lunedì 30 gennaio 2017

FILMOGRAFIA: Mary Tyler Moore





NOME:
Mary Tyler Moore
DATA DI NASCITA: 29/12/1936
DATA DI MORTE: 25/01/2017
LUOGO DI NASCITA: Brookly, New York, USA
PROFESSIONE: Attrice





ATTRICE:

2013: Hot in Cleveland - Diane
2010 The Legend of Pale Male 
2009: Controcorrente - Liz's mum
2006: That's 70's Show: Christine St. George
2000: Labor Pains - Esther Raymond
1997: Keys to Tulsa - Cynthia Boudreau
1996 Flirting with Disaster - Mrs. Coplin
1993 Stolen Babies Georgia - Tann
1986: Soltanto tra amici - Holly
1984 Heartsounds - Martha Lear
1982: Niki - Charlotte Dreyfus
1980 Ordinary People - Beth
1978 First, You Cry - Betty Rollin
1970-1977: Mary Tyler Moore Show - Mary Richards
1969: Change of Habit - Sister Michelle
1967 Thoroughly Modern Millie - Dorothy Brown

venerdì 27 gennaio 2017

GOODBYE: Addio a John Hurt

Non è tanto restare vivi, quanto restare umani che è importante - 1984




John Hurt (1940 - 2017)

giovedì 26 gennaio 2017

NEWS: Nomination Oscar 2017



La La Land con 14 nomination agli Oscar ha raggiunto il record di Titanic ed Eva contro Eva. Riuscirà a fare l'incetta di premi? Forse, anche se dovrà vedersela con Moonlight il vincitore del Golden Globes per il miglior film drammatico e Arrival che - esclusione di Amy Adams nella categoria best actress - si difende bene con 8 nomination.
Hawksaw Ridge di Mel Gibson fa una triplete nei premi più appetibili: miglior film, miglior regia a Mel Gibson e Andrew Garfield (a sorpresa) come miglior attore, anche se il favorito sembra essere Casey Affleck per Manchester By the Sea di Kenneth Loregan (miglior film, miglior attore e attrice non protagonista - Michelle Williams e sceneggiatura) e soprattutto Ryan Gosling (La La Land).
Effetto Trump con la nomination a Meryl Streep per Florence che dovrà vedersela con la favorita Emma Stone (La La Land), Natalie Portman (Jackie), Isabelle Huppert (Elle) e Ruth Negga (Loving).
Ignorato come al solito Martin Scorsese e il suo Silence che riceve una nomination solo per la miglior fotografia, Clint Eastwood con Sully (e Tom Hanks), snobbato Tom Ford, il cui allure di stilista pesa troppo per essere preso sul serio, e il suo Nocturnal Animals si deve accontentare della nomination come migliore attore non protagonista a Michael Shannon ('scippandola' ad Aaron Taylor Johnson che aveva vinto il Golden Globe nella stessa categoria). Amy Adams rischia di finire come Glenn Close, grande attrice pluri nominata e mai premiata.
La campagna #OscarSoWhite ha dato i suoi frutti e oltre a Moonlight (e Naomi Harris come miglior attrice non protagonista) è stato nominato come miglior film Fences di Denzel Washington ( milgior film e miglior attore), Hidden Figures (inclusa Viola Davis e Octavia Spencer come non protagoniste) e Ruth Negga per Loving.
L'Italia ha un posto nel cuore dell'Academy grazie a Fuocoammare di Rosi nella categoria miglior documentario, mentre per il makeup di Suicide Squad hanno chance di vincere Alessandro Bertolazzi e Giorgio Gregorini (insieme a Christopher Nelson), snobbatissimo invece Vittorio Storaro per la fotografia di Café Society.
La notte degli Oscar verrà presentata da Jimmy Kimmel il 26 febbraio prossimo. Ecco tutte le nomination:


Miglior film
Arrival
Barriere
La battaglia di Hacksaw Ridge
Hell or high water
Il diritto di contare
La la land
Lion
Manchester by the sea
Moonlight

Miglior regia

Denis Villeneuve, Arrival
Damien Chazelle, La la land
Barry Jenkins, Moonlight
Kenneth Lonergan, Manchester by the sea
Mel Gibson, La battaglia di Hacksaw Ridge

Miglior attore protagonista
Casey Affleck, Manchester by the sea
Andrew Garfield, La battaglia di Hacksaw Ridge
Ryan Gosling, La la land
Viggo Mortensen, Captain Fantastic
Denzel Washington, Barriere

Miglior attrice protagonista
Isabelle Huppert, Elle
Ruth Negga, Loving
Natalie Portman, Jackie
Emma Stone, La la land
Meryl Streep, Florence Foster Jenkins

Miglior attore non protagonista
Mahershala Ali, Moonlight
Jeff Bridges, Hell or high water
Lucas Hedges, Manchester by the sea
Dev Patel, Lion
Michael Shannon, Animali notturni

Miglior attrice non protagonista
Naomie Harris, Moonlight
Nicole Kidman, Lion
Octavia Spencer, Il diritto di contare
Michelle Williams, Manchester by the sea
Viola Davis, Barriere

Miglior sceneggiatura originale
Hell or high water
La la land
The lobster
Manchester by the sea
20th Century women

Miglior sceneggiatura non originale

Arrival
Barriere
Il diritto di contare
Lion
Moonlight

Miglior film in lingua straniera
Land of mine. Sotto la sabbia, Danimarca
A man called Ove, Svezia
Il cliente, Iran
Tanna, Australia
Vi presento Tony Erdmann, Germania

Miglior film d’animazione
La mia vita da zucchina
Zootopia
Kubo e la spada magica
Oceania
La tartaruga rossa

Miglior montaggio
Arrival
La battaglia di Hacksaw Ridge
Hell or high water
La la land
Moonlight

Miglior fotografia
Bradford Young, Arrival
Linus Sandgren, La la land
Greig Fraser, Lion
James Laxton, Moonlight
Rodrigo Prieto, Silence

Migliori effetti speciali
Il libro della giungla
Rogue One. A Star wars story
Deepwater. Inferno sull’oceano
Doctor Strange
Kubo e la spada magica

Miglior colonna sonora originale
Jackie
La la land
Lion
Moonlight
Passengers

Miglior canzone
Audition, La la land
Can’t stop the feeling, Trolls
City of stars, La la land
The empty chair, Jim. The James Foley story
How far I’ll go, Oceania

