martedì 26 aprile 2011

RECENSIONE: Gianni e le donne


Titolo: Gianni e le donne
Italia, 2011
Cast: Gianni di Gregorio, Valeria De Francisis, Teresa Di Gregorio, Alfonso Santagata
Sceneggiatura: Gianni Di Gregorio
Regia: Gianni Di Gregorio
Durata: 90'

Gianni (Gianni Di Gregorio) è un sessantenne che vive in un gineceo costituito da una madre oppressiva (Valeria De Francisis), una moglie assente per via del lavoro ed esigente quando è a casa, una figlia in perenne crisi con il fidanzato (Teresa Di Gregorio), che Gianni ormai considera come un membro della famiglia; la sua vicina di casa giovane e sensuale con San Bernardo al seguito e la badante rumena della madre.
Gianni vive la sua condizione di pensionato districandosi malamente in questo ambiente femminile e passa le giornate in una Roma assolata, osservando gli uomini non più giovanissimi che portano a passeggio il cane o intrecciano delle liason libertine con procaci donzelle.
Gianni prosegue la sua vita con tedio e monotonia, finché un suo amico avvocato (Alfonso Santagata) lo spinge a vivere una nuova stagione sessuale. Gianni prova a svegliare i propri sensi, abbandonando il suo modo di fare mite e servile, ma l’approccio con il gentil sesso non ha l’esito sperato…
Gianni e le donne è il secondo lungometraggio del regista e attore romano Gianni Di Gregorio. Dopo il successo di Pranzo di ferragosto, Di Gregorio torna a parlare della terza età con un tono pacato e gradevole. Il regista-attore ha il pregio di mostrare la giovinezza perduta senza patetismo e lo fa con piccoli, ma significativi gesti come quello di specchiarsi e notare le borse sotto gli occhi.
Il personaggio di Gianni è succube delle donne incapace di vivere con loro, ma neanche senza di loro. Infatti cerca sempre di fuggire da loro, ma poi ritorna sempre.
Molto interessante è l’aspetto sociologico e generazionale che Di Gregorio mostra a cominciare dal rapporto tra il protagonista e la moglie: è lei quella che “porta i pantaloni” in casa, lavora tutto il giorno e si occupa distrattamente di lui talmente presa dai suoi impegni, capace però di avere il classico atteggiamento femminile “su di te non posso mai contare”.
Spassoso è il rapporto con la madre, interpretata anche stavolta da Valeria De Francisis, recitazione neorealista e ottima mamma castrante che vessa il figlio per ogni inezia come la televisione che non funziona bene o la febbre a 37, così come risulta interessante il gap generazionale tra lui, la figlia e il ragazzo di lei, così sfaccendato e indifferente da non riuscire a fargli da mentore per scuoterlo dalla sua apatia.
Gianni è travolto dalle donne come un tornado che passa, spazza via tutto e poi se ne va. Buffi sono i suoi tentativi di sedurre le fanciulle: cerca di adeguarsi al trend e allora si compra un abito nuovo e va dal barbiere, o quando cerca di mantenersi in forma con il nuoto e lo yoga per contrastare i segni del tempo.
Decide di sedurre e lo fa in grande stile, provandoci con la sua ex fidanzata, una cantante fresca di divorzio, la vicina e la badante (per altro il tentativo più disastroso per via di qualche bicchiere di troppo), ma ogni tentativo fallisce. Fallisce perché lo fa senza troppa convinzione.
Alla fine è l’unico che accetta la sua età, a differenza dei suoi coetani, e si è giovani dentro e soprattutto si è giovani con la mente, dove tutto è possibile, anche sognare di essere un tombeur des femmes senza danni e senza conseguenze.
Gianni e le donne è una commedia cortese e pacata, ben scritta e con un budget più lauto rispetto alla sua opera prima. Buona la regia con la visione di Roma per le sue strade, intasata dalle macchine e ritratta nei suoi giorni di sole.
Gianni e le donne non è la solita commedia all’italiana, ma una disquisizione sociologica intelligente e autoironica.

Voto: 7,5

A.M.

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