venerdì 18 settembre 2015

WES CRAVEN DAY: La casa nera

Oggi la combriccola di cineblogger ha deciso di omaggiare il grande regista Wes Craven, scomparso il 31 agosto scorso. Director's cult dedica la recensione de La casa nera, nella speranza che non faccia ribaltare il sommo punendola con incubi ad hoc.


So long, Wes





Titolo: La casa nera
Titolo originale: The People Under the Stairs
USA, 1991
Cast: Brandon Quintin Adams, Wendie Robie, Everett McGill, Ving Rhames.
Sceneggiatura: Wes Craven.
Regia: Wes Craven.
Durata: 101'


Wes Craven è conosciuto soprattutto per essere stato il papà di Freddy Kruger nella saga Nightmare e per aver dato vita agli incubi di Sidney Prescott, perseguitata dal killer con la maschera dell'Urlo in Scream.
Craven però da buon letterato e filosofo che fu, riuscì a rappresentare gli incubi della società americana, traducendoli in film che definire solo horror è riduttivo. Vale anche per La casa nera, titolo che cavalca l'onda de La casa di Sam Raimi, dove prende vita una favola noir dai toni truculenti e una spruzzata di sense of humor. 
Wes Craven con La casa nera non ha bisogno di un mostro con una lama al posto delle dita, gli basta attingere dalla vita reale.
Perché la vita può essere un inferno. E' rappresentata dalla povertà, dal razzismo, dall'appartenere a una etnia costantemente denigrata, dalla malattia, dalla paura di perdere la propria madre, dalla paura di rimanere senza un tetto sopra la testa.
Tutto questo cumulo di 'babau' lo vive il giovane Fool (Brandon Quitin Adams), ragazzino sveglio, ma povero, afroamericano che vive in una casa fatiscente in un ghetto con la madre malata di cancro. Fool vive nella fatiscente casa di proprietà dei Robenson (Wendie Robie ed Everett McGill) che si arricchiscono percependo gli affitti del quartiere in qualità di padroni di casa e che vuole sfrattare il ragazzino e la sua famiglia per poter demolire l'immobile.
Fool però vuole combattere i propri demoni e si affida a Leroy (Ving Rhames) che gli offre una soluzione semplice quanto efferata: entrare in casa dei Robenson e prendere un bel bottino fatto di monete d'oro. Fool, Leroy e un suo compare riescono a entrare nella casa, d'altronde gli afroamericani sfortunati finiscono sempre per imboccare una strada sbagliata, no? 
Le vittime designate per il colpo sono i signori Robenson sono perbene, Ms Robenson è un po' troppo severa con la figlia Alice, così dolce e indifesa, ma dall'esterno appaiono cittadini tranquilli e benestanti. Una famiglia americana come tante.
Fuori, la casa dei Robenson è perfetta: è una enorme villa con uno stagno e un giardino curato. Il signore e la signora Robenson sono rispettati. Niente a che vedere con la casa fatiscente di Fool, dove la sorella gioca ai tarocchi, e i tossici tirano su l'anima sulle scale fuori dalla porta di casa.
Craven gioca bene con gli stereotipi del bianco 'buono' e del afroamericano 'cattivo,' ma ben presto ribalta le carte in tavola.
Non tutto è oro ciò che luccica e Fool, Leroy e il suo compare lo scopriranno a loro spese.
La casa in realtà è una fortezza dove regna indisturbata la follia di 'Mami' e 'Papi' Robenson fratelli incestuosi che tengono segregata la giovane Alice, ragazza fragile e plagiata che crede di essere la loro figlia. Sadici e folli, Mami e Papi hanno delle persone che vivono nel sottoscala (che riprende il titolo originale del film), e una volta entrati, Fool e Leroy ne rimangono intrappolati e senza via d'uscita.
Fool sembrava un ragazzino dal destino segnato, e invece si rivela essere scaltro, intelligente e furbo, tale da riuscire a percorrere i meandri della casa-prigione fatta di botole, stanze segrete e altre nefandezze, diventando una speranza di salvezza per gli altri 'inquilini'. 
Ma come ogni favola dark che si rispetti, l'inferno costantemente evocato da Mami bussa alla sua porta per presentarle il conto, con la comunità che esige i propri diritti, facendo sprofondare negli inferi i Robenson.
Wes Craven nel corso della sua carriera ha creato delle eroine femminili ca*zute (Nancy e Sidney su tutte, splendide bitch come Gail Waters), ma se questa volta affida a un ragazzino il compito di combattere i propri mostri, crea comunque un personaggio femminile malvagio ad hoc: i Robenson sono pazzi, ma nella coppia è lei che comanda, è lei che istiga Mr. Robenson maneggiandolo come una marionetta indemoniata. E' grazie a Mami che Papi può scatenare i suoi più disgustosi impulsi omicidi , così come è sempre Mami che sa come fermare la sua potenza squilibrata rimettendolo al suo posto quando sfugge al suo controllo. Da contraltare è Alice, che è una figura fragile e plagiata, ma che sa ribellarsi e smarcarsi da un potenziale destino tragico già scritto dalla perfida Mami.
Se American Horror Story: Murder House ha una casa degli orrori di tutto rispetto da potersi avvalere di un grado di separazione da La casa nera (Constance/Jessica Lange non ha nulla da invidiare a Mami/Wendie Robie), La casa nera potrebbe vantare a sua volta una lontana parentela con I Goonies, dove il gruppo di mitici ragazzini sono alla ricerca di un bel bottino per salvare il proprio quartiere.
Craven è un maestro nel creare le giuste atmosfere inquietanti grazie a un sapiente uso della musica e della fotografia e soprattutto bravura tecnica e nel dirigere i 'pazzi' impersonati da Wendie Robie - che sembra la versione psicopatica (cinematograficamente parlando) di Julia Roberts -  ed Everett McGill, che con tuta il latex fetish/sadomaso d'ordinanza fa un figurone. D' altronde aver recitato inTwin Peaks aveva dato i suoi frutti, interpretando rispettivamente Nadine Hurley e 'Big' Ed Hurley.
Etichettare come horror La casa nera è come detto all'inizio riduttivo. Ha i suoi momenti gore e truculenti, e non manca una buona dose di ansia, ma il tutto è stemperato da una buona dose di ironia e soprattutto Craven usa questa 'favola' per ragazzi e anche per adulti per offrire una delucidazione sugli effetti del capitalismo post anni Ottanta, sull'arroganza e avidità dell'etnia caucasica ai danni di quella afroamerica, offrendoci un finale per l'appunto favolistico dove il forte senso della comunità ha la meglio per combattere quel mostro chiamato denaro. 

