lunedì 23 dicembre 2013

RECENSIONE: Draquila - L'Italia che trema

L'insostenibile fascino di una recensione retrò
 
 
 
 
 
Titolo: Draquila - L'Italia che trema.
Italia, 2010
Cast: Sabina Guzzanti.
Sceneggiatura: Sabina Guzzanti.
Durata: 98'

 
Benvenuti nella dittatura della m**da. Location: l'Aquila. Cast: Silvio Berlusconi, Guido Bertolaso, gli aquilani. Special guest stars: il terremoto e le macerie.
Questo è il ritratto che ne esce dal docu-film di Sabina Guzzanti.
Il film si apre con la piazza devastata dal terremoto avvenuto nell'aprile del 2009, tra le macerie e le case disabitate. Nell'ombra di una città fantasma, Guzzanti svela i retroscena della "ricorstruzione" della città post-terremoto.
Sabina Guzzanti sgancia subito le sue bombe, ribadendo la ridicolaggine di una classe politica fatta di faccendieri che raccontano al popolo italiano solo barzellette, rendendola ulteriormente (e volutamente) ebete vestendo i panni del (ex) presidente del  Consiglio Silvio Berlusconi e giunge all'Aquila per un bagno di folla. Ma le risate durano poco.
Utilizzando inizialmente le tecniche narrative e lo stile dei documentari di Michael Moore, la regista focalizza la sua critica cinica sullo sfruttamento di una tragedia per riparare a un danno d'immagine dovuta a un'estate infausta fatta di escort, ragazzine, veline e (presunte) parlamentari.
In un crescendo di inquietudine, la regista vira verso il giornalismo d'inchiesta e indaga svelando che c'è del marcio nella protezione civile. Quello che non dicono i telegiornali è che con una "leggina" si concede il benestare per costruire selvaggiamente.
Ed ecco che Sabina Guzzanti fa un colpo di scena e fa entrare in gioco un progetto ambizioso: la Protezione Civile S.P.A diretta da Guido Bertolaso, per il progetto di una new town, una sorta di prova generale per la dittatura della m**da, come afferma la caustica  e sarcastica regista.
Come in un film horror, Guzzanti mostra come una popolazione venga sradicata dalla sua casa con l'ausilio dei militari. Guzzanti in questo modo passa da un registro semi comico a un registro serio dai toni drammatici, strizzando l'occhio ai programmi di inchiesta, e non mancano le critiche all'opposizione, praticamente trasparente e inesistente, così come è inesistente la cronaca dei telegiornali, che mostrano solo una parte della reale informazione (già ampiamente dimostrato in Viva Zapatero!).
 Alla fine del film un senso di sgomento e inquietudine perdura. Come le macerie nella piazza aquilana. Sabina Guzzanti ha terminato la sua battaglia navale centrando il suo obiettivo: Silvio Berlusconi colpito e affondato (almeno al cinema).
Un po' come faceva Michael Moore contro George W. Bush, anche se il filmaker americano usava più ironia nel prendere di mira e sbeffeggiare la sua "vittima".
Draquila è un documento-dossier, quasi una puntata allungata di Report e Annozero che fa riflettere, ma che inquieta come un film dell'orrore sui vampiri.

Voto: 7

A.ML

2 commenti:

  1. io abito in Abruzzo e sui giornali si legge molto di più che in altre parti d'Italia: che dire ? a me che vivo in Abruzzo il film della Guzzanti, encomiabile, non ha detto nulla di nuovo.Anzi noi sappiamo anche di molto peggio e sentire dalla viva voce di aquilani che si sono dovuti trasferire più verso la costa, dove vivo io, quanto per loro è stato traumatico l'essere sradicati dal loro territorio,è qualcosa di straziante...

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    1. Io vivevo al Nord, e senza il film della Guzzanti avrei saputo un decimo di ciò che accadeva all'Aquila. A parte i servizi al TG sulle vittime della casa dello studente, dell'ospedale crollato e le polemiche sulle macerie nella piazza, e i negozi chiusi, non ne parlavano... Spero che porcherie del genere non accadino mai più. Ops, forse ho scritto troppo in fretta. Rettifico: spero che una porcheria del genere non accada anche in Sardegna... :-(

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