martedì 12 gennaio 2010

News.

Il regista francese Eric Rohmer è morto lunedì mattina a Parigi, all'età di 89 anni.
All'anagrafe Jean Marie Maurice Schérer, fu insieme a François Truffaut, Jacque Rivette e Jean-Luc Godard tra i massimi esponeti della Nouvelle Vague. Iniziò la sua attività nel mondo del cinema come fondatore della rivista Le Gazette du cinèma insieme a Claude Chabrol, Truffaut e Rivette, diventandone poi il direttore. Insieme a Chabrol curò una monografia su Alfred Hitchcock nel 1955 e più tardi sul regista tedesco Murnau. Dal 1957 al 1963 fu caporedattore del Cahiers du cinèma, periodo della nascita della Nouvelle Vague. Rohmer fu uno dei primi a passare dietro la macchina da presa nel 1959 con il lungometraggio Il Segno del leone, prodotto da Chabrol. In questa pellicola esistono già i segni della tematica che diventerà tanto cara al cineasta francese: il caso come manipolatore delle vite umane. In seguito diede vita a quattro cicli che coprono quattro decenni. Gli anni Sessanta e Settanta sono segnati dai sei Contes moraux: La collezionista (1966), La mia notte con Maud (1969), che gli valse la nomination agli Oscar, L'amore il pomeriggio (1972) sono tra le opere più importanti. Gli anni '80 sono segnati dal secondo ciclo Comédies et proverbs, opere più scanzonate e dal tono beffardo. Le opere più famose di quel periodo sono: Il bel matrimonio (1982), Pauline alla spiaggia (1983) e soprattutto, Il raggio verde (1986), Leone d'oro al festival di Venezia. Negli anni Novanta si dedica alle tematiche delle stagioni e alle incertezze dei sentimenti, con Les contes des quatre saisons: Racconto di primavera (1990) Racconto di inverno (1991), Racconto d'estate (1996), Racconto d'autunno (1998). All'età di 80 anni continua la sua carriera vitale offrendo un nuovo ciclo nel Ventunesimo secolo: una trilogia storica. La nobildonna e il duca, dedicata all'aristocrazia francese durante la rivoluzione, Triple agent (2004), ambientata negli anni Trenta. Gli amori di Astrea e Coledon (2007) ambientato nel V secolo segna la fine della sua lunga carriera. Nel 2001 fu insignito del Leone d'oro alla carriera al festival del cinema di Venezia.
Ci lascia un pezzo di storia del cinema, ma la sua opera rimarrà impressa nella memoria collettiva.

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