mercoledì 7 dicembre 2016

RECENSIONE: Chi-Raq





Titolo: Chi-Raq
Id; USA 2015
Cast: Nick Cannon, Teyonah Parris, Angela Bassett, Wesley Snypes, John Cusack.
Sceneggiatura: Spike Lee.
Regia: Spike Lee.
Durata: 127'


Vogliamo la libertà, vogliamo il potere di determinare il destino della nostra comunità nera.
Questo era il primo punto del '10 point plan' redatto da Hey P. Lewis, fondatore del Black Panther Party.
In difesa dell'autodifesa era il cavallo di battaglia delle Pantere nere, uno slogan che arrogava il diritto degli afroamericani di poter girare armati in modo da potersi difendere dal poliziotto bianco e con il grilletto facile.
In difesa dell'autodifesa è un po' il motto di tutti gli americani, che vogliono sentirsi protetti e vogliono avere il diritto di possedere un'arma da fuoco, anche di mettersela sotto al cuscino per fare sonni tranquilli.
Ma che succede quando si eccede nella difesa - sia personale che di 'territorio' - arrivando a un far west, se non a un vero e proprio campo di battaglia, facendo diventare Chicago una zona di guerra - la città natale di Barack Obama - dove la comunità nera ha deciso di vivere in una costante battaglia combattuta a suon di pallottole?
L'America con la industria florida delle armi da fuoco è rea di aver provocato la morte di 2,349 americani in Afghanistan dal 2001 a oggi, aggiungendo 4,441 americani morti in Iraq -  che sono 'noccioline' se sono paragonate con 7,356 americani morti a Chicago negli ultimi 15 anni. 
Dati allarmanti che sembrano essere usciti da uno speciale della CNN o dal seguito di Bowling at Columbine di Micheal Moore, ma in realtà questi dati ce li fornisce il film Chi-Raq, l'ultima invettiva di Spike Lee, che collabora per la prima volta con Amazon Prime, l'antagonista di Netflix.

This is an emergency, This is an emergency

Police sirens, everyday
People dyin', everyday
Mamas cryin', everyday
Fathers tryin', everyday
Tryin' to get my head straight
This the city of Chi-Raq, get your bed made
See death around the corner, boy I dodge him like I owe 'em
I don't talk if I don't know 'em
Niggas plottin' niggas on me...

