martedì 14 maggio 2013

RECENSIONE: 20 anni di meno






Titolo: 20 anni di meno
Titolo originale: 20 ans d'écart
Francia, 2013
Cast: Virginie Efira, Pierre Niney, Charles Berling, Giles Cohen.
Sceneggiatura: Amro Amzhawi, David Moreau.
Regia: David Moreau.
Durata: 91'


Alice Lantins (Virginie Efira) è una redattrice per la rivista di moda Rebelle, è una mamma single e ha quasi 40 anni e la sorella tenta di accasarla nuovamente col primo che le capita. Balthazar (Pierre Niney) è un giovane studente di architettura di 20 anni, ha un padre (Charles Berling) che collauda auto sportive per il suo programma televisivo ed eterno Peter Pan in procinto (o quasi) di sposarsi con una coetanea del figlio.
In attesa di una promozione, Alice vive la sua carriera in bilico perché il suo capo (Giles Cohen) la giudica troppo "bacchettona" e poco ribelle, e in più deve vedersela con la giovane collega che potrebbe rubarle in posto. 
Alice e Balthazar si incontrano per caso su un volo Rio-Parigi, e complice una chiavetta USB smarrita e una foto equivoca finita su twitter dove si pensa che Balthazar baci una donna più matura, Alice sfrutta questa finta relazione per rilanciare la sua carriera e per dimostrare di essere una donna all'avanguardia agli occhi del suo capo. Però la situazione le sfugge di mano...
Le donne e la carriera. Se vuoi essere rispettata al pari di un uomo e arrivare all'apice del successo, devi incutere timore e concentrare ogni energia nel lavoro, soprattutto in quella giungla chiamata moda. 
Alice è una "Figlia di Anna Wintour" la osannata e celebre direttrice di Vogue America, la emula dedicandosi anima e corpo al suo mestiere, è una donna ambiziosa, seria, porta i capelli raccolti in uno chignon, aspetto austero da "fraulen desperate" e di acceso ha solo il rossetto rosso sulle labbra. E soprattutto è convinta di poter farne a meno di un uomo. 
Alice lavora in un microcosmo dell'immagine, ma nasconde il suo essere, la sua femminilità dietro una corazza, rendendola troppo poco ribelle e se vuoi sopravvivere alle novità che avanzano sotto forma di  una collega esuberante e soprattutto ventenne, deve scendere a compromessi. 
Ed ecco affacciarsi un giovane che ha avuto il suo colpo di fulmine appena l'ha vista, che è giovane ma dall'educazione vecchio stile e in cerca di una figura matura che sostituisca quella mancante dei genitori,  Un ragazzo che comunque è una mosca bianca tra i suoi coetanei, amante delle buone maniere e con una maturità mostrata anche per non assomigliare disperatamente a un padre che gioca ancora all'amico, ma comunque in grado di capire e aiutare il figlio quando ha problemi di cuore,  in grado di sciogliere in lei la resistenza ad avere una vita amorosa. 
Anche se questo comporta rovesciare i canoni tipici dell'uomo maturo che può avere una relazione con una donna più giovane, ma che ancora fatica ad accettare una donna accanto al suo "toy boy".
Gli ingredienti per un'analisi della donna contemporanea ci sono tutti: l'età che corre inesorabilmente verso gli "anta", le nuove arrivate più giovani che minacciano di prendere il tuo posto, sacrificare la vita privata in nome della carriera, e soprattutto i pregiudizi e le problematiche nel pensare a una relazione futura quando c'è una grande differenza d'età. 
Se infatti è normale che il padre di Balthazar abbia una relazione con una ragazzi di 20 anni, la Parigi un tempo bohemienne ancora non è in grado di accettare che Alice sia in grado di vivere secondo dei canoni maschili. 
La Francia esporta la sua "cougar" (così chiamate in America le donne dopo gli "anta" che hanno una relazione con ragazzi più giovani) e se il regista Moreau esplora più il lato romantico che quello sociologico, 20 anni di meno è una commedia divertente, fresca e accattivante sin dai dinamici titoli di testa che riprendono una rivista, prendendo in giro i pregiudizi di una società che tende ancora a  bacchettare e a fare la morale.
Moureau tende a stemperare la tematica incorniciandola nel frivolo mondo del fashion deridendo i suoi cliché; a cominciare dal boss americano (impossibile non pensar alla Wintour), al fatato mondo di pallette e lustrini, feste che celebrano artisti egocentrici, modelle evanescenti, fotografe arrabbiate (esilarante il personaggio di Patric), e vita notturna innaffiata di party e cocktail.
Ottimi gli attori Efira riesce a caratterizzare la sua Alice come un ghiaccio capace di sciogliersi scoprendo la sua sensualità e vitalità, mentre Niney (ribattezzato il Jean Dujardin in miniatura dall'acida fotografa) è una sorta di ventenne alieno così romantico, imbranato e sensibile. I personaggi di contorno sono i più divertenti e sopra le righe, a cominciare dal capo di Alice e dal padre di Balthazar, così bambino, fino all'assistente oca e spumeggiante come un bicchiere di champagne.
20 anni di meno è una commedia divertente, ricca di gag ed equivoci, ma che sa far riflettere per un attimo sui cambiamenti della società e dell'eterne problematiche delle donne, ma con un tocco leggero, non volgare e soprattutto non moralistico. 
L'amore dopotutto, non ha età, no?

Voto: 7,5
A.M.

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