lunedì 4 dicembre 2023

UNWANTED FIRST IMPRESSION: Napoleon



- Battaglia
- Napoleone scrive lettere a Giuseppina (prima e dopo aver creato un impero)
-Giuseppina vorrebbe scriverle "dai, non fare il baluba!" (verra' mostrato nella versione di 600 ore su Apple TV)
- Battaglia
- Napoleone fa' fiki fiki con Giuseppina (prima e dopo aver fatto un impero)
- Battaglia
- Napoleone vorrebbe fare fiki fiki con Giuseppina anche dopo averla ripudiata
- Battaglia

...Zzz...


- Battaglia
- Napoleone scrive lettere a Giuseppina (prima e dopo aver creato un impero)
-Giuseppina vorrebbe scriverle "dai, non fare il baluba!" (verra' mostrato nella versione di 600 ore su Apple TV)
- Battaglia
- Napoleone fa' fiki fiki con Giuseppina (prima e dopo aver fatto un impero)
- Battaglia
- Napoleone vorrebbe fare fiki fiki con Giuseppina anche dopo averla ripudiata
- Battaglia

...Zzz..

.- Battaglia
- Napoleone scrive lettere a Giuseppina (prima e dopo aver creato un impero)
-Giuseppina vorrebbe scriverle "dai, non fare il baluba!" (verra' mostrato nella versione di 600 ore su Apple TV)
- Battaglia
- Napoleone fa' fiki fiki con Giuseppina (prima e dopo aver fatto un impero)
- Battaglia
- Napoleone vorrebbe fare fiki fiki con Giuseppina anche dopo averla ripudiata
- Battaglia

...Zzz...






venerdì 10 novembre 2023

RECENSIONE: Lina da Lima








Titolo: Lina da Lima
Titolo originale: Lina de Lima
Cast: Magaly Solier, Cecilia Castagena, Javiera Contador
Sceneggiatura: Maria Paz Gonzales
Regia: Maria Paz Gonzales
Durata: 80'


A volte nella vita bisogna staccare le proprie radici e trapiantarle altrove. Succede quando il paese di origine non ti offre nulla, ti priva della tua linfa vitale e le opportunita' bussano altrove per poter sopravvivere.

Così Lina ( Magaly Solier) parte da Lima per raggiungere Santiago, Cile, dove lavora come domestica presso una facoltosa famiglia che ha in progetto la ristrutturazione della casa delle vacanze e una piscina nuova per la loro figlia Clara.

Lina segue i lavori e nel frattempo si prepara per le vacanze di Natale dove a casa l'attende suo figlio, lasciato alle cure della nonna e dell'ex marito.

La vita e' dura per un'immigrata, e soprattutto e' pregna di solitudine. Solitudine che Lina abbatte mangiando a un ristorante Peruviano e soprattutto attraverso incontri sessuali occasionali. Ma l'arma più forte che ha è rifugiarsi in un mondo parallelo,con  piccoli siparietti musicali a tinte neon dove lei riversa le sue frustrazioni e ansie.

Lina immagina per un istante di essere una star del musical come Esther Williams mentre si tuffa in una piscina, come nel film Bellezze al bagno. La stessa piscina che lei deve monitorare da lavoratori sfaticati che le creano problemi e che non le permettono di rientrare a casa. 

Piccoli musicals dove lei si immagina ancora più bella e sexy come una Marilyn castana, o addirittura una provocante versione della vergine Maria; dandole la forza di andare avanti, raccogliendo i cocci del suo cuore spezzato quando si rende conto che suo figlio non ha bisogno di lei, al di la' di un mero supporto economico.

Perché le radici, anche se sono impiantate nuovamente, muoiono se non vengono innaffiate, rischiando di diventare aride -  aridita' causata da uno stile di vita differente, la distanza geografica, il fuso orario che le fa perdere la telefonata del figlio -  e soprattutto la solitudine.

Così Lina si prende cura di se' stessa attraverso il rapporto con Clara, la figlia dei suoi datori di lavoro, instaurando un rapporto amichevole e d'intesa, più che da governante e figlia del datore di lavoro.

Cosi' Lina sopravvive alla mancanza di affetto familiare rimorchiando sconosciuti, e cerca di instaurare un rapporto di comunicazione anche con Mauri, che lei chiama Mauricio, immigrato probabilmente clandestino che non conosce lo Spagnolo, ma e' incaricato di finire i lavori.

