domenica 31 ottobre 2010

MUSIC REVIEW: Thriller-Michael Jackson.














Titolo:
Thriller
USA, 1983
Cantante: Michael Jackson
Durata: 13' (director's cut).

Un ragazzo esce con la sua fidanzata, la porta a fare una passeggiata notturna in campagna e lì le regala un anello di fidanzamento. è una notte di luna piena e il giovane improvvisamente si sente male e si trasforma in un licantropo, facendo fuggire terrorizzata la ragazza. In realtà è la scena di un film che sta vedendo Michael Jackson insieme alla sua girlfriend, che spaventata si stringe a lui. Jackson le dice che è solo un film, lei si arrabbia e scappa dal cinema. Michael la raggiunge, la rincuora, ma passando vicino ad un cimitero sentono una voce strana (di Vincent Price, re del cinema horror) e l'atmosfera lugubre non aiuta. Improvvisamente i morti si svegliano, escono dalle tombe e accerchiano i due fidanzati. La ragazza cerca Michael, che nel frattempo si è trasformato anche lui in uno zombie e danza. La ragazza si rintana in una casa, chiude gli occhi e quando li riapre ritrova Michael nelle sue sembianze umane. Era solo un incubo. O forse no...
Trhiller è diretto da John Landis (Animal House, The Blues Brothers) e crea il primo videoclip/cortometraggio (la versione director's cut dura 13') della storia della musica. Thriller ha la struttura di un vero e proprio short movie, con una trama ben definita che non serve solo per fare da contorno alla canzone. è un mini musical con la scena del ballo degli zombie ormai entrato nella storia. Landis sdogana il cinema nel mondo di MTV, aprendo la strada all'innovazione che porterà poi grandi registi come David Fincher (Jeanie's got a gun degli Aereosmith), Spike Jonze (Sabotage dei Beastie Boys), Michel Gondry (Fellin' love with a girl dei White Stripes) e molti altri a firmare dei veri e propri gioiellini di arte cinematografica. Il videoclip è stato fortemente voluto da Michael Jackson, folgorato dalla visione di Un lupo mannaro americano a Londra diretto sempre da Landis. Jackson capì le potenziali del progetto, dimostrando un fiuto per le innovazioni dei mezzi di comunicazione. Thriller è il capostipite dei videoclip, un perfetto connubio tra la settima arte e l'estetica del videoclip. Un vero e proprio cult.


sabato 30 ottobre 2010

RECENSIONE: Wall Street-Il denaro non dorme mai




Titolo:
Wall Street-Il denaro non dorme mai.
Titolo originale: Wall Street-Money Never Sleeps.
USA, 2010
Cast: Michael Douglas, Shia LaBoeuf, Frank Langella, Carey Mulligan, Eli Wallach.
Sceneggiatura: Bryan Borrough, Stephen Schiff.
Regia: Oliver Stone
Durata: 133'


