Oggi è il 50esimo anniversario dello sbarco sulla luna. Neil Amstrong fu, insieme a Buzz Aldrin il first man che mise piede sul suolo lunare. Per celebrare l'evento, Solaris ha deciso di coinvolgere la solita cricca di cinefili per un omaggio... Spaziale! Director's cult si cosparge il capo di cenere e riedita una recensione di Moon, riveduta e corretta a dieci anni di distanza.
First man has landed
Moon
Gran Bretagna, 2009.
Regia: Duncan Jones
Cast: Sam Rockwell, Kevin Spacey (voce, nella versione originale), Dominique McElligott
Soggetto: Duncan Jones
Sceneggiatura: Nathan Parker
Produzione: Liberty Films
Distribuzione: Sony Pictures
Durata: 97'
Regia: Duncan Jones
Cast: Sam Rockwell, Kevin Spacey (voce, nella versione originale), Dominique McElligott
Soggetto: Duncan Jones
Sceneggiatura: Nathan Parker
Produzione: Liberty Films
Distribuzione: Sony Pictures
Durata: 97'
50 anni fa Neil Armstrong e Buzz Aldring furono i primi uomini a mettere piede sul suolo lunare. 50 anni dopo la Luna è ancora un pianeta affascinante da studiare e scoprire continuamente.
Nel mondo dell'arte, la Luna è sempre stata corteggiata e amata: dalla musica, dove i Pink Floyd ne vedevano un lato 'oscuro', o David Bowie che proprio 50 anni fa mandava in missione il suo major Tom alla scoperta dello spazio. O con il cinema di Stanley Kubrick, che aveva mandato in orbita i suoi astronauti un anno prima dell'allunaggio per la sua odissea spaziale. Persino i manga giapponesi sono affascinati dalla Luna, creando una guerriera vestita alla marinaretta che combatteva i malvagi che minacciavano l'incolumità della Terra.
La Luna è stato oggetto di interesse anche per il primo lungometraggio di Duncan Jones, che con Moon segna il suo debutto sul grande schermo.
Siamo nel 2009 e Jones immagina la Terra quasi privata di energia. Beh, si sa che la fantascienza guarda sempre al futuro, sia dal punto di vista dell'avanzamento tecnologico, sia dal punto di vista di una possibile devastazione del suolo terrestre.
In questo caso la problematica dell'energia sulla Terra è risolta dalla Lunar, azienda che produce energia sfruttando la roccia lunare, nuova fonte energetica pulita e non dannosa. Sam Bell (Sam Rockwell) è un astronauta che si occupa del funzionamento dei macchinari che raccolgono il materiale sul lato oscuro della Luna e le sue uniche fonti di compagnia sono le piante, il plastico che riproduce la sua città e Gerty 3000, robot che ha la funzione di assistente tuttofare.
Dopo tre anni di permanenza, gli rimangono tre settimane per far ritorno sulla Terra e riabbracciare sua moglie Tess (Dominique McElligott) e la piccola Eve. Il sogno del cosmonauta viene interrotto due settimane prima a causa di un incidente: in preda ad una allucinazione si schianta e finisce sotto una frana. Tornato alla base tenta di capire le cause dell'incidente e nonostante l'impedimento di Gerty (Kevin Spacey), scopre che nella navicella c'è un altro... Sam Bell.
L'astronauta scopre una rete di inganni e cercherà di risolvere l'enigma nascosto nel suo io. Chi è il clone e chi è il vero Sam? Cosa nasconde la Lunar?
Con Moon Duncan Jones ci dimostra che privandosi dell'ausilio degli effetti speciali, con pochi soldi e tante idee, si può confezionare una pellicola innovativa che segna un ritorno alle atmosfere della fantascienza sci fi anni '50/60.
Con Moon Duncan Jones ci dimostra che privandosi dell'ausilio degli effetti speciali, con pochi soldi e tante idee, si può confezionare una pellicola innovativa che segna un ritorno alle atmosfere della fantascienza sci fi anni '50/60.
Il regista mescola sapientemente le tematiche di 2001:odissea nello spazio, regalandoci un nuovo Hal 2000, l'essenzialità della scenografia dell'ambientazione lunare, la svolta del protagonista che decide di riprendersi le redini del proprio destino ricorda THX 1138 di George Lucas.
L'io e il suo doppio, realtà o finzione riecheggia Blade Runner e lo straniamento quasi alieno del protagonista è come un omaggio al padre David Bowie che sempre nel 1969 esordì con l'album Space Oddity e successivamente creò Ziggy Stardust, il suo alter ego venuto però da Marte.
Il regista non si limita a copiare le opere che lo hanno ispirato, ma le rielabora e le trasferisce allo stato attuale. Con dieci anni di anticipo, Jones pone un'attenta analisi su una società che sta devastando il suo ambiente e non sa come riparare ai danni inflitti sulla natura.
Il regista non si limita a copiare le opere che lo hanno ispirato, ma le rielabora e le trasferisce allo stato attuale. Con dieci anni di anticipo, Jones pone un'attenta analisi su una società che sta devastando il suo ambiente e non sa come riparare ai danni inflitti sulla natura.
Offre una sorta di soluzione trovando una risorsa miracolosa nella Luna e con essa apre il film in un sogno utopistico sulla Terra che non patisce più la siccità, la desertificazione, l'inquinamento.
