Ennio Morricone sta vivendo un momento magico: il suo tour in giro per l'Europa (dopo Londra sarà la volta di Parigi e Roma) sta avendo successo, ha ottenuto la nomination per la colonna sonora di The Hateful Height, con la quale ha già vinto il Golden Globe e ora ha una stella nella mitica Walk of Fame di Hollywood.
Forse è la volta buona che riesca a vincere l'ambita statuetta per un colonna sonora che inizialmente non voleva accettare, avendo a disposizione solo un mese di tempo per comporla; spingendo Quentin Tarantino a volare a Roma e chiedergli di persona di comporre per lui.
Ormai è una star, anzi, è sempre stato una star, riuscendo a coniugare una immensa cultura e preparazione classica sposandola felicemente con il cinema, un mezzo considerato spesso come puro intrattenimento; riuscendo a infondere la sua traccia autoriale nel bel mezzo di un duello, o nei sogni di un ragazzino che lavora in un cinema della Sicilia sognando la settima arte.
Morricone è un compositore puro, scrive con la testa e non con il pianoforte (parole sue) e non pensa all'Oscar. 'Tanto non lo vinco', tuona il compositore. Intanto però è entrato nella storia del cinema e della musica in un colpo solo.
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