Gordon Gekko ha passato otto anni di reclusione per frode e insider training. Un tempo all’apice del successo ora si ritrova da solo. Uscito di prigione nessuno è venuto a prenderlo. Sua figlia Winnie (Carey Mulligan) ha troncato i rapporti con il padre dopo la morte del fratello Rudy, di cui lo ritiene responsabile. Gekko è ancora un osso duro, incassa il colpo e cerca di risalire la china tenendo conferenze alle università, tenendo sempre sott’occhio il mondo dell’economia americana. Nel 2008 pubblica le sue memorie dal titolo “l’avidità è buona?” offrendo una riflessione sui cambiamenti del mondo della finanza odierno. Nulla è cambiato: cane mangia cane, un giorno sei all’apice e il momento dopo cadi rovinosamente. Questo succede a Louis Zabel (Frank Langella) fondatore della Keller Zabel e mentore del giovane Jake Moore (Shia LaBoeuf), rampante broker con il sogno di portare a termine un progetto sull’energia alternativa. Zabel non regge le voci infamanti di aver immesso dei titoli tossici (ad alto rischio) e decide di uccidersi gettandosi in metropolitana. Jake perde la sua figura di riferimento e vuole scoprire chi ha messo in giro le accuse che hanno portato Zabel alla morte. Jake incontra Gordon Gekko ad un convegno, e chi meglio di lui puo’ aiutarlo a scoprire la verità? Gekko nel corso degli anni sembra ammorbito e più disilluso, accetta di aiutare Jake, ma in cambio vuole che lo aiuti a riallacciare i rapporti con la figlia. A tradire Zabel è stato Bretton James (Josh Brolin), il nuovo squalo della finanza che ha fatto le veci di Gekko nel periodo in cui era in carcere. Jake medita vendetta… Oliver Stone torna 23 anni dopo sul “luogo del delitto” e ambienta la storia nel 2008, anno del crack delle banche, della crisi del mercato immobiliare durante gli sgoccioli dell’amministrazione Bush. Nulla è cambiato, il denaro soffre ancora l’insonnia e non c’è spazio per le innovazioni, i buoni propositi e l’onestà. Il 2008 è un anno perfetto per rispolverare alla grande il personaggio di Gekko, vecchio squalo un po’ ingrigito, ma con lo sguardo luciferino intatto. Gekko prevede la bancarotta, chi specula lo fa senza pietà, anche a costo di rovinare risparmiatori (sono sempre i contribuenti che pagano pegno, ammonisce il regista) e anche i banchieri. Ritornano le tematiche care al regista americano: il conflitto tra genitori e figli (la problematica madre di Jake, interpretata da Susan Sarandon, il rancore di Winnie nei confronti del padre), la ricerca di un padre putativo e soprattutto l’eterna lotta tra il bene e il male. Il male è rappresentato dalla speculazione, un cancro che devasta a suon di colpi bassi e immoralità incarnata da Bretton James, cinico, immorale, il Gekko del Ventunesimo secolo che colleziona arte da Keith Haring a Caravaggio e che non si pente neanche quando ormai la fortuna gli volta le spalle. Il bene è rappresentato dalla nuova “intellighenzia di sinistra” incarnati da Jake, broker rampante dal cuore d’oro, che sogna un futuro ecosostenibile e Winnie, blogger no-profit de “la cruda verità” che sogna lo scoop. Il male è. Come nel film precedente, la giustizia vince contro la disonestà, ma è proprio così? Non proprio e l’illusione di un sistema più onesto è incamerato ancora una volta nell’ambiguità di Gekko. Il lupo perde il pelo ma non il vizio, ed ecco che ottiene la sua rivalsa, di nuovo il successo a discapito degli affetti, ancora una volta; salvo poi ravvedersi (ma sarà vero?) e sciogliersi di fronte ad un’ecografia. Michael Douglas regala una nuova sfaccettatura al personaggio che gli regalò l’Oscar, ed è sempre un piacere vedere sul grande schermo due icone come Frank Langella ed Eli Wallach (cui Stone gli regala una citazione presa in prestito da Il buono, il brutto e il cattivo). Volenterosi i giovani Shia LaBoeuf e Carey Mulligan (il ruolo di Winnie è stato creato appositamente per lei). Splendida colonna sonora firmata da David Byrne & Brian Eno (la canzone dei titoli di testa è la stessa del primo film). Wall Street-Il denaro non dorme mai manca dell’allure patinato e cinico del film capostipite e con un finale in famiglia forse un po’ troppo zuccheroso per un duro come Stone, ma offre una perfetta radiografia del marciume cresciuto nel corso degli anni.

Voto: 7

A.M.

mercoledì 27 ottobre 2010

Cult Movie: Wall Street




Titolo: Wall Street
USA, 1987
Cast: Michael Douglas, Charlie Sheen, Martin Sheen, Daryl Hanna, Terence Stamp, Sean Young.
Sceneggiatura: Oliver Stone, Stanley Weiser.
Regia: Oliver Stone.
Durata: 123'