Miglior documentario
Fuocoammare
I am not your negro
Life animated
OJ. Made in America
13th

Miglior cortometraggio di animazione
Blind Vaysha
Borrowed time
Pear cider and cigarettes
Pearl
Piper

Miglior cortometraggio documentario

Extremist
4.1 miles
Joe’s violin
Watani my homeland
The white helmets

Miglior cortometraggio
Ennemis interieurs
La femme et le Tgv
Silent nights
Sing
Timecode

lunedì 23 gennaio 2017

NICOLAS CAGE DAY: Omicidio in diretta

Nicolas Cage quest'anno ha compiuto 53 anni, passati la metà a fare film di culto come Cuore selvaggio (dove è un figo da paura)  a cialtronate come Fuori in 60 secondi e Il prescelto (che Christopher Lee ti fulmini!), facendolo passare da ottimo attore a faccia di tolla e generatore automatico di meme.
Noi cineblogger comunque gli vogliamo bene e ci piace anche odiarlo, e lo si celebra, perché Il Nicolas Cage Day s'ha da fare! Enough Said!
Per l'occasione Director's cult spolvera un trhiller di Brian De Palma, Omicidio in diretta.


ENOUGH SAID!



Titolo: Omicidio in diretta
Titolo originale: Snake Eyes.
USA, 1998
Cast: Nicolas Cage, Gary Sinise, Carla Cugino.
Sceneggiatura: Brian De Palma, David Koepp.
Regia: Brian De Palma
Durata: 95'


L'apparenza inganna, ciò che vedi non è ciò che sembra. Ciò che hai visto ha dell'incredibile e sembra che sia frutto della tua immaginazione. Se poi ti mancano delle diottrie, la tua visione sarà ancora più offuscata, alterando la verità con una possibile menzogna. 
Tutto accade nella sordida Atlantic City, dove un uragano investe la città già colpita dalla corruzione, dove neanche il detective della omicidi Rick Santoro (Nicolas Cage) è immune da qualche tirata di cocaina e qualche affaruccio poco pulito. 
Rick è su di giri questa sera, perché sta assistendo a un incontro di boxe memorabile dove è presente anche il ministro della difesa.
Rick oltre ad assistere all'incontro vede tutto ciò che può vedere: un'avvenente rossa che è sprovvista di biglietto, il suo migliore amico, il comandante Kevin Dunne (Gary Sinise) che deve proteggere il ministro - ma viene meno al suo dovere proprio per inseguire la rossa che fugge all'improvviso - la bella bionda julia Costello (Carla Cugino) che si siede di fianco a lui, mentre parla di nascosto al ministro e gli consegna una chiavetta USB dal contenuto misterioso.
Poi all'improvviso uno sparo, il ministro a terra ferito gravemente, la bionda ferita anche lei che perde la parrucca e anche gli occhiali (perdendo anche di conseguenza una precisa visione degli eventi) con un'orda di gente spaventata che cerca di fuggire nel marasma generale.  E soprattutto Rick vede il campione in carica che giace per terrra K.O., ma che si spaventa per i colpi di arma da fuoco, facendo capire a Santoro che l'incontro era truccato, diventando suo malgrado il testimone oculare di una cospirazione politica.
Brian De Palma negli anni Novanta era ancora molto attivo e con Omicio in diretta ci regala un trhiller di buona fattura, dove non rinuncia alla suspence di stampo hitchockiano e alla sua eccellente tecnica registica.
De Palma  infatti si gioca le carte migliori fin da subito, mettendo in pratica 5 minuti di puro cinema con uno strepitoso piano sequenza tutto ambientato nell'auditorium dove si svolge l'incontro, lasciando imperversare l'uragano che gli servirà più avanti per i momenti di pura azione.
5 minuti che valgono tutto il film, dove la maestria di De Palma non perde un colpo e riesce a mettere la sua firma per farsi ricordare (come aveva fatto con Carrie-Lo sguardo di Satana, dove i secchi di sangue di maiale scatenano l'inferno in Carrie, o come in Omicidio a luci rosse, dove c'è la 'più bella scena di omicidio di tutti i tempi', confermato anche in American Psycho di Brett Easton Ellis) con una sapienza tecnica e una totale padronanza della macchina da presa da poterci scrivere un  manuale di regia.
De Palma usa la macchina da presa facendola diventare i suoi occhi, e con la soggettiva ci introduce in un vortice di eventi, accompagnati un Rick Santoro su di giri - vuoi perché probabilmente si è fatto un po' di coca, vuoi perché esaltato per l'evento sportivo di alto prestigio, mettendo in contrapposizione un integerrimo comandante Dunne che sventa l'attentato troppo tardi pur avendo fatto il suo dovere.
Santoro osserva, ma si lascia distrarre dalla scollatura avvenente della bella rossa e non disdegna la bella bionda al suo fianco. Santoro è così eccitato nella visione del match da farsi distrarre dalle chiamate della fidanzata (rispondendo con un tamarrissimo cellulare placcato in finto oro che fa di lui un cafone arricchito non certo con il suo stipendio), lasciandosi travolgere dalla visione delle belle donne e dall'incontro. 
Eppure non gli sfugge quel finto K.O., che risveglia in lui il suo mestiere di detective, arrivando a fiutare un complotto di dimensioni stratosferiche.
Non tutto è quello sembra, con persone fidate che hanno 'occhi di serpente' (il titolo originale del film) e che giocano un gioco più grande di loro, e ai nostri occhi l'inaffidabile Rick Santoro diventa il nostro eroe che deve salvare il testimone chiave Julia Costello, che agli occhi di un turista qualsiasi sembra una prostituta, ma che è in possesso di documenti che potrebbero far saltare un progetto criminale. 
De Palma fa un po' di suoi compiti e anche se svela dopo una buona mezz'ora il cattivo di turno (anche perché il film dura 95') ma comunque ci regala momenti di pura suspence dove ci fa tenere con il fiato sospeso tra i piani dell'ascensore dove Julia cerca di sfuggire al suo assassino, cercando di entrare nella camera di uno sconosciuto, mentre Santoro cerca di raggiungerla per salvarla. 
Peccato però che una volta salvata da Rick, la bella e intelligente Julia è costretta a tutto lo 'spiegone', facendo saltare a De Palma l'esercizio sul McGuffin del caro e fidato Hitch, dove si parte da una storia per arrivare in realtà a un'altra, lasciando per strada quella iniziale. Perché lo scopo del McGuffin è di dimenticare l'incipict,  non  essenziale all'intreccio, ma è necessario per arrivare a un altro obiettivo,
Per intenderci: Marion Crane in Psycho è il Mc Guffin, non importa che Marion Crane venga indagata per furto, ma il furto è necessario per farla fuggire e portarla al Bates Motel. Il furto di Marion Crane è irrilevante, perché è la storia di Norman Bates che interessa a Hitch e a noi che vediamo il film, il resto non ha importanza - e il McGuffin di De Palma in teoria dovrebbe essere il segretario della difesa, per arrivare al punto che l'apparenza inganna, che ciò che stiamo assistendo è un bluff, dove è praticamente impossibile che l'onestà di una persona che si costruisce una reputazione fatta di grandi valori in realtà è solo un cumulo di bugie che l'occhio umano vede, ma il cervello rifiuta di razionalizzare e riconosce per vero. 
De Palma poteva fare un signor McGuffin, e invece si dimentica di fare gli esercizi, così scivola nella seconda metà del film sui canoni del trhiller tradizionale, facendo virare Omicidio in diretta da un noir suggestivo a un puro trhiller di intrattenimento.
Non male comunque, perché alla fine Omicidio in diretta intrattiene e lo fa anche bene, con un Nicolas Cage che prima di indebitarsi e impelagarsi in film action e fantasy dal risultato discutibile (al punto quasi di farli per puro divertimento), è capace di essere un attore ca#zuto, dove riesce a essere credibile, così su di giri fino alla catarsi finale dove il cuore del bravo detective ha la meglio - facendoci ricordare che la sua carriera non è fatta solo di templari, ma anche di film diretti dai migliori registi sulla piazza (Francis Ford Coppola, Martin Scorsese, David Lynch, fratelli Coen per citarne alcuni).
Al di là di possibili delusioni, il film andrebbe visto sia per una serata di puro intrattenimento, ma anche solo per quel magnifico piano sequenza. Perché se De Palma anche se ha avuto una carriera altalenante, ha una tecnica registica che rimane pur sempre una garanzia.

