giovedì 13 marzo 2014

SPOT REVIEW: Preservativi Control Nature



Brand: Control Nature
Anno 1989
Regista: non pervenuto.
Durata: 46''

"Di chi è questo?"
E' ciò che si chiede un integerrimo professore di liceo dopo aver raccolto qualcosa di "strano".  Il professore fissa il pavimento, nota qualcosa e lo raccoglie. I  ragazzi, capendo di cosa si tratta, ridono divertiti e un po' imbarazzati. 
La lezione non è ancora iniziata, ma già scatta "l'interrogazione", vuole sapere di chi è "questo". 
Gli studenti si guardano tra di loro, curiosi di sapere il proprietario dell'oggetto incriminato. Un ragazzo si controlla la tasca, si guarda in giro, si alza e afferma "è mio". E così fanno anche i suoi compagni, che uno a uno affermano di essere i proprietari del preservativo.
Negli anni Ottanta, l'AIDS era la nuova malattia del secolo, minacciosa, misteriosa, che contagiava senza pietà prendendoti il fisico e l'anima. Ancora oggi non c'è una cura, ma se la qualità dei malati è decisamente migliorata rispetto a 30 anni fa, è ancora un argomento tabù. 
Sul finire degli anni Ottanta però, quando la malattia non fu più relegata agli ambienti omosessuali ma poteva capitare a chiunque, ci fu una campagna di sensibilizzazione per l'utilizzo del preservativo, unica arma per poter evitare il contagio. La prevenzione. 
E lo spot è efficace perché è direttamente rivolto ai giovani, che anche se devono studiare la versione di latino o prepararsi per l'interrogazione di inglese, sono in un'età in cui la scoperta del sesso è il primo step per entrare nel mondo degli adulti. Ma devono anche prendersi le loro responsabilità.
Ama quanto vuoi e chi vuoi, ma ricordati che puoi amare anche se indossi "il cappuccio", come si diceva un secolo fa.  E' questo il messaggio che vuole dare l'azienda Control.
Alla fine dello spot infatti lo slogan recita il profilattico è il metodo più sicuro per evitare le malattie derivanti dai rapporti sessuali e dalle gravidanze indesiderate.
Per essere uno spot di 25 anni fa, è uno spot veramente coraggioso. Ed è un paradosso, perché nel XXI secolo, epoca dove la trasgressione non è più tabù,  è ancora imbarazzante parlare di AIDS e gravidanze non volute, con leggi e battaglie ancora da discutere, e farmaci da sperimentare per trovare una cura definitiva.
Film come Dallas Buyers Club ha recentemente risollevato il tema, ma dal punto di vista pubblicitario, oltre al fiocco rosso che si indossa il primo dicembre, parole come aborto e AIDS fanno ancora paura.
Di chi è questo? Di tutti noi.


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