...Please pray for my city
Too much hate in my city

Too many heartaches in my city
But I got faith in my city
This Chi-Raq and I love that
You can't take it away from my city
Some can't relate to my city
They die everyday in my city...
...And y'all mad cause I don't call it Chicago
But I don't live in no fuckin' Chicago, boy I live in Chi-Raq
Chi-Raq, Chi-Raq, Chi-Raq
Boy I live in Chi-Raq
Schermo nero e le parole che rimbalzano sullo schermo ti danno il primo schiaffo di una realtà quotidiana dove la gente vorrebbe solo alzarsi, andare a scuola, al lavoro, pagare le bollette e magari ritornare a casa intero senza una pallottola vagante che ti trapassa il corpo, strappandoti la vita in un istante - da un fratello afroamericano che uccide un altro fratello afroamericano -  In uno scenario di guerra dove le sirene della polizia suonano ogni giorno, dove la gente muore ogni giorno e le madri piangono e pregano ogni giorno affiché questo strazio finisca.
Chicago non è più Chicago, ma un paese vittima di un perpetuo conflitto come in Iraq. Chicago è diventata una zona di guerra, Chicago è diventata Chi-Raq.
Parole dure che colpiscono al cuore cantate dal rapper del momento, Demetrius 'Chi-Raq' Dupré (Nick Cannon) durante un suo concerto che finisce con una sparatoria. Ordinaria amministrazione. Ma è ora di dire basta alla violenza.
Spike Lee è ancora incazzato e si vede. Spike si incazza e non ne può più, vuole la tregua, vuole la pace. E per averla, scomoda Aristofane e la sua Lisistatra - colei che scioglie gli eserciti - trasformandola in  una 'hip - hopera', dove la prosa teatrale viene sostituita con lo slang e le rime dell'hip-hop, la lirica dei rapper.
La storia viene presentata dal narratore Dolmedes (Samuel L. Jackson) che introduce la battaglia di Lysistrata (Teyonah Parris) per porre fine alla guerra tra gang dei Trojan capitanata appunto da Chi-Raq contro Cyclops (Wesley Snipes) degli Spartan  - un po' come gli Shark e i Jetts di West Side Story in salsa gangsta però - che si sparano a vicenda rivangando i fasti della cultura rap/hip hop e della guerra della West Coast Notorious B.I.G. e Tupack Shakur. 
Finché non ci va di mezzo l'ennesimo innocente, la piccola Patti, figlia di Irene (Jennifer Hudson) che voleva solo tornare a casa da scuola, e invece il suo corpo finisce sull'asfalto in una pozza di sangue.
La morte di Patti e un attentanto alla sua vita e a quella di Chi-Raq scuote  Lysistrata, che aiutata da Miss Helen (Angela Bassett) le fa capire che essere la pupa di Chi-Raq non ha valore, quando può essere paladina della pace capace di riportare l'ordine in 'tha fuckin' Chicago'. Ma come fare? 
A poco servono le parole dell'unico reverendo bianco del quartiere (John Cusack), che parla di giustizia, che denuncia un degrado educativo dove vige la mancanza dell'educazione scolastica  che porta a una brillante carriera in galera, perchè bisogna avere un progetto concreto. 
Lysistatra capisce che ci vuole un piano decisivo, una lotta che stravolge totalmente il concetto di 'fate l'amore e non la guerra'. E decide di fare totalmente l'opposto: no peace, no pussy (detto terra terra, niente pace, niente figa). 
E come la Lisistrata ateniese che prostrava i militari tenendoli a una condizione di celibato forzata, la Lysistrata di Lee comincia a formare il suo squadrone di donne incazzate cercando soprattutto l'alleanza della compagna di Cyclops, ponendo fine alle ostilità in nome della sorellanza e della fine dell'ignoranza. Perché così che si vive, ma è anche così che si muore (all to the bang bang, BANG- BANG) e bisogna preservare le generazioni future da questo clima di costante tensione e violenza, puntando invece sull'educazione e sulle opportunità migliori che la vita può dare a chiunque, anche agli abitanti di Chi-Raq, che ha la possibilità ritornare Chicago, città che comunque sa essere bella nella sua architettura e nei suoi simboli come Michael Jordan.
Il Black Power diventa così il Pussy Power che ha il suo point plan:
I will deny all right of access or entrance
 for every husband,lover or male acqueiatance
 who comes in my direction in erection...
... No peace, no pussy!!!
Il piano porterà all'astinenza forzata che porterà a negarsi a mariti, amanti e conoscenze occasionali lasciandoli in balia della propria disperazione (ed erezione), facendoli arrivare alla tregua e alla fine della violenza.
E come nella commedia di Aristofane, l'emarginazione e la sottomissione femminile viene combattuta proprio con la sua arma migliore, il sesso e il corpo femminile, che diventa un potere nelle mani di Lisistrata, così come nelle mani dell'eroina di Lee diventa la rivendicazione della donna ridotta al cliché 'tette e culo' che imperversa(va) nella cultura hip-hop soprattutto negli anni Novanta, dove la donna si limitava a essere la docile e consenziente pupa del gansta.
Ma per arrivare allo scopo, bisogna arrivare dritto al bersaglio, e cosa c'è di più effettivo che colpire il cuore dell'America, ovvero il suo corpo militare? Inizia così la scalata di questa novella Angela Davis in salsa Blaxploitation, che instaura una vera e propria compagine militare fatta però di pacifismo e cintura di castità, con tanto di piano Hot and Bothered: Lonsome Women +