Voto: 7+

Nicola Gabbia ringrazia la celebrazione e ci benedice! Amen!


Nicolas Cage is also blessed by: 

Il Bollalmanacco 
Non c'è paragone
Pietro Saba's World
In Central Perk 
White Russian 
Una mela al gusto pesce
Cooking Movies

mercoledì 18 gennaio 2017

NEWS: Margot Robbie sarà Tonya Harding



Negli anni Novanta Tonya Harding e Nancy Kerrigan erano rivali (o meglio, la Kerrigan lo era per la Harding) nel mondo del pattinaggio di figura statunitense.
Tony Harding nel 1991 era una campionessa dotata più di tecnica che di eleganza, e la sua carriera cominciò a essere offuscata dall'astro  nascente Kerrigan, dotata di classe oltre che di bravura nell'eseguire un triplo axel. 
Harding in seguito divenne famosa più per uno scandalo che per la sua carriera agonistica: il 6 gennaio del 1994 Nancy Kerrigan venne aggredita da uno sconosciuto dopo l'allenamento per i Campionati nazionali, spianando la strada a Harding per la qualificazione ai Giochi olimpici invernali di Lillehammer.
Dalle indagini risultò che l'aggressore fu pagato dall'ex marito della Harding, affinché non avesse ostacoli per potersi qualificare.
La Harding inzialmente venne squalificata, ma poi venne ammessa comunque alle Olimpiadi dopo aver minacciato una causa legale contro la federazione, ma il destino beffardo la volle all'ottavo posto, mentre Nancy Kerrigan vinse l'argento. Nessun spoiler, perché si tratta di una storia vera che all'epoca fece molto scalpore, e ora diventerà un film dal titolo I, Tonya.
Tonya Harding verrà interpretata da Margot Robbie, star in ascesa dopo l'exploit (per lei) di Suicide Squad, dimostrando di essere un'attrice eclettica e pronta a nuove sfide.
Per poter interpretare la Harding, Robbie ha dovuto mettere su massa muscolare, modificando il suo corpo longilineo da fotomodella. Il trucco fa da sé, e sul suo account Twitter Robbie mostra la trasformazione, diventando una perfetta copia di Tonya.
La pellicola verrà diretta dall'australiano  Craig Gillespie, regista di Lars e una ragazza tutta con Ryan Gosling sua e Fright Night con Colin Farrell.
I, Tonya uscirà probabilmente l'anno prossimo.

martedì 17 gennaio 2017

RECENSIONE: La La Land


Titolo: La La Land
id.; USA 2016
Cast: Ryan Gosling, Emma Stone, John Legend.
Sceneggiatura: Damien Chazelle.
Regia: Damien Chazelle.
Durata: 128'


City of stars

Are you shining just for me?
City of stars
There's so much that I can't see
Who knows?
I felt it from the first embrace I shared with you
That now our dreams
They've finally come true

