giovedì 5 dicembre 2013

CULT MOVIE: Wall Street






Titolo: Wall Street
USA, 1987
Cast: Michael Douglas, Charlie Sheen, Martin Sheen, Daryl Hanna, Terence Stamp, Sean Young.
Sceneggiatura: Oliver Stone, Stanley Weiser.
Regia: Oliver Stone.
Durata: 123'

Successo:"Il successo si condensa in pochi attimi". 
Così la pensa il giovane broker, tipico yuppie in carriera, dove la filosofia di vita si basa sul guadagno facile. 
Il denaro non dorme mai. Se non hai soldi, non conti nulla. Sei solo il signor nessuno.
Niente appartamento nell'Upper East Side, fondamentale per vivere nell'ambiente e farsi conoscere, niente quadri d'arte contemporanea comprati a 60.000$ e valutati il triplo, ovviamente consigliati dall'arredatrice/arrampicatrice rampante di turno, niente ristorante con la pietanza fuori menu al ristorante 21 Club di Manhattan.
Avidità: "Avidità? Cosa c'è di male... Dopo tutto, è solo una questione di soldi..." Questa è la summa dello squalo di Wall Street. L'avidità toglie il raziocinio, così succede al giovane yuppie, novello Icaro che sogna di volare e arrivare a toccare il sole.
Sacrificio. Indispensabile per l’operaio della compagnia aerea Blue Star, che non vede di buon occhio lo stile di vita del figlio.
Soldi, ricchezza, successo, questa è l'anima di Wall Street, analisi spietata del mondo della finanza.
Il regista Oliver Stone, figlio di un broker (a cui dedica il film) conosce bene l’ambiente fatto di magnati, yuppies, agenti di borsa, necessari per analizzare il capitalismo americano nei fulgidi e luccicanti anni Ottanta dell’era Reagan.
La pellicola di Stone racconta l’ascesa e caduta di Bud Fox (Charlie Sheen), giovane broker che tenta di farsi largo nella spietata giungla di Manhattan. Fox è giovane, ha fretta e non ha nessuna intenzione di fare la gavetta, finendo per entrare in conflitto con il padre (Martin Sheen), operaio in una compagnia aerea che pensa più al duro lavoro che ai soldi facili.
Bud però è impaziente, vuole emergere a tutti i costi e grazie al suo atteggiamento scaltro riesce a entrare nelle grazie di Gordon Gekko (Michael Douglas in stato di grazia, regala una strepitosa interpretazione premiata con l'Oscar). Gekko è una sorta di mentore per Bud e grazie a lui scala le vette dell'economia.
La vita di Bud cambia radicalmente: ha una relazione con la gallerista Derian (Daryl Hannah), vive in un lussoso loft a Manhattan e pensa di tenere il mondo sul palmo di una mano. Fox è inebriato dai guadagni facili, dal conto in banca che cresce a dismisura, dalla sua nuova eccitante vita. Ma si sa, Icaro si avvicinò troppo al sole e si bruciò le ali e così il giovane Bud capisce che Gekko il grande vuole solo guadagnare denaro e non gli interessa se lo fa calpestando chiunque.
Buoni contro cattivi, Stone all’apparenza non usa mezzi termini per caratterizzare i personaggi: Gekko è una carogna avida (e il vizio capitale ritorna prepotentemente) e Bud è la “giovane pecorella smarrita” che abbagliato dall’idolo d’oro finisce per cadere rovinosamente.
Tra Bud e Gekko chi dei due è veramente l'animo nobile e chi il malvagio? Gordon Gekko è l’uomo che si è fatto da solo, ha studiato in un college poco prestigioso e si è costruito un impero con le sue mani. Per arrivare al suo obiettivo ha capito che il buonismo e la buona volontà non servono, e in una società tipicamente “homo homini lupus” se non mangi, vieni mangiato.
Faccia tosta, disilvoltura nella scalata al successo, nessun sentimentalismo dove è lecito vendersi la propria madre pur di toccare l’apice del “bigger than life”. Gordon Gekko non è costretto ad essere spietato, adora esserlo, è ambiguo e mellifluo, ma ha capito che se uno si ammorbidisce, è finito.
Bud Fox non è certo un’anima pia, incarna il tipico cliché dello yuppismo dell’epoca, adora la sua nuova esistenza fatta di sfarzo, arte (non ci capisce nulla, ma diventa un collezionista perché il suo nuovo modo essere gli impone di vivere così) e si ravvede solo dopo aver quasi distrutto le persone che ama, e per salvarsi non ci pensa due volte a trascinare con sé nel baratro Gekko. I buoni vincono sui cattivi, ma è davvero così?
I confronti tra Bud e suo padre sono lo specchio di due generazioni che sono divenute distanti, come se vivessero in due mondi paralleli: Carl Fox ha insegnato al figlio il valore del duro lavoro e della possibilità di crearsi un futuro lavorando sodo, ma il suo modo di pensare mal si concilia con la frenesia dell’epoca.
La generazione di Bud è del “tutto è subito”, non c’è tempo di costruire, se non lo fai in fretta è come se non avessi fatto nulla. Il mondo gira in fretta e se perdi la tua occasione, difficilmente si ripresenterà. Nessuno ti tende una mano, se vuoi qualcosa devi prendertelo senza farti troppi complimenti. Bud ha capito lo squallore della sua esistenza troppo tardi, e non ci sono sconti nemmeno per lui.
Oliver Stone schiaccia l’acceleratore al massimo sul cinismo e ha una punta di misoginia nel rappresentare le donne: La bionda Derian (Daryl Hannah si aggiudicò un Razzie Award come peggior attrice) è una donna che ama un elevato tenore di vita e preferisce farsi usare da Gekko pur di mantenerlo, così come la moglie di Gekko (Sean Young)  incarna la tipica donna ricca o arricchita, svampita, vanesia che pensa ai cocktail party e fa crescere il figlio dalla tata. Forse il maschilismo di fondo è consono allo stile duro di Stone, che non risparmia niente a nessuno. Nemmeno al gentil sesso.
Wall Street è la radiografia del marcio che si nasconde dietro il magico sogno americano.

