Come join the party, it's a celebration! Nuova rubrica in casa Director's cult, che celebra l'anniversario di un classico della commedia romantica: Pretty Woman. 25 anni, ma portati con grinta. Ancora oggi è un cult assoluto con una deliziosa Julia Roberts.
Titolo: Pretty Woman
USA, 1990
Cast: Julia Roberts, Richard Gere, Hector Elizondo, Laura San Giacomo.
Sceneggiatura: J.F. Lawton.
Regia: Garry Marshall
Durata: 110'
USA, 1990
Cast: Julia Roberts, Richard Gere, Hector Elizondo, Laura San Giacomo.
Sceneggiatura: J.F. Lawton.
Regia: Garry Marshall
Durata: 110'
Edward Lewis (Richard Gere) è il principe che invece ha indurito il suo cuore e prende le aziende in fallimento, le smembra e le rivende a cifre da capogiro.
Ma se nella favola Cenerentola perde la scarpetta e la ritrova grazie al principe, in questa favola degli anni Novanta è il principe che perde la strada verso casa (o meglio, una stanza in uno dei più lussuosi hotel di Beverly Hills) e la ritrova con questa deliziosa fanciulla che ancora non sa di essere una principessa.
Non siamo in un paese incantato, ma siamo nella luccicante Beverly Hills, dove se non sei ricco non sei nessuno.
Il principe Edward però, non le pone la scarpetta di cristallo, ma un consistente affare: una settimana con lui per un prezzo da capogiro. Un’offerta che non può rifiutare. E non lo fa. Perché Cenerentola avrà anche un cuore d’oro, ma anche un gran senso per gli affari.
Ma lei ha bisogno di una trasformazione, e per questo c’è una fatina piccola piccola che si chiama carta di credito, che con un solo tocco apre le porte dei più lussuose e modaiole boutique di Rodeo Drive. E Cenerentola è pronta per il gran girotondo di balli nell’alta società americana per un’intera settimana.
Garry Marshall alleggerisce la parabola esistenziale di questa splendida ragazza che sognava Los Angeles e invece è finita a calcare i marciapiedi facendo il mestiere più antico del mondo. E se l’Hollywood Boulevard ha il marciapiede costellato di stelle, queste stelle sono calpestate da tacchi a spillo vertiginosi, pronti a muoversi per salire sull’auto di un uomo che non ricorda neanche lontanamente il principe azzurro.
Ma ognuno nella vita merita una seconda chance, e a Vivian capita un uomo d’affari senza scrupoli con una vita sentimentale vuota e capace solo di fare soldi calpestando tutti pur di raggiungere i suoi obiettivi.
In una città scintillante come Beverly Hills, tutto è basato sull'apparenza: se Vivian dall'esterno è una ragazza volgare con abiti altrettanto volgari, ma nasconde un'anima pura, Edward invece ha l’apparente eleganza di un uomo d’affari vestito in Armani, ma dentro è un uomo arido incapace di provare reali sentimenti.
Vivian vive la sua favola ed entra nel magico mondo dei ricchi californiani, ma è mal vista dalla miriade di sorellastre cattive dei negozi di moda che le vedono in lei solo la prostituta, con i tacchi a spillo, dai modi spicci e disdicevoli. E non si pongono problemi a rammentarglielo.
Meno male che c’è il pigmalione di turno che, nelle vesti del direttore dell’hotel (Hector Helizondo) vede in lei sì una donna di strada, ma anche una ragazza carina e ingenua che può essere una ragazza di classe e con stile. Perché nel fatato mondo di Beverly Hills, la classe puoi acquistarla con un favoloso abito firmato. E le sorellastre cattive possono solo stare a guardare rose dall’invidia.
Se Vivian ha la possibilità di essere una “signora per un giorno”, Edward a sua volta avrà la chance di vivere una vita migliore imparando a godersi l’aspetto semplice della vita, ma soprattutto a rispettare il prossimo.
E se Edward le offre l'opportunità di cambiare vita, Vivian a sua volta gli da quello scossone che lo sveglia dal torpore capitalistico in cui era caduto.
Entrambi impareranno l’uno dall’altra, e immancabile scocca l’amore. Altrimenti che Cinderella e principe azzurro sarebbero?
Ma sappiamo benissimo che in Pretty Woman la favola non finirà. Perché dopo 24 anni, Pretty Woman è una scoppiettante commedia romantica che ancora affascina e avvince, che è ancora perfetta per una “chicken nigth”, ovvero una serata tra ragazze.
E in effetti Pretty Woman sdogana il genere dei “film per gallinelle” che imperverseranno negli anni Novanta, lasciando spazio a film con storie femminili che hanno deliziato una generazione di trentenni non ancora entrate nella Sex and the City Generation.
Diretto con mano leggera e sicura da Garry Marshall, Pretty Womanin realtà è più cinico di quanto si possa immaginare, anche se il tutto è sapientemente annacquato per fare leva sull’aspetto romantico e sognante. Un po’ come bere il vino con l’acqua. Ma alla fine bevi sempre il vino, solo che è più leggero.
La ricetta vincente di Pretty Woman è una sceneggiatura semplice ma briosa, una bella colonna sonora, ma soprattuto un cast vincente a partire dalla coppia Richard Gere e Julia Roberts, e impreziosita da Hector Helizondo (che girerà tutti i film diretti da Garry Marshall), Ralph Bellamy star delle commedie anni Trenta alla sua ultima apparizione, e Laura San Giacomo nel ruolo dell’amica di Vivian.
Pretty Woman mantiene intatta la freschezza di una favola romantica, che non ha perso smalto nel corso degli anni, divertendo e perché no, facendo sognare le “gallinelle” oggi forse parecchio più ciniche delle “gallinelle” di venti anni fa, ma sotto sotto nascondono ancora un’anima sognatrice.
Voto: 8