Con lo spirito delle feste natalizie, Director's cult e Ho voglia di cinema hanno scelto un classico del cinema: Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato. Director's cult si occupa dell'originale, mentre Ho voglia di cinema il remake girato da Tim Burton. Il genio di Burbank sarà all'altezza?
Il misterioso Willy Wonka (Gene Wilder) è il proprietario di una fabbrica di cioccolato che lancia un concorso dove 5 fortunati bambini potranno entrare nella sua fabbrica per scoprirne i segreti. Tra i vincitori è il piccolo Charlie, bambino la cui vita è stata avara di opportunità che sogna di conoscere i suoi segreti.
Ecco il link di Ho voglia di cinema: http://hovogliadicinema.blogspot.it/2013/12/originale-vs-remake-la-fabbrica-di.html?m=1
Titolo originale: Willy Wonka & The Chocolate Factory
USA, 1971
Cast: Gene Wilder, Peter Ostrum, Jack Albertson.
Sceneggiatura: Roald Dhal, David Setzer.
Regia: Mel Stuart
Durata: 99'
Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato tratto dal romanzo di Roald Dhal, è una favola musicale che in realtà nasconde tematiche adulte è una critica sulla società votata al consumismo, e sulla nuova generazione di bambini viziati che hanno tutto senza davvero meritarselo. Eccezione che conferma la regola è il piccolo Charlie Bucklett, bambino di umile estrazione sociale così diverso dai suoi compagni di scuola, ma capace di avere slanci di generosità verso la sua famiglia, composta dalla madre e dai quattro nonni.
Charlie vorrebbe essere come gli altri bambini, che dopo la scuola corrono al negozio di dolciumi per comprare e gustare una barretta di cioccolata Wonka, il cui creatore è un genio che vive rinchiuso nella sua fabbrica geloso dei suoi segreti.
L'opportunità di riscatto per Charlie è trovare un biglietto dorato in una tavoletta Wonka, curioso concorso dove 5 fortunati bambini provenienti da tutto il mondo possono entrare per un solo giorno nella sua favolosa fabbrica e scoprire come riesce a creare queste delizie.
Il concorso scatena una corsa sfrenata all'acquisto di cioccolata, riempendo i carrelli della spesa, e addirittura arrivando a vendere l'ultima cassa di cioccolato ad un'asta.
Tutti vorrebbero entrare nel magico mondo di Willy Wonka, ma solo 5 bambini riescono nell'intento: Augustus Gloop, bimbo dalla spiccata voracità alimentare, la viziata Veru(s)ca Salt, la masticatrice di chewingum Violet, il piccolo teledipendente Mike Tavee e Charlie.
I bambini eccetto Charlie, rappresentano ciò che non funziona nella nuova generazione: Augustus pensa solo al cibo, arrivando a mangiarne più del necessario. Veruca è viziata, prepotente e tiranneggia il padre di cui succube della terribile figlia. Per volere della figlia, Mr. Salt accetta di fermare la produzione di noccioline, schiavizzando le sue lavoratrici affinché trovino il biglietto di dorato tra migliaia di barrette scartate al minuto.
Violet invece tratta a pesci in faccia il padre, mentre il piccolo Mike è teledipendente e la sua vita vive in funzione della televisione. I loro genitori non sono da meno, incapaci di tenere testa ai figli, permettendogli qualsiasi cosa (come la madre di Mike, che orgogliosa ai giornalisti dice di non aver mai pranzato con il figlio perché mangia solo davanti alla TV).
L'unico ad avere ancora dei sani principi e una buona educazione è Charlie, bimbo dalla bontà e altruismo innato. Ma Charlie è povero. Charlie infatti non può permettersi la televisione, non può ottenere tutto quello che vuole, mangia solo zuppa di cavolfiore e può solo guardare dalla finestra i bambini che si ingozzano di caramelle e cioccolata.
Charlie non ha beni materiali, ma ha una famiglia che lo riempe di affetto e amore, soprattutto da nonno Joe, figura paterna sostitutiva.
E per la famiglia Charlie si sacrifica, ma sogna anche lui di entrare nella fabbrica di Willy Wonka. Per Charlie il concorso è un riscatto dal benessere negato, e alla fine la ruota gira anche per lui.
Ma chi è Willy Wonka? E' il solitario genio che ha creato delizie in compagnia degli Umpa Lumpa, simpatici ometti arancioni che lo aiutano nel suo lavoro.
Il viaggio alla scoperta dei suoi segreti è anche il pretesto per Wonka di punire i piccoli "mostri" vittima di una società votata ogni giorno di più verso il consumismo sfrenato e inutile. E con un sottile velo di sadismo, Willy Wonka punisce i bambini cattivi con l'aiuto degli Umpa Lumpa, dopo averli inebriati dalla golosità di alberi con gli orsetti gommosi e fiori caramellati: ecco che Augustus viene punito per la sua ingordigia cadendo nel fiume di cioccolata. Violet paga pegno per non aver ascoltato il parere di un adulto e diventa una gigantesca torta alle more. Veruca viene bollata come "uovo cattivo" e buttata nella spazzatura, mentre il piccolo Mike finisce letteralmente in una televisione, risucchiato nel suo mondo catodico.
Rimane solo Charlie, ma ha infranto anche lui le regole e con uno scatto d'ira Willy Wonka gli nega la vittoria di una fornitura a vita di cioccolata.
Fortunatamene il lieto fine è dietro l'angolo, e Wonka finalmente trova un bambino buono in mezzo a tanti "malvagi", regalandogli il riscatto sociale e i segreti che hanno fatto la sua fortuna.
Che fine hanno fatto Veruca e compagni? Tutto a posto, torneranno alle loro meschine e insignificanti vite.
Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato è un musical per bambini, ma visto da un adulto ha un non so che di inquietante, soprattutto nella figura di Willy Wonka (interpretato da un ottimo Gene Wilder) genio della pasticceria ma anche sadico fustigatore di bambini viziati, che regala loro leccornie, ma anche un viaggio del terrore fatto di tunnel che materializzano i loro incubi e molte insidie insite nella fantasmagorica fabbrica.
Il film sotto la "dolcezza" della cioccolata, dei colori sgarcianti della fabbrica, nasconde una critica alla società dell'epoca (siamo negli anni Settanta) che antepone il consumismo ai valori della famiglia. Willy Wonka è un film all'apparenza dolce come un candito, ma cattivo come una carie ai denti.
Voto: 7
P.S. Willy Wonka ormai è diventato un cult movie e un feticccio per ogni bambino degli anni Ottanta vagamente masochista che lo guarda imperterrito ad ogni visione natalizia alla televisione. Persino il social network Facebook ha creato un meme con il mitico pasticciere che mostra tutto il suo sarcasmoe accondiscendenza, pronto a punire ancora oggi chi è cattivello:
mitico e in effetti sì, un film cattivo e anche quasi impegnato.
RispondiEliminacon i voti tu e la tua socia però siete state persino troppo strette ;)
Ahahah... assolutamente no! La fabbrica di cioccolato non è proprio il miglior Tim Burton!!!
Elimina7 è un voto di tutto rispetto :) Ma poi mi avevi detto che avevo la manica larga, ora che l'ho cucita un po' non va bene? :-)
EliminaQuello di Burton invece è stata troppo buona, lo volevo fare io per massacrarlo! XD
Grande la versione con Wilder, un vero classico del natale, mi deluse molto invece il remake di Burton.
RispondiEliminaL'unica cosa bella del film di Burton sono i balletti degli Umpa Lumpa coreografati alla Bubsy Berkeley. Il resto no, e il finale è atroce!
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