venerdì 31 maggio 2013

CLINT EASTWOOD DAY: Ispettore Callahan, il caso "Scorpio" è tuo!





Oggi è il compleanno di un grande del cinema, Clint Eastwood. 83 anni portati con grinta, ha spaziato lungo la sua carriera cinquantennale tra western (Il buono, il brutto, il cattivo), poliziesco (la saga di Dirty Harry) e commedia (Di nuovo in gioco), incarnando la tipologia dell'uomo tosto e tutto di un pezzo, e soprattutto poco ligio alle regole. 
Oltre alla carriera d'attore è diventato un ottimo regista, passando dal western (Gli spietati), al drammatico (Million Dollar Baby), dal biopic (J. Edgard), al genere romantico (I ponti di Madison County), facendo emergere un lato raffinato che difficilmente si potrebbe notare dal suo viso scolpito e corrucciato. 
La celebrazione di oggi avviene con un must del suo repertorio, ovvero Harry la carogna, con il primo di una fortunata serie: Ispettore Callahan, il caso "Scorpio" è tuo! del 1971. Oltre a me, ci sono un nutrito gruppo di cine bloggers che gli fanno gli auguri. 
Buon Clint Eastwood Day!





Titolo: Ispettore Callhan: il caso "Scorpio" è tuo!
Titolo originale: Dirty Harry
USA, 1971
Cast: Clint Eastwood, Andrew Robinson, Reni Santoni.
Sceneggiatura: Harry Julian Fink, Rita M. Fink.
Regia: Don Siegel.
Durata: 98'



Harry Callahan (Clint Eastwood) è soprannominato Harry la carogna, e un motivo c'è: ispettore della polizia di San Francisco, è noto per i suoi metodi poco ortodossi, ma efficaci nei risultati.
Affiancato dal collega di origini messicane Chico (Reni Santoni), viene incaricato di seguire il caso "Scorpio" (Andrew Robinson), uno psicopatico che uccide a scopo di lucro, terrorizzando la città, tenendo in scacco il corpo di polizia con i suoi ricatti e omicidi. 
Dopo aver tentato inutilmente di salvare una ragazza tenuta in ostaggio da "Scorpio" e averlo arrestato con i suoi metodi bruti, lo psicopatico viene rilasciato per violazione dei suoi diritti e senza una prova concreta. 
Con la giustizia impotente e stritolata dalla burocrazia, Callaghan dedide di superare il confine con la legalità pur di fermare "Scorpio".

"Io so quello che pensi. Ti stai chiedendo se ho sparato sei colpi o solo cinque. Ti dirò che in mezzo a tutta quella baraonda ho perso il conto io stesso. Ma dato che questa è una .44 Magnum, cioè la pistola più precisa del mondo, che con un colpo ti spappolerebbe il cranio, devi decidere se è il caso. Di', ne vale la pena?"

Con queste battute si riassume la filosofia di Harry la carogna, un uomo e la sua 44 Magnum. Mira infallibile, bastardo dentro, Harry Callahan non si ferma davanti a niente e nessuno pur di assicurare ai criminali un posto di lusso nella gattabuia.
Insofferente verso un sistema che prima di agire si nasconde dietro le (sue) regole e i giochi della politica, Harry la carogna tiene un piede dentro e uno fuori nella legalità, andando oltre per fermare un folle omicida, che tiene in scacco il sistema che ha le mani legate e annaspa.
Se i metodi tradizionali portano a un gioco tra il gatto e il topo, cedendo di frotte ai ricatti pur di far cessare la strage di innocenti, Callahan capisce fin dal principio che non si può agire legalmente di fronte a un maniaco omicida che terrorizza l'intera città. 
Callahan è un lupo solitario rude, solitario, cinico e insofferente alla disciplina, decide di usare i suoi metodi più sbrigativi, brutali, ma più efficaci, proprio perché scendere a patti con la feccia della società per lui è intollerabile. 
E per placare l'ondata di morte, Harry la carogna decide di lavorare a modo suo, pur nei limiti della deontologia morale, usando la stessa arma usata da "Scorpio": la violenza. 
Callahan e "Scorpio" sono i due volti ambivalenti della violenza: Callhan la utilizza come mezzo per fermare l'omicida, "Scorpio" la usa come divertimento per nuocere alla società. 
Ciò non giustifica il comportamento di quella carogna di Harry, perché non esiste una forma di sopraffazione buona e una cattiva. 
Ma cosa si può fare quando il rispetto delle istituzioni non basta? 
Callahan viene affiancato dal collega Chico, un giovane laureato in sociologia che dovrebbe  contenere lo spirito indomito dell'irascibile ispettore.
Chico è l'opposto di Callahan: usa la psicologia e traccia un identikit del criminale, è ben integrato nel sistema, segue la legislazione del corpo di polizia,  e pur lavorando diligentemente senza violare il protocollo, finisce "game over" ed è costretto a ritirarsi.
I buoni perdono ancora una volta, ma Harry la carogna non ci sta. 
Definito dai suoi detrattori come un film reazionario, Ispettore Callhan il caso "Scorpio" è tuo! mette in scena il metodo della giustizia "fai da te", preferendo agire piuttosto che arrestare lo spietato criminale in nome della correttezza giuridica e  della democrazia.
Legge a cui attinge pienamente "Scorpio", ritratto nel pieno della sua pazzia, conosce esattamente i suoi diritti e li usa proprio contro chi ne fa della legge il paladino.  
Nella sua lucida follia, "Scorpio" utilizza i mezzi di informazione per manipolare l'opinione pubblica, facendo ribaltare la situazione passando per vittima, puntando il dito contro un ispettore che dovrebbe proteggere la comunità, e invece perseguita e aggredisce con virulenza.
Le strade di San Francisco sono il campo di battaglia, e come Joe lo straniero contro  Ramon di Per un pugno di dollari,  Callahan si trova faccia a faccia solo con il suo nemico, per un ultimo confronto. 
Ispirato agli efferati omicidi di Zodiac, che terrorizzò la città di San Fran Francisco tra gli anni Sessanta e gli inizi dei Settanta, L'ispettore Callahan il caso "Scorpio" è tuo!, è diretto con mestiere da Don Siegel, che mostra dall'alto delle sue riprese aeree (inusuali per l'epoca) una giungla metropolitana, dove un ispettore di polizia vive in funzione di ripulire la città dai criminali. 
Suspence e tensione sono gli ingredienti di un ottimo trhiller che tiene con il fiato sospeso, lasciando a briglia sciolta uno scatenato Clint Eastwood, che regala alla sua carogna un senso dell'umorismo e un suo codice morale alquanto discutibile. 
L'ispettore Callahan il caso "Scorpio" è tuo! è un'amara riflessione sulla mancata sicurezza delle istituzioni, dove la giustizia attuata dal singolo garantisce la lotta contro la decadenza della società. 