Lina  cerca di instaurare un rapporto con Mauri, usando il linguaggio del corpo, gesticola, parla lentamente,  rompe le barriere dell'incomunicabilità, finendo per passare il Natale con lui, perche' nessuno quel giorno dovrebbe passarlo da solo, quando la famiglia non c'e'. 

Così Lina le mantiene viva la sua linfa passando il tempo con chi può, che sia la figlia del proprio capo, un lavoratore precario o un uomo conosciuto in un locale.

E quando ciò non basta, c'e' la musica, quei momenti magici dove lei canta e si abbandona con tutta la sua passione e il suo sex appeal.

Maria Paz Gonzales firma il suo esordio con delicatezza e lentezza (soprattutto all'inizio), per poi sciogliersi grazie al taglio musical, immergendo la sua Lina da Lima nel verde, fuchsia delle luci soffuse, illuminate dai bagliori delle paillettes e lustrini, facendo della fotografia e delle coreografie il suo punto di forza. 

Elementi notevoli che alleggeriscono tematiche difficili come l'immigrazione, il sentirsi soli - sottolineati dalla soggettiva che riprende il punto di vista di Lina dalle finestre della grande villa in cui lavora, e oggettiva offerta da una cena solitaria mangiata in un ristorante dalla protagonista - e la mancanza di equita' economica (l'acquisto dei regali di Natale, il disappunto nel perdere i soldi del biglietto aereo non rimborsabile). Eppure non  c'e' disperazione, non c'è una sola lacrima versata da Lina.

Perche' se il mondo che le offrono e' inospitale, ci saranno sempre dei momenti di pura fantasia che può creare, un piccolo paradiso artificiale dove trovare la forza di andare avanti e di prendersi cura delle radici che ha piantato in un terreno che non e' il suo.


Voto: 7,5

giovedì 2 novembre 2023

UNWANTED FIRST IMPRESSION: Oppenheimer

Avvertenze: Se non siete ancora riusciti a vederlo e volete, seguite queste linee guida.
  • Non andate al cinema dopo una giornata di lavoro, o con le balle sverse.
  • Andate dopo una bella dormita.
  • Bevete un caffe' prima dell'inizio del film.
  • Poi una bella e sana pipi' dopo il caffe'. In caso di vescica sensibile, usate un Tena Lady,
  • Portate con voi del cibo, anche una pagnotta al formaggio va bene, Fidatevi, sono salva vita.
  • Durante la visione, bevete piccoli sorsi di acqua. A meno che non usiate il Tena Lady.



Quindi:

  • Oppeneimher ha la visione mistica come il gatto di mia madre, Ipa - detta anche Miss Sofficino - vede la Madonna. L'originale, non la cantante.
  • Visivamente e' un capolavoro e se Miss Sofficino ha le stesse visioni di Xstopher Nola e Oppenheimer insieme, e' la gatta piu' fatta (e soffice) di tutta Legnano town.
  • Kenneth Branagh e' perso nel suo metodo Stanis Larochelle, e dopo il suo opinabile accento Russo in Tenet, ne sfoggia un altrettanto discutibile accento Tedesco. Perche' parlare normalmente fa' troppo Irlandese.
  • Tutti hanno bisogno di una crema idratante. E la fotografia in bianco e nero non aiuta.
  • Perche' Xtopher Nolan ha imoarato da Dunkirk, mette sonoro e musica per tre ore di fila. Praticamente e' un intero anno di ascolto fatto con Spotify, Deezer, Amazon Music insieme. Se qualcuno conosce un altro mese aggratis di un qualsiasi servizio musicale streaming, mi contatti in privato.
  • Il sesso e' cosi' nevrotico che il nuovo trend erotico e' ciulare mentre si legge un testo in Sanscrito.
  • In Barbenheimer, Kitty Oppenheimer sarebbe la BARBIE AMBRIACONA.
  • Kitty O' praticamente e' sempre ciuca, e di tanto in tanto, vorremmo farci un cicchetto con lei.
  • L'esperimento della bomba andava fatto durante un tempo atmosferico ottimale, per avere una visione chiara. Ecco perche' non la testarono mai a Londra, perche' li' il tempo e' sempre na'mmerda.
  • Oppenheimer si dimostra un po' ingenuo sugli effetti collaterali della bomba. Ecco perche' Barbie ha vinto un premio Nobel e lui no.
  • Jack Quaid appare sullo schermo, Jack Quaid scompare dallo schermo. Che sia un effetto collaterale della bomba?
  • Qualcuno inizi una petizione affinche' Johnatan Nolan ritorni a scrivergli i film.
Nel frattempo, mangia una pagnotta al formaggio ammamma.


