venerdì 31 luglio 2015

TU MI DILUDI: Quartet





Titolo: Quartet
Id, UK, 2012
Cast: Maggie Smith, Tom Courtnay, Billy Connolly
Sceneggiatura: Ronald Harwood (dalla sua pièce teatrale)
Regia: Dustin Hoffman
Durata: 86'


Chissà che vita ha condotto la divina Maria Callas dopo aver lasciato ai posteri superbe interpretazioni come Violetta della Traviata. 
Beh, Dustin Hoffan prova a farsene un'idea debuttando alla tenera età di 75 anni con Quartet, tratta dall'omonima pièce teatrale di Ronald Harwood.
Nel microcosmo di Bechaam House vivono vecchie glorie della lirica e musicisti ormai in pensione.
Ogni anno il 10 ottobre viene celebrata la nascita di Giuseppe Verdi con un concerto, anche per raccogliere fondi e scongiurare la chiusura di questo paradiso per artisti (anche perché ospizio è una gran brutta parola).
A Bechaam House un giorno arriva il soprano Jean Horton (Maggie Smith), ex moglie di Reginal Paget (Tom Curtneay), ma Reginald non è felice del suo arrivo. 
Reginald fa parte di un trio composto da Reginald, Cecily (Pauline Collins) e Wilfred (Billy Connolly) e gli altri membri del gruppo vorrebbero Jean per formare un quartetto.
I dissapori tra i due ex coniugi appaiono fin da subito evidenti, e il concerto per la celebrazione di Verdi rischia di non esserci, a causa di vecchi risentimenti che prova soprattutto Reginald.
Tra prove dettate dal dispotico Cédric Livingstone (Michael Gambon) e scaramucce amorose mai sopite tra Jean e Reginald, c'è la volontà di far vivere in quattro mura l'amore per la musica che non conosce età, così come sono immortali le opere liriche di Verdi, Gaetano Donizetti, Giacomo Puccini, ancora oggi rappresentate con successo nei migliori teatri del mondo, in primis la Scala di Milano.
Quartet è l'opera prima di Hoffman che dopo decenni di successi a Hollywood decide di andare dall'altra parte della barricata, raccontando la terza età con delicatezza ed eleganza, aiutata anche dal background culturale di prima qualità creata ad hoc dal drammaturgo Harwood. Un film che può piacere ai fan dell'opera lirica e ai fan di Hoffman però...
Però mi diludi: dunque chi vede un film su un gruppo di artisti in buen retiro non può certo immaginarsi una cosa goliardica e briosa alla National Lampoon's maial college, però quando ti trovi pezzi da Novanta del calibro di Maggie Smith, Michael Gambon, Tom Courtneay, Billy Connolly e Pauline Collins, beh, ti aspetti un gran bel filmone.
Il problema principale di Quartet è che in meno di 90' viene messa troppa carne al fuoco, con il risultato che finisce per essere servita se non al sangue, praticamente mezza cruda. E tu invece ti aspetti un filet mignon cucinato con i contro c**zi.
Quartet non è un brutto film, però non sviluppa pienamente le varie storie che si intrecciano tra i vari personaggi.
Abbiamo il dongiovanni Wilfred alle prese con la voglia di essere ancora un Don Giovanni (per rimanere in tema della lirica) che viene però piegato dagli acchiacchi tipici della sua età.
Abbiamo la cantante Cissy che probabilmente ha la demenza senile, e a parte un paio di sbarellamenti e una crisi, alla fine della fiera ritorna in sé e chi si è visto si è visto.
E poi abbiamo la storia meno sviluppata che in realtà è il cardine di tutta la vicenda: l'amore travagliato tra Jean e Reginald. Nell'arco di poco si assiste all'odio di Reginald, a un paio di battute fulminanti (dove emerge comunque il tipico humour inglese), un riavvicinamento, un paio di tira e molla e poi viva l'ammore, o almeno sembra suggerirlo il finale aperto. 
Delle problematiche legate agli artisti finiti nell'oblio e del fascino della musica lirica che ai più può risultare obsoleto, viene liquidato con una lezione di Reginald con dei ragazzi, paragonando la lirica alla musica hip-hop (accostamento per altro alquanto interessante).
Dunque, non ci vuole una miniserie per affrontare tutte queste tematiche, però non si può rappresentre una storia e non approfondirla, specialmente se di materiale ce n'è a iosa. 
Allo stesso tempo la sceneggiatura risente della trasposizione teatrale (che in realtà può benissimo superare le due ore abbondanti), lasciando solo un abbozzo di qualcosa che poteva essere decisamente meglio sviluppato con uno sguardo - perché no - anche amaro sulla decadenza fisica e mentale di attori e cantanti che vorremmo nel nostro immaginario collettivo perennemente giovani e prestanti. Il tutto invece viene rappresentato 'all'acqua di rose'. preferendo invece un facile e rassicurante happy ending.
Cosa salviamo: la recitazione in primis: Dustin Hoffman in quanto attore sa cosa vuol dire essere diretti, e riesce a fare un ottimo lavoro con questo magnifico quartetto, che suscita commozione e tenerezza con i titoli di coda, dove vengono mostrati i protagonist con foto di gioventi, citando le loro migliori interpretazioni - dando un valore aggiuntivo al contributo artistico nel mondo della recitazione cinematografica, teatrale, televisiva e anche lirica.
Hoffman comunque ha avuto coraggio a esordire su un film che riguarda la tematica apparentemente poco interessante della terza età (ricordo che non siamo a un National Lampoon's college!), tema poco interessante soprattutto per Hollywood, che ama relegare nel dimenticatoio le attrici una volta che arrivano a quarant'anni.
Maggie Smith (non si rivelano gli anni di una signora) dimostra ancora una volta che più va avanti, più è brava: può passare da Shakespeare a Harry Potter in un battito di ciglia, dimostrando che l'età è solo un numero e non un limite.
Quartet  in realtà non è un film da buttare, ma una volta visto ti rimane il diludendo perché ti aspettavi qualcosa di più. Un po' quando esci da un ristorante a cinque stelle a pancia vuota, perché ti aspettavi piatti cucinati  in maniera elaborata, e invece ti ritrovi con piatti decorati che sono una meraviglia, ma che in realtà di 'ciccia' da gustare ne ha ben poca.

Voto: 5,5

4 commenti:

  1. Visto anni fa, ma personalmente avevo gradito.
    Poi io e i vecchietti andiamo a nozze. Mettici pure la bella musica...
    :)

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    1. Io contesto la storia, con tutto il valore di questi adorabili protagonisti ci si poteva aspettare di più! Comunque per il resto, concordo con te, W i vecchietti! :)

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  2. Nooo perché diludendo? E' uno di quei film che io chiamo "bomboniera", bellini da vedere e da sentire, ideali per passare una serata in balìa delle emozioni :)

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    1. Perché mi aspettavo di più. Non dalle loro straordinarie interpretazioni, ma proprio perché avevano così tanto da dire e invece si sono limitati a dare un abbozzo. Eh, sarò che sono avida di emozioni! :)

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