venerdì 10 novembre 2023

RECENSIONE: Lina da Lima








Titolo: Lina da Lima
Titolo originale: Lina de Lima
Cast: Magaly Solier, Cecilia Castagena, Javiera Contador
Sceneggiatura: Maria Paz Gonzales
Regia: Maria Paz Gonzales
Durata: 80'


A volte nella vita bisogna staccare le proprie radici e trapiantarle altrove. Succede quando il paese di origine non ti offre nulla, ti priva della tua linfa vitale e le opportunita' bussano altrove per poter sopravvivere.

Così Lina ( Magaly Solier) parte da Lima per raggiungere Santiago, Cile, dove lavora come domestica presso una facoltosa famiglia che ha in progetto la ristrutturazione della casa delle vacanze e una piscina nuova per la loro figlia Clara.

Lina segue i lavori e nel frattempo si prepara per le vacanze di Natale dove a casa l'attende suo figlio, lasciato alle cure della nonna e dell'ex marito.

La vita e' dura per un'immigrata, e soprattutto e' pregna di solitudine. Solitudine che Lina abbatte mangiando a un ristorante Peruviano e soprattutto attraverso incontri sessuali occasionali. Ma l'arma più forte che ha è rifugiarsi in un mondo parallelo,con  piccoli siparietti musicali a tinte neon dove lei riversa le sue frustrazioni e ansie.

Lina immagina per un istante di essere una star del musical come Esther Williams mentre si tuffa in una piscina, come nel film Bellezze al bagno. La stessa piscina che lei deve monitorare da lavoratori sfaticati che le creano problemi e che non le permettono di rientrare a casa. 

Piccoli musicals dove lei si immagina ancora più bella e sexy come una Marilyn castana, o addirittura una provocante versione della vergine Maria; dandole la forza di andare avanti, raccogliendo i cocci del suo cuore spezzato quando si rende conto che suo figlio non ha bisogno di lei, al di la' di un mero supporto economico.

Perché le radici, anche se sono impiantate nuovamente, muoiono se non vengono innaffiate, rischiando di diventare aride -  aridita' causata da uno stile di vita differente, la distanza geografica, il fuso orario che le fa perdere la telefonata del figlio -  e soprattutto la solitudine.

Così Lina si prende cura di se' stessa attraverso il rapporto con Clara, la figlia dei suoi datori di lavoro, instaurando un rapporto amichevole e d'intesa, più che da governante e figlia del datore di lavoro.

Cosi' Lina sopravvive alla mancanza di affetto familiare rimorchiando sconosciuti, e cerca di instaurare un rapporto di comunicazione anche con Mauri, che lei chiama Mauricio, immigrato probabilmente clandestino che non conosce lo Spagnolo, ma e' incaricato di finire i lavori.

Lina  cerca di instaurare un rapporto con Mauri, usando il linguaggio del corpo, gesticola, parla lentamente,  rompe le barriere dell'incomunicabilità, finendo per passare il Natale con lui, perche' nessuno quel giorno dovrebbe passarlo da solo, quando la famiglia non c'e'. 

Così Lina le mantiene viva la sua linfa passando il tempo con chi può, che sia la figlia del proprio capo, un lavoratore precario o un uomo conosciuto in un locale.

E quando ciò non basta, c'e' la musica, quei momenti magici dove lei canta e si abbandona con tutta la sua passione e il suo sex appeal.

Maria Paz Gonzales firma il suo esordio con delicatezza e lentezza (soprattutto all'inizio), per poi sciogliersi grazie al taglio musical, immergendo la sua Lina da Lima nel verde, fuchsia delle luci soffuse, illuminate dai bagliori delle paillettes e lustrini, facendo della fotografia e delle coreografie il suo punto di forza. 

Elementi notevoli che alleggeriscono tematiche difficili come l'immigrazione, il sentirsi soli - sottolineati dalla soggettiva che riprende il punto di vista di Lina dalle finestre della grande villa in cui lavora, e oggettiva offerta da una cena solitaria mangiata in un ristorante dalla protagonista - e la mancanza di equita' economica (l'acquisto dei regali di Natale, il disappunto nel perdere i soldi del biglietto aereo non rimborsabile). Eppure non  c'e' disperazione, non c'è una sola lacrima versata da Lina.

Perche' se il mondo che le offrono e' inospitale, ci saranno sempre dei momenti di pura fantasia che può creare, un piccolo paradiso artificiale dove trovare la forza di andare avanti e di prendersi cura delle radici che ha piantato in un terreno che non e' il suo.


Voto: 7,5

giovedì 2 novembre 2023

UNWANTED FIRST IMPRESSION: Oppenheimer

Avvertenze: Se non siete ancora riusciti a vederlo e volete, seguite queste linee guida.
  • Non andate al cinema dopo una giornata di lavoro, o con le balle sverse.
  • Andate dopo una bella dormita.
  • Bevete un caffe' prima dell'inizio del film.
  • Poi una bella e sana pipi' dopo il caffe'. In caso di vescica sensibile, usate un Tena Lady,
  • Portate con voi del cibo, anche una pagnotta al formaggio va bene, Fidatevi, sono salva vita.
  • Durante la visione, bevete piccoli sorsi di acqua. A meno che non usiate il Tena Lady.



Quindi:

  • Oppeneimher ha la visione mistica come il gatto di mia madre, Ipa - detta anche Miss Sofficino - vede la Madonna. L'originale, non la cantante.
  • Visivamente e' un capolavoro e se Miss Sofficino ha le stesse visioni di Xstopher Nola e Oppenheimer insieme, e' la gatta piu' fatta (e soffice) di tutta Legnano town.
  • Kenneth Branagh e' perso nel suo metodo Stanis Larochelle, e dopo il suo opinabile accento Russo in Tenet, ne sfoggia un altrettanto discutibile accento Tedesco. Perche' parlare normalmente fa' troppo Irlandese.
  • Tutti hanno bisogno di una crema idratante. E la fotografia in bianco e nero non aiuta.
  • Perche' Xtopher Nolan ha imoarato da Dunkirk, mette sonoro e musica per tre ore di fila. Praticamente e' un intero anno di ascolto fatto con Spotify, Deezer, Amazon Music insieme. Se qualcuno conosce un altro mese aggratis di un qualsiasi servizio musicale streaming, mi contatti in privato.
  • Il sesso e' cosi' nevrotico che il nuovo trend erotico e' ciulare mentre si legge un testo in Sanscrito.
  • In Barbenheimer, Kitty Oppenheimer sarebbe la BARBIE AMBRIACONA.
  • Kitty O' praticamente e' sempre ciuca, e di tanto in tanto, vorremmo farci un cicchetto con lei.
  • L'esperimento della bomba andava fatto durante un tempo atmosferico ottimale, per avere una visione chiara. Ecco perche' non la testarono mai a Londra, perche' li' il tempo e' sempre na'mmerda.
  • Oppenheimer si dimostra un po' ingenuo sugli effetti collaterali della bomba. Ecco perche' Barbie ha vinto un premio Nobel e lui no.
  • Jack Quaid appare sullo schermo, Jack Quaid scompare dallo schermo. Che sia un effetto collaterale della bomba?
  • Qualcuno inizi una petizione affinche' Johnatan Nolan ritorni a scrivergli i film.
Nel frattempo, mangia una pagnotta al formaggio ammamma.