martedì 22 agosto 2023

NOTTE HORROR 2023: The Toxic Avengers

Torna la notte horror 2023, e sebbene il mio blog langue, non si scorda dell'appuntamento annuale con la gang di cineblogger. Per festeggiare la maratona, ho deciso di vedere finalmente una vecchia VHS comprata all'edicola negli anni Novanta, mentre ero al mare con mamma e papa': The Toxic Avenger




Titolo: The Toxic Avenger

USA, 1984

Cast: Mitch Cohen, Andree Miranda, Mark Togl
Sceneggiatura: Lloyd Kaufman, Joe Ritter, Gay Terry, Stuart Stutin
Regia: Lloyd Kaufman
Durata: 93'







RECENSIONE SCEMA:


Immaginate il set di Boris, ma in America, negli anni Ottanta con la Troma.
Lloyd Kaufman e' il Rene' Ferretti made in USA. In che senso, direbbe il Mimmo de Bianco, rosso e verdone? Nel senso che sono due registi capaci di fare la monnezza, ma di quella buona, quella che trasuda di sublime.
Poi non ce la mettiamo una biondona, na' cagna maledetta alla Corinna Negri? Ma cerrrrto, che si',ed e' pure accecata, tanto che si innamora dell'eroe, mentre la mora alla Karin la mettiamo sempre sbracata in palestra, cosi' a mo' di mignottone, ma senza mano a cucchiara.
Un po' di Stanis Larochelle, ma in salsa nazi che ama prendere punti stirando bambini e vecchiette con la macchina. Stanis, prendi nota, perche' non prendere in pieno le creature fa' troppo Italiano.
E Seppia? Seppia e' il protagonista della serie e qua e' addirittura un povero minchia che diventa un super eroe!
La figlia de Mazinga invece ce la dobbiamo mettere per forza, tutta scosciata a fare la palestra, perche' senno' e' capace di comprare tutta la Troma production e dirti pure che palle.
E invece dell'anello del conte, ci sta lo spazzolone, infilati nelle gole del malvivente di turno (ma ci arriviamo).
Il tutto farcito con fotografia smarmellata, sapientemente girato a cazzo di cane e recitata pure peggio, con risparmio sugli effetti speciali per pensare subito a un seguito che Medical Dimension levati. 
Ed e' subito cult.
Benvenuti a Tromaville, dove il fitness e' imperativo tanto quanto delinquere. Alla Tromaville Health Club ci sta Melvin (aka Seppia made in USA) che fa le pulizie con il suo fido spazzolone (ta-dah!) e viene preso in giro costantemente dagli addetti ai lavori e da chi la frequenta. 
Non deve cantare Tu sei il mio signore sotto la minaccia di una mazza da baseball, ma viene costretto a indossare con un tutu' e deve baciare una pecora.Non paghi, gli infami lo defenestrano, facendolo cadere in un bidone di rifiuti tossici e si trasforma in un essere deforme, crescendo 190cm. Cosi' de botto e senza senso.
Melvin suo malgrado diventa un eroe quando spacca la faccia a degli spacciatori che vogliono corrompere il poliziotto Clancy, e scopre che dare una marea di mazzate e' gratificante.
Cosi' finito a vivere in una discarica dopo essere stato cacciato dalla mamma, comincia a far fuori tutti coloro che l'hanno bullizzato a cominciare dallo stira bambini, poi dalla coscialunga bionda e pure la coscialunga mora, usando ogni mezzo, compreso il suo mitico spazzolone
E lo spazzolone entra in azione in un ristorante, che entra in scena Sarah, aka miss damned bitch (cagna maledetta), che non vedendo una mazza, si innamora del vendicatore tossico.
E in un tripudio di mazzate, con tanto di vecchia malavitosa finita in lavatrice (GENIO!)il sindaco corrotto lo vuole muerto, ma la comunita' intera lo vuole salvo, come i dati auditel che hanno salvato Gli occhi del cuore dalla furia dei terroristi del Burmini.

