mercoledì 26 novembre 2014

No More Excuse - A Week Without Violence: Women Without Men




Titolo: Women Without Men
Titolo originale: Zanan-e bedun-e mardan
Francia - Iran, 2009
Cast: Shabnam Toloui, Pegah Ferydoni, Arita Shahrzad, Orsi Tóth.
Sceneggiatura: Shirin Neshat, Shoja Azari.
Regia: Shirin Neshat.
Durata: 104'

Munis (Shabnam Toloui)  sogna la rivoluzione, ma la guerra la vive in casa oppressa dal fratello. 
L'amica Fahezé (Pegah Ferydoni) è una donna pura e servile, ma l'onta dello stupro si abbatte su di lei.
Fakhri (Arita Shahrzad) è intrappolata in un matrimonio senza amore con un uomo dispotico.
Zarin (Orsi Tóth) è una prostituta e non riesce più a vedere il volto degli uomini. 
Quattro donne di diversa età ed estrazione sociale la cui vita si intreccia sullo sfondo del colpo di Stato pilotato dalla CIA e appoggiato dagli inglesi, in una torrida estate del 1953.
Una donna la puoi coprire con un velo, la puoi chiudere in casa, la puoi reprimere con una educazione retrograda. Una donna la puoi usare come un oggetto sessuale, la puoi usare per soddisfare i tuoi bassi istinti animaleschi. Una donna la puoi trattare come una serva, la puoi far sentire in colpa, la puoi umiliare e avvilire.
Ma non potrai mai toglierle la dignità e la sua voglia di vivere in piena libertà il suo essere donna.
Questo è il  messaggio che ci trasmette Women Without Men della visual artist Shirin Neshat, al debutto dietro la macchina da presa.
Attraverso la storia di quattro donne, la regista affronta la castrante condizione femminile iraniana sullo sfondo del colpo di Stato del 1953 - che portò alla deposizione del democraticamente eletto Mossadeh per far salire al potere lo scià Palhavi.
La rivoluzione infiamma le strade, e infiamma la coscienza di Munis, giovane donna che 'osa' ascoltare la radio invece di cucinare e di farsi 'incatenare' in un matrimonio combinato dal fratello. Lo fa per il suo bene -è disdicevole che una donna sia senza un marito preferendo passare tutto il giorno ad ascoltare la radio invece di cucinare e tenere in ordine la casa.
Munis non ci sta e si ribella compiendo un gesto estremo pur di perseguire il suo sogno di poter urlare i suoi diritti, di poter vivere liberamente la sua vita, di esprimere le proprie idee e passioni.
Fahezé è la migliore amica di Munis, non capisce che il mondo intorno a lei è vivo e in fermento. Per lei i contestatori sono solo degli agitatori, sono pericolosi.
Se Munis ha aperto gli occhi e cerca disperatamente di affrancarsi a una vita chiusa e gretta, la presa di coscienza di Fahezé richiede tempo - il tempo di percorrere una impervia salita intrisa di dolore e vergogna per una colpa che non ha commesso. 
Fahezé compie un cammino doloroso, ma necessario per prendere coscienza di sé, liberando i suoi lunghi e fluenti capelli da quel velo che opprimeva la sua emancipazione -  emancipazione di tutte le donne iraniane costrette a nascondere quotidianamente la propria bellezza e femminilità.
Presa di coscienza che le consente di scrollarsi di dosso una colpa che paga due volte - sulla sua pelle e nella sua anima, dovendosi nascondere perché ha perso l'essenza virginale che l'accompagnava come un'aura, necessaria per trovare un marito che la sposi e la renda una donna rispettabile.
Rispettabilità che ha Fakhri, cinquantenne che ha ancora intatto il suo fascino, fascino mai scalfito dal sarcasmo e crudeltà psicologica che esercita suo marito. 
Fakhri può essere ripudiata perché non adempie ai suoi doveri coniugali, ma lei ha la forza di reagire e di fuggire in un luogo isolato,  un luogo lontano dagli uomini che - come suo marito, trattano le donne come una proprietà.
Luogo misterioso dove si rifugia la prostitua Zarin, donna che non riesce più a vedere il volto degli uomini. Uomini che usano il suo corpo per soddisfare i loro piaceri sessuali, piacere che la prostituta Zarin adempie meccanicamente. Non riesce più a vedere i suoi volti, perché non riconosce più il lato umano di un uomo, così come non riconosce più la dolcezza, l'amore e il rispetto  - sentimenti che forse non ha mai provato. 
Zarin fugge, si gratta la pelle per togliere le tracce della prostituzione che hanno fatto di lei un oggetto sessuale e come una novella Ofelia, giace nel lago della magione di Fakhri in cerca di pace.
Pace che cerca anche Fahezé, portata nella casa di Fakhri da Munis in cerca di protezione - e Fakhri accoglie queste due anime perdute prendendosi cura di loro, perché solo la solidarietà femminile può lenire e infondere la forza per reagire e guardare in faccia le avversità preservando la propria dignità. 
E la magione dove le donne senza uomini cercano rifugio è il simbolo degli ultimi istanti di pace e tranquillità che sta vivendo l'Iran, di lì a poco colpita nel cuore della democrazia.
Fakhri decide di dare una festa, e quella festa rappresenta la fine della libertà dell'Iran. E come un essere vivente, il giardino che circonda da villa da i segni di un pericolo che incombe, con quell'albero che cade all'improvviso -  così forte e robusto, inspiegabilmente cade come una foglia soffiata dal vento.
E la sofferenza fisica che colpisce senza motivo Zarin, si trasforma a sua volta nel simbolo della democrazia che sta per morire in nome di una dittatura che nel 2009 devastava ancora l'Iran.
Women Without Men è un film affascinante dal punto visivo con i suoi simbolismi e le splendide musiche di Ryuichi Sakamoto -  ha l'unico difetto di amalgamare perfettamente la parte storica con quella delle quattro protagoniste, lasciando i personaggi di contorno poco definiti. 
Women Without Men rimane comunque un profondo ed efficace film di denuncia - creando un potente ma delicato ritratto femminile.
Women Without Men è un chiaro messaggio che le donne sono indistruttibili, e nonostante siano nascoste da un velo, schiacciate dalla famiglia, sono in grado di ribellarsi e dare voce ai loro sogni di libertà.

