Titolo: Il laureato
Titolo originale: The Graduate
USA, 1967
Sceneggiatura: Buck Henry, Calder Willingham
Regia: Mike Nichols
Durata: 107'
Benjamin Braddock (Dustin
Hoffman) è un giovane ragazzo fresco di laurea, ma non sa cosa fare esattamente
nella vita. Alla sua festa di laurea incontra la matura, ma ancora affascinante
Mrs. Robinson (Anne Bancroft), moglie del socio di suo padre. Benjamin viene sedotto
da Mrs. Robinson, ma si innamora di sua figlia Elaine (Katharine Ross)…
Benjamin Braddock ha tutte le
carte in regola per diventare un uomo di successo: è giovane, affascinante, è
figlio della buona borghesia e ora è anche laureato.
Ma a Benjamin Braddock i panni
del borghese perbene gli stanno un po’ stretti. Si sente come un pesce fuor
d’acqua: una volta ritornato al suo nucleo familiare d’origine, sente che
qualcosa è cambiato e non riesce più a integrarsi. Così come fatica a
integrarsi nella società upper class americana.
Studia, prendi una laurea,
trova un buon lavoro, sposati e fai dei figli. Più o meno l’iter del cittadino
medio americano è questo. Beh, Benjamin Braddock ha studiato, ha preso una
laurea, ma non sa che lavoro trovare e non sa se sposarsi e avere figli.
E se l’american way of life non
facesse per lui?
Benjamin si trova come in un
limbo, simbolo di un’alienazione giovanile che ha seguito le regole alla perfezione, come una
buona pecorella segue il suo pastore, ma ora non sa se ciò che ha seguito fino
ad ora sia adatto a lui. E se volesse uscire dal gregge?
L’apatia di Benjamin e il suo
disinteresse verso tutto e tutti non sembra preoccupare i suoi genitori, che
vedono in lui il loro golden boy da esibire con orgoglio. Come fa suo padre quando
gli regala la muta da sub, e al classico party in piscina deve esibirsi come una brava scimmietta ammaestrata per
mostrare quanto sia eccezionale il ragazzo nella muta da sub.
Benjamin esegue il “numero”
alla perfezione, ma il disagio e il rifiuto verso la società si fa evidente in
lui, fluttuando nel fondo della piscina con lo sguardo colmo di frustrazione, incapace
di comunicare il suo senso di disagio, causato dalla mancanza di comunicazione
con il mondo degli adulti.
Ma Benjamin non ci sta e la
svolta avviene quando incontra Mrs. Robinson, donna ancora ricca di
sex appeal. Mrs. Robinson seduce il giovane e inesperto Benjamin, introducendo il goffo ragazzo di buona famiglia a una educazione sentimentale che lo
porterà a maturare, facendolo diventare più sicuro di sé.
Ma a rompere l’equilibrio
raggiunto dal giovane, è la giovane Elaine, studentessa della prestigiosa università
di Berkeley: Benjamin si innamora di lei,
anche se aveva promesso a Mrs. Robinson di non frequentarla.
Benjamin ed Elaine si frequentano, ma fanno fatica
a comunicare tra di loro (proprio come con gli adulti), gettando le basi dello sconforto del
rifiuto della famiglia che contagerà non solo l’America, ma anche l’Europa
(come la “morte del padre” in Italia per esempio): lei lo ama, ma non sa cosa
fare. E’ un controsenso, ma è quello che prova questa ragazza bellissima ma un
po’ confusa.
Elaine e sua madre rappresentano
la crisi del nucleo familiare: Elaine è piena di dubbi, ama Benjamin, ma è
insicura sul suo rapporto, indecisa se scegliere lui e un futuro
fatto di incertezze, o sposare il giovane studente di medicina che gli assicurerà
una vita tranquilla, ma forse noiosa. Mrs. Robinson invece è cinica e
disillusa, nutre gelosia nei confronti Eleaine, vedendola come la causa della rinuncia dei suoi sogni; e ora disprezza il marito e
l’istituzione matrimoniale tradendolo con un ventenne.
