venerdì 30 maggio 2014

MONNEZZA MOVIE: Mangia, prega, ama



Titolo: Mangia, prega, ama
Titolo originale: Eat, Pray, Love
USA, 2010
Cast: Julia Roberts, Javier Bardem, Richard Jenkins, James Franco.
Sceneggiatura: Ryan Murphy, Jennifer Salt.
Regia: Ryan Murphy.
Durata: 135'


Elizabeth Gilbert (Julia Roberts) è una scrittrice di successo, ha un marito che ama (Billy Cudrup), una splendida casa a New York e una vita sociale intensa. Che vita di merda.
Elizabeth è talmente sfigata che per lavoro deve andare a Bali, dove incontra pure uno sciamano che le farà la fattura dicendole che il suo matrimonio andrà in vacca e che tornerà in questo paradiso. Per maledire lo sciamano.
La fattura comincia a fare effetto e lei si sente già in preda allo sconforto, perché la sua vita fatta di successo, party e un gran pezzo di manzo come marito non le bastano, e manda tutto alle ortiche. Poverina.
Così decide di troncare il matrimonio, ma finisce per stare insieme a un giovane attore con lo sguardo strano, boh, forse ha la congiuntivite. Elizabeth dopo aver mandato a cagare il marito, dopo aver trovato subito un figaccione con la congiuntivite e averlo mollato (bastava avere il proprio asciugamano, mica teneva la lebbra!) va in crisi e l'insoddisfazione si impossessa di lei.
Ahò Elizabeth, ma si può sapere che cazzo vuoi dalla vita? 
Se in genere una donna sugli "anta" finisce per ingozzarsi di gelato dopo un divorzio e una nuova vita da single, facendo inchiattare il gatto affinché non rimanga affamato e decida di agguantare la tua faccia facendola diventare il suo nuovo piatto di Kit e Kat;  Elizabeth decide di farsi quattro mesi a Roma, quattro mesi in India, quattro mesi a Bali e quattro affanculo. Perché ricordiamolo come se fosse il nostro mantra: Elizabeth ha una vita di merda.
Perché deve imparare a mangiare (per quello c'era la weight watcher cara), la contemplazione della preghiera (un Padre Nostro prima di andare a fare la nanna?) e sopratutto imparerà ad amare (ma tenerti il marito o il fidanzato mezzo orbo, no?). No! Lei deve scoprire il suo io interiore. E noi ce lo dobbiamo sorbire. Perché lei ha una vita di merda, capito?
Va  Roma, e c'è Luca Argentero che le dice che gli italiani non fanno un cazzo dalla mattina alla sera e che pensano solo a magnare e a scopare. Fanculo il Colosseo, fanculo piazza di Spagna e  fanculo pure piazza Navona, questa vuole solo magnare.  Magna, magna che te possono ammazà che te magni pure il Papa tra un po'. Che te posseno!
Elizabeth inchiatta e deve espiare le sue colpe e va in India.
Momento di meditazione che rasenta il trascendentale: Zzz... Zzz... Zzz...
E dopo averci fatto due palle così, è l'ora di andare a Bali dal santone per fargli un culo così.
E se questa volta si sforza di visitare un po' l'Indonesia, ma chissene, ci sta Javier Bardem! Che è Spagnolo ma fa il Brasiliano. Ma chissene, è un fico da paura, può essere pure Olandese, è un gran bel figo.
Morale della favola, dopo un anno, tutto questo andare in giro cosa ti ha portato?  Alla mazza. Perché alla fine cara Elizabeth, dovevi solo farti una bella trombata. E non era necessario andare in culo ai lupi per capirlo.
Mangia, prega, ama è un film sonnolento che sfida lo spettatore a un viaggio alla ricerca di sé e delle balle che gli cascano dopo una mezz'ora. E un film sostanzialmente inutile, una fiera dei cliché e di luoghi comuni, tipico della cultura Yankee che non ha una storia e non capisce a sua volta la storia degli altri paesi, ma ha la presunzione di saperlo. La vera Elizabeth Gilbert ci ha provato e ha cambiato la sua esistenza assaporando culture differenti, ma la sceneggiatura del film è talmente scritta a cazzo di cane, che non rende minimamente la crisi esistenziale che ha passato la scrittrice. Edè peccato per Julia Roberts, splendida quarantenne che finalmente torna protagonista assoluta. Peccato che lo faccia con il film sbagliato.
La pellicola diretta dal regista televisivo Ryan Murphy (Nip/Tuck) alla fine è un crogiuolo di luoghi comuni, buttando alle ortiche i piaceri forti e le passioni che hanno portato la vera Liz Gilbert (che non se prenda a male per questa recensione volutamente ironica,  caso mai se la devi prendere con gli sceneggiatori che hanno scritto un film di merda) ha raccontare la sua avventura, finendo per creare una grande e interminabile cartolina che dura più di due ore.

Voto: 3

3 commenti:

  1. Ti dirò... se questo film lo avessi visto una decina d'anni fa probabilmente lo avrei stroncato come hai fatto te. Arrivato però alla fatidica soglia dei 40 anni, devo dire che all'epoca mi fece riflettere. Perchè questa è un'età in cui per forza di cose ti fai delle domande e cominci a fare un bilancio della tua vita. Ti accorgi soprattutto che sei arrivato a un'età in cui è sempre più difficile fare delle scelte perchè a 40 anni non si è più così incoscienti da mollare tutto e ricominciare daccapo. Per questo non riesco a stroncare questo film, che certamente può non piacere ma non è stupido... io almeno l'ho vissuto così. Questione 'generazionale' :)

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    1. Ma io stronco un film scritto a c**zo di cane, non le scelte di vita di Elizabeth Gilbert. E io l'anno prossimo sarò nel bel mezzo del cammin della mia vita, quindi sono già in una fascia generazionale in cui certe scelte pesano e ci si pensa due volte prima di farle. Dovrei leggere il libro, sicuramente sarà molto più appassionante di questa insulsa cartolina piena di cliché. P.s. Troverai la recensione seria, spiega meglio la "stroncatura". ;-)

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    2. Comunque rispetto la tua opinione, ma spero comunque di averti fatto fare due risate lo stesso. Monnezza Movie l'ho creato proprio per quello. ;-)

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