Oggi è arrivata l'estate e come celebrarla al meglio se non con una giornata dedicata al cinema cinese? Grazie al supporto di Obsidian Mirror abbiamo creato un day dedicato alla cinematografia cinese, attraverso film della 'tradizione' e film della 'rivoluzione' che mostrasse le varie sfaccettature di questa cinematografia affascinante, di un paese quale è la Cina.
Director's cult ama la tradizione e vi porta alla scoperta (o meglio, a una visita) del cinema di John Woo, prima che sbarcasse a Hollywood, con The Killer
China: Through The Revolution a seguire!
Titolo: The Killer
Titolo originale: Die xue shuang xiong
Hong Kong, 1989
Cast: Chon Yun-Fat, Danny Lee, Sally Yeh.
Sceneggiatura: John Woo.
Regia: John Woo.
Durata: 104'
Ci sono le regole e c'è un codice d'onore da rispettare, nonostante i tempi stiano cambiando. Questo codice d'onore lo segue fino in fondo un killer professionista (Cho Yun- Fat), tanto freddo nell'eseguire il suo lavoro, quanto umano e dotato di etica nonostante abbia intrapreso una discesa nell'inferno chiamato Triade.
Etica che emerge quando durante un lavoro ferisce gravemente la dolce cantante Jenny (Sally Yeh), rendendola cieca.
La sua missione è riparare al torto che lei ha subito, proteggendola e cercando di darle una nuova speranza che solo un'operazione può darle.
C'è chi dall'altra parte della barricata (Danny Lee) ha il suo codice morale, un codice in nome della giustizia, un poliziotto che non ama seguire il protocollo, ma si fida del proprio intuito. Sesto senso che lo porterà verso le tracce del killer, rimanendo però affascinato da questo sicario che non uccide a sangue freddo.
Con The Killer John Woo mette in cantiere il progetto che lo porterà a Hollywood, tenendo banco per una decina di anni con i suoi film ricchi di tensione e azione iperbolica.
John Woo dimostra di aver masticato tanto cinema americano e se non fosse per la rappresentazione di una Cina così affascinante - impregnata di notte dove esiste solo la legge di chi è più scaltro può sopravvivere a un mondo marcio e corrotto - potrebbe benissimo essere un perfetto action movie americano.
Film d'azione è comunque un termine riduttivo per definire The Killer.
Woo ha la splendida capacità di amalgamare lo stile hollywoodiano con la cultura cinematografica cinese: da un lato le scene di azione, esasperando la violenza con l'uso premeditato dello slow motion (il classico rallentatore) preso in prestito da Sam Peckinmpah e usato a hoc per creare un lirismo nelle (copiose) sparatorie che costellano questo ambizioso; dall'altra attinge a un film di Jean Pierre Melville - Les Samurai impregnandolo dell'estetica orientale fatta di lealtà, amicizia e un codice di onore inviolabile.
The Killer parte come un trhiller, che presenta del nostro 'eroe' negativo seduto in una chiesa, circondato da candele accese, dove le colombe si librano nello spazio circostante (che poi torneranno a omaggiare il suo successo più famoso Face/Off, dove Woo si autocita in più di una occasione).
Woo non glorifica l'azione del killer, ma introduce lo spettatore (anche quello occidentale) in un universo dove l'etica e la morale hanno delle regole sacre, regole da seguire con religiosa fedeltà e impossibili da violare - firmando consapevolmente un patto che lo porterà dritto all'inferno.
Il killer entra in azione inscenando un valzer di sangue, dove le pallottole danzano in una perfetta coreografia, centrando in pieno i propri obiettivi. Qualcosa però va storto e la ragazza che entrata nel posto sbagliato al momento sbagliato ne paga le conseguenze: l'assassino seriale in preda ai rimorsi, decide di pagare il suo debito nei confronti di questa fanciulla resa ancora più vulnerabile dalla cecità, proteggendola in ogni modo.
Jenny rappresenta la purezza in un mondo dove non c'è spazio per l'innocenza. Una rara innocenza che diventa il bene più prezioso per il killer, che diventa la sua ragione di vita, recuperando grazie a lei, l'anima persa nei meandri delle sue vittime da giustiziare.
Il killer però è pur sempre un uomo appartenente a un ambiente malavitoso e ha il suo antagonista che ha il compito di consegnarlo alla giustizia, usata in modo inconvenzionale da questo tutore della legge che crea a sua volta un codice etico che va al di là di un semplice distintivo.
Il killer e il poliziotto finiscono per inseguirsi come il gatto e il topo, in un gioco dove uno è al servizio del bene e l'altro è al servizio del male, ma entrambi dotati di forte senso della lealtà e dell'amicizia virile.
Il poliziotto infatti è affascinato da questo enigmatico sicario, condividendo in maniera insospettabile una morale di fondo che riduce il divario tra il bene e il male, oltrepassando con pericolosa ambiguità la linea che seprara i due mondi distintamente.
E il punto di forza di The Killer è proprio questo rapporto ambiguo dove due uomini che hanno seguito due strade differenti, non sono poi così diversi dal punto di vista della condotta morale, dove la dignità e il senso dell'amicizia hanno il sopravvento, dove la vendetta è l'unica via di uscita per riscattarsi in nome della propria dignità.
La dignità è più importante di una scalata al potere, che semina cadaveri in nome della Triade - ambiente dove il potere e il denaro è più importante, anche della vita dei propri adepti
Il killer però è della vecchia scuola: uccide per professione, ma elimina solo i 'cattivi', proteggendo i 'buoni' come Jenny e una bambina, vittime estranee e innocenti di un mondo cruento dove i 'mad dog' si uccidono tra di loro e dove i cani sono più fedeli degli essere umani.
I tempi cambiano e non c'è posto per un uomo che ha per valore l'amicizia e il senso dell'onore. Così come non c'è posto per un poliziotto che va al di là delle regole pur di mantenere intatto quel senso dell'onore instaurato con il killer.
Azione, suspence, romantismo e un sottile umorismo e il 'Woo's touch' che diventerà il marchio di fabbrica per i film americani a venire, fanno di The Killer il miglior film di John Woo, mettendo la firma per Hollywood e mettendo le basi per il cinema cinese di nuova generazione che ha rivoluzionato la cinematografia asiatica.
Voto: 8
Hanno partecipato al China: Inside the Tradition
Hanno partecipato al China: Trough the Revolution
THE OBSIDIAN MIRROR ("I love Bejing", Ning Ying 2000)
NON C'E' PARAGONE ("Infernal affairs", Wai-Keung Lau 2002)
RECENSIONI RIBELLI ("La città proibita", Zhang Yimou 2006)
WHITE RUSSIAN ("Il tocco del peccato", Zhangke Jia 2013)
MARY'S RED ROOM ("Closed doors village", Xing Bo 2014)
MONTECRISTO ("Mountains may depart", Zhangke Jia 2015)