Quando un cinefilo è appassionato fino alla "magnifica" ossessione della settima arte, vorrebbe che tutto cambiasse affinché nulla cambi: così quando un attore o un viene idolatrato da un esercito di fan, c'è il desiderio che diventino immortali, girando e recitando film.
Ma un attore o un regista si sa che è umano e dalla giovinezza si passa alla vecchiaia, così come per un impiegato che dopo 40 anni sospira alla pensione, loro decidono di ritirarsi.
Come è accaduto questa settimana con il maestro Hayao Miyazaki, che ha deciso di chiudere la propria carriera nel mondo dell'animazione a 72 anni con The Wind Rises, ora potrebbe succedere a un attore di culto, Jack Nicholson, classe 1937, 3 Oscar all'attivo e un posto di diritto nella storia del cinema.
Si mormora che si voglia ritirare perché non ricorda le battute (in realtà neanche Marilyn se le ricordava, e aveva meno della metà dei suoi anni), o semplicemente vorrebbe staccare la spina e godersi realmente il frutto del suo successo, come stanno facendo due grandi attori del calibro Sean Connery e Gene Hackman, classe 1930 e assenti dagli schermi da una decina d'anni.
Se per un'attrice il discorso è differente, e in genere verso i 40-50 anni i ruoli scarseggiano (a meno che non ti chiami Meryl Streep o Glenn Close), e si abbuffano di botulino e chirurgia plastica pur di mantenere lo status di giovani col risultato di diventare inguardabili (vedere alla voce Nicole Kidman e Meg Ryan in pole position, forse una Cameron Diaz dell'ultima ora in odore di botulino, l'unica che ha trovato un chirurgo bravo è Demi Moore, che, tra l'altro, recita col contagocce per sua scelta), un attore riesce ad avere una carriera più longeva, finendo per invecchiare non solo nella vita reale, ma anche in quella di celluloide.
Ma ci piacerebbe vedere Jack Nicholson ancora più in là negli anni, magari senza più il suo ghigno mefistofelico? Ricordate Marlon Brando? Lavorò quasi fino all'ultimo, ma l'ombra del mitico Marlon, colui nche incarnò la virilità con ruoli del calibro di Stanley Kowalski in Quel tram che si chiama desiderio (1958) e ancora era fascinoso vestendo i panni di Don Vito Corleone ne Il padrino (1972) e ne Il boss e la matricola (1990), aveva lasciato posto a uno sfatto, obeso e irriconoscibile Brando, incapace di aver mantenuto una buona vecchiaia (suona brutto, ma è così). Niente a che vedere con Sir John Gielgud, che novantenne aveva ancora la compostezza di un gentleman inglese. E recitò fino all'ultimo, fino al 2000 anno della sua morte, all'età di 96 anni.
Meglio finire in bellezza, o fare film di discutibile valore artistico pur di rimanere sul registro della Hollywood che conta?
Prendiamo un attore come Robert De Niro: all'età di 70 anni ha dimostrato alla nuova leva fatta di sbarbatelli alla Zach Efron e soci di sapere ancora recitare alla grande, meritandosi una (l'ennesima) nomination agli Academy Awards con Il lato positivo (2013). Ma prima di arrivare a questo ragguardevole risultato, al di là della divertente (e divertita) parentesi con Machete (2010), l'interprete di cult movies come Il cacciatore (1978) e Quei bravi ragazzi (1990) aveva recitato in commediole dimenticabili, la Fotter trilogy in primis (2000-2004-2010).
Sarebbe stato meglio se avesse adottato la tattica "meglio pochi, ma buoni", oppure sarebbe stato meglio recitare in pochi film, ma selezionati, pur con il (minimo) rischio di venire dimenticati dalla dorata Hollywood?
Il caso di Nicholson in realtà è un po' diverso, perché anche negli anni 2000 è riuscito a prendersi buoni film come La promessa di Sean Penn (2001),commedie spumeggianti come Tutto può succedere (2003), un gioiellino come The Departed (2007) di Scorsese, fino a ottenere l'ennesima nomination con A proposito di Schmidt (2002).
Manca al cinema dal 2010, l'ultimo è Come lo sai? di James L. Brooks. Certo, non un film memorabile, e forse è un peccato che chiuda la carriera con un film leggero leggero, avendo abituato il palato fine dei suoi aficionados a pietanze più appetitose.
Ma è anche giusto che si goda la vita e la famiglia, dopo tutto non è mai troppo tardi (come recita il titolo di uno dei suoi ultimi titoli).
E' una notizia che mi spezza il cuore, perché adoro Jack. Tuttavia è anche giusto che una persona si ritiri lucidamente per qualsivoglia motivo e quando vuole. Tanto rimarrà sempre un grande mito!
RispondiEliminaConcordo. Sarebbe bello un addio col botto, ma è anche giusto che si goda il suo buen retiro! :)
EliminaPuò anche non ricordarsi le battute, ma attori del suo calibro possono permettersi di improvvisare senza problemi. Jack, ho visto alla notte degli Oscar, si è fatto un'iniezione di botox di cui non aveva assolutamente bisogno perché è invecchiato benissimo, assieme a De Niro (che però non fa un film decente da Jackie Brown, e che la sua ultima nomination è stata abbondantemente regalata), Sean Connery (il fatto dell'alzheimer è stato smentito) è ancora affascinante come pochi, e poi Al Pacino che è forse l'unico che invecchiando è diventato un figo della Madonna.
RispondiEliminaMi dispiacerebbe non vedere più Jack sul grande schermo, è libero di ritirarsi senz'altro, spero però che continui ad animare le serate dei premi cinematografici con le suo occhiatine lussuriose ai decolté delle giovani attrici ;)
Beh, fai conto che son 3 anni che non sta recitando, e poi, anche se il ritiro dovesse essere confermato, il suo pezzo di storia se l'è comunque conquistato! ;)
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