mercoledì 13 maggio 2015

VIDEOCLIP REVIEW: Sonic Youth - Sunday



Titolo: Sunday
USA, 1998
Band: Sonic Youth
Guest stars: Macaulay Culkin, Rachel Miner.
Regia: Harmony Korine.
Durata: 4'02''



C'era una volta un bel bambino biondo che nel 1989 - all'età di 9 anni - fece impazzire l'America e tutto il mondo facendo un film dove veniva dimenticato a casa da mamma e papà. 
Poi nel 1998 il ragazzino cominciò a crescere, divenne un adolescente, e come si fa per i cuccioli, non fece più tenerezza, diventando meno famoso poco alla volta e finendo per querelare (i veri) mamma e papà.
Ci pensò allora un regista che di adolescenza 'malata' ne masticò parecchia e decise di prendere l'ex bambino prodigio e di dirigerlo in un videoclip per una delle band di culto degli anni Novanta.
Sunday dei Sonic Youth è un video musicale diretto da Harmony Korine, il regista di Gummo e del recente Spring Breakers.
Con Sunday Korine comincia il suo percorso nel mostrare il 'dark side' delle celebrity con Macaulay Culkin, l'ex bambino prodigio di Mamma ho perso l'aereo
Korine prende le baby celebrity e li spoglia completamente della loro allure innocente costruita a tavolino, scagliandosi contro una industria - la Disney - che sforna piccoli 'mostri'  carini e puri (vedere alla voce  Selena Gomez e Vanessa Hudgens), facendo diventare quell'angelo biondo di Culkin in un adolescente tendenzialmente disturbato.
Se Culkin in realtà cercò di modificare la sua immagine di bambino furbetto e adorabile mostrando (invano) un lato 'oscuro' nel 1993 con L'innocenza del diavolo, con Sunday in soli 4'02'' riesce a centrare l'obiettivo.
Korine usa il rallenty e 'apre le danze' con un lungo primo piano dell'ex baby star che si osserva davanti a uno specchio. E' emblematica questa prima sequenza: Korine mostra un ritratto di un ragazzo di 18 anni che si scruta con uno sguardo sprezzante non tanto verso sé stesso, ma contro chi lo ha strumentalizzato per anni vedendo in lui solo una miniera d'oro alla quale attingere finché non si esaurisce.
La sequenza successiva lo vede in un atteggiamento intimo con una ragazza, che in realtà era la ex moglie di Culkin - Rachel Miner - anche lei ex bambina prodigio (fu uno dei personaggi di una nota soap opera americana negli anni Ottanta), che tra scherzi e linguacce si baciano.
Korine mescola vita reale (la coppia Culkin/Miner) con la finzione, come se fosse il precursore dei tanti reality show stile Kardashian che infestano Mtv, rendendo finto un momento di reale intimità, proprio come fa una star di un reality, che si mette a nudo (e in pasto) al pubblico.
Non pago, Korine rincara la dose e distrugge un altro mito della fanciullezza: sempre con l'uso del rallenty, inquadra una deliziosa ballerina che prova qualche passo di danza. 
La fanciulla però è messa in un contesto sostanzialmente squallido: una spoglia camera (o camerino) con una branda sfatta e una finestra con delle sbarre. Al di là della location poco edificante, Korine riesce comunque a catturare la bellezza di quei movimenti che riescono a traparire leggiadria e grazia.
Una ballerina che diventano molteplici danzatrici che provano i passi in uno studio, facendole trotterellare come un carillion impazzino, indulgendo sui volti affaticati, come se fossero state caricate a molla e fatte girare come trottole impazzite per ore. Solo una di loro continua a piroettare all'infinito, al centro circondata dalle altre sono a terra facendo stetching, mentre tentano inutilmente di fermarla.
E si torna sempre al punto di partenza: fin dove si spinge la voglia di far emergere il talento e la voglia di sfruttare all'impossibile quella dote che in pochi hanno?
Macaulay Culkin ritorna in scena, d'altronde lo show è suo: un primssimo piano lo immortala mentre languidamente si passa la lingua sulle sue turgide labbra, per poi mandare un bacio allo spettatore fissando dritto la macchina da presa.
Dimenticate Kevin McCallister, Macaulay Culkin è cresciuto è un adolescente e ha una vita sessuale attiva. Non è più il bambino di Mamma ho perso l'aereo, ha perso l'innocenza e leggerezza, calpestata dallo showbusiness. Innocenza e leggerezza che riesce a esprimere un passo di danza che chiude questo music video della band di Thurston Moore.


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