giovedì 14 giugno 2012

NEWS: Ricovero per Jerry Lewis


L'attore Jerry Lewis è stato ricoverato d'urgenza in un ospedale di New York a causa di un malore. Lewis doveva consegnare un premio a Tom Cruise, il prestigioso Icon del Friars Club, ma si era sentito male poco prima nella sua camera di albergo, al Waldrof Astoria. 
Ora sta meglio e la causa sarebbe da attribuire a una crisi ipoglicemica. Lewis da anni è ammalato di diabete, ma non ha mai smesso di lavorare e spesso si dimentica di mangiare, abitudine sbagliatissima nelle sue condizioni di salute così delicate. 
Il portavoce del Friars Club ha fatto sapere in un comunicato stampa che l'attore è veramente dispiaciuto per aver mancato alla serata, ma che ora sta meglio ed è tornato nella sua stanza.
C'è stata un po' di suspence sulle sue condizioni, rumors affermavano che l'attore era stato dimesso, poi trattenuto per una notte in osservazione.
L'attore ha fatto sapere che ora sta meglio e non vede l'ora di tornare al lavoro. 

mercoledì 6 giugno 2012

FILMOGRAFIA: Gwyneth Paltrow






NOME: Gwyneth Paltrow

ALL'ANAGRAFE: Gwyneth Kate Paltrow

DATA DI NASCITA: 27/09/1972

LUOGO DI NASCITA: Los Angeles, California, Stati Uniti

PROFESSIONE: Attrice








ATTRICE:


(2013) Iron Man 3 - Pepper Potts
(2012) The Avengers - Pepper Potts
(2012) Playing the Field -
(2011) Glee: The 3d Concert Movie - Holly Holliday
(2011) Contagion - Beth Emhoff
(2011) Country Strong - Kelly Canter
(2010) Iron Man 2 - Pepper Potts
(2008) Two Lovers - Michelle
(2008) Iron Man - Virginia 'Pepper' Potts
(2006) The Good Night - Dora
(2006) Correndo con le forbici in mano - Hope Finch
(2006) Infamous una pessima reputazione - Peggy Lee
(2005) Proof - La prova - Catherine
(2004) Sky Captain and the world of tomorrow - Polly Perkins
(2003) Sylvia - Sylvia Plath
(2003) Una Hostess tra le nuvole - Donna Jensen
(2002) Possession - Una storia romantica - Maud Bailey
(2002) Austin Powers in Goldmember - Se stessa
(2001) Amore a prima svista - Rosemary Shanahan
(2001) I tenenbaum - Margot Tenenbaum
(2001) The Anniversary Party - Skye Davidson
(2000) Duets - Liv
(2000) Bounce - Abby
(2000) The intern - se stessa
(1999) Il talento di Mr. Ripley - Marge Sherwood
(1998) Shakespeare in Love - Viola De Lesseps/Thomas Kent
(1998) Delitto perfetto - Emily Bradford Taylor
(1998) Obsession - Helen Baring
(1998) Sliding Doors - Helen Quilley
(1998) Il paradiso perduto - Estella
(1998) Out of the Past - Sarah Orne Jewett (voice)
(1996) Sydney - Clementine
(1996) Emma - Emma Woodhouse
(1996) Tre amici, un matrimonio e un funerale - Julie DeMarco
(1995) Moonlight and Valentino - Lucy Trager
(1995) Se7en - Tracy Mills
(1995) Jefferson in Paris - Patsy Jefferson
(1994) Mrs. Parker e il circolo vizioso - Paula Hunt
(1993) Omicidi di provincia - Ginnie
(1993) Il sospetto - Paula Bell
(1993) Ordinaria follia (film tv) - Carol Fagot Holland
(1992) Cruel Doubt (film tv) - Angela Pritchard
(1991) Shout - Rebecca
(1991) Hook - Capitan Uncino - Wendy giovane