Voto: 7/8

Hanno collaborato con me per celebrare il grande Clint:



E, ciliegina sulla torta:





Buon CED!


SOUNDTRACK: Il lato positivo


La colonna sonora de Il lato positivo-Silver Lining Playbook è curata da Danny Elfman, storico collaboratore di Tim Burton. La colonna sonora è composta da due CD, la prima con canzoni che si affacciano man mano le situazioni tra Pat e Tiffany evolvono, il secondo invece è strumentale, curato da Elfman.
La title track Silver Linings titles, ha un sapore rilassante che strizza l'occhio alla bossanova. Ottima per conciliare sé stessi con il mondo, e un po' quello che deve fare Pat Solitano quando esce dalla clinica psichiatrica. 
Si passa poi al soffice R'n'B di Stevie Wonder con My Cherie Amour, una canzone così morbida e vellutata, romantica e adatta a un cheeck to cheeck, ma che diventa il leit motiv della sofferenza di Pat. Perfetta per essere suonata a un matrimonio. Suonata proprio alla cerimonia di Pat.
Gli Alabama Shake sono una band del 2000, ma sembrano usciti dagli anni Settanta, con la loro Always Right. Un salto temporale come quello del protagonista, rimasto in stallo mentre rimetteva in ordine i pezzi della sua v.
Un tocco di jazz invece arriva con Unsquare Dance dei  Dave Brubeck Quartet, una melodia ritmata,  misteriosa e intrigante, proprio come Tiffany, la "smandrappata" con un doloroso passato e tanti conflitti da risolvere. 
La band Indie-rock inglese dei Alt-J feat Mountain Man con Buffalo rimandano un po' ai toni intimisti di Devendra Banhart. 
Si continua su questa linea con The Moon of Manakoora di Les Paul & Mary Ford, che catapulta su un'isola deserta, un luogo di pace e riconciliazione, quella che cerca Pat insieme alla sua ex moglie. Si vira un attimo nel territorio folk con i Crab Corps e la loro Monster Mash.
Atmosfera sensuale con Good Night Moon di Shivaree, che incornicia la poco romantica uscita tra Pat e Tiffany a base di cereali e una tazza di the. 
Si cambia totalmente registro con la band alternative rock Eagle of Death Metal con Now I'm a Fool, pezzo indie che si avvicina allo sconforto di Pat e ai suoi disturbi bipolari. 
Danny Elfman ritorna con Walking Home, intermezzo strumentale crepuscolare e malinconico.
Duo di eccezione con Bob Dylan e Johnny Cash, con Girl from the North Country, pezzo country/folk di notevole fattura. Due grandi del folk si incontrano per un pezzo esplosivo, così come Pat e Tiffany si incontrano per fare scintille nelle loro scombinate esistenze. 
Si cambia totalmente genere e si punta sul pop con la star britannica Jessie J e la sua Silver Lining, che schiaccia l'acceleratore sul romanticismo, per poi continuare con il mood anni Settanta della black music con i Rare Earth e la loro Hey Big Brother
Infine termia la soundtrack un altro pezzo jazz de Dave Brubeck Quarte con Maria, che accompagna la parte finale della di ballo dei due squinternati protagonisti, con loro salto mal riuscito alla  Dirty Dancing.
La colonna sonora de Il lato positivo è  bellissima ed eclettica, sembra fare un tuffo nel passato con quel suo look vintage. 
L'unica pecca di questa meravigliosa soundtrack è la mancanza di Fell in Love With a Girl del gruppo rock The Withe Stripes, che avrebbe dato un tono più rockeggiante alla colonna sonora; ma soprattutto della grande hit dei Led Zeppelin, What Is and What Should Never Be, che racchiude la parabola esistenziale dei due protagonisti. 

La tracklist:

1. Silver Linings Titles – Danny Elfman
2. My Cherie Amour – Stevie Wonder
3. Always Alright – Alabama Shakes
4. Unsquare Dance – The Dave Brubeck Quartet
5. Buffalo- alt-J
6. The Moon Of Manakoora – Les Paul & Mary Ford
7. Monster Mash – CrabCorps
8. Goodnight Moon - Shivaree
9. Now I’m A Fool – Eagles Of Death Metal
10. Walking Home – Danny Elfman
11. Girl From The North Country – Bob Dylan & Johnny Cash
12. Silver Lining (Crazy ‘Bout You) – Jessie J
13. Hey Big Brother – Rare Earth
14. Maria – The Dave Brubeck Quartet








lunedì 27 maggio 2013

NEWS: Vincitori festival di Cannes 2013


Mentre Parigi infiamma contro le coppie gay, Cannes le premia.Il Festival di Cannes premia l'amore di Adèle e Léa, protagoniste di La vie d'Adèle -Chapitre 1&2, del regista tunisino Abdellatif Keniche. Premiate anche le attrici Adéle  Exarchopolous e Léa Seydoux, premiate anche loro con la Palma D'oro,scelta inusuale, ma fortemente voluta dal presidente di giuria Steven Spielberg. 
I fratelli Coen si aggiudicano il Grand Prix per Inside Llewyn Davis. Il miglior regista è Amat Escalante per Heli, mentre Bruce Dern si aggiudica il premio come miglior attore per Nebraska di Alexander Payne. Bérénice Bejo è la migior attrice per Le Passé di Asghar Farhadi. Grande escluso Paolo Sorrentino e il suo film La grande bellezza, unico italiano in concorso. 