"Il successo si condensa in pochi attimi". Così la pensa il giovane broker, tipico yuppie in carriera, dove la filosofia di vita si basa sul guadagno facile.
Il denaro non dorme mai. Se non hai soldi, non conti nulla. Niente appartamento nell'Upper East Side, fondamentale per vivere nell'ambiente e farsi conoscere, niente quadri d'arte contemporanea comprati a 60.000$ e valutati il triplo, consigliati dall'arredatrice/arrampicatrice rampante di turno, niente ristorante con la pietanza fuori menu...
Avidità. "Avidità? Cosa c'è di male... Dopo tutto, è solo una questione di soldi..." Questa è la summa dello squalo di Wall Street. L'avidità toglie il raziocinio, così succede al giovane yuppie, novello Icaro che sogna di volare e arrivare a toccare il sole.
Sacrificio. Indispensabile per l’operaio della compagnia aerea Blue Star, che non vede di buon occhio lo stile di vita del figlio.
Soldi, ricchezza, successo, questa è l'anima di Wall Street, analisi spietata del mondo della finanza.
Il regista Oliver Stone, figlio di un broker (a cui dedica il film) conosce bene l’ambiente fatto di magnati, yuppies, agenti di borsa, necessari per analizzare il capitalismo americano nei fulgidi e luccicanti anni Ottanta dell’era Reagan.
La pellicola di Stone racconta l’ascesa e caduta di Bud Fox (Charlie Sheen), giovane broker che tenta di farsi largo nella spietata giungla di Manhattan. Fox è giovane, ha fretta e non ha nessuna intenzione di fare la gavetta, finendo per entrare in conflitto con il padre (Martin Sheen), operaio in una compagnia aerea che pensa più al duro lavoro che ai soldi facili.
Bud però è impaziente, vuole emergere a tutti i costi e grazie al suo atteggiamento scaltro riesce a entrare nelle grazie di Gordon Gekko (Michael Douglas in stato di grazia, regala una strepitosa interpretazione premiata con l'Oscar). Gekko è una sorta di mentore per Bud e grazie a lui scala le vette dell'economia.
La vita di Bud cambia radicalmente: ha una relazione con la gallerista Derian (Daryl Hannah), vive in un lussoso loft a Manhattan e pensa di tenere il mondo sul palmo di una mano. Fox è inebriato dai guadagni facili, dal conto in banca che cresce a dismisura, dalla sua nuova eccitante vita. Ma si sa, Icaro si avvicinò troppo al sole e si bruciò le ali e così il giovane Bud capisce che Gekko il grande vuole solo guadagnare denaro e non gli interessa se lo fa calpestando chiunque.
Buoni contro cattivi, Stone all’apparenza non usa mezzi termini per caratterizzare i personaggi: Gekko è una carogna avida (e il vizio capitale ritorna prepotentemente) e Bud è la “giovane pecorella smarrita” che abbagliato dall’idolo d’oro finisce per cadere rovinosamente.
Tra Bud e Gekko chi dei due è veramente l'animo nobile e chi il malvagio? Gordon Gekko è l’uomo che si è fatto da solo, ha studiato in un college poco prestigioso e si è costruito un impero con le sue mani. Per arrivare al suo obiettivo ha capito che il buonismo e la buona volontà non servono, e in una società tipicamente “homo homini lupus” se non mangi, vieni mangiato.
Faccia tosta, disilvoltura nella scalata al successo, nessun sentimentalismo dove è lecito vendersi la propria madre pur di toccare l’apice del “bigger than life”. Gordon Gekko non è costretto ad essere spietato, adora esserlo, è ambiguo e mellifluo, ma ha capito che se uno si ammorbidisce, è finito.
Bud Fox non è certo un’anima pia, incarna il tipico cliché dello yuppismo dell’epoca, adora la sua nuova esistenza fatta di sfarzo, arte (non ci capisce nulla, ma diventa un collezionista perché il suo nuovo modo essere gli impone di vivere così) e si ravvede solo dopo aver quasi distrutto le persone che ama, e per salvarsi non ci pensa due volte a trascinare con sé nel baratro Gekko. I buoni vincono sui cattivi, ma è davvero così?
I confronti tra Bud e suo padre sono lo specchio di due generazioni che sono divenute distanti, come se vivessero in due mondi paralleli: Carl Fox ha insegnato al figlio il valore del duro lavoro e della possibilità di crearsi un futuro lavorando sodo, ma il suo modo di pensare mal si concilia con la frenesia dell’epoca.
La generazione di Bud è del “tutto è subito”, non c’è tempo di costruire, se non lo fai in fretta è come se non avessi fatto nulla. Il mondo gira in fretta e se perdi la tua occasione, difficilmente si ripresenterà. Nessuno ti tende una mano, se vuoi qualcosa devi prendertelo senza farti troppi complimenti. Bud ha capito lo squallore della sua esistenza troppo tardi, e non ci sono sconti nemmeno per lui.
Oliver Stone punta l’acceleratore sul cinismo e ha una punta di misoginia nel rappresentare le donne: La bionda Derian (Daryl Hannah si aggiudicò un Razzie Award come peggior attrice) è una donna che ama un elevato tenore di vita e preferisce farsi usare da Gekko pur di mantenerlo.
La moglie di Gekko (Sean Young), incarna la tipica donna ricca o arricchita, svampita, vanesia che pensa ai cocktail party e fa crescere il figlio dalla tata. Forse il maschilismo di fondo è consono allo stile duro di Stone, che non risparmia niente a nessuno.
Wall Street è la radiografia del marcio che si nasconde dietro il magico sogno americano.


domenica 24 ottobre 2010

FILMOGRAFIA: Michael Douglas.





NOME:
Michael Douglas
DATA DI NASCITA: 25/09/1944
LUOGO DI NASCITA: New Brunswick, New Jersey, Stati Uniti
PROFESSIONE: Attore, Produttore, Regista






ATTORE:


(2010) Wall Street: Il denaro non dorme mai - Gordon Gekko
(2009) Un alibi perfetto - Mark Hunter
(2009) La Rivolta delle Ex - Uncle Wayne
(2007) Alla scoperta di Charlie - Charlie
(2006) Tu, io e Dupree -
(2006) The Sentinel - Pete Garrison
(2004) Monkeyface -
(2003) Matrimonio impossibile - Steve Tobias
(2003) Vizio di famiglia - Alex Gromberg
(2002) Liberty's Kids (Serie TV) - Patrick Henry (voce)
(2001) Don't say a word - Dr. Nathan Conrad
(2001) Un corpo da reato - Mr. Burmeister
(2000) Traffic - Robert Wakefield
(2000) Wonder Boys - Grady Tripp
(1999) One Day in September - Narratore
(1998) Delitto perfetto - Steven Taylor
(1997) The Game - Nessuna regola - Nicholas Van Orton
(1996) Spiriti nelle tenebre - Remington
(1995) Il Presidente - Una storia d'amore - Presidente Andrew Shepherd
(1994) Rivelazioni - Tom Sanders
(1993) Un giorno di ordinaria follia - William Foster
(1992) Basic Instinct - Detective Nick Curran
(1992) Vite sospese - Ed Leland
(1989) Black Rain - pioggia sporca - Nick Conklin
(1989) La guerra dei Roses - Oliver Rose
(1987) Wall Street - Gordon Gekko
(1987) Attrazione fatale - Dan Gallagher
(1985) A Chorus Line - Zach
(1985) Il gioiello del Nilo - Jack Colton
(1984) All'inseguimento della pietra verde - Jack Colton
(1983) Condannato a morte per mancanza di indizi - Steven Hardin
(1980) Amarti a New York - Ben Lewin
(1979) Running - il vincitore - Michael Andropolis
(1979) Sindrome cinese - Richard Adams
(1978) Coma profondo - Dott. Mark Bellows
(1972) Due ragazzi e... un leone - Danny
(1972) Le strade di San Francisco (Serie Tv) - Ispettore Steve Keller
(1972) Le strades di San Francisco (Film Tv) - Ispettore Steve Keller
(1971) Summertree - Jerry
(1971) Shattered Silence (Film Tv) - Craig
(1970) Adam at 6 A.M. - Adam Gaines
(1969) Hail, Hero! - Carl Dixon
(1969) Dov'è Jack? - Poliziotto
(1966) Combattenti della notte - Comparsa


PRODUTTORE:

(2003) The husband I bought - produttore esecutivo
(2003) It runs in the family
(2002) Godspeed, Lawrence Mann
(2000) Un corpo da reato
(1997) L'uomo della pioggia
(1997) Face Off - produttore esecutivo
(1996) Spiriti nelle tenebre - produttore esecutivo
(1993) Made in America
(1991) Teneramente in tre
(1990) Linea mortale
(1986) Starman (Serie Tv) - produttore esecutivo
(1985) Il gioiello del Nilo
(1984) Starman
(1984) All'inseguimento della pietra verde
(1979) Sindrome cinese
(1975) Qualcuno volò sul nido del cuculo


venerdì 22 ottobre 2010

LE USCITE DELLA SETTIMANA


Titolo: Wall Street - Il denaro non dorme mai.
Cast: Michael Douglas, Shia LaBoeuf, Josh Brolin, Eli Wallach, Carey Mulligan.
Regia: Oliver Stone.
Durata: 133'

Nel 2001 Gordon Gekko esce dal carcere dopo aver scontato una pena per frode finanziaria. Sette anni dopo pubblica le sue memorie dal titolo "l'avidità è buona?", contenenti riflessioni sul mondo della finanza negli anni passati, in confronto con il presente. Gekko è rimasto solo dopo la morte del figlio e l'indifferenza della figlia, poiché lo ritiene responsabile della morte del fratello. La ragazza ha una relazione con il giovane broker Jake Moore, protetto di Louis Zabel e vorrebbe investire in un progetto sull'energia pulita. Gekko spera di ricucire il rapporto con la figlia utilizzando il rapporto interpersonale con Moore...


Titolo:
Paranormal Activity 2
Cast: Katie Featherston, Gabriel Johnson.
Regia: Tod Williams.
Durata: 91'

Katie e Micha hanno avuto un bambino e la loro vita scorre serena, finché nella loro casa comincaino a a verificarsi degli eventi inquietanti. Le porte chiuse sbattono, voci dal nulla, fenomeni di autocombustione. Katie è perseguitata da una presenza demoniaca fin da bambina, così la coppia decide di installare una videocamera per capire la provenienza di questi fenomeni e soprattutto per verificare che tutto ciò non sia il frutto della loro immaginazione...


Titolo:
Passione.
Cast: Mina, Massimo Ranieri, Avion Travel, Fiorello.
Regia: John Turturro.
Durata:90'
L'attore italoamericano John Turturro torna dietro la macchina da presa dopo Romance and Cigarettes con un documentario sulla musica napoletana. Nasce così un musical che analizza la liason passionale tra la musica (tra le canzoni Tamurriata nera e Comme facette mammeta) e Napoli. Turturro dedica alle sue radici italiane una cartolina ricca di sentimento.



Titolo: Figli delle stelle
Cast: Pierfranceso Favino, Fabio Volo, Giuseppe Battiston, Claudia Pandolfi, Paolo Sassanelli
Regia: Lucio Pellegrini.
Durata: 102'

Un precario cronico, un portuale, una giornalista, un ricercatore universitario e un ex galeotto hanno in comune l'insoddisfazione nei confronti della società e delle loro vite. Decisi a dare una svolta alla loro grigia esistenza, il gruppo decide di rapire un ministro. Tra l'ostaggio e i rapitori si instaura un rapporto che li porterà a fuggire in Valle d'Aosta.