RECENSIONE SERIA:

In trash we trust, crediamo del trash. Probabilmente questo e' il credo di Lloyd Kaufman, colui che svezzo' James Gunn mettendolo alla sceneggiatura di Tromeo and Juliet (roba che Leo scansati) facendo del cinema trash un impero. Erano gli anni Ottanta, quelli di Reagan e dello yuppismo. 
Kaufman prende di mira gli aspetti poco sani dell'American way of life: centri suburbani che fioriscono dal marciume della corruzione in nome del profitto, ecosistema che cominciava ad andare a rotoli, il sindaco marcio fino al midollo, e criminali di mezza tacca dal fucile facile. 
Il tutto riflesso in uno specchietto per le allodole con una societa' vincente,felice e malata di fitness, mettendo in contrasto il povero e gracile Melvin, reiettto di una societa' che non lo accetta perche' non bello e ricco come il malefico figlio di Neydermeier, colui che odia bambini e vecchiette.
Preso in giro e vessato da tutti, Melvin e' destinato a fare una vita da infame, perche' bruttarello, non aitante nemmeno tanto sveglio. Il massimo che puo' fare e' pulire con il suo fedele spazzolone gli spogliatoi, sognando probabilmente di spogliare la bella biondona che fa' areobica tutti i giorni. Finisce vittima delle prime falle del marcio che intacca l'ecosistema, con quei bidoni di monnezza tossica scaricate nelle zone periferiche da mamma metropoli, NY in questo caso. Perche' dove c'e' benessere c'e' il consumo e dove c'e' il consumo c'e' la produzione della monnezza. E la monnezza porta a speculazioni e soldi facili che fanno gola al sindaco. Ma sara' proprio il vendicatore tossico che fara' quello che ha sempre fatto: pulire lo sporco, in questo caso la feccia della societa', al punto da rendere Tromaville un piccolo quartiere residenziale modello. Per la serie, dallo sterco nascono le peonie. Se poi i fiori vengono su con concime di morti ammazzati, ancora meglio.
Memore di commedie goliardiche scollacciate tipo Porky's, Kaufman ne riprende le dinamiche (il razzismo, la ribellione giovanile, l'abuso di potere di quel porco di Porky) infarcendole pero' di horror, con questo povero sfigato (nel senso che ha una sfiga immonda nel finire sfigurato da un bidone di sostanze tossiche dopo aver patito la qualunque) che tendenzialmente ammazza per il gusto di farlo, ma paradossalmente crea una societa' piu' onesta e sicura, al punto che tutti vogliono vivere a Tromaville. Alla faccia del sindaco, tie'.
E se Sarah, la damsel in distress probabilmetne ci sta con lui perche' e' cieca (ma il sospetto che 190cm abbia fatto cresce qualcos'altro c'e'), Melvin/Toxic Avenger e' decisamente meglio del malato di fitness tanto aitante tanto quanto, per l'appunto, un brutto figlio di Neydermeier.
Perche' Il vendicatore tossico e' in realta' un eroe suo malgrado, dato che la principale motivazione e' vendicarsi dei torti subiti e far ingoiare lo spazzolone a chi abusa degli altri, dallo spacciatore ai delinquenti, fino alla vecchia capa di una gang.
E siccome il trash porta a mandare al diavolo tutte le regole, comprese quelle del politicamente corretto, sti cazzi se a farne le spese sono bambini, anziani e pure un cane.
The Toxic Avenger e' la sana catarsi di tutto quello che non va' in America, ma anche una crociata contro il politicamente corretto, che prende per i fondelli tutto e tutti (compreso Lars Von Trier e il suo Dogma 95, diventato Dogpile 95), con il suo tripudio di sangue, budella, tette e morti ammazzati. Male.
E in questi tempi (bui e bovini) dove il politicamente corretto e la cancel culture regna incontrastato, e' una manna dal cielo vedere quant'e' invecchiato alla bell'e'meglio questo energumeno con la faccia da Picasso (Modigliani no, che fa' troppo Italiano) che fa' ingoiare lo spazzolone al brutto figlio di sultana di turno.