Voto: 8
A.M.


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4 commenti:

  1. Film a mio avviso molto sopravvalutato, così come l'Oscar a Michael Douglas (forse il più immeritato della storia...) All'epoca fu un pugno nello stomaco, ma visto oggi appare datato e stereotipato.
    Molto più bello e amaro, sempre per i miei gusti, è 'Americani' di James Foley: quello sì vero specchio di un mondo che stava cambiando. In peggio, molto peggio.

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    1. A me invece lo zio Gordon piace un sacco, e Michael Douglas se l'è meritato, è proprio un gran fetente nel film, è il perfetto stereotipo dello yuppi stronzo e arrogante (è così che lo vuole rappresentare Stone, con tutti i crismi e cliché del genere). Devo vederlo Americani, diciamo che è un po' cosa accade dieci anni dopo. Grazie per il consiglio! :-)

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  2. greed is good

    pellicola grandiosa, ancora oggi attualissima.
    soprattutto in italia dove, dagli anni '80 a oggi, non è cambiato praticamente nulla...

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    1. Nooo, siamo molto più indietro, io direi al Medioevo, altro che anni Ottanta. Noi siamo il frutto mal riuscito di un tentativo maldestro di capitalismo in un paese che ha le radici nella terra e che ha voluto strappare a tutti i costi per un benessere effimero. Peccato che, al di là delle commediacce all'italiana (quelle sì che facevano schifo) di stampo televisivo con De Sica, Greggio e compagnia, più che farne una macchietta non hanno saputo fare. Chissà cosa ci avrebbe cavato Stone se fosse vissuto per un periodo in Italia! :-)

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