domenica 12 marzo 2017

MUSIC VIDEO REVIEW: Take Me to Church



Titolo: Take Me to Church
Cantante: Hozier.
Guest Star: Sergei Polounine.
Regia: David LaChapelle.
Durata: 4'07''

Musica, balletto e fotografia: un threesome interessante ed esplosivo, soprattutto quando il fotografo (e regista) è David LaChapelle - regista di un videoclip che vede protagonista l'astro nascente e 'bad boy' della danza Sergei Polunin, sulle note di Take Me to Church di Hozier.
LsChapelle noto come 'Fellini della fotografia', da qualche anno ha smesso di panni trasgressivi di fotografo delle celebrità, scoprendo un lato intimista e introspettivo che si rivela anche nel suo lavoro di filmaker; abbandonando definitivamente i colori pop e fluo - il fucsia era il suo marchio di fabbrica- in nome della sobrietà e della semplicità.
Questo videoclip lo dimostra, dove LaChapelle si limita a seguire il ballerino Polunin, giocando con le luci che provengono dalle finestre di quella che a prima vista sembra una chiesa in costruzione o dismessa.
LaChapelle riprende il filo conduttore delle sue ultime opere (La pietà, Il giudizio universale) e investe di luce 'divina' le perfette movenze dell'astro nascente del Bolshoi - offrendo una sua visione del mondo e della religione. 
Sacro e profano si mescolano: la luce tocca il bad boy della danza, la cui purezza di putto viene disturbata dai numerosi tatuaggi che poco si addicono alla classica figura regale del danzatore classico.
I toni neutri e la luce soffusa fa sembrare Polounine quasi un angelo, la cui 'volontà divina' lo spinge a danzare e a volteggiare con grazia, da cui trasuda grinta e determinazione.
Il climax LaChapelle lo raggiunge quando Polounine è nel centro della scena, abbracciato dai fasci di luce che lo investono. Polunin inginocchiato rinasce dalla luce, come se fosse LaChapelle ideasse - a modo suo - La creazione di Adamo di Michelangelo Buonarroti. 
LaChapelle forse non è più il cattivo ragazzo della fotografia, ma la sua svolta e rinascita artistica ha prodotto un gioiellino di forza e delicatezza che non ha eguali - riuscendo a rappresentare la struggente canzone di Hozier con la sola forza della bellezza.



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