Titolo: Fair Game - caccia alla spia.
Cast: Sean Penn, Naomi Watts, Sam Shepard
Regia: Doug Liman
Durata: 107'

Valerie Plame è un'agente della CIA che viene screditata dal governo,dopo che l'ambasciatore Joseph Wilson, suo marito scrive un articolo in cui critica aspramente l'operato di Bush in Iraq. Wilson afferma che l'amministrazione Bush ha mentito riguardo la presenza di armi di distruzione di massa. Le loro vite sono in pericolo...



giovedì 21 ottobre 2010

MONOGRAFIA: Veronica Lake



Capelli lunghi biondo platino, un ciuffo che ricade sul volto (lanciando il look Peekaboo), sguardo ammaliante: questo era il biglietto da visita di Veronica Lake, icona del noir anni Quaranta. Constance Frances Marie Ockleman, questo il sio vero nome, nacque a Brooklyn il 14 novembre del 1919. Visse un'infanzia e un'adolescenza non facile, tra il Canada e gli USA: divenuta orfana di padre all'età di dieci anni, ebbe una rigida educazione in una scuola cattolica canadese a Montreal, per poi ritornare negli Stati Uniti dove frequentò il liceo a Miami. In quel periodo cominciò a soffrire di problemi psichici, probabilmente a causa di una forma non diagnosticata di schizofrenia. Ciò non le impedì di compiere i suoi studi e nel 1938 frequentò una rinomata scuola di recitazione a Beverly Hills: inizia a muovere i primi passi nel mondo del cinema. Con il nome di Constance Keane cominciò a ottenere dei piccoli ruoli in pellicole prodotte dalla major RKO. Recitando nel film di John Farrow, Sorority House, fu notata dal regista che la presentò al produttore Arthur Hornblow, dove riuscì a farsi assumere dalla Paramount. La major la mise sotto contratto per 75 dollari a settimana e Constance decise di cambiare il proprio nome: nasce Veronica Lake. Da quel momento cominciò la carriera nel firmamento di Hollywood. Esordì nel 1941 in I Wanted Wings (I cavalieri del cielo) accanto a una star del calibro di Ray Milland e sempre nello stesso anno recitò nella commedia Sullivan's Travel (I dimenticati) e I Married a Witch (Ho sposato una strega) di René Clair con Friedrich March. In questa deliziosa commedia fantastica, Veronica Lake ha in sè il fascino misterioso e maliardo che la renderà una star. Divenne popolare con tre film interpretati insieme ad Alan Ladd: This Gun For Hire (Il fuorilegge; 1942), The Glass Key (La chiave di vetro, 1942) e The Blue Dahlia (La dalia azzurra; 1946), noir scritto da Raimond Chandler. Il duo fu composto inizialmente per supplire alla bassa statura di Alan Ladd (l'attrice era alta solo un 1,50 m), ma si rivelò vincente e Veronica Lake finì per incarnare l'archetipo della dark lady fredda e sensuale, calcolatrice e ambigua, aspetto sottolineato anche dalla cascata di capelli ondulati che le coprivano una parte del viso, conferendole un fascino ricco di mistero. La sua pettinatura Peekaboo divenne un'acconciatura di culto per molte americane che ne copiarono il look. La fama però mal si concilia con il caratterino di Veronica, che si ritrovò con il soprannome poco simpatico "the bitch". Litigò con Claudette Colbert e Paulette Goddard sul set di So Proudly We Hail (Sorelle in armi; 1943), nonostante la coppia Lake-Ladd fosse scoppiettante sul grande schermo, il rapporto interpersonale con l'attore fu guastato dalle sue manie di protagonismo (per Il fuorilegge pretese il primo nome sul cartellone pubblicitario). La vita privata non andò meglio: una serie di matromoni falliti e i suoi disturbi psichici non l'aiutarono a rimanere sulla cresta dell'onda. Persino il suo taglio di capelli fu messo sotto accusa, tale da far intervenire il governo con la richiesta di modificare l'acconciatura affinché si evitassero incidenti sul lavoro tra le operaie. Come Sansone, Veronica Lake perse potere cambiando stile, che la privò in parte del suo fascino e i suoi film cominciarono a fallire al botteghino. Cercò di lavorare in tv e in teatro, un film negli anni Cinquanta Stonghold (Furia rossa; 1952), poi l'oblio. Ormai il declino è dietro l'angolo. Entra nella spirale dell'alcolismo e muore a Burlington il 7 luglio del 1973. Veronica Lake è considerata ancora oggi la dark lady per eccellenza, tanto che Kim Basinger si è ispirata a lei per interpretare L.A. Confidential (id; 1997), così come il nome dell'ultima borsa disegnata dalla stilista Fendi Peekaboo, deriva dalla sua celebre acconciatura. Una donna tanto affascinante quanto sfortunata, il mix perfetto per farla entrare di diritto tra le stelle di Hollywood.