Il futuro cerca spasmodicamente l'innovazione, ma dal punto di vista umano rimane sempre indietro. L'uomo e il suo costante conflitto con la solitudine è la tematica tanto cara alla fantascienza, tra l'altro ampiamente delineata nei romanzi di Philip Dick.
Siamo super connessi, siamo esposti con foto, video, 'storie', pensieri che straboccano nei social media. Eppure la società di oggi si sta inesorabilmente impoverendo dal punto di vista della comunicazione e dei sentimenti e ci si affida sempre di più alla tecnologia: i social network ormai hanno sostituito i rapporti interpersonali.
L'unico amico di Sam Bell è una macchina "umanizzata" a partire dal suo nome, Gerty, si esprime con le "faccine" che ricordano tanto gli emoticon utilizzati nei messaggi di testo del cellulare. Gerty è quasi paterno con il cosmonauta, la sua unica priorità è di proteggerlo da se stesso, dal suo doppio che reclama la sua necessità di individualismo, la sua persona e la sua libertà.
50 anni fa l'uomo combatteva per la propria libertà. Cinquanta anni dopo, l'uomo sembra essersene dimenticato di avere un bene così prezioso e preferisce avere cloni come quello di Sam. Un clone terribilmente imperfetto però, arido, stupido ed ignorante. E per questo terribilmente pericoloso per la libertà dell'essere umano.
Forse avremo veramente bisogno dell'energia della Luna per riprenderci da questo periodo oscuro e ritrovare un po' di luce. Chi lo sa.
Nel 2009 Duncan Jones ci offrì un folgorante esorido, con una ottima prova di Sam Rockwell, perfetto "one man show" che riesce brillantemente a "reggere sulle proprie spalle" l'intero film. Le musiche di Clint Mansell conferiscono la giusta dose di suspence, sottolineando abilmente i momenti di tensione.
Una piccola pecca sul finale non rovina comunque questo inizio promettente: Moon è stato un ottimo esordio che farà apprezzare il genere fantascientifico anche ai poco affezionati, segnando la strada per una carriera brillante per questo figlio d'arte. E anche se il suo ultimo film Mute, fa storcere il naso, buon sangue non mente e sicuramente farà altri film belli come questo folgorante debutto.
Voto: 8
Voto: 8
Sono sbarcati sulla Luna con me:
Proprio l'altro giorno il mio coinquilino mi ha ricordato che devo vederlo. Non attratto dal genere, qualche anno fa, mi è sfuggito. Ma questa fantascienza minimal, filosofica, di solito la adoro. :)
RispondiEliminaQuesto film merita la visione, sci-fi classico vecchia scuola con tante idee e pochi soldi, grande esordio!
EliminaUn bellissimo film senza ombra di dubbio :)
RispondiEliminaBell'esordio col botto, peccato per Mute, spero che faccia un bel film con il prossimo progetto. Quando ci sarà.
EliminaGran bel film, sia con i suoi pregi che con i suoi difetti ;)
RispondiEliminaPer essere un film degli esordi mica male, bravo Zowie Bowie!
EliminaZowie Bowie ha messo in film un film più bello dell'altro. Talento da vendere!
RispondiElimina(ha messo in film = ha messo in fila)
EliminaOddio pensavo di aver fatto un errore nella recensione e ho pensato 'cazzarola sono fuori e non riesco ad editare il testo' XD
EliminaPer il resto, Mute è una sòla, ma il resto della sua piccola filmografia merita!
Splendido film che ho scoperto, ahimè, solo recentemente :)
RispondiEliminaNon è mai troppo tardi per recuperare un film! :) Io ho ancora una lista lunga e dovrei rinascere e vivere di nuovo per finirla! :D
EliminaSam Rockwell stava facendo i compiti per vincere l'Oscar e ha studiato per bene! Grande film, ricordo di averlo recuperato in un cinema di essai a Milano gli ultimi giorni di programmazione. Sono le visioni più belle!
RispondiEliminaAbbiamo accolto aspetti diversissimi di questo film, segno che è proprio un grande, grande film. Speriamo che prima o poi Jones ce ne regali un altro alla sua altezza...
RispondiEliminaInfatti è interessante come lo stesso film possa avere due differenti (se non molteplici) punti di vista. Spero davvero che si riprenda dal tonfo di Mute, ma sicuramente tornerà a fare film bellissimi come questo!
EliminaGrazie per aver partecipato, immagino quanto ti sia costata questa recensione... bellissima, come al solito. Come scrivevo dalle parti di Stephania il film non me lo ricordo bene (colpa mia, è l'età) ma ricordo che quando lo vidi al cinema ne rimasi affascinato. E questa è un'ottima occasione per riscoprirlo ;)
RispondiEliminaPiù che altro editarla, è stata la mia prima recensione che ho scritto quando ho aperto il blog! Grazie a te che hai fatto questo day, è sempre bello partecipare e cerco sempre di esserci!
EliminaFilm splendido, adorato dall'inizio alla fine!
RispondiEliminaBellissimo, un esordio folgorante! Mute non mi è piaciuto, ma Duncan Jones ha stoffa da vendere e se riesce a utilizzare bene il suo talento, sfornerà un altro gioiellino come questo!
EliminaSalve,
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