Voto: 7.5




  





























































Hanno partecipato alla notte horror: 


martedì 8 agosto 2023

GOODBYE: Addio a William Friedkin




1935 - 2023


"...Molti miei film hanno questa caratteristica: costringere i protagonisti a confrontarsi in spazi claustrofobici con le loro ossessioni o le loro paranoie. Perfino Vivere o morire a Los Angeles era così. Per raccontare l’ambiguità del protagonista invece mi sono ispirato a La notte corre sul fiume, l’unico film da regista di Charles Laughton, una storia bellissima in cui Robert Mitchum interpreta un predicatore malvagio. Il personaggio di Joe Cooper, il detective che in realtà è un killer spietato, deve molto a quella figura apparentemente docile e per questo ancor più pericolosa e terrorizzante..."
 



martedì 25 luglio 2023

FIRST IMPRESSION: Fast X





...C'era una volta una bloggher che ha smesso di scrivere. Ma siccome la bloggher ama fare la brillante su Facebook, ha cominciato a sparare le sue perle sulle uscite cinematografiche in pieno stile monnezza movie... 

 Ora, grazie al Bollalmanacco del cinema, ho preso il coraggio a due mani e ho deciso di condividere le mie minch... Ehm, le mie perle. Tutto e' partito da Fast X, ormai uscito un secolo fa (Maggio), sommerso da tremilaseicento film a settimana, incluse nuove serie su Netflix gia' cancellate dopo la prima stagione. 

 P.s. la mini recensione e' volutamente stupida, cio' non significa che il film mia sia piaciuto o meno. Che poi sticatzi. Ready? 3,2,1, GO!



  • Ogni volta che Toretto e famigghia hanno un pranzo tutti insieme, roba che aggiungi un posto al tavola levati, arrivano i cazzi all'orizzonte. Tanti. Che non sono manco stati invitati. 
  •  Gli sceneggiatori sono fan di Batman Returns, e omaggiano il Pinguino e il suo amore per i videogiochi.
  • Dom Toretto tiene le chiappe incollate al sedile, perche altrimenti non si spiega come faccia a non finire defenestrato dalla sua super(cazzooola)car tutte le sante volte.
  • Anche questa volta, le ragazze ballano al rallentatore. 
  • Pare che noi italiani siamo in grado di scampare alle esplosioni con la grazia di quando si evita il pestaggio dellammerda sui marciapiedi. Lo prendo come un complimento, grazie. 
  •  Roma e' in grossi caxxi, tutti i telegiornali nel mondo ne parlano, e Chicco Mentana e il suo TG La7 non e' stato interpellato. Delusione. 
  •  I Maneskin sono di Roma, ma una loro canzone e' messa in una scena ambientata a Napoli. Mi aspetto O' sole mio per delle scene girate a Legnano (MI), dove c'e' una rotonda tra Legnano e San Vittore Olona perfetta per uno dei loro rocamboleschi inseguimenti. 
  •  Secondo zio John Cena, il vino rose' e' per femminucce. 
  •  Mi aspettavo Meadow Walkers camminare come Britney Spears in Toxic quando spinge il carrello delle bevande in aereo. Delusione. 
  • Dispiace Charlize & co., ma Helen Mirren e' pulzella piu figa di tutte. 
  • Jason Momoa in pieno psycho pussy mode per tutto il film, lancia il trend della manicure per uomini, e il colore piu' fico e' metallizzato. Quindi, se avete lo smalto della Kiko "Mirror Nail Laquer", e' ora di rispolverarlo. 

P.s. Nessuna fontana della Barcaccia e' stata maltrattata.

martedì 23 agosto 2022

Notte Horror 2022: The Addiction

Director's cult is (not) dead! Log live to Director's cult! Il mio blog è in fase silente, ma non rinuncia mai alla notte Horror con la gang di cineblogger! Per festeggiare il ritorno del chittesenc*la blog più sfigato della blogosfera, ho scelto un cult movie di Abel Ferrara, The Addiction.

