martedì 5 gennaio 2010

MONOGRAFIA: Pam Grier.

Pam Grier la vera “regina” del genere Blaxploitation, tanto da diventare una delle eroine di action movies negli anni ’70. L’attrice afroamericana divenne una star, un sex simbol per gli uomini e un modello di femminismo per le donne[1].
Nata il 26 maggio del 1949 a Wiston-Salem nella Carolina del Nord, trascorse la sua infanzia tra le basi militari oltreoceano e le case popolari di Denver, nel Colorado. Medico mancato, fece il mestiere modella per pagarsi gli studi. La sua carriera non iniziò con il cinema, ma posando senza veli per la rivista Playboy, diventando la protagonista del numero di agosto del 1975. Sempre nel 1975, Pam fu immortalata nella rivista femminista Ms, dove fu definita dalla giornalista Jamaica Kinkaid la “Mogul hollywoodiana color cioccolato”, dimostrazione che non solo era un bel corpo da esibire, ma anche una donna carismatica che poteva diventare un modello per le donne afroamericane dell’epoca. Anche se gli esordi non rispecchiavano un modello di virtù, era riuscita a diventare un’icona pop dell’America anni Settanta.Altre colleghe di razza caucasica, personaggi come Emma Peel della serie tv The Avengers, non hanno avuto il carisma dimostrato da Grier in grandi black movies come Coffy e Foxy Brown. L’unica in grado di reggere il confronto con la diva afroamericana, capace di combattere e di affermare la propria indipendenza, aggressività e sensualità fu Tura Satana, regina dei film di Russ Meyer, autore di film al limite del genere hard.[2]
E fu proprio con Meyer che iniziò la sua carriera cinematografica, con una piccola apparizione nel film Beyond the Valley of the Dolls. Il primo ruolo di rilievo lo ottenne con un film del filone WIP, (Women in prison films)[3] con The Big Doll House (Sesso in gabbia) del 1971, diretto dal regista bianco Jack Hill. Pam Grier interpreta il ruolo di una prigioniera politica che era riuscita ad evadere dal carcere insieme a due compagne di cella, prendendo in ostaggio la direttrice crudele e un medico molto umano. Grier interpretò il seguito, The Big Bird Cage (1972) sempre diretto da Jack Hill, che non si discosta molto dalle tematiche del film precedente. Pam Grier diventò talmente famosa da essere chiamata in Italia grazie ai suoi ruoli da eroina negli action movies.
Prima di girare Coffy, film che l’ha lanciata nell’Olimpo delle star della Blaxploitation, Grier interpretò Woman in chains (Donne in catene, 1973), che mette in scena un episodio di guerriglia dove i ribelli fanno scappare due donne da un riformatorio di Manila. La sua stella cominciò ad appannarsi verso gli anni Ottanta, ma Pam Grier continuò a lavorare nei teatri regionali, in televisione e in film di rilievo come Fort Apache, the Bronx, (Bronx 41° distretto di polizia), Something Wicked This Way Comes (Qualcosa di sinistro sta per accadere) e Above the Law (Nico).
Gli anni Novanta furono il momento della rinascita, grazie a tre registi diventati di culto nel panorama hollywoodiano. Tim Burton le affidò un piccolo ma efficace ruolo in Mars Attack! (1996), John Carpenter la chiamò in 1997: Escape From L. A. (1997: fuga da Los Angeles) e soprattutto Quentin Tarantino le fece una vera e propria “dichiarazione d’amore” affidandole il ruolo da protagonista in Jackie Brown (1998). Negli ultimi anni Pam Grier lavorare soprattutto per la televisione, nota principalmente per il personaggio di Kit nel serial The L World, dove interpreta la sorella di una delle protagoniste, con problemi di alcool, che dopo una serie di vicissitudini riesce a riprendere le redini della propria vita.
A.M.


[1] James, Darius, That’s Blaxploitation! Roots of the Baadasssss’ tude (rated x by an all-withe jury), New York, S. Martin’s Griffin Edition, 1995 , pp. 45-47.
[2] Tura Satana è un’attrice di origine giapponese protagonista di molti film di Russ Meyer, come Faster Pussycat kill! Kill!. È una donna forte, violenta con gli uomini e dalla personalità prorompente.

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