venerdì 1 giugno 2012

MONOGRAFIA: Marilyn Monroe





“ I diamanti sono i migliori amici per una ragazza”. Aveva le idee chiare Norma Jean Baker, in arte Marilyn Monroe. 
Norma Jean Baker nacque il 1° Giugno del 1926 a Los Angeles, California, con un curriculum esistenziale degno di una donna vissuta e una bellezza che riuscì a farla evadere da un mondo sfortunato, ma impossibilitata a sfuggire alle sue angosce esistenziali.
Un bel viso, un aspetto piacente, l’incontro con il talent scout di turno che vide in lei una potenziale modella. Norma Jean seguì “l’apprendistato” di molte sue colleghe, come Barbara Stanwyck e Jean Harlow, l’attrice preferita di sua madre al punto da regalare il nome della star a sua figlia. Ma ciò che potrebbe essere definito un cliché, nel caso di Marilyn Monroe, questo iter fu quasi necessario per trasformarla in un’icona che ancora oggi regala sogni a migliaia di fan.
Come miss Harlow, Marilyn usò il cognome della nonna e in prestito – purtroppo – finì per regalare la propria giovinezza alla leggendaproprio, a causa della sua tragica fine avvenuta ancora in giovane età.
La bellezza le aprì le porte del cinema, dono che inizialmente le portò fortuna, ma che divenne con il tempo la sua condanna. Dopo la carriera di modella (tra cui foto artistiche scandalose per l’epoca), esordì  al cinema con The Schocking Miss Pilgrim del 1947 e Orchidea Bionda (1948), ma i risultati ai botteghini furono disastrosi e Marilyn Monroe si ritrovò nella giungla di Hollywood senza un agente e senza un contratto. Nessuna parte importante, l’affitto da pagare, i soldi che non bastano mai, ed ecco che Marilyn finì per accettare di posare nuda, convinta che non essendo famosa, sarebbe passata inosservata.
L’aspirante attrice finì per trovare la propria foto inserita in un calendario sexy, con scandalo in omaggio,e Marilyn decise di rivelare in un’intervista televisiva di essere lei la protagonista di quello scatto artistico per poter sopravvivere.
La sua ingenuità questa volta fu vincente: i media videro in lei una moderna cenerentola e Hugh Effner, fondatore di Playboy, comprò la fotografia per la copertina di un suo numero: Marilyn Monroe conobbe per la prima volta la notorietà, anche se per vie poco ortodosse.
Marilyn non si perse d’animo e nonostante questo esordio, si iscrisse a un corso di recitazione tenuto da Natasha Lytess, che le corresse il timbro della voce, la dizione e il modo di porsi meno impacciata nel recitare.
I primi anni comunque furono molto difficili per la futura diva, e se nel 1949 recitò in Una notte sui tetti dei fratelli Marx, l’attrice faticò non poco per avere un agente che la rappresentasse.  La fortuna bussò a un party, dove conobbe Johnny Hide, il suo primo agente, ma il sodalizio (anche sentimentale) durò poco, a causa della morte improvvisa del produttore, gettando Marilyn nella disperazione. 
Messo da parte il dolore, Marilyn doveva pensare alla carriera, ormai la sua stella stava per essere lanciata nel firmamento di Hollywood.
 Finalmente riuscì a muovere i primi passi nell’industria con piccole parti, come Lo spaccone vagabondo di Ty Garnett, Il messicano di John Sturgess, Eva contro Eva (1950) di Mankievitz, a fianco di Bette Davis.
Marilyn si iscrisse all’università della California studiando critica letteraria e artistica e prese ancora lezioni di recitazione, decisa di dimostrare non solo a sé stessa e ai produttori del cinema di non essere solo una bella faccia, ma anche un’attrice.
Nel 1952 la svolta: bionda platino (come Jean Harlow) e una parte a fianco di Cary Grant  ne Il magnifico scherzo di Howard Hawks e finalmente un ruolo da protagonista ne La tua bocca brucia (1952) con Ann Bancroft e Richard Widmark, dome dimostrò, con il ruolo di una baby-sitter dal passato turbolento, una recitazione intensa e fragile allo stesso tempo.
