5 balzando subito al primo posto e scalzando Thor che si deve accontentare “solo” un milione di euro. Terzo posto per il film romantico Come l’acqua per gli elefanti che guadagna però trecentomila euro. Buona posizione per Machete, quarto, mentre scende al quinto posto Source Code. Rio resiste in classifica e incassa 231.009€ posizionandosi sesto. Habemus papam è al settimo con un incasso sui duecentomila euro, seguito all’ottavo da Senza arte né parte con 178.563€. Faccio un salto all’Avana è nono, mentre Limitless chiude la classifca alla decima posizione.

La classifica:

  1. Fast & furious 5 - € 3.327.301
  2. Thor - 1.083.387
  3. Come l’acqua per gli elefanti - € 379.453
  4. Machete – € 329.226
  5. Source Code - € 326.690
  6. Rio - € 231.009
  7. Habemus papam - € 214.224
  8. Senza arte né parte - € 178.563
  9. Faccio un salto all’Avana - € 155.008
  10. Limitless - € 140.771