Negli anni Sessanta Mary Quant scolvolgeva la moda con la sua minigonna, la Swinging London stava per sbocciare e da lì a poco il Punk e Vivienne Westwood avrebbero invaso la musica e la moda inglese.
Prima di questa rivoluzione pop/punk, a 'dettare legge' c'erano i Mods, ragazzi che da fuori ostentavano uno stile composto con giacca e cravatta, ma dentro ribollivano di ribellione e rock. Il termine Mod è un'abbreviazione di Modernists, un tempo usato per coniare il modern jazz, e questa subcultura giovanile si sviluppò Londra (specialmente nei quartieri di Sheperd's Bush a Ovest e Stepney Green a East) tra il 1958 e il 1965.
La moda è l'anima dei Mods, a partire dal logo della Royal Air Force spesso indossati sui giacconi, rigorosamente parka. Il dress code di un Mod è facilmente riconoscibile non solo da questo simbolo, ma anche da una cura del look curato e innovativo fatto di giacca a tre bottoni, cravatta e pantaloni a sigaretta (rigorosamente di sartoria italiana), e per i più trasgressivi, un tocco di kajal nero all'interno della rima interna degli occhi.
L'attrazione per la moda italiana culminò con l'utilizzo della Lambretta o della Vespa come mezzo di trasporto e per proteggere gli abiti sartoriali si utilizzava per l'appunto il parka.
Lo stile Mod viene rappresentato perfettamente nel film Quadrophenia (1979) - tratto dall'omonimo concept album degli Who - che racconta la vita del giovane Mod Jimmy, tra le incompresioni familiari, l'uso delle anfetamine all'epoca tanto in voga, gli scontri con i rivali Rockers - che culminano con i fatti di Brighton, realmente accaduti nel 1964 - e la disillusione di uno stile che si sta avviando al tramonto. Stile che comunque verrà sempre apprezzato come uno dei più 'stilosi' degli anni Sessanta.
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