lunedì 18 ottobre 2010

NEWS: Il ritorno dei pirati


I fan di Jack Sparrow saranno in trepida attesa: è in preparazione il quarto film della saga dei pirati con Pirates of the Carribeans: On Stranger Tides. Keith Richards tornerà a vestire i panni del padre di Jack Sparrow dopo un piccolo ruolo nella pellicola precedente. Johnny Deep si è ispirato proprio al chitarrista dei Rolling Stones per caratterizzare il pirata Sparrow. Nel quarto capitolo della saga Richards avrà un ruolo più impegnativo. Nel cast c'è anche Penelope Cruz, nei panni di un'amante di Jack. Pirates of the Carribeans: On Stranger Tides narra l'avventura di Sparrow intento a trovare la fontana della giovinezza, e durante le ricerche si imbatte nella donna amata in precedenza. Penelope Cruz in alcune scene è stata sostituita dalla sorella Monica (famosa per aver interpretato la serie tv Paso Adelante), poiché è al sesto mese di gravidanza. La regia è affidata a Rob Marshall (Chicago, Nine).


sabato 16 ottobre 2010

LE USCITE DELLA SETTIMANA


Titolo: Buried-Sepolto
Cast: Ryan Reynolds, Samantha Mathis, Stephen Tobolowski
Regia: Rodrigo Cortes
Durata: 95'

Paul Conroy si sveglia improvvisamente in una bara. Ha soltanto un cellulare, un coltello e un accendino e soprattutto, ha 90 minuti di tempo per chiamare soccorso e salvarsi. Paul non sa perché è tenuto in ostaggio, ma con il passare dei minuti comincia a capire perché si trova sepolto...



Titolo: Cattivissimo me
Cast: (voci di) Steve Carell, Jason Segel, Isla Fisher
Regia: Pierre Coffin
Durata: 95'

I più importanti monumenti del mondo sono stati rubati e sostituiti con delle copie. Gru non si accontenta e sogna di rubare la luna. Dotato di tecnologia avanzata e di esserini dispettosi, è pronto ad attuare il suo piano, ma tre piccole orfanelle gli rovinano l'intento e si ritrova a vestire i panni del papà controvoglia...



Titolo: Adéle e l'enigma del faraone
Cast: Mathieu Almaric, Louise Bourgoin, Gilles Lellouch
Regia: Luc Besson
Durata: 105'

Parigi, 4 novembre 1911. La città è in preda a strani eventi, con fasci di luce che provengono dagli appartamenti di Place des Pyramide e un pterodattili che vaga per la città, aggredendo la vettura di un importante politico. Il mistero di tali eventi sono legati alla scrittrice Adéle Blanc-Sec, in missione in Egitto per recuperare il sarcofago contenente la mummia di un medico del faraone...



Titolo: Gorbaciof
Cast: Toni Servillo, Yang Mi, Gaetano Bruno
Regia: Stefano Incerti
Durata: 85'

Marino Pacileo, uomo mite e silenzioso, è soprannominato Gorbaciof per via di una vistosa voglia sulla fronte. Lavora come contabile nel carcere di Poggioreale a Napoli e la sua passione è il gioco d'azzardo ed è innamorato di Lila. Un giorno scopre che il padre di Lila ha contratto un grosso debito di gioco e Gorbaciof sottrae del denaro dalla cassa del carcere per consegnarli alla ragazza. Inizierà per lui una parabola discendente fatta di riscossioni di tangenti, partite sbagliate e rapine...


Titolo: Il ragazzo che abitava in fondo al mare
Cast: Daniele Ferrari, Tiziana De Giacomo, Cristina Cappelli
Regia: Mario Santocchio
Durata: 87'

La giovane giornalista Nicole ha tra le mani un possibile scoop: ricevute tre videocassette, scopre che si tratta di un video diario che filma gli ultimi giorni di vita di un ragazzo. Decisa a trarne un documentario, si reca ad Amalfi e Maiori per ricostruire le dinamiche e scoprire l'identità del giovane.



Titolo: Lo zio Bonmeee che si ricorda le vite precedenti
Cast: Thanapat Saisaymar, Jenjira Pongsap
Regia: Apichatpong Weerasethakul
Durata: 90'
Lo zio Bonmee sta attraversando l'ultimo stadio di una malattia ai reni. Decide di passare gli ultimi giorni della sua vita nella sua casa di campagna con alcuni familiari. All'improvviso la casa ospita i fantasmi della moglie e il figlio, sotto forma di uomo scimmia. Con queste visioni zio Bonmee spera di entrare in contatto con le sue vite passate...




giovedì 14 ottobre 2010

NEWS: Angelo Infanti


L'attore Angelo Infanti è morto a Tivoli all'età di 71 anni. Ricoverato sabato scorso a causa di un infarto, è spirato martedì 12 ottobre. Nato a Zagarolo il 16 febbraio del 1939 lavorò con Carlo Verdone in Bianco rosso e verdone, nel ruolo di tombeur de femmes che fa perdere la testa alla casalinga frustrata Magda, divenne famoso per aver interpretato il play boy mitomane Manuel Fantoni nella pellicola diretta sermpre da Verdone Borotalco, entrando nella zona cult per la battuta "mi imbarcai su un cargo battente bandiera liberiana". Oltre al film di Verdone, recitò per Francis Ford Coppola nel primo film della saga de Il padrino, nel ruolo della guardia del corpo di Michael Corleone. Tra gli altri film: Il Gattopardo, la serie di Emanuelle e Piedone lo sbrirro.

