David Bowie non fu solo il mitico White Duke e il magnifico Ziggy Stardust né il tormentato Nathan Adler, ma segnò la scena cinematografica con una bella manciata film lungo Quarant'anni.
Il suo debutto avvenne quando ancora David Robert Jones - nato a Brixton, quartiere di Londra l'8 gennaio del 1947 - lontano dal creare il suo primo e mitico personaggio, Ziggy Stardust, con The Image (1967) un corto di genere horror distribuito nelle sale a luci rosse dei cinema londinesi durante l'intervallo tra il primo e il secondo tempo. Come una sorta di Dorian Gray, Bowie si materializza da un dipinto, e vani sono i tentativi di ucciderlo da parte del pittore, perché si materializza costantemente, peggio di un incubo.
La sua carriera musicale, si sa, divenne un successo inarrestabile (Space Oddity, The Man Who Sold the World, Aladdin Sane) e ci vollero ben dieci anni per rivederlo al cinema, fino a pochi mesi fa considerato il suo esordio (prima del ritrovamento di The Image, la quale si potevano trovare poche scene online). E ovviamente il ritorno fu in grande stile, ne L'uomo che cadde sulla Terra di Nicholas Roeg (1976), nei panni di un alieno, Thomas Jerome Newton, che arriva sulla Terra con 9 brevetti rivoluzionari sulla musica, chimica, e altri campi scientifici e artistici. Per questo ruolo (non tanto diverso dal suo alter ego Ziggy, androgino e misterioso), vinse un Saturn Award come migliore attore protagonista.
La sua carriera musicale prosegue parallelamente con quella cinematografica, e il cinema inizialmente sembra essere uno 'strascico' delle sue esperienze musicali: dopo l'alieno Newton (a tre anni dalla 'uccisione' dell'alieno Ziggy Stardust) eccolo tornare 'live' cantando a un concerto che Christiane F. assiste ne Berlino in Noi ragazzi dello Zoo di Berlino (1982). Qui Bowie sembra quasi omaggiare la città che lo aveva ispirato per la sua Berlin Trilogy tra il 1976 e il 1979 (Station to Station, Low, Lodger).
La svolta però avvenne l'anno successivo con Nagisa Oshima che lo volle protagonista del suo Furyo, dove interpreta un ruolo di rilievo che non ha a che fare con la sua icona musicale: Mr. Lawrence, mediatore culturale inglese e detenuto in un campo di prigionia giapponese durante la Seconda guerra mondiale.
Il cinema sembra avere un appeal sempre più forte sul duca bianco, tale da farlo diventare un fascinoso vampiro in cerca di sangue e di una cura contro l'invecchiamento precoce in Miriam si sveglia a mezzanotte (1982), divenendo il compagno dell'altrettando algida e aristocratica Catherine Deneuve.
Il 1986 fu comunque l'anno che lo consacrò a icona fantasy con Labyrinth, interpretando il fascinoso e mefistofelico Jared, il re dei Goblin, che rapisce il piccolo Toby esaudendo il desiderio della capriciossa Sarah, costringendola a farla percorrere un impervio labirinto per ritrovare il fratellino e per costringerla a crescere. Bowie curò anche la colonna sonora (inclusa la hit Magic Dance), così come fece per Absolute Beginners, musical di Julian Temple con Patsy Kensit, in una Londra degli anni Cinquanta ancora lontana dal mood swingin, ma pronto ad accettare il rock, quando diversità razziale era pronta a esplodere nel quartiere di Notting Hill.
I registi di culto non se lo lasciano sfuggire: Martin Scorsese lo volle nel ruolo di Ponzio Pilato nel suo L'ultima tentazione di Cristo (1988), David Lynch lo volle nel ruolo dell'agente FBI Philip Jeffrey per indagare sugli ultimi giorni di Laura Palmer in Twin Peaks: fuoco cammina con me.
Una pausa di tre anni ed eccolo nei panni di Andy Wharol in Basquiat (1996), omaggio del pittore Julian Schnabel al suo collega e amico Jean Michel Basquiat. Bowie sembra ricreare il legame cinema-musica: il cantante infatti conobbe realmente l'icona della Pop-Art nel 1971, durante il suo tour americano, tale da dedicargli un brano in Hunky Dory.
Nel 1998 fece un salto in Italia per girare Il mio West di Giovanni Veronesi con Leonardo Pieraccioni
Una pausa e nel 2001 torna in uno dei camei più cool del momento: è semplicemente sé stesso, giudice di gara tra il modello Hansel e il modello Zoolander nella spassosa satira fashion Zoolander. solo 4 minuti, ma lasciano il segno: capello liscio, completo giacca senza cravatta, è il più cool di tutti. E' lui che decide le regole del walk off e prende appunti minuziosamente con tipico aplomb British, squalificando il modello bello - bello - in modo assurdo che fallisce nel tentativo di smutandarsi senza toglierli i pantaloni.
Nel 2006 dopo aver vestito i panni di Nikola Tesla ne The Prestige dovette fare una pausa forzata a causa di un attacco di cuore avuto durante il Reality Tour: se la musica non lo abbandonerà fino alla fine - Black Star vedrà la luce il giorno del suo 69esimo compleanno, due giorni prima la sua scomparsa avvenuta il 10 gennaio di quest'anno, il cinema lo rivede per l'ultima volta nel film Augurs (2008) con Josh Hartnett.
Poco importa, perché David Robert Jones ebbe sempre un approccio cinematografico nella sua musica (The Star Are Out Tonight con Tilda Swinton, The Heart Filrhy Lesson diretto da David Fincher, canzone dei titoli di testa di Seven, e su tutti Blackstar, 10 minuti che sembrano un cortometraggio invece che un videoclip), regalandoci ruoli che hanno fatto sognare i suoi fan (e forse anche i suoi detrattori).
conosco Bowie meglio come musicista, che come attore, ho giusto visto "Labyrinth", e decisamente non mi è piaciuto...
RispondiEliminaNuoooo, lui è fighissimo come re dei Goblin! :-D
EliminaComunque almeno vedilo nella walk off di Zoolander (trovi la scena su youtube), è spassosissimo!