Voto: 7/8

Questa recensione fa parte del progetto No More Excuse - A Week Without Violence iniziata il 25 novembre e che si concluderà il 30 novembre - dedicata alla giornata internazionale contro la violenza alle donne. Cliccando sul link troverete (giorno per giorno) le altre recensioni di questa iniziativa targata Director's cult & Co.


23 commenti:

  1. Non conoscevo neppure questo film ma segno, sembra interessante!
    E grazie per l'ideona, cara!

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    1. Io l'avevo snobbato quando era uscito, ma quando ho visto il trailer ho capito che era il film perfetto per il progetto che ho ideato, ma che tutti voi avete concretizzato. Grazie anche a voi! <3

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  2. Questo mi sembra di averlo visto, ma non ho ricordi.

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    1. Rinfresca la memoria con una seconda visione, ne vale la pena! ;-)

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  3. Prendo nota. E mi unisco ai complimenti per l'iniziativa. Brava!!! <3

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  4. un post particolarmente sentito.
    d'altra parte, da parte dell'ideatrice della no more excuses week non potevo attendermi di meno... ;)

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    1. Grazie, mi sento molto lusingata! Sono riuscita a recuperare pezzi di neuroni sparsi per casa e ho trovato l'ispirazione necessaria per questo bellissimo progetto! :-)

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  5. Un film iraniano su questo argomento spinoso? Davvero singolare....

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    1. In realtà di film ce ne sono, ma sì, è singolare che l'abbia diretto una donna, riuscendo a unire la visual art con la condizione femminile iraniana. Ricco dal punto di vista visivo e di contenuti! :)

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  6. Molto interessante... c'è speranza di poterlo vedere/recuperare/procurare anche da noi?

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    1. Il film è uscito nel 2009, quindi penso che non ci siano problemi a recuperarlo, e ti consiglio di farlo perché ne vale la pena! ;-)

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  7. non l'ho visto, me lo segno e lo guardo appena posso!!!

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    1. Guardalo appena riesci, magari potrai ispirarti alla cucina iraniana per una CineCena! ;-)

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  8. Brava a promuovere l'iniziativa, e brava con questo post.
    Tra l'altro, il film mi manca, vedrò di recuperarlo.

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    1. Grazie e bravi voi ad avermi aiutato per realizzare questo progetto che mi stava veramente a cuore! ;-)

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  9. Ne avevo sentito parlare ma non l'ho mai guardato. Cercherò di colmare questa mia lacuna - insieme alle mille altre

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  10. Purtroppo non conosco la pellicola, ma, uau, il tuo post è da pelle d'oca.
    Grazie per questa iniziativa, davvero.

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    1. Rispondo dopo un secolo, grazie a te per aver letto il post e aver apprezzato l'iniziativa!

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  11. Bellissima la tua iniziativa, non nascondo che mi sarebbe piaciuto partecipare.
    In ogni caso, lo ricordo questo film, peccato che non sono mai riuscita a finirlo. Rimedierò al più presto.

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    1. Grazie, molto gentile! Il film di consiglio di finirlo, ne vale veramente la pena! ;-)

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  12. sai che ne ho sentito parlare tempo fa? Lo devo recuperare ^_^

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