Ma se per Mrs. Robinson ormai è troppo tardi,
Elaine può ancora scegliere il proprio destino.
Elaine però è meno ribelle di
Benjamin e sceglie di percorrere la via
più tranquilla, e ciò scuote Benjamin dal torpore in cui è caduto e finalmente
ha uno scopo nella vita: amare Elaine, correndo contro il tempo e diventando
protagonista di una memorabile fuga che ormai è entrata nell’immaginario
collettivo e un cult per tutti gli amanti di cinema.
Ma siamo sicuri che ci sia
l’happy ending?
Benjamin ed Elaine salgono
sull’autobus e viaggiano verso l’ignoto. Si guardano per un istante, un timido
sorriso e la consapevolezza di aver abbattuto le barriere del perbenismo della
società borghese. Ma quel sorriso dura poco: Benjamin Braddock ed Elaine
Robinson si fanno seri e guardano dritto a loro, consapevoli di avere un
avvenire fatto di incertezze e di
precarietà.
Ed è proprio questo finale
apparentemente aperto che fa de Il
laureato un cult movie e un manifesto di una generazione, quella Sessantottina
che prenderà in mano il proprio destino e combatterà per distruggere le
fondamenta tranquille della società americane. Anche se poi si sa che nemmeno
un ventennio più tardi, i figli del Sessantotto ricostruiranno mattone dopo
mattone quello che hanno distrutto, in nome di un falso benessere che verrà
chiamato Capitalismo.
Benjamin Braddock è un anti eroe, o meglio, un eroe a sua insaputa. Perché più che infrangere le regole, si limita a seguire il suo cuore. Non sa cosa fare della sua vita, ma sa che vuole Elaine e fa di tutto per averla, arrivando a disobbedire, a fuggire. Così come disobbedisce le regole della moralità perbenista della famiglia americana diventando l’amante di una donna sposata, una Mrs. Robinson cinica e disillusa dal falso mito del benessere.
Il
laureato non è propriamente un manifesto del ’68, ma è il preludio
dello scoppio rivoluzionario di una generazione che non vuole seguire i dettami
della società.
Il laureato è un piccolo
gioiellino di ironia e trasgressione che cancella con un colpo di spugna (o meglio di
zoom) la censura americana, scardina le certezze degli americani, il tutto
condito con la splendida colonna sonora di Art & Garfunkel, che rappresenta
il perfetto accompagnamento dello stato d’animo dei protagonisti.
Studia, prendi una laurea,
sposati e fai dei figli. Siamo proprio sicuri che sia la ricetta vincente per
avere successo nella vita e nella società?
Voto: 9
Voto: 9
Il finale de "Il laureato" è uno dei più belli della storia del cinema. Ogni volta che lo vedo rimango sbigottito. Loro sono infelici. Non si amano davvero e finiranno per divorziare (magari "Il laureato" in questo senso è il prequel perfetto di "Kramer contro Kramer").
RispondiEliminaBella recensione ;)
Non male come interpretazione! Io l'ho visto tante volte, ma studiandolo all'università, ci sono rimasta anche io con quel finale un po' così... Ti aspetti baci e abbracci e invece... Grazie! ;-)
Eliminasoprattutto è il film che ha inventato il concetto di MILF :)
RispondiEliminaE che MILFONA la sciura Robinson! Io mi sarei fatta la mamma e bon, Elaine sa minga cosa vuole nella vita! XD
EliminaSupercult, senza se e senza ma.
RispondiEliminaE perfetto per l'estate, secondo me.
Infatti l'ho visto all'aperto, bello bello!!! ;-)
EliminaBellissimo!!! Uno dei miei film preferiti. Bella recensione!
RispondiEliminaGrazie! Il laureato è uno dei miei evergreen!!!
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