I premi:

Palma d'oro: La vie d'Adèle - Chapitre 1 & 2 (Blue Is the Warmest Color) di Abdellatif Kechiche e, in via eccezionale, anche alle due protagoniste del film, Léa Seydoux e Adèle Exarchopoulos.
Grand Prix: Inside Llewyn Davis di Ethan e Joel Coen  
Migliore Regia: Amat Escalante per il film Heli  
Premio della GiuriaSoshite chichi ni naru (Like Father, Like Son) di Hirokazu Kore-Eda
Migliore attore: Bruce Dern per Nebraska di Alexander Payne
Migliore attriceBérénice Bejo per Le passé di Asghar Farhadi
Migliore sceneggiatura: Jia Zangh Ke per Tian Zhu Ding (A touch of Sin)
Palma d'oro per il miglior cortometraggioSafe di Byoung-Gon Moon 
- Menzione speciale cortometraggi (ex aequo) 37° 4 S dell'italiano Adriano Valerio e Hvalfjordur (Whale Valley) di Gudmundur Arnar Gudmundsson
Camera d'or (migliore opera prima): Ilo Ilo di Anthony Chen (dalla Quinzaine)

sabato 25 maggio 2013

MONOGRAFIA: Alessandro Momo



Quando vieni baciato dalla fortuna, all'improvviso la cattiva stella decide di rovinare tutto. è un po' quello che successe a un giovane attore italiano, Alessandro Momo, scomparso all'età di 21 anni dopo aver toccato per un attimo la consacrazione al successo.
Nacque a Roma il 26 novembre del 1953 e iniziò la carriera giovanissimo nei fotoromanzi, lavorando spesso con Giusva Fioravanti (divenuto poi celebre per essere entrato nei Nuclei Rivoluzionari Armati).
Esordì al cinema giovanissimo in piccoli ruoli: nel 1969 in La scoperta di Elio Piccon in un piccolo ruolo, dove si ritrova a recitare di nuovo con Fioravanti. Altra particina ne Il divorzio di Romolo Guerrieri (1970) e nel film jugoslavo Appuntamento col disonore, e per il giovane Momo il successo è ancora lontano
Cominciò a farsi conoscere con il film La polizia è al servizio del cittadino? di (1973) dove interpretò il ruolo del figlio ribelle e sessantottino del protagonista, interpretato da Enrico Maria Salerno. 
Il 1973 fu l'anno della svolta per il giovanissimo Alessandro: il regista Salvatore Samperi lo scelse per interpretare Nino nella commedia erotica Malizia, storia (all'epoca pruriginosa) di una passione giovanile per la propria governante. Alessandro Momo recitò la parte di un giovane figlio di un ricco commerciante di stoffe siciliano che vede nella cameriera (interpretata dalla bellissima e sensuale Laura Antonelli) il proprio oggetto del desiderio sessuale. 
Momo è perfetto nel ruolo di questo ragazzino curioso di scoprire la sessualità, e di sperimentarla nonostante la Sicilia degli anni '50 sia ancora (falsamente) bigotta, sfogando la sua voglia di sperimentare l'amore su Angela (Antonelli), cameriera scrupolosa sul lavoro, ma debole ai corteggiamenti del giovane. 
Malizia fu un successo tale da spingere Samperi nel riproporre la coppia Antonelli-Momo in Peccato veniale (1974), dove viene riproposto il gioco di seduzione tra i due. 
Momo divenne così famoso che il maestro Dino Risi si accorse di lui, affidandogli il ruolo di Giovanni in Profumo di donna (1974). 
Momo interpreta la recluta Giovanni Bertazzi, soldato in licenza premio che deve accompagnare il capitano in pensione Fausto Consolo (un grande Vittorio Gassman), rimasto cieco dopo l'esplosione accidentale di una mina. Il viaggio con il burbero e collerico Fausto, sarà l'occasione per il giovane Giovanni di un percorso verso la vita adulta facendogli conoscere il lato agro dell'esistenza umana, fatta anche di disperazione e solitudine.
Alessandro Momo divenne un attore di serie A, in uno dei film che rimarrà tra le sue migliori interpretazioni, tra le più mature della sua scarna filmografia. 
Purtroppo non riuscirà a raccogliere i frutti del suo successo, perché 5 giorni prima di compiere 21 anni e arrivare alla maggiore età (all'epoca si diventava maggiorenni a 21 anni e non a 18 come oggi), perse la vita in un incidente, mentre era alla guida di una motocicletta prestatale dalla sua amica Eleonora Giorgi, convinta che fosse maggiorenne. 
Un incidente che ha strappato alla vita una giovane promessa del cinema italiano. 

mercoledì 22 maggio 2013

MUSIC REVIEW (monnezza edition): She will beloved




Titolo: She Will Beloved
Band: Maroon 5
Guest star: Kelly Preston
Regia: Sophie Muller
Durata: 4'28''

Un aitante ragazzo (Adam Levine dei Maroon 5) si butta in una piscina e comincia a farsi le seghe mentali. Tutto ebbe inizio quando conobbe una bella morettina in compagnia della mamma bonazza (Kelly Preston) e, sebbene il ragazzo si metta insieme alla ragazza, una bottarella alla matrona non la disdegnerebbe. 
Per il momento si concentra sulla giovane, se la spupazza in piscina, si gode il sole nella mega villa di lei, ma comincia a fissare voglioso mammina cara, che, nel frattempo, sta già consultando la sua agenda per infilarlo tra un massaggio shatzu e un'iniezione di botulino. 
La signora mamma cerca di attirare l'attenzione del marito vegliardo, che di interessante ha solo i milioni, ma lui non la degna di uno sguardo, così gioca alla vecchia abelarda, attirando le simpatie del giovane ruspante. 
Lui con occhio da pesce lesso, si crede tenebroso e la fissa, lei intanto si chiede se possa rimorchiare di meglio, e infatti fa le piroette e le smorfiette da gatta morta attirandosi l'intera band del ragazzo finto fascinoso. 
Se ne accorgono tutti, in primis il futuro cervo a primavera del marito, tranne la figlia, che deve mantenere la sua aurea di babba di minchia e smaniare per il bel tormentato. 
Cervo a primavera corca di botte la consorte e il bel tenebroso la vede spalmata sul pavimento. Un lacrimoso flash-back mostra l'abelarda maltrattata, facendo ricordare che tanto santa non è. Lui accorso per salvarla (non per saltarle addosso, è pur sempre un signore!), si vede quasi violentare dall'abelarda furiosa, che si avvinghia come un polipo, lui manco resiste che si butta a pesce. 
Giocare al figo gli costa caro, e lui, che vorrebbe piangere per una mentre si scopa l'altra, si trova stalkerizzato da mammina cara che gli ricorda quanto la gallina vecchia faccia buon brodo. Lui ci casca e mentre fa il figo con la band, immagina di trovare lei al posto dell'angelica cornuta. Lui non cede e sta ancora con la fidanzatina, lei si inbufalisce e fugge. 
Colpo di scena: il bel tenebroso fugge e la raggiunge, corre anche la figliol prodiga che alla fine capisce di essere stata presa in giro (ma, dallo sguardo da pesce lesso, in realtà fatica a capirlo).
She Will Beloved dei Maroon Five è veramente un brutto video, nonostante ci sia dietro l'esperienza di Sophie Muller (Cool di Gwen Stefani) e la bellezza  da diva di Kelly Preston. 
In soli 4 minuti, si mette in scena un ridicolo fotoromanzo rosa patinato che dovrebbe fare il verso a Il laureato, ma invece mette in scena solo una ridicola storia di corna, mettendo in risalto il presunto sex appeal di Adam Levine, il leader dei Maroon 5.
Con questo video Mr. Levine perde la freschezza dimostrata in This Love e si convince di essere un figo pazzesco, incentrando la sua carriera non più sul pop/rock,ma su quanto si senta fico, offrendoci delle performance successive parecchio raccapriccianti per i suoi detrattori, ma un balsamo per l'anima per le sue fan adoranti. Che poi, chi gli abbia suggerito che sia sto' gran figo, ancora non si sa. 
La regia di Sophie Muller è sofisticata e richiama lo stile di Cool, e anche se utilizza una star del calibro di Preston che non sfigura di fronte a cotanti pecoroni dei Maroon 5, non riesce a sollevare le sorti di un videoclip che sembra uscito dal backstage di Beautiful.


lunedì 20 maggio 2013

FILMOGRAFIA: Bradley Cooper






NOME: Bradley Cooper
DATA DI NASCITA: 05/01/1975
LUOGO DI NASCITA: Philadelphia, Pennsylvania, Stati Uniti
PROFESSIONE: Attore, Produttore







ATTORE:

(2014) Untitled David O. Russell/Abscam Project - Jimmy Boyle
(2013) Una notte da leoni 3 - Phil
(2013) Serena - George Pemberton
(2012) Il Lato Positivo - Silver Linings Playbook - Pat
(2012) Come un tuono - Avery Cross
(2012) Hit and Run - Alex
(2012) he Words - Rory Jansen
(2011) Kaylien - Papà
(2011) Una notte da leoni 2 - Phil
(2011) Limitless - Eddie Morra
(2010) Cubed (Episodio Tv: "Episodio #1.39") - Bradley Cooper
(2010) A-Team - Face
(2010) Appuntamento con l'amore - Holden Wilson
(2009) A proposito di Steve - Steve
(2009) Case 39 - Doug
(2009) Una notte da leoni - Phil
(2007-2009) Nip/Tuck (Serie Tv) - Aidan Stone
(2009) La verità è che non gli piaci abbastanza - Ben
(2009) New York, I Love You - Gus
(2008) Yes Man - Peter
(2008) Bang Blow & Stroke (Video) - Trash
(2008) Prossima fermata: l'inferno - Leon
(2008) The rocker - Il batterista nudo - Trash
(2008) Segreti dal passato - Luke
(2007) Il peggior allenatore del mondo - Cowboy
(2005-2006) Kitchen Confidential (Serie Tv) - Jack Bourdain
(2001-2006) Alias (Serie Tv) - Will Tippin
(2006) A casa con i suoi - Demo
(2005) 2 Single a nozze - Wedding crashers - Sack Lodge
(2005) Law & Order: Trial by Jury (Episodio Tv: "Day") - Jason Whitaker
(2005) Law & Order: Special Victims Unit (Episodio Tv: "Night") - Jason Whitaker
(2004-2005) Jack & Bobby (Serie Tv) - Tom Wexler Graham
(2004) Touching Evil (Serie Tv) - Agente Mark Rivers

(2004) Le chiavi del cuore (Film Tv) - Todd Doherty
(2003) Miss Match (Episodio Tv: "I Got You Babe") - Gary Wagner
(2003) The Last Cowboy (Film Tv) - Morgan Murphy
(1998-2002) Stella Shorts 1998-2002 (Video) - Satan/Ragazzo nella classe di Yoga
(2002) Una Ragazza Per Due - Jeff
(2002) My Little Eye - Travis Patterson
(2001) Wet Hot American Summer - Ben
(2000-2001) The $treet (Serie Tv) - Clay Hammond
(2000) Wall to Wall Records (Film Tv) -  
(2000) Treks in a Wild World (Episodio Tv: "Trekking in Peru") - Trekker
(1999) Sex and the City (Episodio Tv: "They Shoot Single People, Don't They?") - Jake

PRODUTTORE:
(2012) Il lato positivo
(2011) Limitless

sabato 18 maggio 2013

RECENSIONE: Il grande Gatsby








Titolo: Il grande Gatsby
Titolo originale: The Great Gatsby
Australia, 2013
Cast: Leonardo Di Caprio, Carey Mulligan, Tobey Maguire, Joel Elgerton, Elizabeth Dibecki.
Sceneggiatura: Baz Lurhmann, Craig Martin.
Durata: 142'

Nick Carraway (Tobey Maguire) è un aspirante scrittore, ma abbandona le sue aspirazioni letterarie per lavorare a Wall Street. Si trasferisce a Long Island in una villetta che confina con la magione del carismatico Jay Gatsby (Leonardo Di Caprio). 
Ogni fine settimana Gatsby organizza delle sontuose feste, nella speranza che partecipi il suo grande amore mai dimenticato, Daisy Buchanan (Carey Mulligan), cugina di Nick. 
Daisy è sposata con il ricco Tom (Joel Edgerton), uomo libertino che tradisce la consorte con la disinibita Myrtle (Isla Fisher). 
Nick finirà per diventare il testimone del tormento di Gatsby e del suo sogno irrealizzabile.
La sfavillante New York con le sue mille luci, gli anni ruggenti de jazz, ballerine, flapper girls e il proibizionismo sono gli ingredienti un decennio d'oro che offre sogni e illusioni, sullo sfondo del gran sogno americano destinato a scoppiare come una bolla di sapone
Si vive spezzando le regole, si vive per sognare.  Sogni e obnubilazioni creati appositamente dall'enigmatico Jay Gatsby. 
Chi è Gatsby? Un eroe di guerra? Un rampollo educato a Oxford, o un uomo che dal nulla ha creato una fortuna nelll'illecito? 
Nel magnifico mondo di Gatsby la sua leggenda è parte integrante di questo fascino che esplode con party eccitanti, diventando il fautore di universo magico che si realizza solo nella speranza di rivedere la sua amata Daisy. 
E questo è il (macro)cosmo che ha creato appositamente Buz Lurhmann per far rivivere la figura tragica delineata dal genio e sregolatezza di Francis Scott Fitzgerald. 
Lurhmann riprende il suo cammino verso la "Golden Era" Hollywoodiana iniziato con Australia, abbandonando lo stile registico frenetico degli esordi arrivato all'apice con Moulin Rouge!.  
La parabola esistenziale di Gatsby nelle mani del regista australiano (che firma la sceneggiatura insieme a Craig Pierce) diventa una maschera tragica fatta di solitudine, illusione, disperazione e speranza, quella speranza racchiusa in un bagliore verde immerso nell'orizzonte.
Gatsby allunga la mano, cerca di toccare quella luce, illudendosi di prendere con sé l'amata Daisy, donna apparentemente frivola e sciocca, ma che ha capito cinicamente che non sei nessuno se non hai potere.
Lurhmann fa suoi i caratteri nati dalla penna di Fitzgerald, immergendoli in un cosmo fatto di illusioni ottiche, un'orgia di danze, un teatro magistralmente diretto dove i "suoi" personaggi recitano alla perfezione i sentimenti che provano.
L'innocenza che pervade inconsciamente Gatsby può essere colta solo da Nick Carraway, che vede al di là delle sontuose feste e dei lustrini bagnati di champagne, notando la solitudine di un uomo che ha ripudiato James Gatz e le sue radici, che ha creato un nuovo essere, plasmandosi per poter essere degno della donna che ama più della stessa vita. 
Le donne di questo fantastico universo sono i mille volti del fascino che irretiscono pericolosamente gli uomini, fasciate dagli sfavillanti abiti di Miuccia Prada scelti dalla costumista Catherine Martin (che crea anche le spettacolari scenografie). 
Daisy, così eterea, così delicata è riuscita a entrare nel cuore e nell'anima di Gatsby senza abbandonarlo, così come è l'opposto Myrtle, che usa la sua sensualità e sessualità per uscire dal grigiore della sua esistenza, vivendo con Tom Buchanan solo l'effimera illusione di un'esistenza opulenta.
Jordan (Elizabeth Debicki) così fredda, dinamica e moderna, esercita un fascino su Nick, anche se è più stregato dalla parabola esistenziale di Gatsby.
Il regista australiano prende le sue creature e le fa giocare in questo fantasmagorico limbo, creando una sorta di dimensione parallela con il mondo vero, diviso dal ponte tra West Egg e New York, fatto di sudore, fatica e povertà.
Lurhmann ripete sé stesso, ma si supera, raffinando la sua estetica visiva gridando alla ricchezza e all'eleganza visiva, così splendida e "spectacular", rendendo bene l'idea di decadenza che impregnava gli anni '20. 
Crea questo enorme paese dei balocchi dove è lecito perdere ogni inibizione, dove tutto per un attimo è possibile, travolgendo lo spettatore dallo splendore di questa ricchezza, creando a hoc un'età del jazz, grazie alla splendida colonna sonora prodotta da Shawn Carter, alias Jay-Z. 
Gershwin si sposa con l'hip-hop, il pop fa l'amore con il jazz, la musica è il nutrimento di queste potenti immagini che vanno al di là del 3D superfluo, poiché il cinema di Lurhmann nasce già  tridimensionale, con le parole scritte da Daisy che si possono quasi toccare con mano, con la luce della baia che acceca, con il meraviglioso castello di Gatsby, che ci invita a entrare per assaporare una notte folle. 
Lurhmann coniuga la ricercatezza stilistica espressa in Australia con lo schema narrativo di Moulin Rouge!, facendo correre la storia lungo i binari della commedia, evolvendosi pian piano in dramma e infine in tragedia annunciata. 
Il cineasta arriva alla perfezione stilistica, ma una volta tolte le pallette  e arrivati al dramma, tende a rallentare eccessivamente il ritmo per poi accelerare incautamente per approdare al climax, perdendo così lo status di capolavoro conquistato con Moulin Rouge!.
Il grande Gatsby è un sogno straniante sublimato dalla bravura di Leonardo Di Caprio, che fa di Jay Gatsby un eroe romantico, così disperato nella sua ossessione per qualcosa che ormai è perduto per sempre, una Daisy interpretata da Carey Mulligan che ne spezza la leggiadria con un velo di inquietudine e nevrosi.
Tobey Maguire trasmette il senso di stordimento di Nick Carraway, Joel Elgerton fa emergere il lato viscido della nobiltà di Tom Buchanan. 
Isla Fisher è perfetta nel ruolo della volgare e passionale Myrtle, mentre Elizabeth Dubecki è  una rivelazione, è l'incarnazione di una donna anni '20.
Il cinema di Buz Lurhmann o si odia, o si ama. 
Se non si apprezza, vedrà Il grande Gatsby come un enorme girandola fracassona, se lo si ama, lo si fa in modo incondizionato, lasciandosi estraniare e trasportare dall'essenza del cinema stesso. 

Voto: 8/9
A.M.

venerdì 17 maggio 2013

STAR GOSSIP: La scelta di Angelina



Angelina Jolie ha deciso di sottoporsi a una mastectomia preventiva, dopo aver scoperto di avere l'85% di possibilità di sviluppare un tumore al seno.
L'attrice aveva fatto un esame del DNA e aveva scoperto di avere un'anomalia del gene BRCA 1-2 (breast cancer susceptibility gene) portatori della malattia. 
Una scelta molto sofferta per l'attrice di The Tourist, poiché ha vissuto il dramma di sua madre, Vivienne Marcheline morta a causa del cancro. 
Il dramma di sua madre e il lutto da lei vissuto l'ha portata a pensare ai suoi 6 figli e la volontà di proteggerli da una possibile sofferenza del genere, l'hanno spinta a questa forma di prevenzione "brutale", cioè rinunciare a una parte della propria femminilità pur di salvaguardare la propria salute. 
Dopo la mastectomia bilaterale (e la sua successiva ricostruzione), le possibilità di sviluppare la malattia si sarebbe ridotta al 5%. 
In una lettera aperta al New York Times  intitolata La mia scelta medica, Angelina spiega le sue ragioni e ringrazia il compagno Brad Pitt per il supporto e l'aiuto psicologico. 
Avventata? Coraggiosa? Difficile dirlo, ma spetta solo all'attrice la scelta di una soluzione che può essere considerata drastica, così come la volontà di raccontare la propria esperienza per sensibilizzare il dramma del tumore al seno. 
Perché il cancro non guarda in faccia nessuno, nemmeno le star.

giovedì 16 maggio 2013

LE USCITE DELLA SETTIMANA



La festa del cinema ormai è agli sgoccioli, ma il cinema continua a "sfornare" delizie cinematografiche appetitose! Dopo essere sbarcato sul lido di Cannes, ecco approdare sugli schermi Il grande Gatsby, ultima fatica di Buz Luhrman, con Leonardo Di Caprio, Tobey Maguire e Cary Mulligan. 

Nick Carraway (Tobey Maguire) è un aspirante scrittore, ma abbandona le sue aspirazioni letterarie per lavorare a Wall Street. Si trasferisce a Long Island in una villetta che confina con la magione del carismatico e misterioso Jay Gatsby (Leonardo Di Caprio). Ogni fine settimana Gatsby organizza delle sontuose feste, nella speranza che partecipi Daisy Buchanan (Carey Mulligan), cugina di Nick e amore mai dimenticato di Gatsby. Gli anni ruggenti del jazz, il proibizionismo, passione e tradimento, è la cornice di questo amore impossibile, sullo sfondo del gran sogno americano destinato a scoppiare come una bolla di sapone. 
Fedele alla Linea - Giovanni Lindo Ferretti, è un documentario sull'artista delle band italiane CCPP e C.S.I. Ferretti arrivato alla boa dei 60 anni, si concede in un autoritratto diretto dal documentarista Germano Maccioni, raccontando il suo percorso artistico, le sue ideologie politiche e la sua ritrovata spiritualità. 
Commedia francese con un'icona come Jeanne Moreau, che torna protagonista con A Lady in Paris di Ilmar Raag. 
Anne Rand ha divorziato da uomo alcolizzato e vive in Estonia con una madre ammalata da accudire. La sua morte improvvisa spinge Anne ad accettare un lavoro a Parigi , per prendersi cura di una signora non più giovanissima, Frida (Jeanne Moreau). Trovatasi sola in una nuova città a lei sconosciuta, comincerà a instaurare un rapporto interpersonale con Frida anche lei di origini estoni. Pian piano Anne e  Frida diventeranno amiche. 
La festa continua, buon cinema a tutti!

martedì 14 maggio 2013

RECENSIONE: 20 anni di meno






Titolo: 20 anni di meno
Titolo originale: 20 ans d'écart
Francia, 2013
Cast: Virginie Efira, Pierre Niney, Charles Berling, Giles Cohen.
Sceneggiatura: Amro Amzhawi, David Moreau.
Regia: David Moreau.
Durata: 91'


Alice Lantins (Virginie Efira) è una redattrice per la rivista di moda Rebelle, è una mamma single e ha quasi 40 anni e la sorella tenta di accasarla nuovamente col primo che le capita. Balthazar (Pierre Niney) è un giovane studente di architettura di 20 anni, ha un padre (Charles Berling) che collauda auto sportive per il suo programma televisivo ed eterno Peter Pan in procinto (o quasi) di sposarsi con una coetanea del figlio.
In attesa di una promozione, Alice vive la sua carriera in bilico perché il suo capo (Giles Cohen) la giudica troppo "bacchettona" e poco ribelle, e in più deve vedersela con la giovane collega che potrebbe rubarle in posto. 
Alice e Balthazar si incontrano per caso su un volo Rio-Parigi, e complice una chiavetta USB smarrita e una foto equivoca finita su twitter dove si pensa che Balthazar baci una donna più matura, Alice sfrutta questa finta relazione per rilanciare la sua carriera e per dimostrare di essere una donna all'avanguardia agli occhi del suo capo. Però la situazione le sfugge di mano...
Le donne e la carriera. Se vuoi essere rispettata al pari di un uomo e arrivare all'apice del successo, devi incutere timore e concentrare ogni energia nel lavoro, soprattutto in quella giungla chiamata moda. 
Alice è una "Figlia di Anna Wintour" la osannata e celebre direttrice di Vogue America, la emula dedicandosi anima e corpo al suo mestiere, è una donna ambiziosa, seria, porta i capelli raccolti in uno chignon, aspetto austero da "fraulen desperate" e di acceso ha solo il rossetto rosso sulle labbra. E soprattutto è convinta di poter farne a meno di un uomo. 
Alice lavora in un microcosmo dell'immagine, ma nasconde il suo essere, la sua femminilità dietro una corazza, rendendola troppo poco ribelle e se vuoi sopravvivere alle novità che avanzano sotto forma di  una collega esuberante e soprattutto ventenne, deve scendere a compromessi. 
Ed ecco affacciarsi un giovane che ha avuto il suo colpo di fulmine appena l'ha vista, che è giovane ma dall'educazione vecchio stile e in cerca di una figura matura che sostituisca quella mancante dei genitori,  Un ragazzo che comunque è una mosca bianca tra i suoi coetanei, amante delle buone maniere e con una maturità mostrata anche per non assomigliare disperatamente a un padre che gioca ancora all'amico, ma comunque in grado di capire e aiutare il figlio quando ha problemi di cuore,  in grado di sciogliere in lei la resistenza ad avere una vita amorosa. 
Anche se questo comporta rovesciare i canoni tipici dell'uomo maturo che può avere una relazione con una donna più giovane, ma che ancora fatica ad accettare una donna accanto al suo "toy boy".
Gli ingredienti per un'analisi della donna contemporanea ci sono tutti: l'età che corre inesorabilmente verso gli "anta", le nuove arrivate più giovani che minacciano di prendere il tuo posto, sacrificare la vita privata in nome della carriera, e soprattutto i pregiudizi e le problematiche nel pensare a una relazione futura quando c'è una grande differenza d'età. 
Se infatti è normale che il padre di Balthazar abbia una relazione con una ragazzi di 20 anni, la Parigi un tempo bohemienne ancora non è in grado di accettare che Alice sia in grado di vivere secondo dei canoni maschili. 
La Francia esporta la sua "cougar" (così chiamate in America le donne dopo gli "anta" che hanno una relazione con ragazzi più giovani) e se il regista Moreau esplora più il lato romantico che quello sociologico, 20 anni di meno è una commedia divertente, fresca e accattivante sin dai dinamici titoli di testa che riprendono una rivista, prendendo in giro i pregiudizi di una società che tende ancora a  bacchettare e a fare la morale.
Moureau tende a stemperare la tematica incorniciandola nel frivolo mondo del fashion deridendo i suoi cliché; a cominciare dal boss americano (impossibile non pensar alla Wintour), al fatato mondo di pallette e lustrini, feste che celebrano artisti egocentrici, modelle evanescenti, fotografe arrabbiate (esilarante il personaggio di Patric), e vita notturna innaffiata di party e cocktail.
Ottimi gli attori Efira riesce a caratterizzare la sua Alice come un ghiaccio capace di sciogliersi scoprendo la sua sensualità e vitalità, mentre Niney (ribattezzato il Jean Dujardin in miniatura dall'acida fotografa) è una sorta di ventenne alieno così romantico, imbranato e sensibile. I personaggi di contorno sono i più divertenti e sopra le righe, a cominciare dal capo di Alice e dal padre di Balthazar, così bambino, fino all'assistente oca e spumeggiante come un bicchiere di champagne.
20 anni di meno è una commedia divertente, ricca di gag ed equivoci, ma che sa far riflettere per un attimo sui cambiamenti della società e dell'eterne problematiche delle donne, ma con un tocco leggero, non volgare e soprattutto non moralistico. 
L'amore dopotutto, non ha età, no?

Voto: 7,5
A.M.

domenica 12 maggio 2013

KATHARINE HEPBURN DAY: Bringing Up Baby



Oggi è il compleanno di un'icona del cinema che ci ha lasciato 10 anni fa: Katharine Hepburn. Ribelle, indomita, forte ed eccezionale come i personaggi interpretati al cinema. La celebrazione avviene in collaborazione con altri blogger, e per l'occasione Director's cult ha rispolverato uno dei suoi "veleni al botteghino", Bringing Up Baby di Howard Hawks. Tanti auguri!!!

Hanno collaborato:
In Central Perk
Pensieri Cannibali
Scrivenny
WhiterRussian 





Titolo: Bringing Up Baby
USA, 1938
Cast: Katharine Hepburn, Cary Grant, May Robson, Virgina Walker.
Sceneggiatura: Dudley Nichols, Hagar Wilde.
Regia: Howard Hawks.
Durata: 102'

David Huxley (Cary Grant) è uno zoologo serio e metodico che sta lavorando da 4 anni alla costruzione di un brontosauro, e per terminare il suo progetto ha bisogno di un milione di dollari. 
Possibile donatrice è la milionaria Elizabeth Random (May Robson), zia dell'eccentrica Susan Vance (Katharine Hepburn). David cerca di ottenere il finanziamento cercando di parlare con l'avvocato di miss Random, ma  durante una partita di golf s'imbatte in Susan che lo travolgerà in un'avventura fatta di guai, negligé, gattabuia, finendo per rincorrere un leopardo di nome Baby. 
Le disavventure di David porteranno a dimenticarsi delle nozze con la sua serissima e un po' fredda segretaria Alice (Virginia Walker), arrivando a vedere la strampalata Susan sotto una luce diversa...
La fisica insegna che due magneti che hanno la stessa carica si respingono, mentre i magneti con i poli opposti si attraggono. È ciò che accade tra David Huxley e Susan Vance, così diversi e apparentemente incompatibili, se messi insieme producono una carica esplosiva.
David è uno studioso ligio al dovere, un po' noioso e goffo nelle relazioni interpersonali, sceglie nella segretaria algida la sua compagna di vita ideale, sacrificando la famiglia in nome della loro "creatura", dedicandogli la propria esistenza ordinata (e ordinaria).
Susan Vance invece è un'ereditiera viziata, svampita, capricciosa, fa del caos e del disordine il suo stile di vita, così libera dalle convenzioni e indipendente. 
La vita grigia di David si scontrerà completamente con quella briosa e colorata di Susan, in un susseguirsi di equivoci e gag fin dal loro primo incontro, e per David è praticamente impossibile non rimanerne travolto e anche affascinato, facendosi completamente trascinare (letteralmente, quando Susan prende per sbaglio la macchina di David e se lo porta via dopo la partita a golf) dalla svitata ereditiera. 
L'alchimia tra i due è già nell'aria e si tramuta in una serie di equivoci che porteranno David e Susan a corteggiarsi inconsapevolmente, anche se David cercherà di negare dal principio l'attrazione per la "mina vagante".
David scivolando su un'oliva gettata per terra da Susan per sbaglio, cade nella sua rete, cominciando un gioco di seduzione e attrazione fisica  sotto forma di gaffe, con una giacca strappata da lei e la gonna da lui, facendola finire in biancheria. E la loro alchimia risulterà perfetta con quella camminata sincronizzata attuata per sfuggire all'imbarazzo di entrambi, nel mezzo di una sala di commensali altezzosi e altolocati. 
Perché entrambi sono come due pesci fuor d'acqua: David è capace di comunicare più con i dinosauri che con le persone, si trova in difficoltà nell'adulare l'alta società per il suo finanziamento, mentre Susan, seppur una donna ricca, è talmente fuori dagli schemi da sentirsi a disagio in mezzo alle convenzioni e a tanto, tanto snobismo. 
Ciò avviene soprattutto quando cerca di aiutare David nella sua impresa, pur avendo le sue conoscenze, non fa altro che combinare pasticci, seppur in buona fede.
Susan capisce che David è il suo "pallino", l'uomo della sua vita, e con immensa goffaggine mista a civetteria, tenta di accalapppiare David, e lo coinvolge in un'avventura che lo porterà a mostrarsi per quello che non è, facendo emergere il lato vivo di David, congelato dietro un paio di occhiali e tanta professionalità.
Niente infatti è come sembra e un gesto (o meglio, una figuraccia) porta a mostrare una realtà vera ma falsata allo stesso tempo, come l'incontro (infausto) con miss Random, che vede per la prima volta David con una vestaglia rosa, dove il malcapitato cerca di giustificarsi affermando di essere diventato gay (per la prima volta questo termine venne usato in una commedia); o quando Susan e David vengono scambiati per una gang di rapinatori di banche, arrivando al climax degli equivoci. Niente è come sembra dunque, ma tutto è come si vuol far credere e Susan lo capisce e mette in scena questa buffa parabola pirandelliana, dove alla fine dei giochi, buttate le maschere,  sembra risultare la più autentica e genuina. 
Dopo il caos torna il sereno e alla fine la distruzione portata da Susan porta alla ricostruzione di un nuovo David, più vivo, proprio come il leopardo Baby e non più "morto" come un brontosauro, allevando un nuovo stile di vita.
Capolavoro della screwball comedy (che riprende le gag slapstick "alla buccia di banana" di Mack Sennet mescolata con l'eleganza dell'upper society rappresentata) diretto dall'eclettico Howard Hawks,  Bringing Up Baby (Susanna! il titolo in italiano) è la rappresentazione del dualismo e degli opposti, a partire dai due protagonisti, così diversi singolarmente, ma complementari insieme, dalla rappresentazione di due tipi differenti di donna, quella volubile e imprevedibile di Susan, così in netta contrapposizione con la rigida e composta Alice; fino alla metafora del brontosauro, sinonimo di piattume per David, al leopardo addomesticato Baby, aggressivo ma tenero come Susan.
Bringing Up Baby è una pietra miliare della commedia americana, con la strepitosa coppia Cary Grant e Katharine Hepburn (definita dalla critica "veleno al botteghino" per via dei flop collezionato, incluso questo), che, a distanza di 75 anni, è ancora in grado di divertire con leggerezza e raffinatezza.

