giovedì 20 agosto 2020

H.P. Lovecraft Day: Re-Animator




Premessa: Ho appena visto Re-Animator e sono in pieno WTF. Ho un po' il blocco dello scrittore, indi per cui mi destreggerò tra il tono cazzaro e serio nella speranza di trovare l'ispirazione e non far ribaltare nella tomba H.P. Lovecraft, che oggi avrebbe compiuto 130 e mi avrebbe mandato a quel paese di sicuro.


Titolo: Re-Animator
Cast:  Jeffrey Combs, Barbara Crampton, Bruce Abbott
Sceneggiatura: Stuart Gordon 
Regia: Stuart Gordon
Durata: 85'






Cazzeggio moment. Mhm mhm per me il numero uno.

Ola-la-i-ù nella Svizzera plan plan plan c'è uno studente di medicina di nome Herbert West (Jeffrey Combs) un po' pazzerellone che tanto bene di capa non sta. Ha appena accoppato il suo mentore, il dottor Hans Gruber (l'altro verrà messo K.O. da John Mc Claine perché lui ha una machine gun e tu no. Ho-ho-ho). E invece no! Lui voleva ridargli la vita! E invece gli fece venire un mal di testa da fargli schizzare gli occhi dalle orbite. Provaci ancora Herbie. 
Ed Herbert ci riprova Miskatonic University di Arkham, dove fa la conoscenza dello studente modello Dan Cain, anche lui in fissa con il rifiuto dell'al di là, preferendo l'al di quà con la bella figlia del rettore con cui ci fa anche all'amore. Herbert dopo un momento di puro celodurismo con il professore emerito str... Dr. Hill (David Gale) durante una lezione, diventa coinquilino di Dan e usa lo scantinato per i suoi folli esperimenti. Beh, sempre meglio che tenerti occupato la cucina tutto il giorno o a fare Covid party inda house con tutta la famiglia in nome dell'assembramento più spietato. Ma tanto non ce n'è di Coviddi.
La fidanzata di Cain, Megan (Barbara Crampton) capisce che è fuori come un balcone, ma Cain ne rimane affascinato da volerselo prendere in casa come nuovo inquilino.
Ma come tutti i coinquilini spina nel culo che si rispettano, nascono i primi problemi quando il gatto Rufus finisce nel frigo accoppato e parecchio congelato. Ghe pensi mi! Fa eco Herbie ed ecco che il gatto rianimato diventa figlio del demonio. Manco i gatti di mamma si incazzano così perché ha comprato le crocchette del discount invece che della Purina One per gatti morti da rianimare.
Herbert sta facendo degli esperimenti per riportare in vita i morti, e come un novello Frankestein fa dei danni incredibili all'interno dell'ospedale dove a farne le spese sono Dan che perde la borsa di studio, il rettore e padre di Megan che finisce non morto e lobotomizzato e lo scienziato che perde letteralmente la testa per Megan e per gli esperimenti di Herbert.
E in un tripudio di zombie rianimati a cazzo di cane, budella, trippa e cervella, Dan cerca di scoprire se si può far ritornare di quà la gente finita nell'al di là.

Recensione seria.

Il delirio di onnipotenza ha sempre affascinato gli scrittori di fantascienza e di horror. Due generi che permettono di giocare a Dio e a voler sfidare a tutti i costi la morte. 
Non tutti forse mirano all'immortalità, ma chi di noi non vorrebbe che un proprio caro o il nostro animale da compagnia vivesse il più a lungo possibile? Se fosse per sempre ancora meglio!
Perché  la morte fa paura, e il fatto di negarla è senza dubbio un modo per esorcizzare tale senso di angoscia.
Il cuore smette di battere, il cervello è l'ultimo organo a staccare la spina (12 minuti secondo la scienza) e poi chissà cosa c'è dopo. Gli egizi nell'antichità credevano a una seconda vita, gli atei credono al fatto che una volta finiti sotto terra si diventi cibo per i vermi. Punti di vista.
Per gli scrittori di horror invece il concetto di morte sembra non esistere proprio: e allora o ci sono i vampiri, o ci sono gli scienziati pazzi che rifiutano in pieno il fatto che la vita ha un suo 'arco narrativo' destinato a finire in maniera naturale o meno.
E H.P. Lovecraft con Herbert West, rianimatore è di questa scuola, creando con Herbert West lo scienziato ovviamente pazzo che gioca al Creatore. Ma che finisce per creare mostri.
Perché per quanto tu possa essere credente, agnostico, ateo, a Dio non gliela fai e più che mostri non puoi generare perché la natura ti punisce. 
Re-Animator prende il canovaccio di Lovecraft mantenendo intatto il rapporto tra Herbert e Cain e il delirio di onnipotenza del dottor che è ancora più folle e più stronzo dello studente che gioca al padre eterno. La genialata di Stuart Gordon è nel aver modernizzato la storia ambientandola agli anni Ottanta, in modo da poter mettere due elementi chiave del genere horror dell'epoca: 1) effetti speciali in pieno grand guignol ancora in grado di essere super vomitosi (te posseno per il gatto nel frigo). 2) le sise - per gentile concessione di Barbara Crampton che è l'oggetto del desiderio del Dr. Hill, facendola diventare damsel in distress prima, e nuova ossessione scientifica di Cain dopo 3) una buona dose di trash e senso dell'umorismo, senza prendersi sul serio.
35 anni dopo Re-Animator conserva la sua verve splatters ed è ancora un film horror godereccio.
Amanti dei gatti astenersi.

Voto: 7