Los Angeles è la città degli angeli, ma anche delle stelle di Hollywood. Ognuno cerca la propria stella, che brilli così intensamente da far riflettere sui sognatori la loro luce splendente. Come sognano Mia (Emma Stone) e Sebastian (Ryan Gosling), aspirante attrice lei, aspirante musicista jazz lui. Certo, la loro stella brilla un pochino al momento e nessuno l'ha ancora notata, così Mia sogna la celebrità servendo cappuccini alle star di uno studios di Hollywood, mentre Sebastian cerca di far conoscere la sua musica in un ristorante, tra un Jingle Bells e l'altro. 
Mia e Sebastian ancora non si conoscono, ma sono destinati a incontrarsi, o meglio, si 'scontrarsi' all'inizio in un'autostrada bloccata in un ingorgo (lei cerca di ricordarsi delle battute, lui la supera beccandosi un bel 'vaffa' col dito medio di lei); ma complice un party dove lui è costretto a suonare musica anni Ottanta, scopriranno di avere molto in comune, lasciando entrare Cupido in azione.
Perché le stelle guardano da lontano e quando brillano sono capaci di far risplendere due anime sognatrici e farle innamorare.
La città degli angeli è capace di farti andare la testa tra le nuvole, ma una volta che torni con i piedi ben impiantati per terra, ritorna la voglia di emergere e di lottare per brillare come quella stella. Ma il loro amore sarà così forte da sopportare la luce accecante del successo?
Damien Chazelle ritorna dopo il successo di Whiplash con La La Land, musical a tutto tondo dove l'amore è il fulcro di tutto.
Non è quel tipo di amore sdolcinato, ma è quel tipo di amore che nasce da una passione, che ti prende e non ti abbandona più, entrando nel tuo cuore per scuoterti per renderti ancora più vivo che mai.
E' l'amore per Los Angeles, città spesso considerata cinica e colma di solitudine, che nella visione di Chazelle diventa una delle città più belle del mondo, non così frenetica  e stressante come la New York di Whiplash.
Los Angeles è grande, non puoi muoverti se non hai la macchina ed è facile finire imbottigliati nel traffico. Roba da strapparsi i capelli, e invece di urlare perché non uscire dalla propria auto e iniziare a cantare e a ballare facendosi accarezzare dal sole, in una città che regala sempre bellissime giornate? E come è possibile tutto ciò senza il musical?
Il musical è lo strumento perfetto per creare un mondo perfetto, e Chazelle immagina la Los Angeles dei suoi sogni, con la sua spiaggia, le sue palme e quel cinema d'essai ormai chiuso - The Rialto Theatre - che apre per occasioni speciali, come il primo appuntamento di Mia e Sebastian, che finalmente si innamorano dopo mille battibecchi come i personaggi interpretati da Ginger Rogers e Fred Astaire.
E se Mia e Sebastian dichiarano il proprio amore dopo le prime incomprensioni e baruffe sentimentali, Chazelle dichiara l'amore per la Golden Era di Hollywood facendo ai suoi personaggi il tip tap, dove ogni linea ritmica tracciata da Mia e Sebastian è una linea che abbatte le diffidenze (di lei specialmente, come faceva Ginger Rogers) per abbracciare l'amore.
Amore per un cinema classico, forse un po' finto (chi non si ricorda la Venezia di cartone di Cappello a cilindro? Ma che importa, ci sono Ginger e Fred a rendere credibile la favola!), ma comunque meraviglioso, dove il musical era la roccaforte della casa di produzione RKO (che ha prodotto tra gli altri Quarto potere), dove Ginger e Fred si innamoravano tra un passo di danza e l'altro, non prima di aver affrontato baruffe ed equivoci - proprio come Mia e Sebastian.
Mia lo manda a quel paese mentre sono in macchina, Sebastian le da' una spallata quando lei vorrebbe complimentarsi per quella splendida musica ascoltata e ignorata dai più e poco apprezzata dal suo manager (J.K. Simmons). Nella realtà forse non si sarebbero mai incontrati, ma nell'universo 'on the cloud' di La La Land (che è per l'appunto un modo di dire, l'avere la testa tra le nuvole), è solo un ostacolo da affrontare per vivere una vita baciata dalle stelle.
Stelle che li abbracciano nell'auditorium dove puoi arrivare a toccarle, esprimere un desiderio e far sì che i sogni diventino realtà.
Ma la vita reale è più dura, e tra un colloquio fallito - l'ennesimo - e le bollette da pagare, bisogna alla fine fare i conti con le difficoltà e cedere ai compromessi.
Perché per quanto Sebastian ami il jazz puro, quello di Miles Davis e Chet Baker dalla quale prende in prestito una certa malinconia, il jazz è una musica vecchia, se non morta.
NON E' VERO! Sembra urlare Chazelle attraverso Sebastian. Il jazz è più vivo che mai, è come un'Araba Fenice che risorge dalle ceneri di Coltrane, si arriva alle sperimentazioni dei The Messengers, la band in cui Sebastian decide di entrare seppur con riluttanza sotto la guida di Keith (John Legend), che sposa il jazz con il soul e l'elettronica facendo un passo in più al fusion sperimentato da Miles Davis negli anni Ottanta con il suo album Tutu per combattere il pop 'usa e getta' imperante dell'epoca.
'Come fai a essere un rivoluzionario quando sei così tradizionalista? Sei ancorato al passato, ma il jazz è rivolto al futuro'. Questa è la visione di Keith, diametralmente opposta a quella di Sebastian: il jazz per resistere ai cambiamenti e alle mode musicali deve saper cambiare pelle e adattarsi per rimanere contemporaneo. 
Il jazz è vivo e Chazelle ne dichiara il suo amore in tutto il film, ma non solo, in tutta la sua (esile al momento) filmografia. Se in Whiplash si guardava alle glorie del passato e si doveva sputare sangue per arrivare alla perfezione, in La La Land il jazz deve guardare avanti per non rimanere intrappolato in un genere definito anche da Mia noioso.
Sebastian e Chazelle in fondo sono degli 'old fashioned' e non possono dimenticare che il jazz è stato grande nel passato, ma capace di rimanere spettacolare nel tempo e per questo così resistente, mentre gli esperimenti musicali 'facili' sono frutto del momento, che durano per l'appunto un attimo, finendo poi nell'oblio.
Sebastian cede ai compromessi fatti di una sicurezza economica, così come Mia sembra gettare la spugna dopo l'ennesimo fallimento anche se il prezzo da pagare è sempre troppo alto.
Bisogna combattere per ottenere ciò che si vuole, che sia un progetto di aprire un locale jazz o che sia la fama ad Hollywood, anche a costo di cadere e farsi male. 
E Mia cade, cade sempre e alla fine si rialza, cercando di investire le sue energie in progetti teatrali (So Lond Boulder City), ma quando Mia cade per l'ultima volta e si fa veramente male, beh, allora è meglio per lei rimanere per terra che rialzarsi per leccarsi le ferite che hanno l'amaro sapore della sconfitta.
Perché anche se ami ciò in cui nutri una passione, a volte non basta e bisogna cedere alla dura realtà.
Finché il bagliore della tua stella viene notato e allora nella città degli angeli puoi sognare di nuovo, a costo di sacrificare la cosa più importante che hai.
E come in Whiplash, Chazelle è dell'idea che nella vita bisogna intestardirsi e avere dedizione nel proprio progetto, rinunciando a ciò che ritieni pià importante della tua vita, la più cara e la più bella, il tutto per amare l'arte, che sia la musica o la recitazione.
Ma in un musical si può immaginare tutto, si può anche pensare a un destino diverso, dove l'immaginazione supera la realtà e puoi manovrare il tuo destino come preferisci.
Perché la magia del cinema è proprio questa, creare un universo magnifico dove l'amore e la bellezza intrinseca dell'arte sono le cose più belle che ci siano. Tutto il resto è irrilevante, La La Land ti fa volare con la fantasia per due ore, facendoti ricordare che la settima arte è una meravigliosa fabbrica di sogni, dove le illusioni colorano la tua vita con tonalità vive, intense ed emozionanti, lasciando quelle spente alla vita vera.