Voto: 10
A.M.


sabato 11 maggio 2013

LE USCITE DELLA SETTIMANA




Con la festa del cinema c'è l'occasione di vedere i film a soli 3 euro. 

Questa settimana esce il remake de La casa di Sam Raimi, questa volta diretto dal peruviano Fede Alvarez (scelto appositamente dal regista americano).
Mia e David sono due fratelli e insieme alla fidanzata di lui e un amico, decidono di passare un weekend in una casa nel bosco, in modo da aiutare Mia a liberarsi della dipendenza dalle droghe e a superare i primi giorni di astinenza. Trovano un libro nello scantinato e una volta letto, risvegliano un demone che s'impossessa della fragile Mia. La giovane chiede aiuto, ma gli altri scambiano il suo delirio per una crisi di astinenza e non vogliono lasciare la casa, condannandosi a possessioni e mutilazioni in cerca di salvezza.
RZA debutta al cinema con la benedizione di Quentin Tarantino e firma L'uomo dai pugni di ferro, con Lucy Liu e Russel Crowe. 
Jungle Village è un paesino dell'antica Cina dove il pacifico fabbro Thaddeus è costretto a fabbricare armi per i peggiori criminali della zona. Il fabbro spera in questo modo di guadagnare soldi a sufficienza per liberare la sua amta Lady Silk (Lucy Liu), che lavora nel bordello The Pink Blossom. In città un giorno arriva l'inglese Knife (Russell Crowe) e si scatena un'escalation di violenza, finendo per coinvolgere anche Thaddeus.
Film totalmente diverso con No-I giorni dell'arcobaleno, ambientato durante la dittatura cilena.1988. Il dittatore Augusto Pinochet è costretto a cedere alle pressioni internazionali concedendo al popolo cileno un referendum popolare per poter mantenere il suo incarico di presidente per altri otto anni. Per la prima volta l'opposizione può fare campagna elettorale e ha a disposizione uno spazio televisivo di 15 minuti. Pinochet tenta di vincere, pur sapendo che il NO del referendum pare ormai certo e si affida al pubblicitario anticonformista René Saavedra (Gael Garcia Bernal).

Sergio Rubini torna con Mi rifaccio vivo, con Neri Marcoré ed Emilio Solfrizzi. Biagio Bianchetti (Emilio Solfrizzi) è proprietario della BB magazzini ed è eterno rivale di Ottone Di Valerio (Neri Marcoré), fortunato e affascinante fin dai tempi della scuola. Biagio è perseguitato dalla sfortuna e ormai ridotto al lastrico, decide di farla finita. Biagio ha una seconda chance e torna sulla terra sotto mentite spoglie decide di vendicarsi del suo nemico, ma non tutto è come sembra...
Campione di incassi in Francia è 20 anni di meno Alice ha 38 anni e lavora presso una rivisa di moda. Alice non ha bisogno di un uomo accanto a sé e la sua condizione di mamma single mon la mette in difficoltà. Balthazar è un ragazzo di 20 anni, un padre donnaiolo e affronta la vita in modo ingenuo e privo di pretese, tipico della sua età. Un giorno s'incontrano ed è colpo di fulmine, nonostante quasi 20 anni di differenza. Alice usa la situazione per avere un salto di carriera e dimostrare al suo capo che non è una bacchettona, così Balthazar regge il gioco e diventa il suo toy boy. Ma la situazione sfuggirà di mano a entrambi... 
Non ci sono scuse, approfittate della festa del cinema e correte a vedere un buon film!













giovedì 9 maggio 2013

NEWS: Festa del cinema



Il cinema è in crisi e l'emorragia di spettatori non si ferma. Una delle ragioni di questa diserzione è il prezzo esoso dei biglietti, così, per combattere la crisi, dal 9 al 16 maggio c'è la festa del cinema,  un'opportunità di vedere un film al prezzo di 3 euro, mentre 5 per le pellicole in 3D
L'iniziativa è stata promossa dalle associazioni di esercenti ANEC, AEM, ACEC e FICE, ispirandosi alla manifestazione  francese fête  du cinema ormai giunta alla 28esima edizione.
Con questa festa, si spera di incrementare il pubblico restio a spendere ormai 8 euro, cercando di far avvicinare una fascia di pubblico che entra in una sala cinematografica sporadicamente.
In Italia la stagione cinematografica in genere tende a chiudere verso la fine di giugno, ma già da un paio di anni si cerca di allungare con l'uscita di blockbuster, anche se difficilmente arriva ai livelli americani, che, anzi, sfrutta proprio l'estate per far uscire i film più spettacolari, cosa che in Italia di solito si deve aspettare a settembre.
L'iniziativa è stata premiata con un incremento del 40% di biglietti staccati, una vera e propria boccata di aria fresca per il cinema in Italia, che da tempo boccheggiava e cercava una via d'uscita. 
Per maggiori informazioni: http://www.festadelcinema.it