- Attenzione! Spoiler ai fini della recensione -



Titolo: The Addiction
Id. USA, 1994
Cast: Lily Taylor, Christopher Walker, Annabella Sciorra, Edie Falco
Sceneggiatura: Abel Ferrara
Regia: Abel Ferrara
Durata: 85'










Può il male essere insito nell'uomo? Come è possibile che l'uomo possa creare opere filosofiche magnifiche come Aut Aut di Soren Kierkegaard e si possa macchiare di feroci crimini come il genocidio di massa?
Se lo chiede la dottoranda in filosofia Kathleen (Lily Taylor), mentre guarda attonita e affascinata la lezione sui crimini contro l'umanità a lezione e si chiede come l'uomo possa far del male.
Kathleen è una ragazza schiva e tranquilla, concentrata sul suo dottorato, ergo votata al bene.
Finché una sera, al rientro dall'università, viene aggredita da Casanova (Annabella Sciorra), una donna tanto affascinante quanto pericolosa che si scopre essere un vampiro. E la vita di Kathleen cambierà per sempre. Entrando nei meandri del male.

Il libero arbitrio è una concessione donatoci da Dio per darci la libertà di scelta e azione, nel pieno della nostra consapevolezza. Puoi votare la tua vita e fare solo del bene, così come puoi fare solo del male, pagandone però un prezzo. Inferno nel mondo del Signore, giustizia applicata nel cosiddetto mondo laico.

La sottile linea tra il bene e il male però viene meno quando Kathleen diventa addicted di sangue a causa della sua nuova natura vampiresca.

Secondo Aut Aut di Kierkegaard, la vita è o questo o quello, e la scelta non è facile, non è logica, non è necessaria. È possibile non avere la forza nemmeno di scegliere.

E Kathleen non ha potuto scegliere, e di conseguenza utilizza in maniera poco ortodossa la propria liberta' di scelta per soddisfare la propria sete di sangue senza però inzialmente nuocere, cercando di non uccidere. E lo fa con un prelievo di sangue a un senzatetto, iniettandosi il sangue come un tossicodipendente fa'con la sua dose.
Come ogni "tossico", però oltrepassa la linea, decidendo liberamente e arbitrariamente di nuocere al prossimo, attaccando le sue vittime per poter soddisfare i propri bisogni ormai fisiologici.

La timida studentessa di filosofia lascia il posto a una donna sicura di se', sensuale ed enigmatica, iniziando però l'escalation di violenza. A cominciare dal suo insegnante, nonche' amante, che seduce, deruba e quasi dissangua. Cosi' come la sua migliore amica e compagna di studi (Edie Falco) e una studentessa di antropologia.
La ragazza, spaventata, le chiede di fermarsi. E Kathleen per un istante lo fa', per poi decidere di attaccarla. Dio le ha dato la facolta' di decidere. Casanova le ha dato la nuova vita da vampiro, e e lei ha scelto la sua dipendenza, la, sua addiction, a discapito di una povera innocente.

Può però la natura di un vampiro calmarsi, e cercare di nuocere il meno possibile? Secondo il vampiro Peina (Christopher Walken) si', si puo', recuperando in un certo senso la propria umanita'.
Anche se teoricamente avrebbe tutto il diritto di fare del male assecondando la propria natura.
Perché se l'essere umano può, anzi deve agire in nome del libero arbitrio ed esercitare il bene affinché non nuocia al prossimo, un vampiro non ha la possibilità di scegliere una volta che è nato come "vittima di sangue" egli stesso, per volontà di un altro vampiro che agisce secondo la propria natura, vittima a sua volta. Come in un circolo vizioso. O una punizione dantesca.

Come due facce della stessa medaglia, Peina e Casanova sono il bene e il male. Peina ha deciso di aggrapparsi al barlume di umanità rimastagli (perché un vampiro è pur sempre un essere in carne ed ossa), mentre Casanova agisce in nome del male per poter assecondare la sua sete di sangue e di conseguenza la propria sopravvivenza.

Kathleen può ancora scegliere e lei decide, non senza combattere contro la propria dipendenza, di oltrepassare il confine del bene con una festa di laurea trasformata in un'orgia vampiresca, andando in un' overdose di sangue.

E come un tossicodipendente che si salva per miracolo e decide di disintossicarsi, Kathleen cerca la redenzione, cercando di farsi uccidere dal sole. Ma Casanova la ferma, perché Kathleen non può combattere il proprio essere (malvagio). Così cerca il conforto nella sacra comunione, cercando di redimere la sua anima ormai dannata, al cospetto di Dio.

The Addiction è una meravigliosa parabola filosofica del bene versus il male, mescolando cristianità e filosofia.

Il concetto di libero arbitrio translato in un film per vampiri. Come e' possibile? E' possibile quando si tratta di Abel Ferrara.

Voto: 8




Hanno partecipato alla notte horror: