Spesso le modelle fanno il grande salto e passano con disinvoltura dalla passerella alla macchina da presa. Come accadde alla bellissima Tamara Dobson, che posò per riviste del calibro di Vogue, ma che sarebbe poi diventata una delle prime icone femminili della Blaxploitation.
Tamara Dobson nacque a Baltimora il 14 maggio del 1947 e iniziò giovanissima a calcare le passerelle. Debuttò al cinema nel 1972 con Come Back, Charlestone Blue, ma divenne famosa con il ruolo di Cleopatra Jones in Cleopatra Jones: licenza di uccidere (1973), film di punta del cinema afroamericano.
Se nel genere Blaxploitation la queen per eccellenza fu Pam Grier, Tamara Dobson ebbe l'onore di contribuire a migliorare la posizione delle attrici afroamericane all'interno dell'industria cinematografica. Bye bye personaggi alla Mamie, è ora di tirare fuori le unghie (e anche i calci) sgretolando i cliché della donna di colore al cinema.
Cleopatra Jones è infatti una sorta di James Bond in gonnella: bellissima, sexy, atletica, capace di stanare i gangster a colpi di kung fu, lontana dallo stereotipo della donna afroamericana debole o succube. Dobson riuscì a creare un personaggio forte, determinato e soprattutto estremamente cool. E fu uno strepitoso successo.
Tamara Dobson divenne la diva della Blaxploitation e il successo di Cleopatra Jones portò a un seguito, Cleopatra Jones and the Casino of Gold (1975).
Poi venne Pam Grier con Foxy Brown, e la sua stella cominciò ad esclissarsi. Non che fosse colpa di Grier, semplicemente Tamara Dobson faticò a trovare uno spazio al di là del genere Blaxploitation.
Ancora un film al cinema con Norman... Is that you? (1976), e poi qualche apparizione televisiva, per poi eclissarsi negli anni Ottanta.
Beffa del destino, il suo corpo atletico e scultoreo fu devastato dalla sclerosi multiplà, che la portò via il 2 ottobre del 2006.
Una manciata di titoli, ma il titolo di principessa della Blaxploitation non glielo toglie nessuno.
Tamara Dobson diede un grande contributo per il cinema afroamericano.
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