Voto: 7/8

Hanno reso omaggio:

Il Bollalmanacco - Il serpente e l'arcobaleno 

Non c'è paragone - La casa nera

Mari's Red Room - L'ultima casa a sinistra

Scrivenny - Scream 

Combinazione casuale - Nightmare - Dal profondo della notte

WhiteRussian - Red Eye

Cinquecento Film Insieme - Scream 3 e 4

Pensieri Cannibali - Nightmare - Nuovo incubo

In Central Perk - Nightmare - Dal profondo della notte

Il Zinefilo - Dovevi essere morta

Montecristo - L'ultima casa a sinistra

15 commenti:

  1. Pubblico adesso e vi commento domani sera! Abbiate pietà, io a Wes je voglio bene!

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  2. Sai che invece a me non ha detto più di tanto? Mi ha divertito grazie ai suoi personaggi, ma non posso dire sia stata una visione del tutto piacevole. Un peccato...

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    1. A me è piaciuto,però mi piace allo stesso tempo il fatto di avere un giudizio contrastante, è il bello delle recensioni doppie! ;-)

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  3. Una bellissima favola nera, grazie per averla guardata e recensita con lo spirito giusto!!! :D

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  4. Ma davvero lo amate tutti tutti sto film? Io non dico di odiarlo, ma davvero non ne capisco la grandezza, mi è sempre sembrato un mezzo passo falso abbastanza confusionario di Craven

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    1. E' che ci siamo abituati di lusso con Nightmare e Scream. Però alla fine un passo falso non è, magari è il meno famoso della sua filmografia.

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  5. Bello bello..e mi hai fatto venire voglia di riguardarlo...

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  6. Uno dei film più sottovalutati e più geniali del vecchio Wes.
    Personalmente, lo adoro.

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    1. Io non lo conoscevo proprio, grazie a questi Day l'ho scoperto!

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  7. Vedo che divide molto, per cui sono sempre più incuriosita, a me manca ancora!

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  8. Ovviamente non lo conoscevo, ovviamente non so se lo riuscirò a vedere... troppi horror mi mancano, e anche troppo coraggio... Per quest'estate ho già dato :)

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    1. C'è qualche elemento gore, ma è una favola nera godibilissima anche per chi non ama molto gli horror! :)

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