lunedì 29 settembre 2014

MENIAMO LE MANI 2: Danko

Tremate, tremate, la spaccaossablogger ritorna a picchiare a suon di film con Meniamo le mani 2!!! Un po' come la saga (infinita?) degli Expendables di Stallone e soci, solo che noi usiamo le recensioni al posto delle pistole. Per l'occasione Director's cult rispolvera un poliziesco con i fiocchi Danko (nato stanco ndr.) di Walter Hill.


Vi spiezziamo in due!






Titolo: Danko
Titolo americano: Red Heat
USA, 1988
Cast: Arnold Schwarzenegger, Jim Belushi, Ed O'Ross.
Sceneggiatura: Walter Hill, Troy Kennedy-MartinHarry Kleiner
Regia: Walter Hill.


Ivan Danko (Arnold Swarzenegger) indaga sul pericoloso trafficante di droga Viktor Rokstavill (Ed O'Ross) e durante uno scontro a fuoco Danko uccide il fratello di Viktor, che uccide a sua volta il suo amice e collega. 
Rokstavill fugge in America e Danko vola negli States per rimpatriarlo. Viene affiancato all'estroverso e rude detective Art Ridzik (Jim Belushi), e insieme cercano di incastrare Viktor.
Walter Hill confeziona un film di azione con un sottile senso dell'umorismo frutto della "relazione complicata" tra Ivan Danko e Art Rizdik.
Si gioca con gli stereotipi, "approfittando" di un clima di distensione (realmente avvenuta, ricordate la Perestroika e la storica stretta di mano tra Ronald Reagan e Mikail Gorbaciov?) tra (l'ex) Unione Sovietica e gli Stati Uniti d'America.
Ivan Danko è un perfetto prodotto dell'armata sovietica: granitico, taciturno, preciso, incenerisce con uno sguardo. Rizdik è ovviamente l'opposto: chiassoso, sboccato e impulsivo. Può una coppia così mal assortita lavorare insieme? Certo, se sono accomunati dallo stesso senso di giustizia e di vendetta. Entrambi perdono il proprio collega e amico, e nonostante i loro metodi siano diametralmente opposti, hanno l'obiettivo di arrestare il pericoloso Viktor, cattivo che più cattivo non si può, dotato di una pistola nascosta nella manica da far invidia al Travis Birckle di Taxi Driver.
Hill gioca sulle differenze culturali fin dall’inizio, mostrando una Mosca ricoperta di neve, fredda, il cui silenzio viene interrotto dalla marcia dei poliziotti dell'armata russa; in netta contrapposizione con la chiassosa Chicago, intossicata dal traffico e abbagliata dalle luci al neon di motel con clienti poco raccomandabili.
Danko sbarca in America con la sua impeccabile divisa e non si scompone più di tanto. Anche perché non è in veste di turista, sa che deve fare il suo dovere. Parla poco e agisce tanto, a dispetto di Ridzik che parla tanto, ma agisce altrettanto allo stesso modo, diventando la spina del fianco del suo superiore (Tom Boyle).
E paese che vai, sistema di polizia rigido che trovi. “E’ come il KGB” afferma Danko, riguardo la rigidità del protocollo americano. Paese che vai, pistole che ti confiscano.
Che tu sia di nazionalità Russa o Americana, poco importa, perché le regole sono le stesse. E che tu sia Russo o Americano, quelle regole le puoi sempre trasgredire. Danko porta con se un “giocattolino”, una mega pistolona che potrebbe bucare pure un carrarmato. Ma è in America ora, e il “ferro” migliore è la 44 Magnum, l’ha usata anche l’ispettore Callaghan! Ma il pistolone gli viene tolto all’agente tutto di un pezzo, perché anche gli Yankees hanno la burocrazia e le regole da seguire.
Meno male che c’è Rizdik che non accetta di seguire gli ordini e dando la pistola a Danko, capisce che non ci sono differenze culturali nel seguire i propri ideali in nome di una criminalità che non conosce nazionalità.
La criminalità infatti non conosce confini geografici, ed ecco che Viktor riesce a entrare negli States grazie alla “moglie” Cat Manzetti (Gina Gershon), che si infila in un guaio più grande di lei.
Così come Danko pur nella sua inespressività (ma capace di farti calare le braghe con uno sguardo fulminante), non è poi così freddo come si potrebbe dipingere un Russo, ed esprime un atto di umanità cercando di proteggere Cat, facendola fuggire e mentendo alla polizia americana, trasgredendo a sua volta il protocollo che un agente in visita dovrebbe rispettare. 
Ed è questo senso di indisciplina che lega inevitabilmente Danko e Rizdik. Hill giocando con gli stereotipi e le differenze culturali crea una (ideale) Perestroyka: la distensione tra URRS e USA avviene attraverso rapporto solidale che si crea tra l'impassibile Ivan e lo sguaiato Art, sancito dallo scambio dei rispettivi orologi, può essere (nei limiti della fiction ovviamente) al pari di quella stretta di mano tra Reagan e Gorbaciov.
Danko di Walter Hill è un action movie ben confezionato, dove i momenti di tensione non mancano, così come non mancano le scazzottate e sparatorie, culminate con un grande inseguimento finale a bordo di un bus, con una buona dose di sense of humor con la odd couple Schwarzenegger (qui al top dopo la performance di Terminator) e lo sboccatissimo Belushi (non toccategli la mamma o si arrabbia!). Film godibile e Walter Hill c'entra il bersaglio. Senza l'ausilio di una 44 Magnum.



16 commenti:

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    1. Ma veramente. E devo dire che Schwarzy era un bel fié da ggiovane!

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  2. Danko era uno dei must della mia infanzia. Favoloso, da vedere e rivedere!!

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    1. Io magari l'ho visto da piccina (figurati se mio padre se li perdeva!) e l'ho rimosso. Ma ci ho provato gusto a vederlo!

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  3. Action tostissimo, tra i migliori degli anni ottanta: i battibecchi tra Schwarzy e Belushi sono ancora ineguagliati.
    Bellissimo.

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    1. La battuta del dare da mangiare al parrocchetto è fenomenale. Così come lo sguardo fulminante di Schwarzy!

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  4. COme ho scritto nella mia recensione è molto probabile che l'abbia visto e che non me lo ricordi affatto.

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  5. Danko, nato stanco.
    Capolavoro già solo per l'inizio, con le mazzate nel bagno turco e sulla neve.

    Moz-

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    1. E della gamba finta spezzata e colma di cocaina? Devo dire che è un action niente male!

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  6. Questo non ho mai avuto il coraggio di vederlo, malgrado la regia di Walter Hill... me colpevole!

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    1. Bella accoppiata sì, mi sa che fanno a gara con Tango e Cash!

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    1. Eheh, il cappello magico di Director's cult ha mille sorprese! ;-)

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