Dieci anni fa ci lasciava Robert Altman, ragazzo terribile di Hollywood. Anche se l'anniversario è caduto il 20 di questo mese, noi cineblogger ce ne freghiamo delle regole e lo celebriamo quando ci pare, ovvero oggi domenica 27/11. Altman avrebbe gradito di sicuro. Per omaggiare il grande regista, Director's cult ha scelto un instant classic come I protagonisti.
Attenzione, ai fini dell'analisi cinematografica la recensione può contenere spoiler.
Titolo: I protagonisti
Titolo originale: The Player
USA, 1992
Cast: Tim Robbins, Greta Scacchi, Vincent D'Onofrio, Woophie Goldberg
Sceneggiatura: Michael Tolkin, da un suo romanzo
Regia: Robert Altman
Durata: 124'
Cara Hollywood, devi morire. Sembra dirci così Robert Altman ne il suo ormai classico I protagonisti. Ed questa è anche la minaccia non tanto velata rivolta al produttore di grido Griffin Mill ( Tim Robbins) da un misterioso stalker, che minaccia un colosso nella mecca del cinema, dove i suoi film finiscono sempre con l'happy ending, assicurando incassi da capogiro.
Griffin vuole scoprire chi è l'autore delle cartoline minatorie che minano la sua tranquillità, e scopre che il potenziale stalker è David Kahane (Vincent D'Onofrio), uno sceneggiatore che ha tentato di vendergli una sceneggiatura d'autore dove il lieto fine non è una sua prerogativa, finendo per essere scartata a priori da Mill.
L'incontro tra i due finisce in tragedia, lo sceneggiatore muore durante una collutazione (sceneggiata come una rapina da uno spaventato Mill) e Griffin intreccia una relazione con la fidanzata di lui (Greta Scacchi), aspirante artista, continuando la sua vita artificiale nell'altrettanto finta Hollywood, dove il confine tra realtà e fantasia è molto sottile.
Robert Altman non è mai stato tenero nei confronti dell'industria cinematografica e l'industria ha ricambiato mettendogli spesso e volentieri i bastoni tra le ruote.
In generale Altman fu un iconoclasta, non un hippie (pur essendo giovane di spirito, negli anni Settanta non era più un trentenne e viaggiava già verso la cinquantina), ma una persona poco incline a rispettare i dettami della società, mettendo al servizio della settima arte la sua voglia di trasgredire le regole e di irridere la società americana alla prima occasione.
Altman fu anche maestro nello sgretolare e le regole di Hollywood e i suoi classici, basti solo pensare a Il lungo addio e a come stravolse il mito di Marlowe, reso celebre da Humprey Bogart ne Il grande sonno (e prima di lui da Dick Powell ne L'ombra del passato), per creare un meraviglioso sconfitto con il volto disilluso di Elliot Gould (aprendo la strada a Polansky con Chinatown), usando la settima per deridere il governo americano e la sua folle guerra in Vietnam spacciandola per guerra di Corea (e quindi prenderla per i fondelli due volte) con quel gioiellino di M*A*S*H*; graffiando alla grande negli anni Settanta - al punto da dare filo da torcere ai Movie Brats guidati da Spielberg e Lucas (che poi si vedrà come si faranno ammorbidire dall'industria facendo una fraccata di milioni) - pur essendo fuori tempo massimo per far parte della loro cerchia.
Altman fu sempre un pesce fuor d'acqua a Hollywood, e il suo I protagonisti sembra essere un grido d'allarme per come la macchina dei sogni stia andando alla deriva, diventando una pura macchina di soldi. Altman con I protagonisti sembra rimpiangere il vecchio cinema della golden era - nei vari studios ci sono sempre poster incorniciati di classici come Laura di Otto Preminger, e la nostalgia per il cinema d'autore che hanno fatto la storia del cinema - Griffin incontra lo sceneggiatore durante la proiezione di Ladri di biciclette, e lo scrittore gli rinfaccia che il producer non è neanche questo mostro di cinefilia essendo arrivato praticamente alla fine del film - mentre i detective che seguono il caso (Whoopie Goldberg e Lyle Lowett) avevano visto Freaks, reso ancora fruibile al pubblico grazie ai cinema d'essai, quando il concetto di multiplex ancora non esisteva.