Voto: 9


lunedì 16 gennaio 2017

IL CIRCOLO DI CUCITO: Tutti per una, tutti per Meryl!





"Ciò che hai detto è stato grande. C'era bisogno di dirlo e tu l'hai detto in modo splendido. Ti stimo così tanto per averlo fatto mentre il mondo celebrava i tuoi traguardi. Condivido i tuoi sentimenti a proposito dei bulli e dei prepotenti. Quando è troppo è troppo. Tu, con la tua eleganza e la tua intelligenza, hai una voce potente - una voce che ispira altri a parlare come se la loro voce possa essere ascoltata. E questo è importante: tutti dobbiamo far sentire la nostra voce".
Con queste parole scritte da  Robert De Niro in una lettera per difende il discorso di Meryl Streep pronunciato durante i Golden Globes.
Premiata con il premio alla carriera Cecil B. DeMille, l'icona del cinema ha approfittato per esprimere la sua preoccupazione riguardo Donald Trump, che diventerà ufficialmente il presidente degli Stati Uniti il prossimo 20 gennaio.
Trump non ha gradito la parte del discorso in cui Streep dice: 'Quando l'istinto di umiliare risiede in una persona così potente, arriva nella vita di tutti gli altri invitandoli e autorizzandoli a fare lo stesso. La mancanza di rispetto provoca altra mancanza di rispetto e la violenza chiama altra violenza. Perdiamo tutti quanti se i potenti sfruttano il loro ruolo privilegiato per maltrattare il prossimo!' e non ha perso tempo per usare Twitter come una mannaia (la lingua che ferisce come una spada la lasciamo a Cyrano De Belgerac) e la definisce una 'serva di Hillary' e un'attrice sopravvalutata (nonostante in una vecchia intervista l'aveva definita una delle sue attrici preferite), e i media si scatenano sul suo essere o non essere una grande attrice, dubbio che farebbe venire il mal di testa pure ad Amleto.
Al di là che non ci sono dubbi sulla statura di grande attrice, fortuna vuole che a Hollywood c'è chi la difende. Non solo De Niro, ma anche George Clooney, Lena Dunham, Ben Afflecks e Viola Davis hanno apprezzato l'intervento dell'attrice.


venerdì 13 gennaio 2017

MONOGRAFIA: Manlio Rocchetti



Se in America il più grande makeup artist rimarrà Rick Baker, Rocchetti era il meglio dell'arte prostetica  e del trucco cinematografico italiano.
Rocchetti fu sempre immerso nel mondo teatrale grazie alla sua famiglia, che dal 1874 possiede il laboratorio di parrucche Rocchetti a Roma, ancora oggi in attività che si occupa di fornire parrucche per il cinema e il teatro.
La sua attività iniziò come parrucchiere, esordendo nel cimema nel 1960 come hairstylist del film peplum Esther e il re. Dieci anni dopo iniziò la sua carriera come truccatore per Basta guardarla di Luciano Salce e da quel momento la sua carriera fu in ascesa, lavorando per Sergio Leone (C'era una volta in America), che gli spianò la carriera in USA. Volato in America lavorò spesso con Martin Scorsese (L'ultima tentazione di Cristo, Quei bravi ragazzi, L'età dell'innocenza, Al di là della vita, Gangs of New York e Shutter Island) e Bernardo Bertolucci (L'ultimo imperatore) e il picco della sua carriera avvenne nel 1989, quando vinse il premio Oscar per A spasso con Daisy. Hollywood è una seconda casa per Rocchetti, dove curò il trucco per Paradiso Perduto con Robert De Niro e Ethan Hawke, L'avvocato del diavolo con Al Pacino, I segreti di Brokeback Mountain e The American con George Clooney. Fu molto attivo anche in Italia, lavorando per Gabriele Salvatores (Denti) e ACAB - All Cops Are Bastards, uno dei suoi ultimi lavori, ma soprattutto fu docente di makeup cinematografico e prostetico all'Accademia del cinema di Bologna.

giovedì 12 gennaio 2017

MOVIE ON THE ROAD: The Rialto Theatre - Los Angeles





Quando un cinema d'essai diventa un set per un film, è un cinema destinato ad entrare nella storia dell'architettura, ma soprattutto del cinema.
Il Rialto Theatre è un iconico cinema situato a Los Angeles, già utilizzato come set per la scena chiave de I protagonisti, e ancora una volta diventa un luogo perfetto per l'amore che sboccia tra Mia e Sebastian, la coppia di artisti che vi farà sognare in La La Land di Damien Chazelle.
Il Rialto è specializzato in classici del film, se ne deduce dalla visione di Ladri di biciclette nel film di Altman, e con la proiezione di Gioventù bruciata in La La Land.
Il Rialto ha ben 100 anni, e fu progettato dall'architetto statunitense Oliver P. Dennis (e successivamente rimodernato da William Lee Woollet nel 1925) e all'epoca si chiamava Quinn's Rialto, dal nome del curatore del teatro.
La prima proiezione avvenne il 21 maggio del 1917 con  il film muto Il giardino di Allah.
Il Rialto ha una capacità di 800 poltrone, notevole per l'epoca, mentre gli interni sono costituiti da elementi che richiamano lo stile moresco mescolato con l'arte egizia, spagnola e barocca, che si sposano con lo stile art decò dell'età del jazz. Il cinema è provvisto di una balconata e il soffitto è decorato con motivi che richiamano l'arte africana, mentre alle pareti hanno elementi di arte romanica. Sfarzosità è la parola d'ordine, che si coniuga perfettamente spazio al comfort delle poltrone che sono ben distanziate tra di loro in modo da offrire un passaggio tra le file poco fastidioso.
Il Rialto Theater attualmente è chiuso, ma apre solo per eventi culturali speciali e per film d'essai. E per far vedere Gioventù bruciata a Mia e Sebastian.