lunedì 11 ottobre 2010

NEWS: Helen Mirren



Helen Mirren è la dimostrazione che ha 55 anni si puo' ancora essere sexy. Nel suo nuovo film, Love Ranch diretto da Taylor Hackford (Ufficiale e gentiluomo), Mirren è la proprietaria del bordello legalizzato nello stato del Nevada. L'attrice inglese, premio Oscar per l'interpretazione della regina Elisabetta in The Queen, da prova del proprio sex appeal con una scena di nudo, in cui si trova a proprio agio a mostrarsi senza veli. Ia pellicola non è stata accolta favorevolmente, ma la prova di Mirren è piaciuta. Altro che la carriera di un'attrice finisce a 40 anni... Bravissima Helen!

domenica 10 ottobre 2010

FILMOGRAFIA: Diane Kruger




NOME:
Diane Kruger
ALL'ANAGRAFE:Diane Heidkrueger
DATA DI NASCITA: 15/07/1976
LUOGO DI NASCITA: Algermissen, Germania
PROFESSIONE: Attrice




ATTRICE:


(2010) Lily Sometimes - Clara
(2009) Mr. Nobody - Anna
(2009) Bastardi senza gloria - Bridget von Hammersmark
(2007) Il mistero delle pagine perdute - Abigail Chase
(2007) The hunting party - Marjana
(2006) Triplice inganno - Constance Radetsky
(2006) L'età barbarica - Véronica Star
(2006) Io e Beethoven - Anna Holtz
(2006) Il colore della libertà - Goodbye Bafana - Gloria Gregory
(2004) Il mistero dei templari - Dr. Abigail Chase
(2004) Wicker Park - Lisa
(2004) Troy - Elena
(2003) Adrenalina Blu - Julie Wood
(2003) Autoreverse -
(2002) Mon idole - Clara Broustal
(2002) The piano player -

venerdì 8 ottobre 2010

LE USCITE DELLA SETTIMANA


Titolo: Innocenti bugie
Titolo originale: Knight and day
USA, 2010
Cast: Tom Cruise, Cameron Diaz, Jordi Mollà, Viola Davis
Regia: James Mangold
Durata: 110'

Il misterioso Ray Miller si scontra con la bionda June Havens all'aereoporto di Wichita. Prendono lo stesso aereo, ma June non sa che Ray ha ucciso tutti i passeggeri, hostess e piloti. Si salvano con un atterraggio di fortuna e Ray le dice che i federali la cercheranno e in tal caso dovrà negare di averlo conosciuto. June si ritrova immischiata in un intrigo...




Titolo: Step Up 3D
USA, 2010
Cast: Ricky Malachi, Alyson Stoner, Stephen Boss
Regia: Jon Chu
Durata: 107'

Il ballerino di hip-hop Luke vive per la danza, ma rischia di non poter più andare a ballare in un capannone dove si allenano tanti street dancer. L'unica salvezza consiste nel vincere la World Jam Competition. Durante la competizione Luke incontra Natalie, una misteriosa ballerina...





Titolo: Quella sera dorata
Titolo originale: The City of your Final Destination
Cast: Anthony Hopkins, Charlotte Gainsbourg, Laura Linney, Omar Metwally
Regia: James Ivory
Durata: 118'

Omar Ranzaghi, un giovane canadese di origini iraniane, è un dottorando dell'università del Colorado ed è fidanzato con Deidre, algida insegnante di letteratura. La sua carriera universitaria e la sua situazione sentimentale sono legate alla stesura di una biografia su Jules Gund, romanziere sudamericano morto suicida dopo aver scritto il suo primo e unico romanzo. Ranzaghi non riesce a ottenere l'autorizzazione da parte dei Gund per far pubblicare la sua opera, così decide di partire per l'Uruguay in modo da dissuaderli, ma finirà per rimanere affascinato dagli eredi dello scrittore...





Titolo: The Town
Cast: Ben Affleck, Rebecca Hall, Blake Lively, Jon Hamn
Regia: Ben Affleck
Durata: 125'
Doug vive nel quartiere di Charleston, a Boston. Finito nella malavita dopo aver frenato bruscamente la sua carriera sportiva per via di un grave infortunio, segue la strada paterna rapinando le banche. I colpi vanno sempre a buon fine, finché il suo complice Jem decide di prendere in ostaggio la giovane direttrice Claire. Rilasciata dopo poche ore, Doug decide di spiarla per capire le sue abitudini. Dopo una serie di incontri più o meno fortuiti, Claire e Doug si innamorano, ma Claire è ignara della vera identità di Doug...