Altman odia il cinema del (suo) presente e celebra la genialità del cinema del passato, come il cinema di Orson Welles - altra pecora nera dello star system - con la scena di apertura con un piano sequenza che sembra strizzare l'occhio al piano sequenza di apertura dello strepitoso L'infernale Quinlan. Quello è il vero cinema, quella era arte, quello sì che era rischiare in una produzione che poteva essere un trionfo o un fallimento.
E invece ora (o meglio, negli anni Novanta, ma anche oggi non è che la musica sia cambiata), i producer sembrano i 'super produttori mega galattici' che si preoccupano solo di fare profitti, criticando aspramente la metodologia di lavoro che non rispecchia più il vecchio sistema che garantiva qualità artistica con una buona etica lavorativa.
Per dimostrare in che modo il super mega produttore galattico Griffin Mill fa soldoni, Altman mette alla berlina il glamour hollywoodiano svuotandone il significato, con feste dove puoi incontrare Marlee Matlin o Andie Mc Dowell, dove ai gala di premiazione l'elemento più esaltante è il solito buon gusto di Cher che si fa notare per il suo vestito rosso fiammante, o spettegolare al ristorante su Angelica Houston che pranza con insieme a John Cusack - il tutto rendendolo un po' triste, privo di quel glamour che solo un comune mortale può immaginare. Incontri gente-vai alle feste-fai affari-vai alle premiazioni-fai affari-vai al ristorante-fai affari. Bei vestiti, litri e litri di champagne, idromassaggio all'aria aperta sono a disposizione pur di vendere un film o di parlare di produrre un film. Purché si faccia un ottimo profitto.
E siccome Hollywood è grande, Altman ci mette una moltitudine di attori che prestano il loro volto anche solo per un fotogramma (ci trovi chiunque da Jeff Goldblum a Burt Reynolds, da James Coburn a Jack Lemmon), creando un mega puzzle fatto di persone che si incrociano per un istante. Memore della capacità di creare film a partire da Nashville, con quei 6 gradi separazione che li tengono uniti - e senza Altman, probabilmente Paul Thomas Anderson non avrebbe ricreato lo stesso intreccio in Magnolia - questa folla di star sembra avere un legame tra di loro perché fanno parte dello stesso mondo, dove ognuna è una pedina per rendere il prossimo film un nuovo trionfo al botteghino, ergo una montagna di soldi.
E se non fai tanti soldi, tutto il potere che hai accumulato svanisce da un momento all'altro e producer come Bonnie (Chyntia Stevenson), un tempo fidanzata di Griffin, finisce per essere mollata non solo da lui, ma anche dallo studios che le da' il benservito (e paradossalmente Altman sembra anticipare la fine della casa di produzione Carolco che dalle stelle con Terminator II finirà alle stalle grazie alle disastrose produzioni di Corsari e Showgirls, facendole chiudere baracca e burattini).
E quando arriva il produttore inglese che cerca di portare una ventata di novità con un film dove non c'è lieto fine in nome del realismo, ecco che la preview nel cinema di periferia ha floppato e tutto finisce a tarallucci e vino, perché la realtà è che lo spettatore vuole che la storia finisca bene, poco importa se è ridicola (efficace il cameo con Bruce Willis che fa la parodia di sé stesso facendo il verso a John McLane). Così come finisce in beffa l'indagine che dovrebbe inchiodare Griffin. Perché la realtà supera la fantasia, e la vita di Griffin è come un film - il film che ripercorre il suo fatale incontro con lo sceneggiatore David che gli viene proposto come un grande copione da comprare - dove ad attenderlo c'è l'happy ending con la villa circondata da rose e la sua compagna in dolce attesa, al punto da dire frasi che sembrano uscite dagli stessi film che produce.