La consacrazione avvenne con Niagara (1953) di Henry Koster, nel ruolo di una femme fatale che vuole uccidere il marito, ma con la notorietà arrivarono le prime nevrosi: paura del palcoscenico, insicurezze che la perseguitarono per il resto della sua vita.
Marilyn si cimentò nel musical con Gli uomini preferiscono le bionde (1953) insieme alla mora Jane Russell, che divenne sua amica e vide in lei una ragazza brillante e inteligente, ma notò anche le insicurezze e il panico da palcoscenico che la perseguitavano, tale da accompagnarla al set per evitare i suoi ritardi. Marilyn con questo film dimostrò doti canore notevoli e Diamonds Are the Girl’s Best Friends è divene un cult riproposto nel corso dei decenni, Madonna in primis che le dedicò il video di Material Girl.
Marilyn divenne finalmente una star e successivamente girò Come sposare un milionario al fianco di Lauren Bacall e Betty Grable, dove fece emergere il suo lato comico con il suo ruolo di modella miope restia a indossare gli occhiali, dove emerse la sua capacità di essere ironica e ottima commediante, con un susseguirsi di gag, gaffe dove inciampa continuamente, risultando buffa, spiritosa e capace di ridere sulla sua bellezza. Perché è questo che vuole fare trasparire, la bravura, non solo la beltà dei suoi splendidi occhi azzurri e della sua chioma dorata.
Cambio di registro ed eccola sul set di Otto Preminger ne La magnifica preda, ma il set fu funestato dal pessimo rapporto che la star ebbe con il regista, tale da far intervenire Natasha Lytess come intermediaria tra i due. Nel 1954 la carriera passò in secondo piano sposando il giocatore di baseball Jo Di Maggio e la luna di miele in Giappone le diede “una scossa” per superare la sua paura del palcoscenico: invitata a cantare per i militari feriti nella guerra Corea, Marilyn riuscì a esibirsi di fronte a una folla numerosa, riuscendo così a vincere la sua paura.
Se la carriera proseguì in crescendo, arrivando a vincere un Henrietta Awards ai Goldenn Globes nel 1954, non fu altrettando nella vita privata, caratterizzata da numerosi litigi con la stella del baseball, scontri che sfociarono nel divorzio avvenuto nell’ottobre dello stesso anno.
Finito il matrimonio ritornò a Hollywood, ma lo fece con il film sbagliato: Follie dell’anno si rivelò essere uno dei suoi film più brutti oltre che a un tonfo al botteghino. L’arrivo di Billy Wilder la salvò da un possibile declino, regalandole il ruolo di oggetto del desiderio del protagonista in Quando la moglie è in vacanza (1955), uno dei suoi più grandi successi di botteghino. Marilyn nel film appare frizzante, ingenua e sbarazzina, una dura prova per il personaggio di Richard Sherman, interpretato da un irresistibile Tom Ewell.  La scena in cui la sua gonna è svolazzante grazie al passaggio della metro ormai è diventata di culto, dove Marilyn riuscì a essere sexy, ma divertente e soprattutto non volgare.
Marilyn è stanca dei ruoli da bambolina e il successo regalatole dalla pellicola di Wilder fu il primo passo per scrollarsi di dosso questa orribile etichetta.  Miss Monroe fu più che mai determinata a far emergere il suo talento di attrice, decindo di trasferirsi a New York per iscriversi al prestigioso Actor’s Studio diretto da Lee Strasberg. Marilyn divenne più sicura di sé e decisa a frequentare un ambiente artistico più altolocato, conobbe il drammaturgo Arthur Miller, che di lì a poco divenne suo marito.
Nel 1956 Monrore rescisse il contratto con Natasha Lytess e prese Paula Strasberg come insegnate di recitazione e il frutto del loro sodalizio si tramutò in una nomination ai Golden Globes per Fermata d’autobus, e per la prima volta i critici videro in lei un’artista dotata non solo di un bel corpo da guardare, ma anche di talento. Apparve sulla copertina del Times e Richard Avedon, famoso fotografo di moda, la volle per un servizio fotografico. L’epoca delle foto artistiche sono solo ormai un pallido ricordo.