mercoledì 11 gennaio 2017

FILMOGRAFIA: Natalie Portman







NOME: Natalie Portman
ALL'ANAGRAFE: Natalie Hershlag
DATA DI NASCITA: 09/06/1981
LUOGO DI NASCITA: Gerusalemme, Israele
PROFESSIONE: Attrice








ATTRICE:
(2016) Planetarium - Laura Barlow
(2015) Mr. Gaga - se stessa
(2015) Jackie - Jackie Kennedy
(2015) A Tale of Love and Darkness - Fania Oz
(2015) Knight of Cups -
(2013) Thor: The Dark World - Jane Foster
(2011) Your Highness - Isabel
(2011) Amici, amanti e... - Emma Franklin
(2011) Thor - Jane Foster
(2010) Hesher è stato qui - Nicole
(2010) Il Cigno Nero - Nina
(2009) Brothers - Grace Cahill
(2007) L'altra donna del re - Anne Boleyn
(2007) Il treno per il Darjeeling -
(2007) Mr. Magorium e la bottega delle meraviglie - Molly Mahoney
(2007) Un bacio romantico -
(2006) Paris, je t'aime - Francine (Segmento 10)
(2006) L'ultimo inquisitore - Goya's Ghosts - Ines/Alice
(2005) V per vendetta - Evey Hammond
(2005) Free Zone - Rebecca
(2005) Star Wars: Episodio III - La vendetta dei Sith - Padmé Amidala
(2005) Domino One - Dominique Bellamy
(2004) Closer - Alice
(2004) True - Francine
(2004) Garden State - Samantha
(2003) Ritorno a Cold Mountain - Sarah
(2002) Star Wars: Episodio II - L'attacco dei cloni - Padmé Amidala
(2001) Zoolander - Se stessa
(2000) Qui dove batte il cuore - Novalee Nation
(1999) La mia adorabile nemica - Ann August
(1999) Star Wars: Episodio I - La minaccia fantasma - Padmé Amidala
(1998) Il principe d'Egitto - voce
(1998) Hercules (serie tv) - Mimi delle Torri Gemelle
(1996) Mars Attacks! - Taffy Dale
(1996) Tutti dicono I love you - Laura
(1996) Beautiful Girls - Marty
(1995) Developing - Nina
(1995) Heat - la sfida - Lauren Hanna
(1994) Léon - Mathilda

martedì 10 gennaio 2017

CULT MOVIE: The Image




Titolo: The Image
Id., UK, 1969
Cast: David Bowie, Michael Byrne.
Sceneggiatura: Michael Armstrong.
Regia: Michael Armstrong.
Durata: 13'


Si può essere ossessionati dalla propria arte? Si può essere spaventati da un dipinto, al punto da voler distruggere la propria creazione a tutti i costi?
E' ciò che accade a un giovane pittore (Michael Byrne), che dopo aver cestinato diversi dipinti, trova l'ispirazione in una buia e piovosa notte, dipingendo un giovane ragazzo (David Bowie). Inaspettatamente il soggetto prende vita, affacciandosi alla finestra, per poi entrare nella casa del pittore. 
Il giovane è spaventato, cerca di fuggire ma dal panico non riesce a togliere il lucchetto alla porta. Istintivamente cerca di difendersi e prende una piccola scultura e uccide il ragazzo. Sollevato, l'artista si sente al sicuro, ma ecco che il giovane giunge alle sue spalle, finendo per essere ucciso nuovamente. Il giovane si alza, e l'artista lo uccide ripetutamente, arrivando a colpire la tela che ha generato tale incubo.
Il regista mancuniano Michael Armstrong con il suo cortometraggio d'esordio The Image omaggia il cinema surrealista di Jean Coucteau e il secondo episodio di  The Blood of a Poet (1932) - una scultura si anima e parla con il suo artista - rendendo però il suo artista un pazzo schizofrenico che vede nel ragazzo la sua seconda personalità, che cerca di reprimere uccidendo il soggetto che ha creato. 
L'arte infatti è il perfetto veicolo dove una persona può incanalare le proprie ansie, le proprie ambizioni, ma anche il proprio subconscio. E quando inaspettatamente si materializza il ragazzo, l'artista non ci pensa due volte nel sopprimere quella parte di sé che rifiuta. Può ucciderla mille volte, ma se fa parte di te, non può scomparire. E l'artista se ne rende conto, capisce di aver reso immortale la sua ossessione, impressa su quella tela.
Questo sembra suggerire The Image. O almeno, questo sembra raccontare la storia. L'arte infatti è soggetta a mille interpretazioni e a diversi punti di vista. Però l'immagine finale che raffigura la foto che ritrae il ragazzo può dare un'altra chiave di lettura. Peccato che Armstrong si diverta nel dare solo un suggerimento, lasciando in sospeso la storia di questo artista ossessionato. Da cosa? Da sé stesso? Da questo ragazzo? 
L'arte, nelle sue mille sfaccettature serve anche per liberarsi dai propri demoni interiori, ma nel cortometraggio horror di Armstrong l'arte diventa un mezzo dove gli incubi diventano realtà.
E' buffo pensare che questo cortometraggio di 47 anni fa sia stato trasmesso durante l'intervallo di un film porno, proiettato in un cinema di Piccadilly Circus. Sarà forse il fatto che sia stato il primo (e a quanto pare l'unico) corto vietato ai minori per via dei suoi contenuti violenti. Infatti il film venne bollato con l'X rated, vietandolo ai minori di 18 anni.
A distanza di anni, siamo ormai assuefatti da ogni forma di violenza da far sembrare questo The Image un film innoquo. The Image rimane però pur sempre inquietante. L'espediente della finestra rotta, le riprese ossessive condite da una musica tipica da film horror funzionano ancora. E soprattutto il film inquieta grazie alla presenza di un giovane David Bowie, già così 'alieno' con quello sguardo fisso, che si affaccia alla finestra, che appare alle spalle dell'artista. Bowie nei suoi movimenti meccanici e nel suo sguardo sembra una malefica marionetta. Bowie poi si concentrerà sulla musica, e il resto è storia.
The Image suscita interesse più per essere il primo film di Bowie 'ritrovato' (in realtà Armstrong ha dato il via libera per la diffusione integrale online), che per il valore dell'opera in sé. Che ora - a 5 mesi dalla scomparsa del Duca bianco - è destinato a diventare un piccolo cult movie, forse non da Oscar, ma comunque godibile in una notte d'estate che avrebbe deliziato lo zio Tibia.  