Titolo: Una sconfinata giovinezza
Cast: Fabrizio Bentivoglio, Francesca Neri, Serena Grandi
Regia: Pupi Avati
Durata: 98'

Lino Settembre, giornalista sportivo e sua moglie Chicca, docente universitaria, sono sposati da tanto tempo. Nonostante non abbiano avuto figli, il loro matrimonio è più saldo che mai. La serenità della coppia viene minata da una serie di episodi che disturbano la salute di Lino: comincia ad accusare vuoti di memoria che piano piano finiscono per minare l'ambito familiare e il tranquillo ménage familiare...

giovedì 7 ottobre 2010

RECENSIONE: La passione


Titolo: La passione
Italia, 2010
Cast: Silvio Orlando, Giuseppe Battiston, Kasia Smutniak, Corrado Guzzanti, Stefania Sandrelli
Regia: Carlo Mazzacurati
Durata: 100'

Gianni Dubois (Silvio Orlando) è un regista che sta attraversando una fase di crisi creativa. Non dirige un film da cinque anni e finalmente ha l'opportunità di girare una pellicola con l'attrice Flaminia (Cristiana Capotondi), star di un programma televisivo, desiderosa di compiere il grando salto nel mondo del cinema. L'opportunità rischia di svanire quando è costretto a lasciare Roma per andare in Toscana: un guasto alle tubature ha danneggiato un affresco del Cinquecento situato in una chiesa vicina. Dubois rischia di essere denunciato, ma il sindaco (Stefania Sandrelli) gli propone di rivestire i panni dismessi da regista per la rappresentazione della Passione di Cristo. Aiutato da Ramiro (Giuseppe Battiston) ex galeotto, un metereologo che recita “come un cane” (Corrado Guzzanti) e una dolce barista di origine polacca (Kasia Smutniak), prova a cimentarsi, suo malgrado, in questa avventura...In un clima di imbarbarimento intellettuale, La Passione, è una riflessione più o meno satirica dei tempi decadenti e della volgarità che sta atrofizzando la cultura del belpaese. Gianni Dubois è l’incarnazione della tipologia di regista intellettuale che non si ritrova più con il clima di superficialità e di profitto che ormai sta intaccando il cinema (italiano e non), ormai uscito dal giro. Il tema non è nuovo, ma la differenza sta nel contestualizzarlo nelle problematiche che affliggono l’Italia. Mazzacurati non è tanto tenero neanche nei confronti della stampa, rea di assurgere a geni i registi emergenti per poi gettarli nei meandri del dimenticatoio: emblematica è l’esclusione dall’albero genealogico dei registi d’autore. Dubois fa fatica a riconoscersi in un mondo, quello dello spettacolo, dove non interessa la qualità, ma la quantità: la salvezza del regista è in una starlette televisiva presuntuosa che aspira ad un ruolo contemporaneo, ma non “sfigato” (una frecciata ai tanti attori per caso che si credono tali dopo una comparsata in tv). È vittima di produttori, attrici, del sindaco, indifferenti e preoccupati solo dei propri interessi. Neanche lui però, è un’anima “pura”: considerato un regista dal forte rigore morale, in realtà è un’ipocrita che non rispetta le norme di legge per la sua casa in subaffitto e la sua svolta è dettata più dalla paura di essere denunciato che dalla voglia di reagire all’apatia che lo tiene lontano dal mestiere che un tempo amava. Non cerca il riscatto, ma la possibilità di tornare alla ribalta, tanto da umiliarsi di fronte al meteorologo pur di convincerlo a recitare, nonostante lo consideri pessimo. Il suo blocco è derivato più dalla mancanza di dire qualcosa, che di una protesta verso una totale mancanza di buon gusto che ormai ha abbandonato la cultura italica; anche se tenta continuamente di partorire un’idea. Il cineasta si lascia travolgere suo malgrado dalla “lentezza” del paese di Fiorano, dove il cellulare prende solo in cima ad una casa abitata da un’anziana signora (divertente la scena della fila per fare una telefonata) e dove ancora si cerca di mantenere viva la tradizione. La volontà di voler rappresentare la Passione di Cristo è sintomo di recuperare le tradizioni di un paese un tempo ricco di cultura, definito ormai desueto e affogato nelle paludi dei reality show, programmi con le principesse, e talk-show/pollai. La scena della rappresentazione in cui Cristo/Battiston cade dalla sedia e il pubblico lo deride è il sintomo di una maleducazione delle persone e della cattiveria di chi giudica. La rappresentazione sembra un modo per riscattarsi, una sorta di salvezza per un paese alla deriva, come se volesse ricordarci che, nonostante tutto, si possono ancora recuperare dei valori ritenuti perduti. La Passione è un film sgangherato, leggero e divertente, con punte di patetismo verso la fine. Silvio Orlando è spaesato al punto giusto, Corrado Guzzanti offre una divertente parodia dell’attorucolo che si crede si atteggia a divo, ma la prova migliore la offre Giuseppe Battiston, con il suo Ramiro ex galeotto che si purifica e si riscatta nelle vesti di Gesù. Non è graffiante, cinico e cattivo come i film di Monicelli e Risi, ma di fronte alla miriade di film pseudo intellettuali, è una boccata d’aria fresca.

Voto: 7/8
A.M.