giovedì 30 aprile 2015

K-HORROR DAY: Mourning Grave

The Obsidian Mirror  questo mese compie 4 anni e festeggia in grande stile: i cineblogger tornano per celebrare il cinema horror coreano, che completa il percorso intrapreso da Obsidian Mirror che ha inaugurato la saga con Whispering Corridors.
Director's cult ha scelto Mourning Grave, dove la scuola è già di per sé un incubo per molti adolescenti, ma con questo film prende pieghe sinistre e inquietanti.
L'intento di Obsidian Mirror è di avvicinare i cinefili a riscoprire o ad accostarsi a un genere che rifuggono come il cinema horror. Nel caso della Director's, si è riaccesa la scintilla, spentasi dopo una 'giovinezza' passata a masticare film dell'orrore asiatici.


Attenzione: Siccome la Director's è un po' vecchietta (ma mica tanto neh) e non vede film horror da secoli, ha visto in Mourning Grave qualcos'altro in più di un semplice film dell'orrore. 
Come? Lo scoprirete tra poco, sperando di non tradire lo spirito dell'iniziativa.





Titolo: Mourning Grave
Titolo originale: Sonyeogoedam
Corea del Sud, 2014
Cast: Kang Ha-neul, Kim So-eun, Kim Jung-tae
Sceneggiatura: On Hin-chun
Regia: On Hin-chun
Durata: 90'

La scuola a volte è un posto che può diventare opprimente. Devi stare tutto il giorno in un'aula, seduto, in silenzio. Bisogna stare composti, seguire la lezione, che - nelle intenzioni pedagogiche - dovrebbero formare la base culturale e comportamentale del futuro adulto. Devi indossare una uniforme, facendoti lasciare a casa i jeans preferiti che vorresti indossare.
La scuola a volte può diventare un incubo. Perché al di là del fascino e dalla opportunità (che un infante non può ancora riconoscere) di essere forgiati in prossimi 'uomini/donne del sapere', è un luogo dove si crea rabbia, frustrazione, isolamento e competizione. 
Come è possibile che ci si senta esclusi e soli se si passano dalle quattro alle otto ore al giorno in compagnia di altri venti/trenta ragazzi che hanno la tua stessa età?
Capita, eccome se capita. Perché sì, si ha la stessa età, ma si ha una differente educazione famigliare e un diverso background socio-culturale.
Così nel nome di un fittizio o pseudo darwinismo sociale, se non sei della stessa 'cerchia', se sei debole (e quindi un facile bersaglio) vieni preso di mira, sbeffeggiato e umiliato senza ragione. 
Si chiama bullismo. E la scuola è il luogo perfetto dove si annida il germe del bullismo.
Tu sei la vittima, l'ho deciso io. Non sei come me. Sono meglio di te. 
E allora decido di deriderti, di prenderti in giro, di prenderti a schiaffi. Di tagliarti i capelli, di farti svegliare la mattina sapendo che ti tormenterò finché la campanella della scuola non sancirà la fine della tua tortura quotidiana. E chi acconsente a questo 'gioco', bene, chi dissente, stessa punizione.
Come una malattia, il bullismo ti prende, ti toglie la dignità, ti rende debole psicologicamente e ti toglie ogni difesa. Fino a spingerti al suicidio.
Come accade alla giovane Sae-hee (Kim-So eun), umiliata dalla 'bulla' di turno perché ha osato denunciare il pessimo comportamento della sua compagna di classe all'insegnante.
Sae-hee ha osato alzare la testa, e allora la punizione è stata il supplizio psicologico che l'ha portata alla morte.
Solo un ragazzo, In-Su (Kan-Ga neul) può vederla. In-Su ha il potere di vedere i fantasmi. Potere e maledizione allo stesso tempo, perché fin da bambino vede queste presenze divenute per lui insostenibili e inquietanti, perché non fanno altro che chiedere giustizia, di placare il loro tormento.
Dono che lo porta ad essere escluso, trovando la compagnia in fantasmi, la compagnia di Sae-hee che diventa la sua amica, e forse qualcosa di più - dopo aver cercato di ignorare la sua presenza, di far finta che fosse frutto della sua immaginazione. Anche se quel fantasma ha un non so che di familiare, così diversi dagli spiriti che In-Su incontra ovunque, in metropolitana, a casa e soprattutto a scuola.
E si ritorna lì, nel luogo dell'incubo.
In un luogo dove si consumano omicidi, sete di vendetta, drammi che si potevano evitare, ma che non sono stati fermati.
Mourning Grave parte come un tradizionale horror con il giovane In-su che stringe il suo amuleto per tenere lontano i fantasmi che lo tormentano, con uno stile che riprende il celebre The Ring,  e The Grudge, che lanciarono il trend una quindicina di anni fa - facendo conoscere il genere horror orientale al pubblico che occidentale cresciuto a pane e Freddy Kruger.
Ciò che rende interessante Mourning Grave, non è tanto l'effetto 'paura' che si vuole suscitare con apparizioni improvvise, sangue che schizza in scene efferate e omicidi, ma piuttosto il vero orrore è rappresentato dalla scuola.
Se nel dramma teatrale A porte chiuse Jean Paul Sartre identificava l'inferno con una stanza chiusa senza finestre dove gli astanti finiscono per torturasi psicologicamente a vicenda, in  Mourning Grave la classe di un liceo diventa il luogo di odio e soprusi. E Sha-nee da vittima designata dentro le mura di una classe, diventa a sua volta la carnefice che soddisfa la sete di giustizia in quelle pareti chiuse, dove bisogna fissare la lavagna, dove bisogna stare seduti e composti, zitti e attenti, perché la professoressa sta spiegando, voltando loro le spalle sbrigando il suo dovere.
E ciò che fa più paura di Mourning Grave non è l'arrivo inaspettato di un fantasma o di quella mano insanguinata che tocca la finestra,  ma fa paura quanto i giovani vestiti in uniforme, siano capaci di esercitare gratuitamente la cattiveria.
E fa paura vedere l'indifferenza, fa paura vedere l'impotenza di un padre (che saprà poi vendicare la figlia in modo sbagliato), fa paura vedere la mancanza di comprensione da parte di chi dovrebbe darti una educazione - che non è fatta solo di regole e nozioni di matematica.
Sae-hee cerca pace, e lo fa con la violenza. Una sete di sangue che si abbatte come un vortice e la volontà di cancellare per sempre quel posto che ti insegna a una sfrenata competizione, che ti insegna a schiacciare per non essere schiacciati. Se sopravvivi, sei pronto per il mondo reale, che è ancora più spietato.
Sae-hee cerca pace, e può trovarla grazie a In-Su. Per fortuna non c'è solo odio nella scuola, ma anche amore. Chi non si è mai innamorato tra i banchi di scuola?
In-Su cresce e diventa a sua volta insegnante. Le sue visioni però tornano.
C'è ancora molto da fare per fermare il bullismo nella scuola.
Mourning Grave riesce a miscelare con cura horror, romance, suspence e humor, riuscendo a scardinare abilmente le regole dell'horror made in Asia.

Voto: 7,5


Hanno festeggiato The Obsidian Mirror:

"Whispering Corridors" (1998) su Non c’è paragone
"Whispering Corridors" (1998) su Pensieri Cannibali
“Sorum” (2001) su Mari’s Red Room
“Two Sisters” (2003) su White Russian
“Three...Extremes” (2004) su La Fabbrica dei Sogni
“The Host” (2006) su Recensioni Ribelli
“Hansel & Gretel” (2007) su In Central Perk
“Thirst” (2009) sul Bollalmanacco di Cinema
“I Saw the Devil” (2010) su Delicatamente Perfido
“The Terror Live” (2013) su Cinquecento Film Insieme


20 commenti:

  1. Risposte
    1. Io l'ho trovato su youtube in 5 parti. Che, scazza, ma da il tocco di suspence in più e tiene incollati per bene! Grazie a Dio ho finito la scuola secoli fa, si vede con meno angoscia! :-p

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  2. Come Beatrix, anche io segno, non lo conoscevo affatto :)

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    1. Io invece devo segnare Thirst, sono proprio a digiuno di Park Chan-wook! ;)

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  3. Sembra interessante, segno anche io!

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    1. Segna, a me è piaciuto molto, non penso che ne rimarrai deluso!

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  4. Caspita, se c'è anche solo il 15% dell'analisi che fai tu in questo post, è da vedere.

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  5. Come ho già scritto da qualche altra parte, non mi ricordo dove, Mourning Grave, per le sue tematiche, avrebbe potuto benissimo rappresentare il sesto capitolo della saga dei Whispering Corridors. I fondamentali ci sono tutti: l'ambientazione scolastica, il dramma di uno studente abbandonato nella propria solitudine, la speranza di riscatto legata ad un singolo appiglio che si trova dalla parte opposta del baratro.
    Ciò che differenzia questo film dalla già citata serie è l'uso eccessivo di situazioni studiate apposta per provocare terrore, come appunto la mano sul vetro o la scena iniziale sul vagone della metropolitana. C'è comunque ampio spazio per adagiarsi nella bellezza della narrazione e, perché no, nella tristezza (non hai pianto come una fontana durante la scena del cane?).
    Bellissima la citazione di Sartre. Avrei voluto usarla io.
    Grazie mille per aver partecipato al KHD!

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    1. I cani mi hanno già fatto piangere in passato, ho resistito con grande forza di volontà! Pensavo di aver perso qualcosa durante la traduzione dei sottotitoli, ma leggendo i tuoi Whispering post mi sono resa conto di essere sulla via giusta: e hai ragione, ci poteva stare come capitolo 6!
      Sartre? Ho aperto uno degli infiniti cassetti chiusi che giacevano nella mia mente dopo aver finito il liceo. Che, data la tematica, calzava a pennello! ;)
      Grazie a te per la iniziativa, buon KHD, speriamo di averti festeggiato alla grande! :)

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  6. Questo me lo segno proprio al volo! Sembra davvero interessantissimo!!!

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  7. Urca, le mie lacune sono immense e dopo aver segnato gran parte dei titoli di ieri, questo mi lascia in bilico: sono pronta per un altro horror/dramma?
    Magari non ora, ma prima o poi chissà...

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    1. Lo stesso vale per me. Comunque la buona volontà c'è. ho preso un po' di horror, ma il mio fidanzato non li vuole vedere, mi toccheranno notti insonni!

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  8. Come tutti i colleghi sopra, mi vedo costretta a segnare anche io!

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