Perché questa è Hollywood e solo nella fabbrica dei sogni la fantasia supera la realtà.
Voto: 7/8
Celebrano Altman:
GOSFORD PARK (su Il Bollalmanacco di cinema)
POPEYE - BRACCIO DI FERRO (su GiocoMagazzino)
I COMPARI (su White Russian)
NASHVILLE (su Non c'è paragone)
POPEYE - BRACCIO DI FERRO (su GiocoMagazzino)
I COMPARI (su White Russian)
NASHVILLE (su Non c'è paragone)
Grazie per aver proposto l'iniziativa e di avermi fato scoprire anche se solo con un film, questo regista. Spero in futuro di riuscire a recuperarne altri!
RispondiEliminaBuon Altman Day!
Figurati! Io devo ancora scoprire altri film di questo grande regista e rivedere dei cult movie come Nashville!
EliminaBuon Altman Day!
... e menomale che non avevi tempo per scrivere una recensione "seria"! :) le tue analisi sui film mi stupiscono sempre per qualità e completezza: sono delle piccole lezioni di cinema. Complimenti!
RispondiEliminaInfatti l'ho scritta stanotte, che la notte porti consiglio? Ahahaha! Grazie, in realtà questa volta ero preoccupata perché il film l'avevo visto dopo il devastante black friday, ancora non so come il mio gulliver abbia partorito questa recensione! XD
EliminaGrazie, sei sempre gentile, e anche la tua recensione mi ha aperto una nuova prospettiva su Radio America, e grazie ad Altman per darci così tanto bendìddio! ;-)
Gran bella recensione per uno dei pochi Altman che ancora mi mancano.
RispondiEliminaInutile dire che dopo averti letta sento quasi il bisogno di recuperarlo. ;)
Eio sento il bisogno di recuperare I compari dopo aver letto la tua! ;-)
EliminaComunque con o senza la mia recensione, la visione de I protagonisti fa sempre bene! :-)
Gran bella iniziativa quella di celebrare Altman, e gran bella rece a uno dei miei suoi film preferiti.
RispondiElimina10 anni passati in un secondo... Mi è piaciuto ricordare questo immenso regista, e sono contenta che abbia reso giustizia al tuo film preferito con la mia recensione! ^_^
EliminaNon l'ho mai visto ma l'argomento mi solletica quindi... chissà che in un prossimo anniversario non decida di guardarlo!!!
RispondiEliminaNon aspettare un anno, il film vale la visione, trova uno spazio tra le tue mille visioni, perché Altman vale, più della L'Oreal! :-D
EliminaEccomi! Scusa se commento solo ora, ma ieri mi trovato ad animare un giornata di gioco XD
RispondiEliminaAllora...
"I Protagonisti" lo ricordo bene perchè lo vidi anni fa. Mi colpì per come descrisse un lato di Hollywood....
Per il resto, non ti nego che ho scoperto film di Altman che non conoscevo. E' stato divertente e allo stesso tempo educativo partecipare all'iniziativa :D
Io ricordavo solo un paio di scene e mi sa che questa volta l'ho visto per intero. Il bello di questi day è proprio scoprire film che non si conoscevano, quindi partecipa quando vuoi! ;-)
EliminaMi spiace non esser stato tra "I protagonisti" di questo Day, però Altman non è mai stato tra i miei registi cult e non ho fatto in tempo a preparare niente...
RispondiEliminaIn ogni caso, ottimo post! ;)
La tua mancanza verrà punita con un revival di Nicolas Cage hauahauaahuaa! XD
EliminaGrazie mille, e al prossimo day, non devi mancare! ;-)