Il 29 giugno Marilyn Monroe si sposò con Arthur Miller e fondò una casa di produzione la Marilyn Monroe Production, che produsse Il principe e la ballerina di Lawrence Olivier, mostro sacro della recitazione britannica.  Olivier elogiò la sua interpretazione e per quel ruolo vinse il David di Donatello, consegnatole per l’occasione da Anna Magnani.
Nel 1958 tornò a lavorare con Billy Wilder in A qualcuno piace caldo, con Jack Lemmon e Tony Curtis , dove il suo talento comico esplose definitivamente, tale da essere stimata dal regista, nonostante i problemi avuti con lei durante le riprese (si vocifera che Marilyn in difficoltà a ricordare una battuta, fu aiutata da Wilder che improvvisò una scena facendole aprire un cassetto con un foglio con scritto quello che doveva dire).
Marilyn vinse il Golden Globes come migliore attrice in una commedia e pare che abbia ritirato il premio in stato di ebrezza. Carriera all’apice e vita sentimentale in crisi, il copione si ripete: la voglia di un figlio da Miller che non arriva, costellata da numerosi aborti spontanei, minarono la sua serenità e un premio probabilmente non fu mai in grado di placare la sofferenza di non diventare madre.
Successivamente girò Facciamo l’amore di George Cuckor recitando al fianco di Yves Montand, ma il non riuscì a ottenere il successo sperato. Il rapporto con il Miller si deteriorò e con esso il suo stato di salute, che la indusse a prendere farmaci per combattere l’insonnia e per placare il suo stato d’animo in preda alle nevrosi.
Nel 1960 venne diretta da John Houston ne Gli spostati al fianco di Clark Gable, al suo ultimo film (in seguito venne stroncato da un infarto poco dopo le riprese). Il ruolo fu scritto appositamente da Miller per la Monroe come regalo di San Valentino, ma a riprese iniziate i due si lasciarono. Ritardi, problemi di salute, contrasti con Gable, non fecero altro che minare le sue condizioni, ricorrendo ancora agli psicofarmaci.
Il suo stato cagionevole non le lascia tregua: un’operazione per un blocco alle tube di Falloppio e successivamente la rimozione dei calcoli alla cistifellea, che le regaleranno una cicatrice al basso ventre. Con questo segno fu ritratta per l’ultimo memorabile servizio da Bert Stern per Vogue: Marilyn appare fragile, ma ancora meravigliosa, così lontana dall’allure di star, è ritratta solo una donna ancora bella, ma una bellezza più matura, eliminando in questo la sua ingenuità che l’accompagnò nel corso degli anni.
Nel marzo del 1962 vinse un altro Henrietta Awards e il mese successivo iniziò le riprese di Something’s Gotta Give, diretto da George Cuckor, remake de Le mie due mogli con Cary Grant, ma i continui problemi di salute le costarono il licenziamento e una causa da mezzo milione dollari per non aver rispettato il contratto con la 20th Century Fox.
Il giorno del suo 36esimo compleanno, il primo giugno del 1962, Marilyn fece l’ultima apparizione in pubblico al Dodger Stadium di Los Angeles.
Marilyn era caduta, ma si era alzata nuovamente:  aveva intenzione di portare sullo schermo la vita di Jean Harlow, sognava di diventare Blanche Du Bois ne Un tram che si chiama desiderio e risolse i problemi con la Fox.  La stella stava per tornare a brillare.
I suoi sogni furono infranti: la la morte la colse inaspettatamente il 5 agosto del 1962, spegnendo la sua voglia di splendere nuovamente nel cielo scintillante di Hollywood.
Molte supposizioni sono state fatte sulla sua scomparsa: suicidio, omicidio, forse c’è dietro il clan Kennedy; ma sta di fatto che una donna che voleva solo essere amata veramente da qualcuno, e non solo da una folla adorante ma anomima, è rimasta sola nel periodo più buio della sua vita.
A cinquant’anni dalla sua scomparsa, Marilyn Monroe è ancora una star, amata, imitata e idolatrata. Un’icona che non cadrà mai nell’oblio.