Voto: 7

GOODBYE: Addio a Manlio Rocchetti


Non è necessario esser belli ma giusti per il personaggio, bisogna sapersi trasformare per quel ruolo.


Manlio Rocchetti (1943- 2017)

lunedì 9 gennaio 2017

NEWS: Golden Globes 2017 - Vincitori



La La Land e Moonlight sono rispettivamente la migliore commedia/musical e il miglior film drammatico del 2017. Stanotte a Los Angeles Jimmy Fallon ha presentato la 74esima edizione dei Golden Globes - definiti 'l'anticamera degli Oscar' - un ottimo trampolino di lancio per poter vincere la statuetta dorata.
La La Land fa incetta di premi e ormai ha le carte certe per essere il favorito agli Academy Awards: oltre al miglior film, si è preso le fette più grosse e appetitose della torta portando a casa un Globe per la migliore attrice commedia/musical (Emma Stone), miglior attore (Ryan Gosling), miglior colonna sonora, miglior canzone, miglior sceneggiatura e miglior regia a Damien Chazelle.
Per quanto riguarda la migliore attrice drammatica, Isabelle Huppert sbaraglia la concorrenza, lasciando a bocca asciutta Amy Adams, Jessica Chastain, Ruth Negga e Natalie Portman.
Casey Affleck ha battuto Denzel Washington, Viggo Mortensen, John Elgerton e Andrew Garfield - per la sua interpretazione di padre putativo in Manchester By the Sea nella categoria miglior attore drammatico.
Quest'anno niente polemiche riguardo l'esclusione degli afroamericani, grazie alla vittoria di Viola Davis come miglior attrice drammatica non protagonista per Barriere di Denzel Washington, mentre il notevole Animali notturni ha lasciato a bocca asciutta Tom Ford, ma ha premiato Taylor  Aaron-Johnson come migliore attore non protagonista.
Meryl Streep riesce a essere onnipresente (nominata anche quest'anno per Floncence Foster Jenkins ) vincendo il premio alla carriera (chissà se porterà a casa un quarto Oscar battendo ogni record), e ha approfittato della premiazione per dare un 'caldo benvenuto' a Donald Trump, che entrerà nella White House il prossimo 20 gennaio.

I vincitori


Miglior film drammatico
La battaglia di Hacksaw Ridge
Hell or High Water
Lion
Manchester by the Sea
Moonlight


Miglior commedia o musical

20th Century Women
Deadpool
Florence
La La Land

Sing Street

Miglior regista

Damien Chazelle, La La Land
Tom Ford, Animali Notturni
Mel Gibson, La battaglia di Hacksaw Ridge
Barry Jenkins, Moonlight
Kenneth Lonergan, Manchester by the Sea

Miglior sceneggiatura

Damien Chazelle, La La Land

Tom Ford, Animali Notturni
Barry Jenkins, Moonlight
Kenneth Lonergan, Manchester by the Sea
Taylor Sheridan, Hell or High Water

Miglior attrice in un film drammatico

Amy Adams, Arrival
Jessica Chastain, Miss Sloane
Isabelle Huppert, Elle
Ruth Negga, Loving
Natalie Portman, Jackie

Miglior attore in un film drammatico

Casey Affleck, Manchester by the Sea

Joel Edgerton, Loving
Andrew Garfield, La battaglia di Hacksaw Ridge
Viggo Mortensen, Captain Fantastic
Denzel Washington, Barriere

Miglior attrice in una commedia o musical
Annette Bening, 20th Century Women
Lily Collins, L’eccezione alla regola
Hailee Steinfeld, The Edge of Seventeen
Emma Stone, La La Land
Meryl Streep, Florence

Miglior attore in una commedia o musical

Colin Farrell, The Lobster
Ryan Gosling, La La Land
Hugh Grant, Florence
Jonah Hill, Trafficanti
Ryan Reynolds, Deadpool

Miglior attrice non protagonista

Viola Davis, Barriere

Naomie Harris, Moonlight
Nicole Kidman, Lion
Octavia Spencer, Il Diritto di Contare
Michelle Williams, Manchester by the Sea

Miglior attore non protagonista

Mahershala Ali, Moonlight
Jeff Bridges, Hell or High Water
Simon Helberg, Florence
Dev Patel, Lion
Aaron Taylor-Johnson, Animali Notturni

Migliore colonna sonora originale

Moonlight
La La Land
Arrival
Lion
Il diritto di contare

Miglior canzone originale

Can’t Stop the Feeling, Trolls
City of Stars, La La Land
Faith, Sing
Gold, Gold
How Far I’ll Go, Oceania

Miglior film animato

Kubo e la spada magica
Oceania
La mia vita da zucchina
Sing
Zootropolis

Miglior film straniero

Divines
Elle
Neruda
The Salesman
Toni Erdmann


venerdì 6 gennaio 2017

THE GOLDEN ERA:Ivor Novello




Durante la notte, un giovane con il volto coperto bussa alla porta della famiglia Bunting, residenti nel rispettabile quartiere di Bloomsbury, per affittare la camera. E' solo un pensionante, ma verrà scambiato per il Vendicatore, terribile assassino di giovani bionde fanciulle che terrorizza la città di Londra.
Ivor Novello grazie al ruolo del pensionante - esordio di Sir Alfred Hitchcock - divenne una star, proprio quando l'epoca del muto stava per tramontare.
Attore eclettico e di talento, Ivor Novello nacque a Cardiff il 15 gennaio del 1893 e fu un attore che recitò prevalentemente in teatro a Londra, scrivendo e recitando numerose commedie musicali, al punto da divenire una gloria nel West End londinese; città che ha istituito  nel 1955 il celebre Ivor Novello Award per le migliori composizioni musicali e teatrali. 
Novello divenne così famoso da portare i suoi musical a Broadway, ma ebbe anche una eccellente carriera cinematografica, diventando in breve famoso: recitò ne La ragazza di Boemia (1922) e l'anno successivo venne diretto da David Wark Griffith ne La rosa bianca, dove interpreta il ruolo di un giovane aristocratico. Ruolo che gli calza a pennello: affascinante e dai tratti delicati, Novello fu perfetto per interpretare le parti del giovane rampollo spesso tormentato.
Occasione che sfruttò a pieno Hitchcock, che lo volle per il suo esordio ne Il pensionante (1927).
Novello fu perfetto nell'incarnare il giovane (ricco) nevrastenico il cui comportamento ambiguo fa pensare che si tratti di un omicida. Allo stesso tempo però riuscì a essere romantico e tormentato, per la gioia delle sue fan.
Hitchcock lo volle per un altro film, Downhill, dove interpretò uno studente espulso in seguito a una calunnia, portandolo in un veloce declino sociale.
Novello recitò al cinema fino al 1934, preferendo successivamente di concentrarsi sul teatro, la sua prima grande passione (nel 1940 fece ben 969 recite del suo musical The Dancing Years al teatro Adelphi di Londra).
Morì improvvisamente a causa di un infarto il 6 maggio 1951, dopo una esibizione.
La memoria di Novello nel circuito teatrale londinese è ancora viva, ma anche al cinema, con un sincero omaggio di Robert Altman, che fece di lui un 'personaggio' in Gosford Park, facendo interpretare Novello all'inglese Jeremy Northam.