                                                                               Slow Jaws=
                                                                               Strike Break
                                                                               Equals=
                                                                               Sex Y'all!
Se ti concedi, porrai fine allo sciopero, se invece otterrai l'ugualianza, ci sarà sesso per tutti! Quindi bisogna opporre resistenza e bisogna colpire al cuore dell'America: l'istituzione militare.
Lysistrata colpisce e affonda, beffeggiando il generale King Kong (John Patrick Kelley) denigrandolo in tutta la sua frenesia che fa di lui un esaltato allupato, arrivando a far tremare il sindaco (bianco) della città (D.B. Sweeney), che finisce a sua volta viene sedotto e sbeffeggiato dalla moglie -  come Mirrina fa con Cinesia su ordine di Lisistatra per colpire al cuore degll'esercito.
Lysistrata sferra un attacco anche al governo, colpevole di essere cieco di fronte a tanta violenza e a tanto degrado, puntando sulla gentrificazione delle aree dimenticandosi però della sua gente, dimenticandosi degli afroamericani.
La battaglia di Lisystrata si protrae per quasi 4 mesi, arrivando anche in Giappone, Grecia, Brasile e altri posti del mondo, dove lo slogan No peace, no pussy è un grido di battaglia per porre fine a ogni tipo di violenza, contro la diseguaglianza dei sessi.
Chi-Raq resiste la battaglia, nonostante i suoi amici sono rimasti paralizzati, o finiti senza un rene dopo l'ennesima sparatoria, per poi cedere di fronte al murales dei ragazzi uccisi, giovani ritratti nel giorno del diploma, giovani che avevano un futuro, che come caduti in guerra non avranno un domani, ma che hanno solo potuto lasciare di sé solo una pozza di sangue sull'asfalto da ripulire con una spugna insaponata, e un cadavere da riconoscere all'obitorio.
E rispettando la commedia di Aristofane fino in fondo, si arriva allo scontro finale tra Chi-Raq e Lisystrata e alla sospirata tregua, con un progetto di speranza forse un po' utopistico, ma che secondo Spike l'incazzato potrebbe essere l'unico modo di salvare la nuova generazione dalla rassegnazione e da una vita fatta di droga, armi e galera.
Chi-Raq non è un film perfetto, perché Spike Lee è ambizioso come sempre, e cerca di portare il suo film su diversi livelli - una satira innanzitutto, ma anche un musical, un'opera teatrale, un dramma e una commedia, che purtroppo funzionano meglio da soli che nel loro complesso. 
Il problema di fondo del film è che vuole essere principlamente una satira, ma Lee non vuole rinunciare al suo aspro tono di denuncia sociale, mancando di totale equilibrio tra i generi, come se non volesse offendere nessuno della sua comunità che vive realmente il dramma delle gang, mentre non si risparmia nel mettere alla berlina la politica e il corpo militare statunitense, cercando di aggiustare il tiro con un finale edificante che vorrebbe essere un messaggio di speranza per la sua comunità.
Il punto di forza del film è ovviamente Lysistrata, che sembra riportare i fasti della mitica Coffy di Pam Grier un po' guerriera, un po' santa e un po' peccatrice. 
Il punto debole invece è Chi-Raq che sembra un Tupac risorto come un'Araba Fenice, con un passato tormentato che si tramuta nel suo presente fatto di stessi errori, che rimane stritolato da il suo ruolo di puro gangsta (anche se il cantante Nick Cannon da una prova attoriale notevole,così come il resto del cast - anche se John Cusack all'inzio sembra essere spaesato per poi riprendersi nella scena del sermone), così come un Wesley Snipes redivivo, ma macchiettistico -  come se volesse renderli deboli di fronte alla forza di Lisystrata, rendendoli invece solo dei personaggi inconsistenti.
Chi-Raq nonostante tutto, non è un film brutto. Anzi, preso a 'capitoli' distinti tra loto, riesce a colpire al cuore nei momenti drammatici (anche solo con la canzone iniziale - Pray 4 My City), riesce a far ridere nei momenti di farsa,  così come funziona nei momenti musical, d'altronde si parla di gansta rap culture, no?
Chi-Raq poteva essere una satira più corrosiva e irriverente e parecchio cattiva, ma riesce comunque a essre un sonoro e urlato 'vaffa' a una situazione sempre più intollerante, è un sogno di un'America non più schiava delle armi.
Sogno che rimarrà tale, perché con il nuovo presidente in arrivo, il diritto di autodifesa sarà più prepotente che mai.

Voto: 7

2 commenti:

  1. Chi-Raq mi manca, sono davvero curioso di vederlo.
    Bella recensione :)

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    Risposte
    1. Grazie! Ti consiglio di vederlo e lo trovi in streaming, non penso che sia uscito in Italia. Io vivo in UK e l'hanno programmato in limited release (e con un anno di ritardo), l'ho visto martedì scorso e ieri era già sparito dalla programmazione!:-/

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