mercoledì 4 gennaio 2017

COMING SOON: La La Land



Mia (Emma Stone) cerca di farsi strada nel mondo dello spettacolo, cercando di destreggiarsi nella caotica Los Angeles tra il suo lavoro di barista in uno studio cinematografico e provini spesso fallimentari. Sebastian sogna il jazz (Ryan Gosling), ma è costretto a sbarcare il lunario in un ristorante a suonare canzoni perfette per il periodo natalizio. 
Mentre si prepara per l'ennesimo provino, Mia viene distratta da una musica meravigliosa suonata da Sebastian. Non si sono ancora incontrati, ma hanno molto in comune: entrabi lottano per affermarsi tra audizioni rovinate e datori di lavoro poco inclini a cambiare registro musicale  (J.K. Simmons) che vieta di suonare il jazz nel suo locale - cercando di lottare contro le delusioni che la magnifica Los Angeles regala insieme ai suoi sogni.
Un giorno Mia è costretta a tornare  a casa piedi da una festa, e mentre rincasa sente di nuovo la musica di Sebastian - che disobbedisce al suo capo e suona un jazz strepitoso invece delle solite canzoni natalizie. Mia entra per ascoltarlo, ed è amore a prima vista. Ma il loro amore sarà più forte delle loro ambizioni?
Damien Chazelle ritorna dopo il successo di Whiplash con La La Land, riprende la sua liason con la musica (ancora una volta il jazz è protagonista) per una storia di amore e una dichiarazione d'amore a una città, Los Angeles, soprannominata appunto La La Land  - che significa anche un modo per estraniarsi dalla realtà - e fuori da questo contesto ordinario che si svolge la sognante storia d'amore tra Mia e Sebastian, che si tuffano nei momenti sognanti del musical stile Ginger e Fred, che ha fatto grande Hollywood nel suo periodo d'oro, Nel cast oltre a Emma Stone, Ryan Gosling e J.K. Simmons c'è anche il cantante John Legend.
La La Land ha già fatto incetta di nomination ai Golden Globes, ed è uno dei possibili favoriti ai prossimi Oscar.
Il film verrà distribuito nelle sale dal 26 gennaio.

martedì 3 gennaio 2017

FILMOGRAFIA: Denzel Washington



NOME:
Denzel Washington
DATA DI NASCITA: 28/12/1954
LUOGO DI NASCITA: Mount Vernon, New York, Stati Uniti
PROFESSIONE: Attore, Produttore, Regista




ATTORE:

(2016) Barriere - Troy
(2016) I magnifici 7 -
(2014) The Equalizer - Il Vendicatore - Robert McCall
(2013) Cani sciolti - Bobby
(2012) Flight - Whip
(2012) Safe House - Nessuno è al sicuro - Tobin Frost
(2010) Unstoppable - Fuori controllo - Frank Barnes
(2010) Codice Genesi - Eli
(2009) PELHAM 1-2-3: Ostaggi in metropolitana - Walter Garber
(2007) The Great Debaters - Mel Tolson
(2007) American Gangster - Frank Lucas
(2006) Déjà Vu - Corsa contro il tempo - Doug Carlin
(2006) Inside man - Keith Frazier
(2004) The manchurian canditate - Bennett Marco
(2004) Man of fire - Creasy
(2003) Out of time - Matt Lee Whitlock
(2002) Antwone Fisher - Dr. Jerome Davenport
(2001) John Q - John Q
(2001) Training Day - Alonzo Harris
(2000) Il sapore della vittoria - Coach Herman Boone
(1999) The Hurricane - Rubin "Hurricane" Carter
(1999) Il Collezionista di Ossa - Lincoln Rhyme
(1998) Attacco al potere - Anthony 'Hub' Hubbard
(1998) He Got Game - Jake Shuttlesworth
(1996) Il Tocco del Male - John Hobbes
(1996) Uno Sguardo dal Cielo - Dudley
(1996) Il Coraggio della Verità - Tenente Colonnello Nathaniel Serling
(1995) Il Diavolo in Blu - Easy Rawlins
(1995) Virtuality - Parker Barnes
(1995) Allarme Rosso - 1° Ufficiale Ron Hunter
(1994) A Century of Cinema - Se stesso
(1993) Il Rapporto Pelican - Gray Grantham
(1993) Molto rumore per Nulla - Don Pedro d'Aragona
(1993) Philadelphia - Joe Miller
(1992) Malcolm X - Malcolm X
(1991) Verdetto Finale - Nick Styles
(1991) Mississippi Masala - Demetrius
(1990) Ancora più blues - Bleek Gilliam
(1990) Un Fantasma per Amico - Napoleon Stone
(1989) Glory - Uomini di Gloria - Trip
(1989) Dio Salvi la Regina - Reuben
(1989) The Mighty Quinn - Xavier
(1987) Grido di Libertà - Steve Biko
(1986) The George McKenna Story (Film Tv) - George McKenna
(1986) Power - Arnold Billing
(1984) License to Kill (Film Tv) - Martin Sawyer
(1984) Storia di un Soldato - Soldato di Prima Classe Melvin Peterson
(1981) Il Pollo si Mangia con le Mani - Roger Porter
(1979) Flesh & Blood (Film Tv) - Kirk
(1977) Wilma (Film Tv) - Robert Eldridgea a 18 Anni

PRODUTTORE:
(2002) Antwone Fisher
(1995) Hank Aaron: Chasing the Dream

REGISTA:
(2016) Barriere
(2002) Antwone Fisher